Paragrafi
1 |
Mi
piacerebbe molto, giudici [considererei da molto, o uomini], che
voi mi giudicaste [foste a me giudici] a proposito di questo caso
come giudichereste voi stessi se aveste vissuto un'esperienza
analoga [quali appunto sareste per voi stessi avendo subìto cose
tali]: so bene infatti che, se aveste verso gli altri la stessa
opinione che (avreste) verso voi stessi, non ci sarebbe (nessuno)
che non proverebbe sdegno per quanto (mi) è accaduto, anzi, voi
tutti considerereste (fin troppo) lievi le punizioni contro chi si
diletta di attività del genere [fa con cura tali cose]. |
2 |
E questi fatti
sarebbero valutati così non solo presso di voi, ma in tutta la
Grecia: (è) infatti solo per questo reato (che), nei regimi
democratici come in quelli oligarchici, viene riconosciuta la
stessa facoltà di punire [punizione] (anche) ai più deboli nei
confronti dei più potenti, di modo che il (cittadino) più umile
gode degli stessi (diritti) del più rispettabile: a tal punto, o
giudici, tutti gli uomini considerano questa offesa gravissima.
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3 |
A proposito, dunque, della
gravità della punizione, penso che voi tutti abbiate la medesima
opinione, e che nessuno di voi sia così incosciente [si trovi così
incurantemente] da pensare che debbano ricevere comprensione, o
(anche solo) da ritenere meritevoli di una pena lieve, i
responsabili di azioni del genere;
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4 |
penso piuttosto, giudici, di
dover dimostrare questo: che Eratostene ha avuto rapporti intimi
con mia moglie e l'ha sedotta ed ha gettato nel disonore i miei
figli ed ha offeso me introducendosi in casa mia; e che né fra me
e lui c'era alcuna (ragione di) dissidio, a parte questa, né io
ho fatto quel che ho fatto [questo] per avidità di denaro, per
diventare ricco da povero (che ero), né per alcun altro guadagno,
al di fuori della vendetta consentitami dalla legge [secondo le
leggi].
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5 |
Io, dunque, vi racconterò
tutti i fatti miei fin dal principio, non tralasciando nulla, ma
(anzi) dicendo (tutta) la verità: perché sono convinto che
l'unica via di scampo per me sia riuscire a spiegarvi le cose come
stanno [questa infatti considero per me l'unica salvezza, qualora
io possa dirvi tutti i fatti]. |
6 |
Ebbene, o cittadini di
Atene, quando io decisi di sposarmi e mi portai in casa una donna,
nei primi tempi [nell'altro tempo: cioè quello trascorso prima
che nascesse il bambino] mi comportavo in modo tale da non
starle troppo addosso [infastidirla], ma neanche (da far sì) che
dipendesse troppo da lei (fare) quel che le pareva [voleva fare],
e la controllavo per quanto m'era possibile, e, com'è ovvio,
tenevo gli occhi aperti [porgevo la mente]. Ma dopo che mi nacque
un bambino, ormai mi fidavo (di lei), e (così) le affidai tutti i
miei averi, convinto che questo (nostro) legame [familiarità]
fosse estremamente saldo;
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7 |
e in effetti sulle prime, o
Ateniesi, era la migliore di tutte (le donne): una brava massaia,
gran risparmiatrice, attenta amministratrice di ogni cosa
[amministrante attentamente ogni cosa]; ma dopo che mi morì la
madre, con la sua morte [morendo] è stata la causa di tutti i
miei guai.
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8 |
Già, perché mia moglie,
accompagnatala alla sepoltura, è stata notata da questo tizio e
col tempo s'è lasciata sedurre [vista da quest'uomo, col tempo
viene corrotta]: (egli) infatti, facendo la posta alla serva
addetta a fare la spesa [spiando la serva, quella che andava al
mercato] e rivolgendole le sue proposte, riuscì a sedurre mia
moglie [lei].
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9 |
Ora, tanto per cominciare, o
giudici - perché è necessario che io vi spieghi anche questi
(dettagli) - io ho una casetta a due piani, che ha il piano
superiore uguale a quello inferiore, (rispettivamente) per le
stanze delle donne e per quelle degli uomini. Quando ci nacque il
bambino, lo allattava la madre: e così, per evitare che, quando
doveva fargli il bagno, corresse dei rischi scendendo dalle scale,
andai io a vivere di sopra, e le donne di sotto [io vivevo sopra e
le donne sotto]. |
10 |
E ormai (la cosa) era
divenuta talmente abituale, che spesso mia moglie scendeva al
piano di sotto per dormire dal bambino, per dargli il latte [la
mammella] e perché non piangesse. E le cose [queste cose]
andarono così per molto tempo, ed io non ebbi mai (il minimo)
sospetto, anzi, ero così allocco da pensare che la mia fosse la
donna più onesta fra tutte quelle di Atene.
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11 |
Ma qualche tempo dopo
[passando il tempo], o giudici, ritornai inaspettatamente dai
campi, e dopo cena il bambino si mise a piangere e a fare i
capricci [era di umore difficile], stuzzicato a bella posta dalla
serva perché facesse questo: infatti l'individuo era in casa - più
tardi venni a sapere tutto. |
12 |
Ed io ordinai a mia moglie
[ordinavo alla donna] di scendere e di dare il latte [la mammella]
al bambino, perché la smettesse di piangere. Lei, sulle prime,
non voleva (scendere), come se fosse contenta di avermi rivisto di
ritorno da una lunga assenza, ma siccome io cominciavo ad
irritarmi e le ingiungevo di scendere, disse: "Tutto per
poterci provare nel frattempo (oppure: qui) con la
servetta! Non è la prima volta che le metti le mani addosso,
quando sei ubriaco." ["Affinché tu per l'appunto dia
fastidio ora (oppure: qui) alla servetta: anche in
precedenza, ubriaco, la attiravi (verso di te)"].
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13 |
Ed io scoppiai a ridere,
mentre lei, alzatasi e uscendo (dalla stanza), chiude la porta,
facendo finta di scherzare, e si porta via la chiave. Io, senza
farci minimamente caso [non ponendo mente a nulla di ciò] e senza
avere sospetti, mi addormentai di gusto, perché tornavo (stanco)
dai campi.
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14 |
Quando fu quasi giorno, lei
tornò ed aprì la porta. E siccome le chiesi perché durante la
notte le porte avessero fatto rumore, disse che s'era spenta la
lampada (che stava) accanto al bambino, e che allora l'aveva fatta
riaccendere (prendendo del fuoco) dai vicini. Io non dissi nulla e
pensai che le cose fossero (davvero) andate così. Mi parve però,
giudici, che si fosse truccata il viso, benché suo fratello fosse
morto da non ancora trenta giorni; comunque, senza dire nulla
neppure allora [così] sulla cosa, uscii e me ne andai di casa in
silenzio [uscito, andavo fuori in silenzio]. |
15 |
Dopo questi fatti, giudici,
quand'era (già) passato un po' di tempo [in mezzo] ed io ero
lontanissimo [molto lasciato indietro] dal (sospettare) le mie
disgrazie, mi si avvicinò una vecchia, mandata da una donna di
cui quello era l'amante, come io seppi in seguito: costei, furiosa
e convinta di essere tradita [subire un torto] (da Eratostene),
perché non si recava più da lei così spesso come prima [non più
ugualmente], lo aveva fatto spiare [lo sorvegliava] finché non
aveva scoperto quale ne fosse il motivo. |
16 |
Avvicinatasi dunque a me,
questa persona, che teneva d'occhio la mia casa, mi disse:
"Eufileto, ti prego di credere [credi] che non (è)
assolutamente per impicciarmi degli affari tuoi [per nessuna
indiscrezione] (che) mi sono avvicinata a te: (ma) si dà il caso
che l'uomo che sta infangando te e tua moglie sia odioso (anche) a
noi. Dunque, se prendi la serva addetta alla spesa e alle faccende
di casa e la metti sotto tortura, saprai tutto. Il colpevole
[colui che fa ciò]" aggiunse "è Eratostene di Oe, che
ha sedotto non solo la tua donna, ma anche molte altre: lo fa di
mestiere [ha infatti questo come mestiere]".
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17 |
Detto questo, giudici, la
donna se ne andò, ed io subito [oppure: lì per lì]
cominciai a sentirmi sconvolto, e mi ritornava tutto alla mente,
ed ero pieno di sospetti, pensando a come ero stato chiuso in
camera, e ricordando come quella notte avessero fatto rumore la
porta del cortile e (anche) quella della strada, cosa che non era
mai successa (prima), e come mi fosse sembrato che mia moglie si
fosse truccata. Tutte queste cose mi tornavano in mente, ed ero
pieno di sospetti.
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18 |
Tornato dunque a casa,
ordinai [-vo] alla serva di seguirmi al mercato; invece, portatala
da uno dei (miei) amici, le dissi [-cevo] che io ero venuto a
sapere tutto quel che accadeva in casa: "A te dunque"
dissi "non resta che [è possibile] scegliere quella che
preferisci fra (queste) due (alternative): o, dopo essere stata
frustata, essere sbattuta [cadere] in un mulino e soffrire pene
senza fine [non smettere mai più di essere oppressa da tali
mali], o, dopo avere confessato tutta la verità, non subire alcun
castigo [niente di male], ma ottenere da parte mia il perdono per
i (tuoi) errori. E (vedi di) non mentire in nulla, ma di' tutta la
verità."
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19 |
E lei sulle prime negava
[era negatrice], e mi sfidava a far(le pure) quel che mi pareva:
tanto non sapeva niente; ma quando io le feci il nome di [ricordai
a lei] Eratostene, e le dissi che era lui quello che frequentava
mia moglie, rimase sbalordita, credendo che io sapessi tutto con
precisione.
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20 |
E allora finalmente,
gettandosi alle mie ginocchia, e ottenuta la mia parola [da me
assicurazione] che non le sarebbe capitato niente di male, rivelò
[accusava] in primo luogo come (Eratostene) le si fosse avvicinato
dopo il funerale, poi come lei stessa avesse finito per riferirlo
[finendo l'avesse riferito] (a mia moglie), e come quest'ultima
[quella] col tempo si fosse lasciata sedurre, e in quali modi
ricevesse le visite, e come alle Tesmofòrie, mentre io ero in
campagna, si fosse recata [andava] al santuario con la madre di
lui; e mi spiegò con esattezza, in tutto e per tutto, anche il
resto dell'accaduto.
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21 |
Quand'ebbe finito di parlare
[quando tutto era stato detto da lei], io le dissi: "(Bada)
che nessuno al mondo [fra gli uomini] sappia queste cose: se no,
nulla di ciò che ti ho promesso [è stato concordato con me] sarà
(più) valido per te. Ritengo poi doveroso [opportuno] che tu mi
mostri queste cose in flagrante: perché io non ho bisogno di
parole, ma dell'evidenza dei fatti [che il fatto sia evidente], se
davvero (le cose) stanno così". |
22 |
(Lei)
si disse d'accordo nel fare così. E dopo ciò passarono quattro o
cinque giorni,... [LACUNA NEL TESTO: sottintendi:
"finché non colsi sul fatto l'adultero, e lo uccisi senza
alcuna premeditazione"], come io vi dimostrerò con prove
schiaccianti [grandi]. Ma prima voglio raccontarvi gli avvenimenti
di quell'ultimo giorno [le cose fatte nell'ultimo giorno].
Sòstrato
era mio familiare e amico. Lo incontrai al calar del sole mentre
tornava dai campi. Io, sapendo che, tornando a casa a quell'ora,
non avrebbe trovato in casa nulla da mangiare [nulla delle
provviste; secondo altri: nessuno dei familiari, leggendo
oudèna invece di oudèn], lo invitai a cenare con me; e,
recatici a casa mia [da me], saliti al piano di sopra, cenavamo.
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23 |
Quando fu sazio [a lui stava
bene], egli se ne andò via ed io mi misi a dormire. A quel punto,
giudici, Eratostene entra, e la serva, svegliatomi subito, mi dice
che è in casa. Ed io, dopo averle detto di sorvegliare la porta,
sceso in silenzio esco (di casa), e mi reco da questo e
quell'(amico), e alcuni non li trovai in casa, altri non li trovai
neppure in città.
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24 |
Radunati dunque quanti più
uomini mi era possibile [moltissimi com'era possibile] tra i
presenti, mi incamminai [-vo]. E, prese delle fiaccole dalla
bettola più vicina, entriamo, trovando [essendo] aperta la porta,
tenuta pronta dalla serva. Spalancata la porta della camera da
letto, i primi entrati (di noi) videro [vedemmo] ancora lui
sdraiato accanto alla donna, quelli (che entrarono) dopo (lo
videro) in piedi nel letto, nudo. |
25 |
Ed io, giudici, colpitolo,
lo atterrai, e, girandogli le mani dietro (la schiena) e legatolo,
gli chiesi [-devo] perché (mi) oltraggiasse entrando in casa mia.
Ed egli ammetteva di essere in torto, ma mi supplicava e mi
scongiurava di non ucciderlo, ma di esigere (piuttosto da lui un
risarcimento in) denaro.
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26 |
Io invece gli dissi:
"Non io ti ucciderò, ma la legge della città, che tu,
trasgredendola, hai considerato meno importante dei (tuoi)
piaceri; ed hai scelto di commettere questa [tale] colpa contro
mia moglie e i miei figli piuttosto che obbedire alle leggi e
rispettare l'ordine [essere ordinato]".
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27 |
Così, giudici, costui
ottenne la ricompensa [queste cose] che le leggi prescrivono per
chi compie simili misfatti, ma senza essere stato strappato dalla
strada né essersi rifugiato presso il focolare, come costoro (= i
miei accusatori) sostengono: e come (avrebbe potuto), visto che
[lui che] era subito caduto (a terra) in camera da letto, colpito
(da me)? E poi gli avevo legato [girai] le braccia, e nella stanza
c'erano tanti uomini, ai quali non sarebbe potuto sfuggire, non
avendo né un coltello [ferro] né un bastone [legno] né
nient'altro con cui potersi difendere [si sarebbe potuto
difendere] da (noi) che eravamo entrati.
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28 |
Ma io penso, o giudici, che
anche voi sappiate (bene) che chi agisce disonestamente non
ammette (mai) che gli avversari dicano la verità, anzi, mentendo
egli stesso e architettando simili menzogne [le cose del genere],
cerca di suscitare ostilità in chi ascolta [preparano ire a chi
ascolta] contro chi si comporta onestamente.
[Rivolgendosi al
cancelliere] Ma adesso, prima di tutto, da' lettura della
legge.
LEGGE (1)
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29 |
Non negava, giudici, anzi
ammetteva di avere torto, e mi pregava e mi scongiurava di non
ucciderlo [di non morire], e si diceva [era] pronto a versare un
risarcimento in denaro. Io, però, non accettai [ero d'accordo
con] la sua offerta, ma ritenni di dover far valere piuttosto la
legge dello Stato [ritenevo che la legge della città fosse più
valida], e mi presi quella vendetta che voi, ritenendola
sacrosanta, avete stabilito contro chi è recidivo in questi reati
[chi fa con cura tali cose]. E (adesso) fate salire (a deporre) i
miei testimoni [e salitemi, testimoni di questi fatti].
TESTIMONI
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30 |
Leggimi anche questa legge
(tratta) dalla stele dell'Areòpago.
LEGGE (2)
(Voi) sentite, giudici, che
perfino dal tribunale dell'Areòpago, al quale spetta
tradizionalmente [per il quale è tradizionale] ed è stato
affidato anche ai tempi nostri (il compito) di giudicare le cause
di omicidio, è stato espressamente stabilito di non condannare a
morte colui che, avendo sorpreso un adultero presso la propria
moglie, si prenda questa vendetta.
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31 |
E con tanta convinzione [così
forte] il legislatore ha ritenuto che questo (principio) fosse
giusto per le donne sposate, che anche a proposito delle
concubine, (che sono) degne di minor considerazione [degne di
meno], ha stabilito la medesima pena. E' comunque evidente che, se
avesse avuto (a disposizione) una punizione più grave di questa
per le (donne) sposate, l'avrebbe sancita. Invece, non potendo
trovarne una più severa di questa per loro, ritenne giusto che la
medesima (pena) valesse anche a proposito delle concubine. Ma
leggimi anche quest'(altra) legge.
LEGGE (3)
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32 |
Voi sentite (dunque), o
giudici, che (la legge) prescrive, nel caso in cui uno disonori
con la violenza un uomo libero o uno schiavo, di pagare (un
risarcimento pari al) doppio del danno; nel caso in cui, poi, (uno
violenti) una donna (di quelle) per le quali è lecito uccidere
(il violentatore), (la legge prescrive che) sia passibile della
medesima pena [sia sottoposto alle stesse cose]: a tal punto,
giudici, (il legislatore) ha ritenuto che i violentatori fossero
meritevoli di una punizione meno severa dei seduttori:
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33 |
ha infatti condannato a
morte questi (ultimi), mentre per gli altri ha stabilito (un
risarcimento pari al) doppio del danno, tenendo conto (del fatto)
che i violentatori [quelli che ottengono con la violenza] sono
odiati dai violentati, mentre i seduttori corrompono a tal punto
le loro anime, che rendono le donne altrui più legate a sé che
ai loro mariti, e tutta la casa dipende da loro, e non si può
sapere di chi dei due siano i figli [e i figli sono incerti di
quale dei due si trovano ad essere], (se cioè) del marito o
dell'amante [dei mariti o degli adulteri]. Per questi motivi il
legislatore [colui che ha stabilito la legge] ha sancito per
costoro la pena di morte [la morte come pena].
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34 |
Quanto a me, o giudici, le
leggi non solo hanno escluso la mia colpevolezza, ma addirittura
(mi) hanno imposto di prendermi questa vendetta: sta a voi
decidere [è in voi] se esse debbano (ancora) avere valore o non
contare più niente [se sia necessario che esse siano valide o
degne di niente].
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35 |
Io, per conto mio, penso che
tutti gli Stati sanciscano le leggi (appunto) per questo: perché,
a proposito delle situazioni su cui siamo incerti, ricorrendo ad
esse possiamo sapere [andando da esse osserviamo] che cosa
dobbiamo fare. E le leggi [queste], appunto, in casi del genere
suggeriscono agli offesi di prendersi questa vendetta.
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36 |
Ritengo giusto che voi
abbiate la stessa opinione delle leggi [di esse]: altrimenti
garantirete agli adulteri una tale impunità, che inciterete anche
i ladri a dire che sono adulteri, ben sapendo che, se si
dichiareranno rei di questa colpa [qualora dicano di se stessi
questa colpa] e diranno di essersi introdotti in casa altrui per
questo scopo, nessuno li toccherà. Tutti, infatti, sapranno che
le leggi sull'adulterio bisogna salutarle, e (che bisogna) aver
paura soltanto del vostro voto: perché (evidentemente) è questa
la suprema autorità nel nostro Stato [autorevolissima fra tutte
quelle nella città].
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37 |
Riflettete, giudici: mi
accusano di aver ordinato quel giorno alla serva di attirare il
giovane (in casa mia). Intanto, giudici, io resterei convinto di
essere nel giusto [di far cosa giusta] in qualunque modo avessi
messo le mani su quello che aveva sedotto mia moglie [prendendo
quello che aveva sedotto mia moglie in qualunque modo].
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38 |
Ora, se io avessi ordinato
di attirarlo (in casa mia) quando (ancora) erano state fatte delle
(semplici) proposte, ma non era successo ancora nessun fatto
(concreto), avrei sbagliato; ma se lo avessi sorpreso, non importa
in che modo [se lo prendevo in un modo qualsiasi], quando ormai
tutto era successo e lui più volte si era introdotto in casa mia,
io mi riterrei perfettamente giustificato [saggio].
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39 |
Ma osservate come [che]
anche in questo mentano: lo capirete facilmente da quanto sto per
dirvi [queste cose]. Infatti, o giudici, - cosa che dissi anche
prima -, Sòstrato, che è mio amico ed è in grande familiarità
con me, dopo avermi incontrato, di ritorno dai campi, verso il
calar del sole, cenò [-ava] con me, e quando fu soddisfatto [era
bene per lui] se ne andò via.
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40 |
Ebbene, signori, riflettete,
tanto per cominciare: se quella notte io avessi teso un agguato ad
Eratostene, era per me meglio cenare fuori casa [altrove] o
portarmi uno a cena? In quest'(ultimo) caso, infatti, Eratostene
avrebbe esitato a [quello avrebbe osato di meno] introdursi in
casa (mia). In secondo luogo, vi pare che io, mandando via il mio
ospite, me ne sarei restato solo e sarei rimasto senza nessuno
[solo], oppure che gli avrei chiesto di rimanere, per punire
l'adultero con me?
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41 |
E ancora, giudici: non vi
pare che avrei dato istruzioni agli amici durante il giorno, e che
avrei chiesto loro di radunarsi nella più vicina casa di uno di
essi [degli amici], piuttosto che, appena me ne sono accorto,
correre in giro di notte, senza sapere chi avrei trovato in casa e
chi fuori? Sono andato da Armodio e da un altro tale [il tale] che
non erano in città - perché non lo sapevo! - e altri non li ho
trovati in casa, e mi sono incamminato dopo aver radunato chi era
possibile.
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42 |
Ebbene, se lo avessi saputo
prima, non vi pare che avrei predisposto degli schiavi e avrei
dato istruzioni agli amici per potere io stesso entrare nel più
sicuro dei modi - che ne sapevo se anche lui (non) aveva un
pugnale? - e (per) compiere la vendetta in presenza del maggior
numero possibile (hòs metà plèiston = metà hòs plèiston)
di testimoni? Invece, siccome non prevedevo nulla di ciò che
sarebbe successo quella notte, ho preso quelli che potevo. E
adesso salgano a deporre i miei testimoni [e salitemi, testimoni
di questi fatti].
TESTIMONI
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43 |
Signori, avete sentito i
testimoni: ora riflettete fra voi su questa faccenda, per cercar
(di scoprire) se tra me ed Eratostene ci sia mai stato (qualche
motivo di) ostilità, a parte questo. Non ne troverete nessuno.
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44 |
Né, infatti, mi ha mai
accusato pubblicamente agendo come delatore, né ha (mai) tentato
di farmi esiliare [cacciarmi fuori dalla città], né mi ha (mai)
intentato processi privati, né era mio complice in qualche
cattiva azione [conosceva con me nulla di cattivo] per cui,
temendo che si risapesse, io potessi desiderare la sua morte
[temendo che qualcuno sapesse la quale io desideravo che egli
morisse], né, se avessi commesso ciò, potevo aspettarmi [mi
aspettavo] di ricevere (un compenso in) denaro da qualcuno [da
qualche parte] - perché certi (individui) tramano la morte gli
uni degli altri per motivi del genere.
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45 |
A tal punto, dunque, eravamo
lontani dall'avere avuto qualche alterco, o (qualche) lite da
ubriachi, o qualche altro screzio [di tanto, dunque, o un alterco
o una lite da ubriachi o qualche altro screzio è lontano
dall'essere stato a noi], che io quell'uomo non l'avevo mai
neanche visto, se non quella notte! Con quale intenzione [volendo
che cosa], allora, avrei corso un rischio del genere, se non fossi
stato offeso da lui nel più grave dei modi?
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46 |
In secondo luogo, avrei
(forse) commesso un'empietà chiamando io stesso dei testimoni,
quando avrei potuto, se davvero volevo ucciderlo ingiustamente,
(far sì) che nessuno venisse a sapere [sapesse con me] di questa
faccenda?
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47 |
Io dunque, signori, ritengo
che questa vendetta non sia stata (compiuta) nel mio interesse
privato [privata per me stesso], ma nell'interesse di tutta la
collettività: infatti gli individui che commettono bravate del
genere, vedendo quali sono le ricompense che spettano ad azioni
del genere [quali le ricompense sono di tali errori], si
renderanno meno colpevoli nei confronti degli altri, se vedranno
che anche voi avete la medesima opinione (in proposito).
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48 |
Altrimenti, (sarebbe) molto
meglio abrogare le leggi vigenti e promulgarne delle nuove, che
puniscano [puniranno] con (le loro) pene quelli che custodiscono
le proprie mogli e concedano la massima [concederanno molta]
impunità a quelli che vogliono sedurle [peccare verso di loro].
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49 |
(Sarebbe) molto più giusto
così, piuttosto che (far sì che) i cittadini fossero insidiati
dalle leggi, che prescrivono che, se uno coglie (in flagrante) un
adultero, ne faccia ciò che meglio crede [ciò che appunto
voglia], mentre poi i processi risultano [si presentano] più
pericolosi per quelli che hanno subìto il torto che per chi
disonora le donne altrui contro le leggi.
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50 |
Io infatti adesso sto
rischiando la mia vita, il mio denaro e tutto il resto [rischio
riguardo al corpo e alle ricchezze e a tutte le altre cose] (solo)
perché ho avuto fiducia nelle leggi dello Stato.
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(traduzione di Enrica Ciabatti) |