Questo documento mi è pervenuto tramite la mia amica Six, ed è stato scritto da Para (Rina_san). Benchè io non conosca minimamente la fanciulla in questione, mi inchino di fronte a sì grande inventiva e al volere di Six, che ha personalmente perorato la sua pubblicazione.
(07/12/2000 Rettifico: ora la fanciulla la conosco! ^__^)
La pratica del gioco di ruolo crea una deformazione nella mente dei
giocatori.
L'abitudine alla lettura di ponderosi manuali, la capacità di
immedesimarsi nelle creature più assurde, sono qualità che si
manifestano nel giocatore dopo anni di esperienza; il suo cervello
sviluppa quasi inconsapevolmente una enorme capacità di adattamento,
diventa una spugna in grado di assorbire razze, ambientazioni, casate,
copiose quantità di clan, gruppi e sottogruppi, ognuno con proprie
caratteristiche ben definite ma che, attenzione!, non costituiscono un
tentativo di categorizzazione rigido come sembrerebbe a prima vista;
ogni individuo è diverso da ogni altro, quindi le indicazioni fornite
sono da considerarsi di massima, ecc..
Questa mole di dati viene però stipata dai giocatori di ruolo in una
zona di mente che non ha contatto diretto con la realtà; il giocatore
di ruolo è qualcuno che non ha difficoltà ad immaginare creature alte
quattro metri con la pelle ricoperta di specchietti e vetrini
colorati, ed è in grado addirittura di immaginarne le relazioni
sociali, le abitudini e gli atteggiamenti caratteristici. Ma cosa
succede quando si prova ad applicare questa elasticità al mondo reale?
Questa considerazione ci introduce alla Teoria degli Elfi di Ailin.
Non conoscete Ailin perché non posta abitualmente su ihgg; l'Oracolo
si accinge a descrivervi accuratamente in cosa consiste questa teoria.
Senz'altro sarete venuti a contatto, prima o poi, con gli elfi; la
letteratura fantasy è piena di elfi, molti giochi di ruolo tirano
prima o poi in ballo gli elfi. Non esiste un elfo ufficiale: pensiamo
alle enormi differenze tra gli elfi di Tolkien e quelli di AD&D
(ovviamente sono migliori quelli di AD&D.)
Ma il mito degli elfi sarà nato nella mente dei nostri antenati
spontaneamente, o sarà piuttosto frutto di una accurata osservazione
della realtà?
"Ebbene sì, gli elfi esistono. Ovviamente non aspettatevi immortali o
orecchie alla Mr. Spock; gli elfi, quelli veri, non sono facili da
distinguere come quelli a cui siamo abituati. Eppure, essi esistono.
Provate un attimo a pensarci.Salite su un autobus o su un treno e
guardatevi intorno. Non dovreste fare fatica a riconoscere alcune
delle caratteristiche tipiche degli elfi: zigomi alti e lineamenti
orientaleggianti, viso piuttosto sottile, fisico asciutto. ovviamente
non bastano questi pochi tratti somatici ad identificare un elfo; non
è neanche detto che tutti gli elfi abbiano gli zigomi alti, questi
esempi servono solo a dare un'idea generale di come sia fatto un elfo
reale.
Pochi sanno di essere elfi. alcuni semplicemente conducono una vita
normale, e non si sono mai neanche posti il problema, E' giusto che
sia così, ovviamente. Essere elfi non è un vantaggio né uno
svantaggio, è semplicemente essere diversi. Con il tempo, allenandosi,
si riesce a sviluppare il colpo d'occhio necessario a distinguere un
umano da un elfo.
Ad esempio, è evidente che Sylvester Stallone o Danny de Vito non sono
elfi. Al contrario, provate a pensare a David Bowie e prendete
coscienza di quello che avete sempre saputo: non può che essere un
elfo.
Non è solo una questione di aspetto fisico, ovviamente; conta molto
anche l'atteggiamento. Senz'altro avete presente quello strano modo di
guardare, quel sorriso particolare, quel tono di voce così
melodioso. Tutte caratteristiche precipue di un elfo. L'uomo distingue
per istinto l'elfo, ma nei secoli questa capacità si è sopita.
Non si può dire con certezza, di una persona, se sia un elfo o se non
lo sia. Ci sono moltissime sfumature: molto dipende dalla quantità di
sangue elfico. Ci sono elfi al dieci per cento, elfi al venti per
cento. Solo pochi raggiungono il novanta per cento, e probabilmente
non si è mai visto un elfo al cento per cento.
Ci sono ovviamente elfi buoni ed elfi malvagi, ma non è così facile
distinguerli. Alcune caratteristiche potrebbero ingannare l'occhio non
allenato, portandolo a credere di trovarsi di fronte ad un elfo oscuro
quando in realtà si trova ala cospetto dell'incarnazione della bontà e
della gentilezza d'animo. Distinguere tra elfi buoni ed elfi malvagi è
così difficile che è impossibile definire degli elementi di giudizio
oggettivi: solo il contatto prolungato con un elfo potrà dirvi
esattamente di che tipo di elfo si tratti.
La capacità di riconoscere gli elfi dagli uomini è una dote innata,
come ho già detto prima, ma è possibile svilupparla. Dopo anni di
osservazione, ho allenato il mio intuito ed il mio occhio, e sono
disposta a metterlo a vostra disposizione: speditemi una foto di un
vostro amico, di vostra cugina, del vicino di casa, ed io saprò dirvi
con precisione se si tratta di un elfo o no. A voi la difficile scelta
se mettere l'interessato di fronte alla verità o no: alcuni elfi,
infatti, nel momento di confrontarsi con la propria condizione
potrebbero avere reazioni imprevedibili. Alcuni di loro potrebbero
prenderla come un'offesa, e potreste rovinare ottime amicizie; altri,
invece, ne fanno un punto di orgoglio, e continueranno a tediarvi per
anni con questa storia, non perdendo occasione per ricordarvi che loro
sono elfi, mentre voi no.
Arrivati a questo punto, se siete elfi lo avrete già capito. Prima o
poi avreste comunque preso atto della vostra origine: ringraziatemi
per avervi aperto gli occhi, e per avervi dato così tante
informazioni. State solo attenti a non vantarvi troppo: in fondo non è
per merito vostro che lo siete."
Ecco tutto. Queste considerazioni sono emerse durante una sessione
psicanalitica con l'oracolo, che le ha diligentemente raccolte e messe
a disposizione di chi tra voi ha interesse nell'argomento.
Chi voglia approfondire, potrà scrivere direttamente ad Ailin (rina_san@hotmail.com), eventualmente spedendo foto o disegni. La
consulenza è del tutto gratuita.
Grazie per l'attenzione.