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>1 - Come è
nata l'idea di una compilation di band bresciane?
Questo CD è il frutto di un lavoro, iniziato anni fa,
rivolto a dare visibilità ai gruppi underground, di
base o come cavolo li vuoi chiamare. Nel 1996 si è
cominciato a lavorare con il Collettivo Autonomo musicisti
M47 del Centro Sociale (Magazzino 47) a un CD che poi non
è stato fatto. Da quell'esperienza è nata solamente
una cassetta, intitolata Band Syndicate 1996 con gruppi
come I bambini dell'asilo, Loto Rosso, Il Grande Omi, Orbiter
e un paio di 'concerti di massa' al Centro Sociale. Bandsyndicate
1999 nasce grazie all'aiuto di Radio Onda d'urto,
che nell'ambito della festa estiva ha dato spazio a sette
gruppi locali, proponendo di destinare il compenso dei gruppi
stessi, circa sette milioni, pari a 3-400 mila lire a gruppo,
per il finanziamento del CD. Il resto dei soldi sono stati
messi da me. Ogni gruppo ha poi tenuto 50 copie del Cd pari
a 500mila lire. Il limite più grande è stato
che il budget non ci ha permesso di includere le spese di
registrazione...
Quindi non hanno inciso apposta per il Cd...
Qualcuno sì, per esempio i Cassandra di Carta, ma per
il fatto che proprio in quel periodo erano in studio a registrare,
per il resto erano pezzi già registrati.
>2 - Cosa è rimasto del Collettivo del Centro
Sociale? Mi sembra che alla fine sia tu a esserti fatto carico
di tutto il lavoro.
Del Collettivo non è rimasto quasi nulla: c'è
una sala prove che funziona però in maniera limitata
ma nessun che si occupi specificamente di dare spazio a nuovi
gruppi musicali. Nel progetto Band syndicate sono rimasto
più o meno da solo, con collaborazioni costruite di
volta in volta.
>3 - Come hai affrontato la parte artistica del CD e
in particolare la scelta dei gruppi?
Potrei dirti che ho scelto i migliori sette della realtà
bresciana. In realtà le discriminanti erano di avere
già del materiale inciso, di fare musica propria ma
non solo; gruppi che oltre ad avere voglia di suonare la propria
musica, voglia anche di fare qualcosa di più, motivazioni
che portano a rischiare in prima persona per la musica; ci
sono stati poi gruppi che per problemi di tempi non sono stati
inseriti. Credo che siano sette gruppi rappresentativi anche
se sicuramente grande importanza lo ha avuto il mio gusto
personale (come legittimo che sia). Da una parte c'è
il desiderio di proseguire con questi gruppi per cercare di
costruire qualcosa di più, dall'altra parte in un eventuale
BS 2000 mi piacerebbe partire da altri sette gruppi. Bisogna
dire comunque che tra questi sette ci sono due gruppi considerati
i maggiori esponenti della scena 'sotterranea' e cioè
Jet Set Roger e Lumiere electrique. Il primo ha trovato un
manager prezioso in Marco Obertini che sta lavorando per far
uscire un disco sulla scena nazionale. I LE hanno invece trovato
uno sponsor negli Scisma, che sono rimasti entusiasti della
loro musica.
Questo senza nulla togliere agli altri cinque: per me sono
sette gruppi che hanno tutti un'enorme potenzialità.
>4 - Come è stato l'incontro con il mercato discografico?
E' stato uno degli insuccessi. Inizialmente avevo una buona
disponibilità da parte della white&black di accettare
il disco in distribuzione. In realtà tutto si è
concluso in vari mesi di telefonate a cui la persona incaricata
non rispondeva. Il CD si può quindi trovare in alcuni
posti a Brescia in posti come qua da Pepe (Circolo Arci Pepe&Sara).
Il CD comunque, grazie alla collaborazione di Radio Onda d'urto
e al Cipiesse che sul piano economico mi ha dato una mano
È costato veramente poco ed è in vendita con
un prezzo imposto non superiore alle 15.000 lire.
>5 - ...ma se il disco degli Scisma fosse venduto a
15.000 lire venderebbe molto di più?
Forse potrebbe vendere il doppio ma in termini di cifre assolute
rimarrebbe comunque poco. Mi sembra un problema di miopia
culturale da parte dei manager discografici ma anche di povertà
culturale da parte del pubblico.
A proposito degli Scisma, ho appena organizzato con Marco
Obertini il concerto. Alla fine abbiamo praticamente pareggiato
i conti (500 presenti e sono soddisfattissimo), ma la cosa
che mi ha lasciato più perplesso è stato che
abbiamo fatto un'entrata a 15.000, però credo che con
il biglietto a 20.000 ne sarebbe venuta il 20% in meno e alla
fine ci avremmo anche guadagnato dei soldi. I risultati di
vendite o di affluenza del pubblico danno ragione al ragionamento
delle case discografiche sul prezzo del disco o dei promoter
per i concerti.
Un altro fenomeno che si è creato a Brescia (ma anche
in altre città) è che i gruppi della città
riescono bene o male a trovare gli spazi per suonare. I gruppi
di un certo livello trovano allo stesso modo delle occasioni
per suonare (tanto più che i gestori di locali sembrano
avere scoperto il trend della musica alternativa, visto che
la serata cover non riesce più a coprire tutti i costi
e farli guadagnare bene). I gruppi di mezzo, cioè il
gruppo non di Brescia che si è fatto il demo/Cd per
proporsi, riesce a fare qualcosa al Centro Sociale ma anche
all'interno di questo c'è sempre di più una
dinamica che spinge a fare o i concerti bresciani o i concerti
'di tiro'. Per esempio i Madrigali magri, gruppo di Torino
prodotto da Cambuzat e recensito benissimo dalla critica non
riesco a farlo suonare da nessuna parte. Un gruppo come gli
Scisma, che si è costruito una credibilità suonando,
con centinaia di concerti ha molte più difficoltà
di trovare spazio in una casa discografica. Rientra in gioco
la figura del manager-talent scout che prende per mano il
gruppo e lo porta al successo cercando di plasmarlo però
a proprio piacimento.
>6 - Quali sono le differenze rispetto al passato della
realtà musicale bresciana? (parlo di dieci, quindici
anni fa)
La produzione musicale è molto cresciuta e altrettanto
il professionismo dei musicisti. L'età media di chi
suona si è molto abbassata: ora siamo sui 17 anni.
Dieci anni fa questo non esisteva. C'è ora molta più
consapevolezza dei propri limiti e dei propri obiettivi, ma
anche più determinazione nel raggiungerli. Il livello
tecnico è mostruosamente cresciuto: nell'86-87 fa il
giro della new wave, post punk ci si metteva lì senza
suonare uno strumento o quasi. Chi aveva una preparazione
tipo Conservatorio alle spalle (vedi Francesco Ferrari del
Grande Omi) era aborrito da tutti. Ora non ci sono solo le
idee e le energie ma anche la preparazione tecnica che dà
sicuramente una spinta in più. Allora era quasi una
caratteristica indispensabile quella di non saper suonare.
>7 - Parlaci della tua attività di organizzatore
di concerti.
Ho cominciato verso i primi anni '80 con un gruppo chiamato
edizioni limitate. Abbiamo portato a Brescia tra gli
altri Jeff Butcher, i Madness e molti gruppi italiani e non
meno conosciuti. Come obiettore all'arci Cipiesse avevo organizzato
un paio di rassegne che erano nonsolorock. Questa attività
ha poi portato a entrare in Radio Onda d'Urto e collaborare
con Il Centro Sociale Magazzino 47 e alcuni Centri precedenti.
Il problema del centro sociale è che è molto
'elefantiaco' nel prendere le decisioni, quindi l'anno scorso
ho deciso di riprendere a lavorare da solo collaborando di
volta in volta con gente diversa. Da qui la rassegna alla
Festa di Radio onda d'urto e il CD e il concerto degli Scisma.
Per quanto riguarda gli spazi per suonare il discorso mi sembra
sempre il solito anche se a Brescia la situazione non è
così drammatica: da Pepe, al circolino della radio
se un gruppo si accontenta di mangiare e bere può trovare
facilmente disponibilità. Il Centro sociale è
un iter faticoso ma comunque c'è possibilità
di suonare. Al Donnemotori ogni settimana c'è un concerto
curato da Marco Obertini con una programmazione che prevede
quasi esclusivamente gruppi bresciani. A questo circuito si
uniscono poi il fandango che nonostante abbia preso a pesci
in faccia la Bsound l'anno scorso, ci riprova con un concorso
anche quest'anno, ci sono giovani che organizzano dei palchi
aperti a S. Eufemia, c'è l'Alta quota a Carpenedolo,
ci sono i Festival estivi con Radio Onda d'Urto e il Rockparty
di Bovezzo. Adesso poi i locali di cover si stanno facendo
una guerra disperata e molti si stanno aprendo al rock alternativo
sperando che diventi la nuova gallina delle uova d'oro. E'
un panorama in movimento e che promette bene.
>8 - Un ultima domanda, qualche nome bresciano da tenere
d'occhio nei prossimi mesi.
In Bsound c'è stata un'evoluzione che ha portato alla
nascita di un paio di progetti nuovi. Il primo è chiamato
Cinema Volta ed è un duo. Il concetto è quello
di aggregare dei musicisti dietro un progetto comune, idea
che ha me non piace molto ma che in Bsound ha preso piede.
Hanno fatto tre pezzi e sono un pop alla Bluvertigo ma di
grande interesse. L'altro è l'ex chitarrista dei Casamatta
che ora si è messo a fare il cantautore. E'un gruppo
senza un nome definito: lui si chiama Emanuele Zamboni e i
Tappezzieri d'interni, di moquette non hanno ancora deciso.
Hanno già inciso una ventina di pezzi. E' una musica
molto cantautorale: da cose brasiliane alla Toquinho ai La
Crus. Ci sono poi i 40 waat che sono un gruppo discontinuo,
azzeccano qualche concerto e altri no. Non ho mai visto questi
albatro sguerti che mi dicono molto bravi e fanno cose alla
Pavement. Da vedere sicuramente il prossimo concerto di Jet
Set Roger che so sta preparando cose incredibili, tipo un
siparietto per cambiarsi sul palco...
>9 - L'ultima cosa, parlaci di rock in cantina.
Rockincantina è una rassegna lowbudget in un lowplace
sottoterra. La cantina è circa 10x4 metri. Il batterista
suona con la testa piegata perhè c'è uno scarico
che gli passa sopra la testa. C'è però un impiantino
e si suona. Non ci sono pretese...porto amici e conoscenti
disposti a suonare per un rimborso spese assolutamente simbolico.
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