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Grande serata al Palavobis
di Milano. Di scena uno dei gruppi più incensati dell'ultima
generazione hardcore-newmetal, i
Deftones di Chino Moreno.
Niente a che vedere con gli ultimi pollastri del settore,
niente a che vedere con i gruppetti affermatisi sull'onda
del successo commerciale di Korn e Limp Bizkit: qui siamo
di fronte a gente cresciuta dal nulla grazie alle proprie
capacità musicali, a musicisti con un proprio credo
e una propria ragione di essere.
Ad aprire il concerto ci dovrebbero essere i Taproot (che
saltano l'appuntamento per problemi tecnici...boh!) e i Linkin
Park che per la verità mi perdo (senza per questo strapparmi
i capelli...).
Quando salgono sul palco i Deftones è ancora prestissimo
e si capisce subito che il bilanciamento dei suoni non è
proprio il massimo. Si sente molto bene la voce ma i suoni
di chitarra sono spesso al di sotto del livello di potenza
raccomandato da chi ascolta questo genere di musica. Con l'andare
del tempo i suoni si mettono a posto ma a pagare dazio sono
soprattutto pezzi come Around the fur che rimangono
un po' sul 'chi va là' invece di incendiarsi a dovere.
Molto bene invece i pezzi del primo album Adrenaline
(per esempio la nervosa scarica di Bored) e quelli
del più ricercato e significativo White Pony
(Change e Digital bath). All'inizio del concerto
succede una cosa divertente: Chino si accorge che il microfono
non funziona e corre dietro il palco per farselo sostituire.
Torna di fronte al pubblico e quando è il momento di
attaccare con il cantato, il microfono continua ad andare
a vuoto. Reazione? Incazzamento senza limiti e distruzione
dello stesso sul pavimento del Palavobis con ripetuta furia,
mentre gli altri tre componenti continuano imperterriti in
uno strumentale necessariamente privo di voce. Divertente.
Verso la fine del concerto il pubblico è ormai alle
corde, le bordate sonore si sono susseguite senza tregua e
il fiatone inizia a farsi sentire. Manca solo il canonico
surf umano del frontman che si lancia da almeno un paio di
metri sulle braccia distese della gente delle prime fila (per
un attimo ho pensato:...è morto!) e gli ultimi due
bis accolti in modo trionfale dal pubblico milanese. Buon
concerto, non c'è dubbio, anche se dal punto di vista
sonoro qualcosa indubbiamente è mancato. Il prossimo
appuntamento è per il 30 di maggio dove saranno di
scena i Tool di Maynard
Keenan. Chi la spunterà nella sfida live fra le due
band? Su queste stesse pagine virtuali il verdetto definitivo...chi
vivrà vedrà.
Paolo Topa
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