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SallustioDe Catilinae ConiurationeCapitolo XLVai al brano corrispondente in LatinoAllora affida ad un tale P. Umbreno il compito di contattare gli ambasciatori degli Allobrogi e di spingerli, se poteva, ad un patto militare, credendo che costoro, oppressi da debiti pubblici e privati, e visto inoltre che i Galli sono bellicosi per natura, potevano essere facilmente persuasi verso tale disegno. Umbreno, poiché aveva commerciato in Gallia, era conosciuto dalla maggior parte dei capi di quelle popolazioni ed era benvoluto da loro. E così, senza esitazione, non appena scorse nel Foro gli ambasciatori degli Allobrogi, chiesta loro qualche notizia sullo stato della loro popolazione e quasi dolente della loro sorte, iniziò a chiedere quale esito sperassero a tanti guai. Dopo averli visti lamentarsi dell'avidità dei magistrati, accusare il Senato perché in ciò non era loro di nessun aiuto, e aspettare la morte come unico rimedio alle loro miserie: "Ma io", disse, "se volete essere uomini, vi mostrerò il modo di scampare a codeste grandi disgrazie". Non appena disse queste parole, gli Allobrogi, spinti in una grandissima speranza, pregarono Umbreno di avere pietà di loro: non c'era nulla di tanto arduo e difficile che essi non avrebbero fatto con entusiasmo per liberare la loro gente dai debiti. Allora egli li condusse nella casa di D. Bruto, poiché era vicina al Foro, e a causa di Sempronia, non estranea al complotto; in quel momento Bruto era lontano da Roma. Inoltre mandò a chiamare Gabinio, affinché vi fosse maggiore autorità nel discorso; in sua presenza rivela la congiura, fa il nome dei congiurati, e aggiunge i nomi di molti, assolutamente innocenti, d'ogni genere per infondere maggiore coraggio negli ambasciatori; quindi, dopo aver promesso di collaborare, li congeda.Hai trovato degli errori nella traduzione? Non esitare e invia la tua correzione compilando il modulo sottostante, specificando il punto in cui, nella traduzione, è presente l'errore. Grazie. |
Letteratura: - Sallustio |