Da "FAMIGLIA CRISTIANA", 21 ottobre 2001

Laura, tu parli almeno cinque lingue, eppure ogni tanto ti scappa fuori ancora la cadenza romagnola...
Meno male. Non sei il solo a dirmelo, ma a tutti rispondo che non ho nessuna intenzione di perfezionare il mio italiano. Amo i dialetti. Vivendo a Milano ho imparato anche qualche parola meneghina. Dovunque vado assimilo instintivamente un po' del dialetto locale, e mi sento più vicina alla gente.

Il meglio di Laura Pausini l'hai già riproposto nel disco, rielaborandolo per rendere i suoni più moderni...
Ascoltandolo, però ti sarai reso conto che non ho stravolto le mie canzoni, come spesso fanno alcuni miei colleghi. "La mia risposta" l'ho voluta cantare in spagnolo, "One More Time" l'ho lasciata in inglese, il duetto con Gilberto Gil "Seamisai" l'ho tradotto con Gilberto, quasi letteralmente, e mi piace molto. Poi ci sono i due pezzi nuovi, "Una storia che vale" e "E ritorno da te". Per questa canzone ho girato, a Los Angeles, un video che ha diretto Gabriele Muccino, il regista de "L'ultimo bacio". E, nel mio video, ha voluto anche inserire una 'citazione' del suo film, uno dei più belli della stagione. Accade quando io inseguo la macchina del ragazzo che mi ha lasciato, proprio come faceva la bionda Martina Stella quando correva dietro all'auto di Stefano Accorsi... Sono soddifatta di questo lavoro, proprio soddisfatta!

A parte la musica, qual è il meglio di Laura Pausini?
La musica non si può lasciare da parte. E' la musica il mio meglio. Però va bene anche la mia vita: da otto anni sto con il mio compagno Alfredo Cerruti, che è sempre al mio fianco, perchè è anche il mio produttore. E' stato un incontro felice che devo al Festival di Sanremo, dove l'ho conosciuto, proprio nel 1993, l'anno de "La solitudine". Da quel momento non sono stata più sola! E' vero che in ogni sua canzone c'è qualcosa di autobiografico?
Tutte le mie canzoni dicono la verità su di me, su quella che ero, su quella che sono. Sui sogni che avevo e che ho ancora. Però ho il pudore di sapere sino a dove posso arrivare a raccontarmi. Mi piace crescere, ma non cambiare; la mia vita professionale è cambiata insieme a quella privata solo perchè da adolescente sono diventata donna. Il mio lavoro è caotico, sempre con un domani in un luogo diverso, per questo ho bisogno di persone solide attorno a me, i miei familiari, Alfredo, gli amici: pochi, pochissimi, ma fidati. So anche volere bene a me stessa, ma preferisco voler bene agli altri ed essere ricambiata!

Riesci a leggere un libro, ad andare al cinema a vedere un film?
Sì, adesso sto leggendo Harry Potter in spagnolo, per riprendere confidenza con la lingua del Paese dove presto andrò in tournèe. Al cinema ho visto "The Others", con Nicole Kidman, prodotto da Tom Cruise. C'erano tutti e due alla serata: lei è bellissima ma algida. Lui mi ha abbracciato ed ho potuto constatare che non è un gigante. Solo allora ho capito la battuta di Nicole che ha fatto il giro del mondo dopo la loro separazione: "Finalmente", ha detto, "potrò mettermi i tacchi".

Laura, da quando ti ho conosciuta, otto anni fa, non sei cambiata. Sembri ancora la ragazzina di "La solitudine". Come ti giudicano a casa?
Dicono che sono pazza, nel senso buono e cattivo, perchè sono piena di contraddizioni. Spesso prendo, in buona fede, anche decisioni che riguardano altri, quelli che mi sono vicini. Per fortuna mi capiscono e continuano a volermi bene.

Prima di questo The Best Of hai venduto 16 milioni di dischi in mezzo mondo. Adesso stai per affrontare di petto il difficilissimo mercato nordamericano. Pensi che ce la farai, a conquistare l'America?
"Non lo so" risponde Laura Pausini, soace ma decisa, "però, intanto, l'America ha già conquistato me!"


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