MOLFETTA 28.03.2006
La coalizione di centro sinistra si regge su due pilastri,
l’aver individuato il proprio candidato sindaco e l’aver fissato
una serie di regole che hanno governato e dovrebbero farlo fino
alle elezioni ed oltre, il carattere ed i confini della
coalizione stessa. Regole elencate in quel ”Codice etico” che le
forze politiche che firmarono il Documento politico
programmatico del centro sinistra (nella foto), conoscono
bene, per averle elaborate in faticosi mesi di discussioni ed
accettate.
Forse la più importante delle norme del Codice è quella che più
volte abbiamo definito “antiriciclati”:nessuno che abbia avuto
incarichi amministrativi con Tommaso Minervini può candidarsi o
aspirare ad aver incarichi con il centro sinistra.
È grazie a questa norma che è stato sbarrato il passo a Franco
Nappi de L’Italia dei valori.
Alcuni, però, non la condividono più, al punto tale da chiederne
la revisione, qualora ciò non avvenisse, veleggerebbero verso
altri lidi, facile capire quali.
Dopo L’Italia dei valori, sono Psdi e
Socialisti autonomisti a porre problemi. L’uno, vorrebbe in
lista Antonio Ancona, l’altro si dice pronto ad offrire riparo a
Saverio Tammacco, entrambi assessori nella giunta di centro
destra.
In una riunione voluta proprio da Psdi e Socialisti
autonomisti sarebbe stato esibito un documento con cui tutti
i segretari provinciali dei partiti di centro sinistra, tranne
quello dei Democratici di sinistra, chiederebbero alle
segreterie cittadine di essere, come dire, meno rigide.
Con l’avvicinarsi delle elezioni politiche farebbe molto comodo
che qualcuno dei personaggi che ha scoperto improvvisamente la
sua vocazione a sinistra traghettasse i propri voti verso Prodi,
magari alla fine di far scattare in Puglia un deputato o un
senatore per il suo nuovo partito.
La revisione del Codice etico viene reclamata esplicitamente
anche da Michele Pascarella, al tempo della sua formulazione e
firma nei Verdi, ora candidato al Parlamento per la
Rosa nel pugno e sempre titolare della lista civica La
svolta.
A nome di quest’ultima, ha diffuso un comunicato stampa in cui
domanda che quella parte del Codice contro i trasformisti sia
abrogata. “Ritenuto che – scrive Pascarella - è stata superata
la fase critica in cui l’assalto alla diligenza, riferito alla
primaria per il candidato Sindaco, era una seria minaccia e il
Codice Etico ha funzionato per allontanare quanti dello
schieramento opposto potevano inserirsi all’interno del
centro-sinistra per destabilizzare la coalizione e considerato
che, va salvaguardata l’autonomia dei Partiti e dei Movimenti
nella formazione delle proprie liste elettorali”.
Pascarella conclude, venendo al sodo, chiedendo : “La
riformulazione del punto 7. alla lettera a) Codice Etico che
proponiamo cosi come segue: a) di non aver procedimenti penali
in corso per reati inerenti alla gestione amministrativa per la
coalizione di centro-destra in carica e di non essere in alcuna
delle condizioni previste dall’art. 58 del decreto legislativo
18 agosto 2000, n267”.
In altre parole, posto che l’assalto alla diligenza sembra
appena cominciato e che si presuppone si possa solo incrementare
nel caso di una vittoria del centro sinistra a livello
nazionale, bisognerebbe proprio aver avuto problemi con la
giustizia per esser messi fuori dal centro sinistra.
Nella riunione le altre forze presenti hanno ribadito che, al di
là di quel che le segreterie provinciali possono auspicare, il
Codice etico non si tocca.
Dello stesso avviso il consigliere provinciale di
Rifondazione comunista, Antonello Zaza, che ha dichiarato a
Quindici on line di esser convinto della immodificabilità
delle regole stabilite.
Lo stesso candidato sindaco Lillino di Gioia, pur preoccupato
dell’eventuale impoverirsi della coalizione stessa, è
determinato a non cedere su questo punto importante.
Lella Salvemini
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