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Igino

Fabulae

Fabula CVI - Il riscatto di Ettore


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Agamennone portò via ad Achille per la sua bellezza Briseide, figlia del sacerdote Brise, che egli aveva catturato in Mesia, nel momento in cui ridiede Criseide a Crise, sacerdote di Apollo Sminteo; a causa di tale ira Achille non avanzava in battaglia ma si esercitava con la cetra nella tenda. Dato che gli Argivi erano messi in fuga da Ettore, Achille, sgridato da Patroclo, consegnò a questo le sue armi, con le quali mise in fuga i Troiani, che credevano fosse Achille, e uccise Sarpedonte, figlio di Giove e Europa. Poi lo stesso Patroclo venne ucciso da Ettore, e, morto, gli furono sottratte le armi. Achille si riappacificò con Agamennone, e quello gli restituì Briseide. Allora visto che era andato senza armi contro Ettore, la madre Teti ottenne per lui delle armi da Vulcano, che le Nereidi portarono attraverso il mare. Con queste armi egli uccise Ettore e, legatolo ad un carro, lo trascinò attorno alle mura dei Troiani, e visto che non voleva consegnarlo al padre perché lo seppelisse, Priamo, su ordine di Giove, con la guida di Mercurio, giunse all'accampamento dei Danai e, riscattatolo con l'oro, prese il corpo del figlio, che seppellì.




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