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EutropioBreviarium ab urbe conditaLibro I - Capitolo VIIIVai al brano corrispondente in LatinoL. Tarquinio il Superbo, settimo e ultimo dei re, vinse i Volsci, popolo che non è molto distante dalla città per chi va verso la Campania, sottomise la città di Gabii e Suessa Pomezia, stipulò la pace con gli Etruschi e edificò il tempio di Giove sul Campidoglio. In seguito, mentre attaccava Ardea, città posta a diciotto miglia dalla città di Roma, perse il potere. Infatti, visto che suo figlio, di nome anch'egli Tarquinio, aveva violentato Lucrezia, moglie di Collatino, donna assai nobile e anche assai virtuosa, e dato che ella si era lamentata dell'ingiuria con il marito, il padre e gli amici, si suicidò al cospetto di tutti. A causa di ciò Bruto, egli stesso parente di Tarquinio, infiammò il popolo e tolse il potere a Tarquinio. Subito dopo anche l'esercito, che assediava la città di Ardea con il re stesso, lo abbandonò; e giungendo il re a Roma, dato che erano state chiuse le porte, fu lasciato fuori, e dopo avere regnato per ventiquattro anni fuggì con la moglie e i suoi figli. Così a Roma sette re regnarono per 243 anni, quando fino a quel momento Roma, tutt'al più, possedeva un territorio che arrivava a stento alle quindici miglia.Hai trovato degli errori nella traduzione? Non esitare e invia la tua correzione compilando il modulo sottostante, specificando il punto in cui, nella traduzione, è presente l'errore. Grazie. |