rassegna cinematografica 2001

LA VITA SOGNATA DEGLI ANGELI

Il cineforum, come sapete, vuole cercare di approfondire il significato della parola libertà. Pertanto, la domada dalla quale dobbiamo partire è la seguente: che cos’è la libertà.

Prendiamo spunto dal film appena visto e vediamo alcuni episodi soltanto. Le protagoniste sono due giovani ragazze, Isa (la ragazza mora) e Marie (la ragazza bionda): Isa sceglie di vivere vendendo cartoline artigianali per strada, poi sceglie di accettare un lavoro come sarta in un’azienda; qui conosce Marie, che decide di darle ospitalità nell’appartamento in cui abita; Isa viene a sapere che l’appartamento in cui vivono era di una signora morta in un incidente e la figlia di questa signora (Sandrine) si trova ricoverata in coma all’ospedale. Isa decide di andarla a trovare, mentre Marie decide di non andarla a trovare. Ancora, le due ragazze conoscono due buttafuori: Marie decide di avere una relazione con uno di essi; Isa, al contrario, sceglie di non averla. Ancora, Marie incontra Chriss, ricco proprietario di un ristorante di lusso, e decide di iniziare una relazione con lui, interrompendo la relazione di prima. Nel frattempo, il rapporto tra le due ragazze si deteriora fino alla rottura definitiva e Isa sceglie di andarsene. Arriviamo così alla drammatica scena finale, in cui Marie decide di togliersi la vita.

Se avete prestato attenzione a quanto detto, vi sarete accorti di quante volte abbia usato, per descrivere alcuni episodi del film, il verbo decidere e il verbo scegliere. Questo per far emergere chiaramente che, almeno per il momento, la parola libertà può essere definita come capacità di scelta, capacità di scegliere. Noi ci possiamo dire liberi, cioè, in quanto siamo in grado di scegliere.

Così, voi nel guardare questo film, avete scelto se guardarlo con attenzione oppure con disattenzione oppure se non guardarlo affatto, chiudendo gli occhi. In futuro, il fatto di partecipare al concorso letterario oppure di non parteciparvi, sarà il frutto di una vostra scelta, cioè della vostra libertà.

E questi sono soltanto alcuni esempi. Proviamo a pensare alla nostra giornata e ci accorgeremo che la nostra libertà, ovvero la nostra capacità di scelta, è continuamente sollecitata ad agire.

Per meglio approfondire questo concetto, pensiamo a due atti contrari. Ad esempio, pensiamo a cosa accade in noi dopo aver fatto colazione o dopo aver pranzato. Dopo aver fatto colazione, noi, almeno così si spera, digeriamo. Si verifica, cioè, in noi un’attività, indipendentemente da una nostra decisione, indipendentemente dal fatto che lo vogliamo o no. Ora un altro esempio: pensiamo ad un soggetto che decida di vendere la sua motocicletta, perché una persona gli sta puntando contro un’arma e lo minaccia nel caso in cui non la venda. Anche in questo caso non si può dire che questo soggetto stia compiendo un atto libero

E’ a tutti evidente che gli atti appena descritti nulla hanno a che fare con la nostra libertà. Dunque, ci sono attività che succedono in noi, ma che non sono decise, disposte da noi, mentre ci sono attività che non solo succedono in noi, ma che sono decise, volute da noi.

Detto questo, possiamo in parte precisare la nostra precedente definizione di libertà e dire che la libertà è capacità di scelta consapevole. ‘Capacità di scelta consapevole’, la quale si realizza quando noi agiamo consapevoli, convinti di quello che facciamo.

A questo punto, sorge una seconda domanda, anche questa fondamentale: a cosa serve la libertà? In altri termini, se la libertà è capacità di scelta, come, in base a cosa, scegliamo?

Per rispondere a questa domanda, prendiamo spunto dal film. Abbiamo visto che le due ragazze scelgono, in molte situazioni, di agire in modo diverso: così Isa sceglie di non intraprendere una relazione con il buttafuori, mentre Marie sceglie di iniziare una relazione con l’altro buttafuori; ancora, Isa sceglie di dare ospitalità ad un’amica incontrata sul lavoro, mentre Marie è contraria e insiste perché l’indomani se ne vada; infine, Isa sceglie di andare a trovare all’ospedale la ragazza in coma, al contrario di Marie che sceglie di non andarci.

Dunque, dagli esempi appena fatti apprendiamo che le due ragazze decidono di usare in modo diverso della loro libertà. Per comprendere meglio le scelte delle due ragazze e rispondere alla domanda, è necessario fare un altro esempio, al quale occorre prestare particolare attenzione, cercando di immedesimarsi in esso: poniamo che un vostro amico vi riveli un segreto di decisiva importanza, un segreto cui tiene moltissimo. E poniamo anche che voi siate posti di fronte a questa alternativa: mantenere il segreto oppure rivelarlo e beneficiare di un grande vantaggio economico.

Noi siamo liberi. Cioè, applicando quanto detto prima, possiamo scegliere se mantenere il segreto oppure rivelarlo e avere il vantaggio economico. Questo è senza dubbio vero. Ma soffermiamo la nostra attenzione su un altro aspetto, molto importante: cosa accade in noi nel momento in cui decidiamo di tradire l’amico? Se tradiamo l'amico, sentiamo dentro di noi, e non possiamo non sentirla, una grande tristezza, cioè noi sentiamo che la scelta fatta ci ha fatto non solo tradire l'amico, ma innanzitutto tradire noi stessi. E' come se la nostra scelta si fosse rivoltata contro di noi.

Questo esempio ci fa comprendere una cosa decisiva per la nostra vita, ossia che ci sono due modi di essere liberi, cioè due modi di esercitare la nostra libertà: un modo che possiamo definire giusto e un modo che possiamo definire sbagliato. Seguendo il primo — decido di non tradire l’amico e rinuncio ai soldi —, noi ci accorgiamo di realizzare noi stessi, di essere felici, e quindi di essere effettivamente liberi; seguendo il secondo — decido di tradire l’amico e di prendere i soldi —, invece, ci accorgiamo di tradire noi stessi. Quindi, dall’esempio appena fatto, possiamo concludere dicendo che ci sono due tipi di libertà: una libertà vera e una libertà apparente, falsa.

Il riscontro di quanto appena detto, se siete stati attenti, lo fornisce lo stesso regista: come si conclude il film? Marie, drammaticamente, si getta dalla finestra e si uccide; Isa, invece, trova lavoro in una fabbrica. Questo è la conferma che esiste un modo giusto e un modo sbagliato di essere liberi: se usiamo la nostra libertà nel modo sbagliato — pensiamo, ad esempio, alle scelte di Marie: si disinteressa del tutto della ragazza ricoverata in ospedale; inizia una relazione con una persona che non ama, trattandola come un oggetto, nel senso che nel momento in cui si stanca di lui, lo lascia senza alcun tentennamento —, la conseguenza è, nel linguaggio del film, la morte, cioè in metafora, l’infelicità; se, al contrario, usiamo la nostra libertà nel modo giusto — pensiamo ad Isa, al cambiamento che accade in lei dal momento in cui è posta innanzi al dolore della ragazza in coma: si reca a trovarla con continuità, le parla, pur non avendo la certezza di essere ascoltata; tratta il buttafuori come un amico, con sincerità —, la conseguenza è, ancora nel linguaggio del film, la vita, in metafora, la felicità.

Ripetiamolo, due modi di essere liberi e conseguenze opposte, in quanto vi è una stretta relazione tra il modo con cui siamo liberi e la nostra felicità.

Arriviamo così all’ultima domanda di oggi: come facciamo a sapere quale è il modo giusto di essere liberi? Riprendiamo l'esempio dell’amico e del suo segreto fatto prima. Per sapere quale scelta fare, cioè, ripetiamolo, mantenere il segreto e ricevere il denaro oppure tradire l'amico e ricevere il denaro, occorre guardare dentro alla nostra coscienza, occorre interrogare la nostra coscienza, perché in essa è scritta la strada che occorre seguire per essere effettivamente liberi. Una strada data, oggettiva, immutabile. Data, ovvero che ci è data: non è l’uomo a crearla, ma l’uomo la scopre dentro di sé; oggettiva, perché è uguale in tutti gli uomini; immutabile, perché non cambia con il tempo o con le circostanze. Si tratta di ciò che la tradizione cristiana chiama Comandamenti e che la tradizione laica chiama valori. Questi possono essere riassunti nella capacità di amare gli altri, ponendosi al loro servizio, a loro diposizione, rinunciando a se stessi. Pensiamo al dialogo, molto bello, tra Isa e il buttafuori lasciato da Marie; Isa chiede al buttafuori di provare a parlare con Marie, al fine di convincerla a lasciare il nuovo fidanzato; al buttafuori che si rifiuta, Isa dice: "Insomma tu non pensi a Marie, tu non ami Marie, non l’hai mai amata". Ecco in queste parole si trova la voce più profonda della nostra coscienza: rinunciare a noi stessi e porci al servizio, a disposizione degli altri.

Riprendiamo il film: inizialmente, sembra che le due ragazze si comportino allo stesso modo, cioè in maniera superficiale ed egoistica. Poi, accade qualcosa. La bambina in coma impone ad Isa un cambiamento. La costringe a guardare dentro di sé, a scoprire un modo diverso di vivere. E il cambiamento è così forte che Isa inizia a stupirsi di fronte alle scelte dell’amica, a non andare più d’accordo con lei e, alla fine, decide di andarsene. E’ la scoperta della coscienza. Isa impara a discernere la sua coscienza, a leggere ciò che è scritto in essa.

In conclusione, proviamo a dare una risposta alla frase che ci eravamo posti all’inizio: che cos’è la libertà? Abbiamo dato due definizioni, una più generale: libertà è capacità di scelta consapevole; ed una molto più profonda, molto più vera: libertà come capacità di fare il bene, ovvero di fare ciò che la nostra coscienza ci comanda.

In ultima analisi, quindi, libertà non è fare ciò che ci pare — frase molto di mondo oggi, ma del tutto sbagliata —; al contrario, libertà è obbedire alla nostra coscienza, ai comandamenti che in essa sono scritti. Per questo è importante imparare a leggere la nostra coscienza, a riconoscere ciò che in essa è scritto; e molto importante è anche che la nostra coscienza non sia deviata, non sia falsa, non sia condizionata. Da questo, a ben vedere, dipende la nostra vita, una vita da persone libere oppure da persone schiave.


torna alla copertina