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THE PORNOGRAPHY

di Paolo Topa

 

Il disco di The Pornography, recensito nello scorso numero con il titolo di Car (Wallace Rec.), non è senz'altro musica per tutte le orecchie e per tutte le stagioni. I giovani catanesi guardano e macinano rumore dove altri non immaginerebbero neppure vi sia qualcosa, provocando sensazioni di fastidiosa claustrofobia con delle chitarre e dei bassi simili a dei coltelli. Per certi versi si tratta di un disco quasi impossibile da digerire completamente, visto che le strutture rasentano l'improvvisazione(?) e la ripetitività dei suoni all'interno dello stesso brano sega le gambe ai facili ascolti. Se avete propensione per il noise più intransigente e non avete paura di soffocare fisicamente all'ascolto di un semplice disco correte a procurarvi questo CD...nel frattempo sentiamo che cosa hanno da aggiungere sul disco i diretti interessati.

1> Viste le scarne informazioni presenti sul vostro CD d'esordio, mi piacerebbe sapere qualche cosa di più su di voi: innanzitutto non sono riuscito a comprendere precisamente che tipo di strumentazione utilizzate. E poi mi sembra di sentire qualche cosa di scordato...
La band si è formata circa 2 anni fa ed è composta da tre elementi: due di noi suonano strumenti a corda e un terzo si occupa di drum machine e campionatori. Nella maggior parte dei pezzi utilizziamo due bassi e più di rado chitarra e basso. L'impressione che hai riguardo a qualcosa che suona scordato è in parte esatta: utilizziamo infatti accordature non proprio convenzionali e fra noi non siamo quasi mai accordati. Tra l'altro ricerchiamo volutamente la dissonanza armonica nella melodia di ogni singolo strumento.

2> Il vostro suono si presenta nella forma del rumore deflagrante, noise allo stato puro. Quello che mi incuriosisce è la sensazione di ossessiva prigionia che fuoriesce da quasi tutte le composizioni. Perché?
Non c'è un perché conscio nella claustrofobia del suono e delle composizioni: quando creiamo un pezzo so solo che tutti e tre lo vogliamo esattamente a quel modo. La ricerca e lo stimolo comune è quello di renderlo fastidioso, angosciante, difficile da tollerare. Non so darti un vero perché, ci piace così.

3> Ho l'impressione che Catania sia la capitale del noise più intransigente: White Tornado, Uzeda.... A proposito dei primi mi sembra che la concezione del cantato dei Pornography rimandi idealmente a quella del singer Massimiliano Sapienza. Punti di contatto casuali, scambio di idee o cos'altro?
I White Tornado mi piacciono molto, per me è la migliore band tra quelle che suonano a Catania. Tuttavia non trovo assonanze con la voce di The Pornography; nei W.T. la voce è protagonista, 'tira' con la musica, mentre da noi è strozzata dagli strumenti.

4> Un altro tratto caratteristico del vostro Car sta nell'alternanza di rumore e silenzio. Distruggere ed osservare con il fiatone. E' un'idea sbagliata quella che mi sono fatto?
La tua idea è esatta, il quasi silenzio è parte del suono, è attesa. Quello che volevamo era creare un silenzio che predisponesse ad una esplosione sonora per poi deludere volutamente l'aspettativa. Dopo ogni stacco, infatti, si ripete quasi sempre quello che lo ha preceduto. Lo abbiamo fatto perché cercavamo di non provocare eccitazione ma ripetitività, alienazione, lentezza.

5> Tornando a questi enigmatici silenzi tombali, mi sembra che tutti coloro che ricercano questo tipo di soluzioni (in Italia gli Starfuckers, ma loro si aggirano in altri territori sonori) siano propensi a considerare il vuoto come forma di comunicazione alternativa rispetto al suono: gli si dà la stessa importanza partendo dalla 'manipolazione dei tempi e degli spazi'. Che pensate a tal proposito?
Il vuoto nei nostri pezzi non è esattamente vuoto. Il silenzio assoluto non esiste, parlerei più che altro di un'enorme differenza di volumi: infatti in quelli che sembrano 'vuoti' puoi sentire microrumori, scricchiolii, fruscii... Uno dei motivi per cui abbiamo registrato in una casa vuota e non in uno studio è che volevamo proprio questo: un ambiente che suonasse con noi. Organizzare, strutturare suono e non suono è una cosa che adoriamo, ti permette di comunicare con una specie di 'niente'.

6> Devo ammettere che ho un debole per il suono di chitarra dei Pornography: mi sembra stramaledettamente 'cool', anche se non condivido la mancanza di dinamismo e l'eccessiva ripetitività. Che cosa cercate in questo strumento e in che modo lo utilizzate nell'economia delle canzoni?
Grazie per il complimento, il suono delle chitarre così come quello dei bassi credo sia particolare perché utilizziamo strumenti fatti in alluminio. L'utilizzo delle chitarre, che in questo disco è assai raro (3 pezzi su 7), è dettato da una motivazione strettamente armonica: quando servono determinate sonorità rispetto ad altre, quando la melodia non è esprimibile dai due bassi ricorriamo all'utilizzo della chitarra e viceversa. Quello che cerco nello strumento è che 'funzioni', che esprima qualcosa che in quel momento un altro strumento non riuscirebbe ad esprimere.

7> Ultima domanda: ogni tanto non vi viene voglia di fare un po' i cazzoni tralasciando sperimentazione, chitarre lancinanti e batterie aliene? Una bella cover di qualche gruppo 'easy listening' l'avete mai suonata per distrarvi durante le prove?
Ci accomuna una grande passione per gli Exploited, l'OI e il Punk-Hardcore dei primi anni '80, così capita di fare qualche cover o di improvvisare micro pezzi di qualche decina di secondi. Non è proprio easy listening ma ci divertiamo di più...!.

Paolo T.

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