In una tanto grande e tanto corrotta città, Catilina, cosa che era molto facile a farsi, aveva attorno a sé, come guardie del corpo, masse di tutti gli scellerati viziosi e crimali. Infatti fra questi era amico intimo e compagno di Catilina chiunque spudorato, adultero, gozzovigliatore aveva dilapidato l'eredità paterna con il gioco, la gola e il sesso, e chiunque aveva contratto enormi debiti per riscattare un'infamia o un delitto, e inoltre da ogni dove tutti i parricidi, i sacrileghi, i condannati dai giudici o i timorosi del giudizio per le cose fatte, e i sicari che prosperano sul sangue civile, e, infine, tutte quelle coscienze scosse dal crimine o dalla povertà. E se qualcuno ancora privo di colpe era caduto nella sua amicizia, attraverso i contatti quotidiani e le lusinghe diventava facilmente uguale agli altri. Ma soprattutto desiderava ardentemente la compagnia dei giovani; i loro animi deboli ed incostanti erano facilmente attirati (nella trappola). Infatti, a seconda di come, per l'età, ardeva la passione di ognuno, ad alcuni procurava donne, ad altri comprava cani e cavalli, insomma, non badava né a spese né alla sua dignità, purché li facesse sottomessi e felici. So che ci sono stati alcuni che hanno pensato che la gioventù che frequentava la casa di Catilina avesse poco rispetto del pudore; ma questa diceria scaturiva da altri fatti piuttosto che da prove certe che qualcuno avesse appurato.
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