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LivioVersioni SfuseL'avvicinarsi del destino fatale di VeioVai al brano corrispondente in LatinoOrmai i giochi e le feste latine erano stati organizzati, già l'acqua era stata fatta defluire dal lago Albano verso i campi, e il giorno fatale della fine di Veio era sempre più vicino. Allora il generale chiamato dal destino a distruggere quella città e a salvare il proprio paese, Marco Furio Camillo, venne eletto dittatore e a sua volta nominò maestro della cavalleria Publio Cornelio Scipione. Ogni cosa cambiò velocemente dopo il cambio di comandante: si vedevano una nuova speranza, un nuovo coraggio, e anche una nuova sorte della città. Innanzitutto, il dittatore punì con la severità prevista dal codice militare quei soldati che erano fuggiti da Veio per la paura, e fece capire ai propri uomini come il nemico non fosse il peggiore spauracchio in guerra. Quindi, dopo aver indetto l'arruolamento per un giorno determinato, nell'intervallo di tempo che lo separava da quella data corse a Veio per incoraggiare le truppe; poi fece ritorno a Roma dove arruolò un nuovo esercito senza dover affrontare alcun caso di diserzione. Anche giovani Latini ed Ernici si presentarono e offrirono il proprio contributo per quella guerra; il dittatore li ringraziò di fronte al Senato; e visto che ormai tutto era pronto per la guerra, in base ad una delibera del Senato, egli promise solennemente che, se Veio fosse stata conquistata, avrebbe celebrato i Ludi Magni, restaurato e riconsacrato il tempio della Madre Matuta, già in precedenza consacrato dal re Servio Tullio.Hai trovato degli errori nella traduzione? Non esitare e invia la tua correzione compilando il modulo sottostante, specificando il punto in cui, nella traduzione, è presente l'errore. Grazie. |
Letteratura: - Livio |