Da "TV SORRISI E CANZONI", mercoledì 5 giugno 2002
Il ritorno di Nek: 11 brani nel suo nuovo album Le cose da difendere
HO TROVATO LAURA
E' fra i cantanti più amati in patria e all'estero. Bello, giovane, energico. Ha appena pubblicato
un album di puro pop e il suo singolo Sei solo tu è già un tormentone nelle radio. Sarà per
il ritmo, sarà per il duetto con la Pausini. Cosa li lega? "Amicizia e stima". E un enorme successo.
Nek versione primavera-estate, ma forse già estate 2002, è gioioso, giocoso, giovane. Ha 30 anni, 4 album
(compreso l'ultimo) distribuiti in tutto il mondo, 5 milioni di dischi andati a ruba e 3 tatuaggi che
sfoggia sulle braccia muscolose: un sole dagli occhi azzurri sul polso destro, un emblema musicale
giapponese sul bicipite destro e un simbolo tribale di sua invenzione sul bicipite opposto. Dopo un
anno di assenza dalle scene, il ragazzo emiliano è tornato alla carica: "Mi sento carichissimo" ammette
lui, con un look più disinvolto, e spiega "senza fronzoli". E con un nuovo album, Le cose da difendere:
11 brani ritmati e orecchiabilissimi, molto pop con un'infarinatura rock. Dove Nek si accanisce al basso
alla chitarra acustica e a quella elettrica, mentre sfrutta abilmente arrangiamenti firmati Dado Parisini
(autore della Pausini), ritornelli facili da mandare a memoria scritti da Cheope (Alfredo Rapetti, figlio di
Mogol) e, ciliegina sulla torta, duetta con la stessa Laura Pausini nel brano Sei solo tu, ascoltatissimo
in radio.
Nell'ultimo anno, tranne uno spot di calze da donna, sei scomparso dalla scena.
Per questo sono voglioso di ripartire: il precedente disco era datato 2000, il tour è finito nel gennaio 2001;
ho avuto tempo per meditare, incontrare persone nuove, formare un nuovo team di lavoro.
Com'è nata la collaborazione con Laura Pausini?
Negli ultimi due anni amicizia e stima sono cresciute paurosamente: lei è romagnola, io emiliano, abbiamo
le stesse radici; ci siamo incontrati nel '93, al mio primo Sanremo: lei vinse con La solitudine, io
arrivai terzo.
Nessuna competizione?
Magari all'epoca sì, adesso non credo, anzi lei mi ha dato vari consigli per questo disco: "Secondo me questo
inciso suonerebbe meglio così; secondo me questa frase è meglio così"; lei ha seguito tutta la produzione del
disco, addirittura ha detto che voleva cantare e fare cori in tutti i pezzi. Ma era impossibile: "Scegli tu
un brano", le ho proposto, ed è venuto Sei solo tu.
Nel 2000 avevi detto: "Mi fermo due anni e preparo un rientro sorprendente": pensavi a quest'album?
Rispetto al passato, c'è qualcosa di nuovo in questo disco, è un po' una sorpresa per chi mi ascoltava prima; avevo
bisogno di stimoli nuovi: li ho avuti, incontrando persone diverse, facendo viaggi...
Dove sei andato?
Negli Stati Uniti, alle Maldive, all'Isola d'Elba; ho avuto la possibilità di frequentare tanta gente, un mondo
diverso da quello italiano. Io sono un osservatore, devo osservare per poter scrivere: forse tanti anni fa ero più
poltrone, adesso sono più dinamico, adrenalitico, ho più energia e si vede anche nell'album.
Dal punto di vista musicale cosa è cambiato?
C'è la fusione del mio pop-rock con la musica elettronica, c'è un nuovo linguaggio, i testi sono più poetici e
più dolci, ma sempre diretti: tra l'altro ho utilizzato questo titolo, Le cose da difendere, perchè avevo
voglia di dare al disco qualcosa di consistente: è una piccola frase ma con un grande significato.
Le cose da difendere è anche il titolo di un brano, che parla solo d'amore. Nient'altro da
difendere?
Parlo tanto d'amore perchè è una cosa che mi viene bene e penso di essere credibile. Ma ognuno, nel suo piccolo,
ha le sue cose da difendere, futili o importanti: io potrei difendere la mia chitarra del '69, la mia casa...
Ma nel disco non ci sono le "mie" cose da difendere: si parla di amore, amicizia, rispetto verso se stessi e gli
altri, capacità di rialzarsi dopo momenti difficili, prendere posizioni e mantenerle.
E tu che posizione senti di aver preso?
La gente può dire ciò che vuole su di me, ma io mi sento un trentenne di grande spirito che ha voglia di
portare la sua musica nel mondo. Anche se a qualcuno può essere antipatica la mia persona o far schifo
la mia musica, io non cedo. Una volta ho letto una frase che mi ha affascinato: "Un grande uomo non è grande
perchè non cade mai, ma perchè tutte le volte che cade riesce a rialzarsi".
Quand'è che sei caduto?
Fino a Laura non c'è non ho visto nè soddisfazioni nè soldi! Uno dei miei più grandi produttori
è stato mio padre, vedeva le mie sconfitte e diceva: "Vedrai, ci sarà una soluzione". Io nel mio piccolo sono
caduto e mi sono rialzato, per ben tre volte. Ma poi, quante altre volte ancora accadrà? Alla fine, per forza,
uno diventa di scorza più dura...