Fuoco

Il Fuoco ardeva nel centro, un fuoco splendente, un fuoco di vita. Nessuno parlava, eravamo stanchi, ma tutti avevamo lo sguardo fisso al fuoco, come ipnotizzati, eravamo parte immobile e attonita del fuoco. Tutti osservavamo l'evolversi imprevedibile delle fiamme, delle scintille, della luce e del calore; imprevedibile, non casuale. Ogni movimento (se era movimento) era un segno, un avvertimento alle nostre esistenze, un presagio di cambiamento, oppure una spinta, un consiglio insistente, un incitamento. E la fiamma si trasformava in Sibilla e in oracolo silente che colorava i nostri volti, che parlava alle nostre anime. Nessun uomo occidentale aveva mai osservato il fuoco come stavamo facendo noi, egli a nessuno aveva mai parlato come a noi.

Continuava ad ardere e a consumare la legna ai suoi piedi e a staccarsi da essa in un impeto di desiderio. Restammo molte ore, assolutamente immobili, a fissarlo: e diventammo fuoco. Come il Fuoco si muove, cambia spontaneamente, come il Fuoco può essere vita o morte, amico o nemico o rivale, ma sempre Fuoco che arde, che vive. Così diventammo Fuoco, consapevoli di esserlo, uomini spontanei e imprevedibili, uomini saggi, uomini che hanno bruciato la legna dell'esperienza , non inutilmente, che hanno vinto se stessi, per accendersi, uomini forti e spaventati, uomini.

Il Fuoco calava, scompariva, il legno diventava brace, poi cenere. Solo nella brace rimaneva impresso il colore del fuoco, la pietra ardente e rossa, la materia riprendeva il comando, soffocando il Fuoco che aveva generato; il Rosso sparisce, svanisce; il Nero avanza mentre noi chiudiamo gli occhi per imprigionare in essi la luce e il colore del fuoco. Chiudiamo gli occhi e dormiamo di un sonno profondo, con nell'anima il calore della fiamma e il sentimento di Prometeo.

Ma un raggio di luce riscalda la nostra mano, l'alba rischiara le menti. Il Sole stende la mano su valli, su boschi, sul mondo e vince il buio come l'iride vince e restringe la buia pupilla. Del fuoco non rimane che cenere grigia: è tempo di partire, di mettersi in cammino. Una brezza leggera si desta, scrolla le piante, rinfresca le membra, accompagna la partenza. Poi il vento, l'amico vento riattizza le brace, disegnando nella cenere rosso un volto di uomo.

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