Poi dal senato si precipitò a casa. Là, riflettendo su molte cose, poiché gli attentati al console erano falliti e capiva che la citta era protetta dall'incendio da delle sentinelle, credendo che la cosa migliore da farsi fosse ingrandire l'esercito e affrettare i preparativi di guerra prima che venissero arruolate delle legioni, e poi, nel bel mezzo della notte, partì con pochi compagni verso l'accampamento di Manlio. Peraltro a Cetego, a Lentulo e a tutti gli altri di cui conosceva l'energica audacia, comanda di incrementare con ogni mezzo possibile le forze della congiura, di portare a termine l'attentato al console, di pianificare una strage, incendi e altre azioni di guerra: egli stesso, dopo pochi giorni, avrebbe marciato con un grande esrcito verso Roma. Mentre a Roma si svolgono questi avvenimenti, C. Manlio invia degli ambasciatori dei suoi da Marcio Re con un messaggio di questo tipo:
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