La parola e l'utopia è il penultimo
film di Manoel de Oliveira. Portoghese di Porto nato nel 1908,
ha girato il suo primo film Douro, faina fluvial, un
documentario sperimentale, nel 1931. Parola e Utopia sono
l'integrazione e il dualismo. L'immagine. Vicende e pensiero,
realtà e immaginazione, discorso e contemplazione,
rigore e incompiutezza. Parole e immagini si sovrappongono.
L'immagine si prende tutto il tempo necessario per scoprire
e descrivere. Il tempo e l'immagine si fermano affinché
la parola possa raccontare e penetrare. Il legame non è
matematico, tra parola e immagine non c'è esatta rispondenza
ma un certo scollamento. La sospensione introduce nella rappresentazione
la dimensione del mistero e della libertà.
Torino Film Festival ha dedicato una personale
completa al cinema di Manoel de Oliveira.
Ciò che segue è la trascrizione (parziale) dell'incontro
con il regista e la scrittrice Agustina
Bessa Luis, della quale ha adattato per il cinema
diversi romanzi: racconti destrutturati, alla ricerca di immagini
forti, evidenti ma enigmatiche, perfette quindi per un'idea
di cinema estremamente moderno. Tenacemente perseguito dal
regista più anziano in circolazione.
Manoel de Oliveira>
è sempre un'inquietudine adattare un romanzo,
bisogna saper rispettare l'origine, la mia cura è poter
rispettare i pezzi letterari più belli, tuttavia la
coincidenza di menti porta a una certa attesa: ricerco una
traduzione 'cinematografica' del romanzo, trasponendo letteralmente
la frase è più bello e più cinematografico!
Agustina
Bessa Luis> io non scrivo per il cinema,
il cinema è un linguaggio a sé, ci sono scrittori
che creano la propria scrittura per un pubblico visuale, è
un processo del cinema ma in realtà le persone che
hanno qualcosa da dirsi si guardano in faccia, mentre gli
attori si parlano schiena contro schiena per distruggere il
dramma e l'intensità della situazione
MdO>
un rapporto amoroso è un duello terribile
ABL>
i miei libri si svolgono nel corso di diversi anni, ci sono
allusioni avanti e indietro, non c'è continuità,
Oliveira è l'unico che ha tentato di riadattarli
MdO> nei suoi romanzi non c'è
niente di cinematografico, quando vediamo cinema possiamo
essere influenzati come Hemingway, è strano che lei
abbia cominciato a scrivere quando guardava film, mi affascina
perciò il fatto di non avere niente di cinematografico
ABL> la letteratura sta su un'altra
sedia, rompe il movimento dell'azione perché parla
di emozioni, sentimenti, io scrivo a seconda del mio mondo
interiore, che è al di là delle mie possibilità;
quando ero giovane le donne vivevano una vita interiore, si
trattava di gente contadina ma con una visione molto lontana,
come di nonni e bisnonni, ciò mi ha dato una certa
resistenza alla realtà, noi non siamo solamente noi
stessi, siamo l'eredità di tantissime cose, è
molto difficile fare il ritratto di qualcuno partendo unicamente
da noi stessi, viene da molto più lontano, questo fardello
preistorico è prezioso, non possiamo evitarlo né
nasconderlo, dobbiamo apprezzarlo, amarlo e riconoscerlo
MdO> questa storia antica è
la sua forza, questi elementi sono associati a lei, Agustina
ha letto libri di molti paesi, ma la sua influenza più
forte viene dall'interno
ABL> parentela, affiliazione, essere
noi stessi ma anche gli altri, questo è il segno di
riuscita nell'arte.
Domanda dalla sala> sul testo di
Vale Abraao è stata compiuta un'operazione doppia (il
film è basato su un romanzo di ABL, che a sua volta
si ricollega a Mme Bovary di Flaubert, ndr)
ABL> non penso di aver riletto con
molta attenzione Mme Bovary, non amo questo genere di donna
molto perniciosa, piagnucolante, che esige sempre qualcosa
dagli altri, come personaggio di Flaubert è antipatico,
è realmente esistita a Tours, è un amore mancato
di Flaubert, si tratta di una donna di provinciamolto oziosa
ed esigente, pretende il marito come una specie di eroe, se
avesse potuto fare shopping a Parigi non si sarebbe suicidata!
Da ragazza ho trascorso quattro anni in questa regione del
Douro, ho ascoltato molte storie alla maniera di Mme Bovary,
presenza fisica e carattere esigente non sono portoghesi ma
francesi, è una donna capricciosa che pretende tutto
dagli altri, lei ritiene di meritarselo per questo amore egoistico
che ha per sé stessa
MdO> è curioso, mi piace
questa antipatia, ma credo che quando Flaubert diceva "Mme
Bovary c'est moi" portasse i pantaloni, la società
di quest'epoca ha creato questa donna dal percorso tragico,
una donna insicura di sé che sbaglia e si trova ingannata,
tradita, i suoi amanti alla fine rifiutano di aiutarla, si
trova perciò in una situazione difficile e si suicida.
Vi è il concetto dell'antica serva, unito a una visione
molto severa sulla società e su Mme Bovary, ci sono
molte donne, diverse le une dalle altre, e in letteratura,
ne La lettera (da cui MdO ha ricavato, adattandolo
ai nostri giorni, il suo terzultimo film), Mme de Clèves
è un personaggio, non lo spettatore. Le persone sono
diverse le une dalle altre ma hanno alcune cose in comune
come amore, odio, gelosia, vendetta, tuttavia è il
procedimento a essere diverso dall'una all'altra. Il tipo
di donna che presento non è Bovary, vi sono molti personaggi
ricchi che non vengono sviluppati, la vita di ogni personaggio
è diversa. Accanto a Mme Bovary c'è tutta una
società, un'epoca, il film con limiti di tempo e durata
ha quello che può, per avere tre ore ho dovuto tagliare
ma non sono riuscito a contenerlo di più, ho fatto
anche la versione lunga, necessaria per definire meglio gli
atteggiamenti, la ricchezza dei personaggi, nel film ancora
più nascosta che nel libro. Ho fermato le immagini
per poter ascoltare la voce, per me questo è il cinema,
mostrare l'immagine nel libro 'filmata'.
ABL> penso che le donne in un'altra
epoca fossero diverse, con una vita più chiusa e limitata
non potevano imitarsi, Mme de Clèves era il risultato
delle sue letture sublimi, mentre quelle di Mme Bovary erano
cattive
MdO> dimentica la genetica! Essa
non viene dalla lettura, è diversa nelle popolazioni
anche nella stessa epoca, nello stesso ambiente. Luis Miguel
Cintra Vale Abraao parla molto del rapporto tra uomo e donna,
ed è la visione di un uomo sulla sua storia femminile
ABL> in Vale Abraao a un certo punto
la donna è vicina a suo marito che la ama ma non la
capisce molto bene, questa mancanza di curiosità ha
guastato un po' i rapporti, lei guardava il cielo ma c'era
una interrogazione, una certa inquietudine, lei era cosciente
che stava vivendo qualcosa che non poteva dire a nessuno,
il marito era lì come uno che non capisce, lui la ama
e per lui è sufficiente, in questa scena Manoel ha
toccato il lato più profondo di questa natura umana,
la solitudine infinita della donna accanto alla solitudine
dell'uomo. A tal proposito ricordo ciò che disse una
volta Giulietta Masina in merito alla sua lunga e felice unione
con Federico Fellini: abbiamo rispettato la solitudine di
ognuno
MdO> nella scena citata la donna
guarda il cielo e non capisce, poi la macchina sbatte e lei
capisce
ABL> il lavoro di adattamento è
un gioco di confidenza tra il creatore e il pubblico e deve
essere talmente ben fatto da non accorgersi che sia una confidenza,
se questo gioco riesce bene non dà l'impressione di
essere costruito, articolato e si tratta allora di un'opera
che può durare. Ciò che avviene in questa donna
è un segreto, è la sua vita profonda, poi Flaubert
prende la storia ed ecco che nasce una nuova Mme de Bovary
che si confida. L'amante, il piacere non è una confidenza,
la confidenza invece è continuata fino a Manoel do
Oliveira
Domanda dalla sala> crediamo di
conoscere i suoi film, scopriamo invece che la ricchezza è
inesauribile, ma è quello che permette allo spettatore
di avere fiducia nel cinema, da diversi anni il suo cinema
viaggia nuovamente, i suoi supporti (cinema, teatro) sono
complici dei luoghi, com'è apparsa questa urgenza di
uscire verso l'esterno, fuori dagli studi, e trovare supporto
presso i testi letterari?
MdO> è un omaggio, e bisogna
avere urgenza, molta urgenza, si tratta delle mie idee, che
non sono mie ma provengono dagli altri, ho una lunga esperienza
nella mia lunga vita e spero che duri ancora di più,
è un impulso naturale che sento dentro di me, ciò
di cui Agustina e io ci occupiamo è infinito, siamo
noi che finiamo. È tutto.
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