Stasera è sabato sera e si esce, ho
deciso così.
Devono passarmi a prendere fra cinque minuti e io non mi sono
neppure lavato i denti, non ho ancora fatto praticamente un
cazzo. Sono in mutande sdraiato sul letto e all'improvviso
mi rendo conto di avere tutta l'intenzione di restare lì.
Mi complimento con me stesso per questa decisione.
Niente male.
Stasera posso coltivare con eleganza e dedizione tutte le
mie perversioni, posso mettermi le dita nel naso senza il
terrore di essere scoperto e strizzare un intero tubetto di
maionese sui biscotti al miele senza che nessuno mi dica (o
ancor peggio mi faccia capire) che sono un coglione.
Mi alzo giusto un attimo per andare a scrutare il contenuto
del frigorifero
analizzo quello che c'è dentro
e realizzo subito che stasera le prelibatezze di cui potrò
cibarmi non saranno sicuramente di natura culinaria.
Ho voglia di salmone e maionese ma non ce n'è neppure
l'ombra.
Salmone e maionese
mmm
Mentre sono alle prese con la delusione del frigorifero sento
il campanello che starnazza con arroganza ed insistenza.
Gli do poco peso, lo tratto con sufficienza
in fondo
è come se non esistesse affatto
anzi per evitare
di sentirlo gracchiare come un oca maledetta accendo lo stereo
e metto su a tutto volume gli Atari Teenage Riot.
Proprio quello che ci vuole.
Mi sento travolto da un sortilegio.
Una specie di privilegiato.
Alzo il volume. Lo alzo ancora.
Poi lo abbasso di colpo e sento che il campanello ha smesso
di rompere.
Ottimo.
Nel girare la manopola noto però uno strano movimento:
proprio lì, vicino alla portafinestra che dà
sul giardino.
Un flash indefinito
una piccola ombra veloce priva di
sembianze.
Non riesco a mettere a fuoco nient'altro e questo non è
un buon segno.
Lì al momento non me la prendo più di tanto
ma poi qualche attimo dopo ho la stessa sensazione guardando
la mia immagine riflessa in uno specchio.
Stavolta ci resto secco.
Subito spengo lo stereo
il respiro non è più
quello di prima, diventa tutto d'un colpo freddo e spezzato,
come se avessi appena finito di correre
come se qualcuno
mi avesse appena tirato un calcio nelle palle.
Decido quindi di esorcizzare la situazione nel peggiore dei
modi.
Così, quasi sottovoce, inizio a dire la mia: "Oh!
mica mi vorrete rovinare la mia serata preferita? Guardate
che se salta fuori qualche spettro del cazzo me la faccio
sotto e muoio d'infarto in quattro e quattr'otto! Mi volete
avere sulla coscienza? Ok
ok
venite pure fuori
le catene ai polsi, il lenzuolo bianco, i cassetti che si
aprono e tutto il resto
se mi fate crepare sono cazzi
vostri
ci sarà pure un Di Pietro anche nell'Aldilà
Vi fa un culo così, vi fa
"
Poi rimango in attesa di una risposta.
Niente.
Il vuoto più totale
Beh, meglio così.
Pare che il rito abbia funzionato, anche se la situazione
non sembra essere tornata quella di prima.
Infatti di colpo mi è passata la voglia di salmone
e maionese.
Non è un buon segno.
Mi volto per riaccendere lo stereo e vedo passare con la coda
dell'occhio un'altra ombra.
Era passata nella direzione opposta rispetto a quella che
avevo visto qualche secondo prima.
Questo è veramente troppo.
O sono diventato tutto scemo o c'è qualcuno che mi
vuole far crepare d'infarto.
E io crepo
già lo so che crepo
In questo momento se dovessi vedere anche solo mia madre che
entra dalla porta d'ingresso prenderei un colpo.
ZACK! E addio coronarie
Poi all'improvviso sento che devo andare in bagno.
Mi scappa.
E' tutta sera che ho l'intestino scombussolato ma questo non
è un bel momento per rendersene conto.
D'altraparte a questi appuntamenti non posso proprio dire
di no
Mi siedo sul cesso sospettoso e guardingo
una vera comica
per i miei amici fantasmi (o presunti tali) ma un'impeccabile
camicia di forza per la mia già fragile situazione
mentale.
Poi prendo la carta per completare il lavoretto appena eseguito
e sento che la mano è stranamente bagnata.
E che cacchio
e adesso?
Guardo la carta igienica nel palmo della mano e vedo delle
macchie nere.
Mi giro di scatto per guardare nella tazza e vedo un mare
di sangue.
Dappertutto.
Sangue nero.
CAAAZZZOOO!!!
Provo a tamponare la cosa in qualche modo, prima un asciugamano
e poi l'altro ma dopo qualche minuto è tutto un fradiciume:
le mie mani, le mie braccia, le piastrelle del bagno, i piedi
Non riesco neanche a urlare, è come se avessi una scheggia
di vetro conficcata in gola.
Sto cagando sangue nero da qualche minuto e sono completamente
nudo sdraiato nella vasca da bagno.
Mi sono messo lì non so per quale motivo.
Ormai non capisco più un cazzo, non riesco neanche
più a connettere; vedo solo questa schifezza nera che
mi esce da chissà dove e la vasca che si riempie sempre
più.
Le mie impronte scherzano con la ceramica e, a tratti, disegnano
degli arabeschi neri come la pece che subito cerco di cancellare
con la mano.
Ma irrimediabilmente se ne creano subito degli altri, come
un gioco perverso scandito dall'insopportabile perdita del
rubinetto del lavandino.
Dovrei chiamare un medico, lo so.
Se vado avanti così nel giro di un quarto d'ora muoio
dissanguato e poi vallo a dimostrare che non mi sono tagliato
le vene.
Non sono mica un disadattato, io!
Eh no, adesso mi alzo e chiamo l'ambulanza
ormai sembra
che stia facendo il bagno in mezzo a questa roba
è
inarrestabile, per questo mi terrorizza.
Poi ad un certo punto sento che lo stereo si alza all'improvviso.
Il volume si fa altissimo.
"No eh
questo è troppo
adesso vado
di là e gli spacco il culo
chiunque sia gli volo
addosso e lo metto al tappeto
prima mi fa questo scherzetto
di cattivo gusto, adesso mi usa lo stereo
ora basta,
così avrà qualche ragione per volermi male".
Tento di alzarmi ma il problema è che non sento più
di essere nel pieno delle mie forze.
Insomma
mi rendo conto che qualcuno mi sta cucinando
a puntino
Poi vedo qualcosa che apre la porta del bagno.
Entra e mi guarda il braccio che ho fuori dalla vasca, a penzoloni.
Le dita della mano sinistra gocciolano.
Me le prende e me le asciuga piano, con cura.
Io non riesco più a reagire, sono stremato
non
riesco neanche più a pensare.
Il mio pensiero non esiste più, si è fatto inconsistente.
Come l'aria, come il vuoto.
Riesco solo a vedere questo stronzo che mi mette una lametta
fra le mani e poi con questa mi taglia i polsi.
Poi tutto il sangue che fuoriesce diventa rosso d'improvviso,
anche quello che avevo perduto precedentemente e che ricopriva
un po' tutta la vasca.
Una beffa.
Adesso mi resta solo il tempo di chiedermi se non facevo meglio
questa sera ad uscire, a rispondere al citofono, a fare e
a pensare cose un po' più semplici.
Ma, non so
, forse sì, forse no.
In fondo sarebbe stata la stessa cosa, almeno credo.
Mi guardo in giro per l'ultima volta, e mi accorgo di vedere
tutto più appannato.
Mi sembra che le immagini siano mandate in replay, come se
in regia ci fosse un moviolista.
Le orecchie iniziano a fischiare leggermente, ma non in modo
fastidioso.
Il suono dello stereo si fa sempre più psichedelico.
"Gli Atari Teenage Riot non sono psichedelici
"
penso.
Poi guardo il tipo, lo guardo per chiedere conferma di ciò
che penso e vedo che lui mi fa segno di sì con il capo
Qualche secondo dopo si mette a piangere, come un bambino.
Si gira per non farsi vedere e mi lascia lì, sul campo
di battaglia, con la testa appoggiata alla vasca e gli occhi
sbarrati.
Non mi rimane altro che guardare il lampadario del soffitto
e quella luce sempre più fioca, sempre più indefinita,
sempre più non so cosa.
Mentre il rubinetto, con dolorosa ma impeccabile professionalità,
continua a perdere.
Questa volta però con strana irregolarità, come
un orologio impazzito.
come un orologio impazzito.
come un orologio impazzito.
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