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BAND SYNDICATE
intervista a Paolo Bruno
(La Pecora Nera n.?_?2000)
di Riccardo Moreschi

 

>1 - Come è nata l'idea di una compilation di band bresciane?
Questo CD è il frutto di un lavoro, iniziato anni fa, rivolto a dare visibilità ai gruppi underground, di base o come cavolo li vuoi chiamare. Nel 1996 si è cominciato a lavorare con il Collettivo Autonomo musicisti M47 del Centro Sociale (Magazzino 47) a un CD che poi non è stato fatto. Da quell'esperienza è nata solamente una cassetta, intitolata Band Syndicate 1996 con gruppi come I bambini dell'asilo, Loto Rosso, Il Grande Omi, Orbiter e un paio di 'concerti di massa' al Centro Sociale. Bandsyndicate 1999 nasce grazie all'aiuto di Radio Onda d'urto, che nell'ambito della festa estiva ha dato spazio a sette gruppi locali, proponendo di destinare il compenso dei gruppi stessi, circa sette milioni, pari a 3-400 mila lire a gruppo, per il finanziamento del CD. Il resto dei soldi sono stati messi da me. Ogni gruppo ha poi tenuto 50 copie del Cd pari a 500mila lire. Il limite più grande è stato che il budget non ci ha permesso di includere le spese di registrazione...
Quindi non hanno inciso apposta per il Cd...
Qualcuno sì, per esempio i Cassandra di Carta, ma per il fatto che proprio in quel periodo erano in studio a registrare, per il resto erano pezzi già registrati.

>2 - Cosa è rimasto del Collettivo del Centro Sociale? Mi sembra che alla fine sia tu a esserti fatto carico di tutto il lavoro.
Del Collettivo non è rimasto quasi nulla: c'è una sala prove che funziona però in maniera limitata ma nessun che si occupi specificamente di dare spazio a nuovi gruppi musicali. Nel progetto Band syndicate sono rimasto più o meno da solo, con collaborazioni costruite di volta in volta.

>3 - Come hai affrontato la parte artistica del CD e in particolare la scelta dei gruppi?
Potrei dirti che ho scelto i migliori sette della realtà bresciana. In realtà le discriminanti erano di avere già del materiale inciso, di fare musica propria ma non solo; gruppi che oltre ad avere voglia di suonare la propria musica, voglia anche di fare qualcosa di più, motivazioni che portano a rischiare in prima persona per la musica; ci sono stati poi gruppi che per problemi di tempi non sono stati inseriti. Credo che siano sette gruppi rappresentativi anche se sicuramente grande importanza lo ha avuto il mio gusto personale (come legittimo che sia). Da una parte c'è il desiderio di proseguire con questi gruppi per cercare di costruire qualcosa di più, dall'altra parte in un eventuale BS 2000 mi piacerebbe partire da altri sette gruppi. Bisogna dire comunque che tra questi sette ci sono due gruppi considerati i maggiori esponenti della scena 'sotterranea' e cioè Jet Set Roger e Lumiere electrique. Il primo ha trovato un manager prezioso in Marco Obertini che sta lavorando per far uscire un disco sulla scena nazionale. I LE hanno invece trovato uno sponsor negli Scisma, che sono rimasti entusiasti della loro musica.
Questo senza nulla togliere agli altri cinque: per me sono sette gruppi che hanno tutti un'enorme potenzialità.

>4 - Come è stato l'incontro con il mercato discografico?
E' stato uno degli insuccessi. Inizialmente avevo una buona disponibilità da parte della white&black di accettare il disco in distribuzione. In realtà tutto si è concluso in vari mesi di telefonate a cui la persona incaricata non rispondeva. Il CD si può quindi trovare in alcuni posti a Brescia in posti come qua da Pepe (Circolo Arci Pepe&Sara). Il CD comunque, grazie alla collaborazione di Radio Onda d'urto e al Cipiesse che sul piano economico mi ha dato una mano
È costato veramente poco ed è in vendita con un prezzo imposto non superiore alle 15.000 lire.


>5 - ...ma se il disco degli Scisma fosse venduto a 15.000 lire venderebbe molto di più?
Forse potrebbe vendere il doppio ma in termini di cifre assolute rimarrebbe comunque poco. Mi sembra un problema di miopia culturale da parte dei manager discografici ma anche di povertà culturale da parte del pubblico.
A proposito degli Scisma, ho appena organizzato con Marco Obertini il concerto. Alla fine abbiamo praticamente pareggiato i conti (500 presenti e sono soddisfattissimo), ma la cosa che mi ha lasciato più perplesso è stato che abbiamo fatto un'entrata a 15.000, però credo che con il biglietto a 20.000 ne sarebbe venuta il 20% in meno e alla fine ci avremmo anche guadagnato dei soldi. I risultati di vendite o di affluenza del pubblico danno ragione al ragionamento delle case discografiche sul prezzo del disco o dei promoter per i concerti.
Un altro fenomeno che si è creato a Brescia (ma anche in altre città) è che i gruppi della città riescono bene o male a trovare gli spazi per suonare. I gruppi di un certo livello trovano allo stesso modo delle occasioni per suonare (tanto più che i gestori di locali sembrano avere scoperto il trend della musica alternativa, visto che la serata cover non riesce più a coprire tutti i costi e farli guadagnare bene). I gruppi di mezzo, cioè il gruppo non di Brescia che si è fatto il demo/Cd per proporsi, riesce a fare qualcosa al Centro Sociale ma anche all'interno di questo c'è sempre di più una dinamica che spinge a fare o i concerti bresciani o i concerti 'di tiro'. Per esempio i Madrigali magri, gruppo di Torino prodotto da Cambuzat e recensito benissimo dalla critica non riesco a farlo suonare da nessuna parte. Un gruppo come gli Scisma, che si è costruito una credibilità suonando, con centinaia di concerti ha molte più difficoltà di trovare spazio in una casa discografica. Rientra in gioco la figura del manager-talent scout che prende per mano il gruppo e lo porta al successo cercando di plasmarlo però a proprio piacimento.

>6 - Quali sono le differenze rispetto al passato della realtà musicale bresciana? (parlo di dieci, quindici anni fa)
La produzione musicale è molto cresciuta e altrettanto il professionismo dei musicisti. L'età media di chi suona si è molto abbassata: ora siamo sui 17 anni. Dieci anni fa questo non esisteva. C'è ora molta più consapevolezza dei propri limiti e dei propri obiettivi, ma anche più determinazione nel raggiungerli. Il livello tecnico è mostruosamente cresciuto: nell'86-87 fa il giro della new wave, post punk ci si metteva lì senza suonare uno strumento o quasi. Chi aveva una preparazione tipo Conservatorio alle spalle (vedi Francesco Ferrari del Grande Omi) era aborrito da tutti. Ora non ci sono solo le idee e le energie ma anche la preparazione tecnica che dà sicuramente una spinta in più. Allora era quasi una caratteristica indispensabile quella di non saper suonare.

>7 - Parlaci della tua attività di organizzatore di concerti.
Ho cominciato verso i primi anni '80 con un gruppo chiamato edizioni limitate. Abbiamo portato a Brescia tra gli altri Jeff Butcher, i Madness e molti gruppi italiani e non meno conosciuti. Come obiettore all'arci Cipiesse avevo organizzato un paio di rassegne che erano nonsolorock. Questa attività ha poi portato a entrare in Radio Onda d'Urto e collaborare con Il Centro Sociale Magazzino 47 e alcuni Centri precedenti. Il problema del centro sociale è che è molto 'elefantiaco' nel prendere le decisioni, quindi l'anno scorso ho deciso di riprendere a lavorare da solo collaborando di volta in volta con gente diversa. Da qui la rassegna alla Festa di Radio onda d'urto e il CD e il concerto degli Scisma.
Per quanto riguarda gli spazi per suonare il discorso mi sembra sempre il solito anche se a Brescia la situazione non è così drammatica: da Pepe, al circolino della radio se un gruppo si accontenta di mangiare e bere può trovare facilmente disponibilità. Il Centro sociale è un iter faticoso ma comunque c'è possibilità di suonare. Al Donnemotori ogni settimana c'è un concerto curato da Marco Obertini con una programmazione che prevede quasi esclusivamente gruppi bresciani. A questo circuito si uniscono poi il fandango che nonostante abbia preso a pesci in faccia la Bsound l'anno scorso, ci riprova con un concorso anche quest'anno, ci sono giovani che organizzano dei palchi aperti a S. Eufemia, c'è l'Alta quota a Carpenedolo, ci sono i Festival estivi con Radio Onda d'Urto e il Rockparty di Bovezzo. Adesso poi i locali di cover si stanno facendo una guerra disperata e molti si stanno aprendo al rock alternativo sperando che diventi la nuova gallina delle uova d'oro. E' un panorama in movimento e che promette bene.

>8 - Un ultima domanda, qualche nome bresciano da tenere d'occhio nei prossimi mesi.
In Bsound c'è stata un'evoluzione che ha portato alla nascita di un paio di progetti nuovi. Il primo è chiamato Cinema Volta ed è un duo. Il concetto è quello di aggregare dei musicisti dietro un progetto comune, idea che ha me non piace molto ma che in Bsound ha preso piede. Hanno fatto tre pezzi e sono un pop alla Bluvertigo ma di grande interesse. L'altro è l'ex chitarrista dei Casamatta che ora si è messo a fare il cantautore. E'un gruppo senza un nome definito: lui si chiama Emanuele Zamboni e i Tappezzieri d'interni, di moquette non hanno ancora deciso. Hanno già inciso una ventina di pezzi. E' una musica molto cantautorale: da cose brasiliane alla Toquinho ai La Crus. Ci sono poi i 40 waat che sono un gruppo discontinuo, azzeccano qualche concerto e altri no. Non ho mai visto questi albatro sguerti che mi dicono molto bravi e fanno cose alla Pavement. Da vedere sicuramente il prossimo concerto di Jet Set Roger che so sta preparando cose incredibili, tipo un siparietto per cambiarsi sul palco...

>9 - L'ultima cosa, parlaci di rock in cantina.
Rockincantina è una rassegna lowbudget in un lowplace sottoterra. La cantina è circa 10x4 metri. Il batterista suona con la testa piegata perhè c'è uno scarico che gli passa sopra la testa. C'è però un impiantino e si suona. Non ci sono pretese...porto amici e conoscenti disposti a suonare per un rimborso spese assolutamente simbolico.


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