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Quarto appuntamento
con le mirabolanti interviste della P.N. sulla nuova scena
indipendente italiana. Questa volta a farla da padrone è
l'hardcore degli Angeli, gruppo di Torino capitanato da Roberto
'Tax' Farano (membro storico dei Negazione insieme a Ferrusi,
altro componente del gruppo insieme a Marco Conti). Impatto
verticale, rabbia, chitarre aggressive e batteria che più
veloce non si può. Tutto marchiato da un'attitudine
hardcore senza cedimenti o cali di tensione. Ma la vera chicca
di questo Voglio di più (Free Land Records)
sono i testi, carichi di trasporto e intensissimi. In due
parole: un grande disco per chi cerca sensazioni forti e profondità
di pensiero. Non è poco. Sentiamo cosa ha da dire a
sua 'discolpa' l'imputato principale, Tax Farano.
>1 - Innanzitutto vorrei chiederti con
quale spirito è stato registrato Voglio di più.
Ho l'impressione di essere di fronte a un disco di forte contrapposizione,
di grande capacità comunicativa sia per quanto riguarda
la musica sia per quanto riguarda i testi...
Sono contento di questa tua impressione perché al di
là del genere musicale, riuscire a comunicare sensazioni
forti con un disco è esattamente lo spirito con il
quale abbiamo creato, provato e registrato il disco, come
tutta la musica che facciamo. Per il resto è venuto
tutto in maniera naturale, crescendo con il gruppo dopo il
primo disco, io personalmente impegnandomi maggiormente nell'uso
della voce, cosa che resta per me una cosa relativamente recente.
>2 - Dal punto di vista dei suoni avete
puntato senza dubbio sulla tua chitarra, talvolta rafforzata
da alcune sovraincisioni. Una volta si diceva che basso e
batteria dovessero andare insieme. Mi sembra invece che il
vostro credo sia quello di far viaggiare sulla stessa lunghezza
d'onda chitarra e batteria!
Anche questo ci viene naturale per il fatto che io e Massimo
(alla batteria) suoniamo insieme da diversi anni e quindi
siamo molto affiatati. Poi io sono sempre stato un chitarrista
più ritmico che altro e quindi anche nel fare i pezzi
mi viene da seguire molto la batteria. Che basso e batteria
debbano stare insieme è vero, senz'altro. Poi ogni
gruppo crea la sua formula che caratterizza anche l'impatto
e tutto quanto. La chitarra è poi lo strumento più
bello del mondo, quindi...
>3 - Mi chiedo come siano nati i testi
di questo disco: mi sembra ci sia un filo conduttore comune,
che riprende tematiche vagamente sociali (Il mondo nuovo)
e paure claustrofobiche (Vivo)...
Per me comunicare con questa musica vuol dire riuscire
a trasmettere emozioni, e in questo le parole e le note hanno
lo stesso peso, come del resto anche un urlo che non sia una
parola precisa. Inoltre sia in quello che ascolto che in quello
che canto, la cosa che mi interessa e piace di più
è la sincerità con la quale si dice una cosa,
quindi io cerco di dare libero sfogo alla mia fantasia e scrivo
quello che mi passa per la testa. Il fatto che i testi siano
un po' tutti di 'insoddisfazione', rabbia e sfogo, rispecchia
sicuramente il mio pessimismo nel modo di vedere le cose,
anche se non vedo tutto nero... solo che facendo dei pezzi
incazzati non mi viene istintivo cantare d'amore o chéssoio!
>4 - Cosa pensi dell'andazzo della musica
italiana in questo periodo? Destino segnato anche per il prossimo
decennio?
Non so per il prossimo decennio, per ora vedo che in generale
si sta perdendo la voglia, il piacere di ascoltare gente che
suona gli strumenti e c'è più interesse per
i suoni digitali, DJ etc. E tra chi suona, il livello energetico,
per me che sono un vecchio punk ormai, mi sembra un po' affievolito...
>5 - Parliamo un po' del tuo passato:
i Negazione. Ho fatto ascoltare Voglio di più
a un fan dei Negazione e alla fine mi ha detto che non c'entra
niente con quello che è stato fatto in passato, roba
commerciale. Non me l'aspettavo. A questo punto mi piacerebbe
sapere quali sono i punti di contatto fra le due esperienze.
I Negazione sono stati la mia famiglia dai 16 ai 26 anni.
Ho vissuto le esperienze più belle della mia vita e
niente potrà essere per me equivalente a quella storia.
Detto questo, dal lato strettamente musicale, visto che ho
composto la totalità della musica dei Negazione e quasi
tutta quella degli Angeli (alcuni pezzi sono di Massimo),
per me è la naturale evoluzione. Sul lato extramusicale
sono due gruppi diversi, però devo dire che molti fan
dei Negazione considerarono 'commerciali" gli ultimi
dischi del gruppo, nel senso che avrebbero voluto 4 dischi
identici a Lo spirito continua e non 4 dischi diversi.
A me sembra ovvio che un gruppo prenda strade diverse e c'è
sempre chi magari non condivide queste nuove direzioni, ma
così è, se ti piace...
>6 - Come molti gruppi italiani anche
voi avete deciso di abbandonare la lingua d'oltre Manica per
abbracciare l'italiano. Non ti faccio la solita domanda del
tubo del perché avete cambiato lingua ma ti chiedo
semplicemente qual è stato il momento preciso in cui
vi siete accorti che le cose funzionavano meglio con la nostra
lingua. E' stata una cosa spontanea o ci sono state delle
riflessioni?
Nel primo disco c'era E' un angelo come unico pezzo
cantato in italiano. Era un esperimento, mentre all'inizio
trovavo più facile scrivere e cantare in inglese. Quel
pezzo riuscì bene secondo noi e quindi fui spinto a
provare in quel senso e, visto che la cosa funzionava e dava
più incisività alle parole, ai pezzi, ho continuato
sulla stessa strada e così alla fine è uscito
Voglio di più.
>7 - Proprio in questi giorni ho comprato
il nuovo CD dei Limp Bizkit. E' musica che spacca, piena di
buone intuizioni. Il rischio comunque che il buon vecchio
trio basso-chitarra-batteria possa essere considerato da qualcuno
come preistoria (soprattutto in prospettiva futura) effettivamente
sussiste. Come ti rapporti con le nuove tecnologie e con l'interazione
dei generi musicali?
Non conosco i Limp Bizkit ma credo di capire la domanda.
Personalmente non mi interessa se sul palco ci sono tre persone
o ce ne sono dodici. Mi interessa quello che fanno e quello
che ascolto. Spesso troppa gente tende a 'riempire' troppo,
mentre a me piace di più l'essenza che il grande muro
di suono. Se poi tre persone riescono a spaccare tutto con
l'essenza, beh, per me è il massimo. Non vorrei essere
frainteso e considerato come un dinosauro del rock: certe
buone 'intuizioni' sono interessanti, come usare i campionamenti
o un DJ, filtrare la voce o suonare il basso cercando dei
suoni percussivi. Ma le emozioni più forti le ricevo
sempre dalle cose più semplici. Le tecnologie e mischiare
i generi sono anche cose interessanti; personalmente 'produco'
per altre questioni musica interamente campionata e solo con
le macchine (Tax lavora per la RAI in questo settore N.D.R.)
ma gli Angeli sono un gruppo semplice, per ora ci interessa
suonare queste cose.
>8 - Sono certo che la dimensione live
sia quella che maggiormente vi gratifichi vista l'energia
contagiosa della vostra musica. Che cosa chiedete a un live-set
e in che modo cercate di rapportarvi con il pubblico che sta
sotto il palco?
Io cerco di trasmettere tutto quello che ho, sul palco.
Non trovo particolarmente interessante intrattenere il pubblico
con altre parole tra un pezzo e l'altro, per cui non cerco
il coinvolgimento a tutti i costi. Però quando c'è
riesce a darci indietro altra energia che possiamo a nostra
volta restituire.
Ultima domanda: come mai siete finiti alla
Free Land di Catania?
Comunione di intenti o semplice coincidenza? Come si lavora
con un'etichetta attenta alla qualità come quella di
Maurizio Scuderi?
Ci siamo trovati un po' per caso e poi abbiamo visto i
comuni intenti. Ci troviamo bene anche se le potenzialità
della Free Land sono assolutamente minime, in cambio però
c'è la passione. Inoltre c'è la libertà
nel senso che quando si fa un disco non c'è contratto
e si pensa solamente a un disco per volta!
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