ANESTESIA INALATORIA IN NEUROCHIRURGIA

Per quanto riguarda gli anestetici volatili, per tutti è valida la considerazione che essi aumentano il CBF, il volume cerebrale e quindi la PIC. Esiste tuttavia una differenza tra i diversi farmaci. Una maggiore attenzione meritano, per ragioni del tutto opposte, il protossido d’azoto e l’isofluorano.

Il protossido d’azoto aumenta il CBF come tutti gli anestetici volatili; aumenta anche il consumo di ossigeno cerebrale (CMRO2); inoltre numerosi studi sembrano confermare che il protossido d’azoto riduce gli effetti protettivi sia dei barbiturici che di altri anestetici volatili (tra cui l’isofluorano) nei confonti delle lesioni ischemiche. Perciò nei soggetti con lesioni cerebrali (sia traumatiche che tumorali) l’impiego del protossido d’azoto non sembra consigliato: di fatto, alcuni autori evitano il suo impiego nei soggetti a rischio.

Il sevofluorano e l’isofluorano presentano indubbiamente dei vantaggi rispetto agli anestetici alogenati, soprattutto l’alotano. E’ vero che gli anestetici volatili aumentano il CBF in dipendenza del valore di MAC (Mean Alveolar Concentration): Mentre l’alotano ed enfluorano mostrano questo effetto già per valori di 1 MAC, l’isofluorano aumenta il CBF solo per valori ≥ 1.6 MAC. L’aumento della PIC a seguito dell’incremento del CBF dipende, ovviamente, dalla compliance cerebrale: quanto minore è la compliance, tanto più importante è l’aumento della PIC. Con alotano ed enfluorano questo incremento può essere limitato facendo precedere l’introduzione del gas anestetico da un’iperventilazione (PaCO2=28-30 mmHg); con l’isofluorano e sevorane l’iperventilazione non deve necessariamente precedere, ma solo accompagnare l’introduzione del gas. Inoltre alotano ed enfluorano aboliscono l’autoregolazione; isofluorano la abolisce solo per valori ≥ 2 MAC. Durante anestesia isofluoranica i vasi cerebrali mantengono a lungo inalterata la loro risposta alla CO2, mentre con alotano ed enfluorano tale proprietà viene meno con il passare del tempo. Infine, isofluorano appare dotato di proprietà protettiva nei confronti del danno ischemico: tale proprietà viene attenuata dall’associazione dell’isofluorano con il protossido d’azoto. Quindi l’impiego dell’isofluorano a concentrazioni ≤ 1.5 MAC non altera la CPP né la PIC; mantiene intatta l’autoregolazione e la risposta dei vasi alla CO2.