Anno 2010, Quinto del Dominio dei Maghi della Costa...
Questo racconto è un po' atipico, essendo basato su alcune discussioni di it.hobby.giochi.gdr. Lo metto on-line per il sollazzo degli ihggers che se lo fossero perso...
Donovan si guardò alle spalle un ultima volta, prima di spiccare il balzo,
impossibile per un umano, che lo portò fino al tetto del palazzo vicino, a
più di quaranta metri di distanza. Quattrocento anni... lui era in vita (ah!
Bella questa!) da quattrocento anni, e nessun mortale lo aveva costretto a
fuggire. Non aveva indietreggiato di fronte a nulla, nei lunghi anni in cui
aveva cercato la morte redentrice sfidando qualsiasi potere gli si parasse
davanti, e ora fuggiva da dei mortali. Avrebbro pagato... oh, se avrebbero
pagato... ma neppure tutto il sangue del mondo avrebbe saziato il vuoto che
ora avvertiva dentro, il vuoto lasciato dalla morte di tutti i Fratelli che
conosceva, il vuoto lasciato da Estelle, assassinata da... loro. I nuovi
venuti, il nuovo potere. Consapevole di questo, si strinse ancora di più nel
suo giaccone di lana, quasi che oltre a tenere fuori il vento gelido potesse
fare lo stesso con la sua residua speranza, e si mise a correre di tetto in
tetto, così veloce da non essere percepito, per arrivare al luogo
dell'appuntamento.
La stanza, non riscaldata, era fredda e umida. L'odore di legno marcio
arrivava direttamente al cuore di Donovan, con un effetto per nulla positivo
sulla sua cupa depressione. Il legno marcio non era però l'unico odore che
percepiva: sangue, lotta... qualcos'altro... odore di animale, orso, lupo...
lupo...
Un Garou! Il suo alleato era un Garou! Fidarsi? Non fidarsi? Bah! Nulla gli
importava. Senza Estelle poteva anche morire. Se il licantropo aveva
intenzione di farlo fuori, ebbene, lui non aveva nè la forza nè la volontà
di impedirglielo. Almeno non sarebbe stato catturato da Loro...
Una voce gli giunse da un angolo della stanza, precisamente da dietro un
alto paravento, che aveva visto giorni migliori, sistemato vicino al letto.
- Donovan dei Toreador? Vieni pure avanti. Ti ho percepito appena ti sei
avvicinato al palazzo. Non voglio combattere, voglio solo parlare con te.-
Donovan si fece avanti, riluttante, e arrivò al lato non coperto dal
paravento. Alla luce di una semplice lampadina a bulbo, vide le enormi
dimensioni della bestia sdraiata davanti a sè. Gli occhi, che in un primo
tempo aveva ritenuto colmi di una furia bestiale, erano in realtà stretti
dalla sofferenza, e dotati di sorprendente vivacità ed intelligenza. Sotto
alla mastodontica figura sembrava esserci un piccolo lago di sangue, ormai
rappreso.
Ancora, fu la creatura a parlare.
- Chiamami Anteiros, non credo ci sia bisogno di molti formalismi ora. I
miei e i tuoi non sono mai stati amiconi, e non c'è bisogno di fingere
simpatia. Basta solo che mi stai a sentire.I miei sono stati spazzati via.
Finiti, morti. Loro erano troppi, e con troppo potere. Neppure noi, che
siamo i guerrieri supremi, ce l'abbiamo fatta. I tuoi? Dove sono, quanti
sono rimasti?-
Donovan voleva andarsene, subito. Non voleva rispondere, e non vedeva niente
di utile nè di bello in quel mostro disgustoso. Col senno di poi, andarsene
sarebbe stata una mossa saggia. Ma rimase, perchè non sapeva dove altro
andare e con chi altri parlare. Fu laconico.
-Nessuno. Dei miei, non c'è più nessuno.-
Anteiros scrutò con calma il volto senza tempo del vampiro. Dominavano il
mondo, ora non c'erano più. I draghi avevano spazzato via gli Antichi della
sua razza, lasciando a spietati avventurieri umani il compito di sterminare
quelli come lui. Anzi, quelli come loro due. Entrambi un tempo valevano
qualcosa in quel mondo, ma il mondo sembrava averli rifiutati. Avrebbero
dovuto rassegnarsi ad arrendersi e scomparire. Ma entrambi sapevano di
essere troppo orgogliosi, troppo fieri per farlo.
Fu prima Anteiros o prima Donovan a percepire una strana fluttuazione
nell'aria fuori dalla stanza? Chi lo sa. Se fossero stati più in forma,
avrebbero potuto evitare ciò che stava per succedere? Anche questo è ignoto.
Fatto sta che la porta si spalancò di colpo, e contemporaneamente una sfera
di fiamme si allargò nella stanza, incenerendo con l'immenso calore ciò che
incontrava. Donovan non fece in tempo a spostarsi, venne investito e
incenerito. Ad Anteiros andò peggio. Sopravvisse.
Un umano, avvolto in costose vesti di seta, entrò nella stanza, accompagnato
da altri due umani, enormi, dai tratti bestiali, chiusi in pesanti armature
e coperti di armi. Fu lui che parlò per primo.
- Ottimo tempismo, Guerriero 1. Il Vampiro stava per vincere l'iniziativa.
Per fortuna quelli come lui hanno solo Punti Sangue e non Tiri Salvezza, se
no mi fregava. Guerriero 2, vai a controllare lo stato di quella spazzatura
pelosa, credo che sia attorno ai 2 PF, e quindi ancora del tutto
pericoloso.-
Anteiros si tirò lentamente in piedi, a malapena capace di respirare
regolarmente, e apostrofò sprezzantemente il mago.
- Certo, stregone, fai avvicinare il tuo schiavo. Vorrà dire che ti
infilzerò con le sue ossa!!! -
Il mago, per nulla scosso, gli rispose seccamente. - Non credo. Vedi, non
hai ancora capito. -
L'umano in armatura scattò, innaturalmente veloce. Prese il Garou per il
collo con un braccio solo, lo alzò da terra senza sforzo apparente e lo
inchiodò contro il muro. Immediatamente una domanda passò per la mente di
Anteiros, insieme ai messaggi di dolore comunicatigli da tutto il corpo
martoriato.
Il mago sorrise. - Ti stai chiedendo come ha fatto? Semplice. Destrezza 16,
Anello della Velocità, Forza 19 e Guanti della Forza Titanica. E' veloce
come un fulmine, e può sradicare una quercia a mani nude. Peccato solo per
la sua Intelligenza a 5... sai com'è, essendo un guerriero non ne ha
bisogno: basto io con Intelligenza 22 per tutti e tre. Hanno messo tutto in
Costituzione.-
Una smorfia passò sul grugno bestiale di Anteiros, mentre si dibatteva per
liberarsi.
- Come possiamo farlo? Suvvia, non essere patetico. Abbiamo la forza e la
possibilità di farlo, tutto qua. Non cercare di impietosirmi con questi
pensieri su onore e nobiltà del guerriero: non vedi? Sono un Mago della
Costa, e se mi avessi osservato con cura avresti già visto il cartellino che
mi indica come Neutrale Malvagio attaccata alla mia tunica. Quelli come te
sono roba vecchia, e sto per dimostrartelo. -
Dopo aver gesticolato per pochi secondi, lanciò un sottile raggio di luce
contro la parete che sosteneva il Garou. Anteiros sentì immediatamente il
vento gelido alle sue spalle, che fischiava spietato e tagliente lungo i
bordi del palazzo. Il Guerriero 2 fissò Anteiros con uno sguardo vittorioso
e feroce, lo strinse a sè in una formidabile presa, si spostò sul bordo del
pavimento che dava nello spazio aperto vicino a loro, e parlò.
- Dimmi, Guerriero definitivo: quelli come te sopravvivono, se si schiantano
a terra dal trentesimo piano?-
E detto questo, sempre tenendolo stretto a sè, si gettò nel vuoto...
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