|
|
1. Ci sono dei tali
che vanno superbi se, dopo avere scelto un soggetto strano e
paradossale, sono capaci di trattarlo in modo sopportabile. Gli uni
sono invecchiati affermando che non è possibile dire il falso né
contraddire né fare due discorsi opposti sullo stesso argomento,
altri1 sostenendo che il valore, la
saggezza e la giustizia sono la medesima cosa, che per natura non
possediamo nessuna di queste virtù e che unica è la scienza che
tutte le riguarda; e altri ancora sciupano il loro tempo in dispute
verbali non solo prive di ogni utilità, ma anche buone a recar noia a
chi li ascolta. 2. Io, per me, se vedessi che questa futile
moda è sorta da poco nell'oratoria e che costoro sono orgogliosi per
la novità delle loro trovate, non mi meraviglierei di loro in pari
grado; ma ora, chi è così novellino negli studi da non sapere che
Protagora e i sofisti suoi contemporanei ci hanno lasciato scritti
simili e anche più astrusi di questi? 3. Come superare Gorgia,
il quale osò dire che nulla di ciò che è esiste, o Zenone, che
tentava di presentare le stesse tesi come possibili e da capo come
impossibili, o Melisso, che, pur essendo le realtà naturali in numero
infmito, cercò di scoprire prove che il tutto è uno? 4. Ma,
sebbene quegli ingegni abbiano chiaramente dimostrato quanto sia
facile costruire un discorso falso su qualunque soggetto ci si
proponga, i sofisti odierni indugiano ancora su questo terreno; eppure
dovrebbero, tralasciata questa ciarlataneria che, a parole, pretende
di confutare, mentre, nei fatti, è stata già da gran tempo
confutata, perseguire la verità, 5. educare i loro discepoli
alla pratica del nostro vivere di cittadini e addestrarli ad
acquistarne esperienza, tenendo a mente che è molto meglio avere
un'opinione ragionevole intorno alle cose utili che una scienza esatta
intorno alle inutili, ed essere un po' superiore nelle cose grandi
piuttosto che distinguersi molto nelle piccole, che a nulla giovano
nella vita. 6. Ma la loro sola preoccupazione è di spremere
denaro ai giovani. E lo studio delle dispute verbali è ben adatto a
questo scopo, perché chi non si cura ancora né degli affari privati
né di quelli pubblici si diletta soprattutto di quei discorsi che non
hanno utilità alcuna. 7. I giovani, dunque, hanno una valida
scusante per questo loro modo di pensare, perché sono sempre portati,
in tutte quante le cose, al non comune e al meraviglioso; ma questi
sedicenti educatori sono ben meritevoli di biasimo perché, se
accusano coloro che tentano d'ingannare nei contratti privati e fanno
un uso disonesto dell'eloquenza, agiscono per parte loro in modo ben
peggiore: quelli arrecano danno agli estranei, essi nuocciono
principalmente ai discepoli. 8. E hanno dato tanto incremento
all'arte di mentire, che oggi alcuni, vedendo quanto costoro si
arricchiscano con questi mezzi, osano scrivere che la vita dei
mendicanti e degli esuli è più inidiabile di quella degli altri
uomini, e pretendono di provare che, se sono capaci di dire qualcosa
su argomenti mediocri, sapranno facilmente esprimersi con dovizia su
argomenti elevati. 9. Ma la cosa più ridicola di tutte è, a
mio parere, l'uso che fanno di questi discorsi per cercar di
persuadere che possiedono la scienza politica, mentre potrebbero
fornirne la dimostrazione nei temi stessi che professano di trattare:
chi discute sulla saggezza e si proclama sapiente deve distinguersi ed
essere superiore ai profani non nei campi trascurati dagli altri, ma
in quelli in cui tutti sono competitori. 10. Ora, essi agiscono
in modo analogo a chi pretendesse di essere il più forte degli
atleti, ma scendesse in gara là dove nessun altro si degnerebbe di
farlo. Quale persona assennata si metterebbe mai a lodare le
disgrazie? Ma è per evidente inettitudine che essi si rifugiano in
queste stranezze. 11. Per scrivere tali opere una sola è la
via, che non è faticosa da scoprire né da imparare né da imitare;
invece i discorsi d'interesse generale e degni di fede, e quelli di
simile natura, s'inventano e si pronunziano grazie a una varietà di
idee il cui uso opportuno è difficile da imparare, e la loro
composizione è tanto più laboriosa quanto la gravità è più ardua
della leggerezza e la serietà dello scherzo. 12. Ed eccone la
prova migliore; nessuno fra coloro che si proposero di lodare le
mosche, il sale e altre cose del genere, fu mai a corto di parole,
mentre coloro che intrapresero a parlare di argomenti riconosciuti
come nobili, belli, o di singolare valore morale, tutti si sono
espressi in modo di gran lunga inferiore alla realtà. 13. Non
ci vuole la stessa intelligenza per parlare adeguatamente de' gli uni
e degli altri soggetti: se è facile esaltare quelli piccoli mediante
l'eloquenza, degli altri è arduo attingere la grandezza; e mentre su
quelli famosi è raro trovare pensieri che nessuno ha espresso in
precedenza, su quelli futili e meschini qualunque cosa venga in bocca
all'oratore è interamente originale. 14. Perciò lodo colui2 che scelse di scrivere su Elena più di
tutti quelli che vollero parlare bene su qualche tema, perché
rievocò la memoria di una donna cosi straordinaria, che superò di
molto le altre per stirpe, bellezza e fama. Tuttavia è incorso in una
piccola svista: dice di aver composto l'elogio di lei, e invece si
trova ad aver parlato in difesa delle sue azioni. 15. Ora, il
discorso non nasce in entrambi i casi dalle stesse idee né riguarda
gli stessi fatti, anzi proprio il contrario: la difesa si conviene a
chi è accusato di un crimine, la lode a chi si segnala per qualche
virtù. Perché non sembri che io mi riservi un compito quanto mai
facile, quello di criticare gli altri senza dare nessuna dimostrazione
delle mie capacità, mi proverò a parlare di questa stessa donna,
tralasciando tutto ciò che è già stato detto dagli altri.
Continua
|
|
|