Tra me e e te c'e' sempre il mare. Le onde sono furiosi giganti pronti a demolire ogni cosa.
Acqua, cheta e cristallina, va dai monti al mare.
Senti?Ovunque noi siamo, si odono festanti le sue note,
un freddo gelido, un maglione caldo, le tue mani.
Spaventati giganti e fatine guerriere
Il gigante percorse il viottolo che portava sulla piazza del piccolo mercato di Peracotta.
Aveva portato con se' i duei fidati amici, Zeb e Ball, due libri fatati che appartenevano al mondo Dicuisopra. Oggi il gigante era di buonumore,trotterellava con passi leggeri sull'acciottolato, scansando i sassolini con la punta dei piedi. Non era altissimo, come gigante, egli apparteneva all'etnia gnomi dei giganti, con un solo metro al di sopra di un essere umano tipico del pianeta Gaia.
Le porte del paese di Peracotta non erano molto alte, perció egli stava particolarmente attento ad abbassarsi pasandoci attravverso, ma in compenso abbastanza larghe per la sua mole imponente e massiccia.
Avanzava canticchiando il motivetto" se il sasso verde porta la rogna, il sasso bianco so che la toglie, ma se davvero cerchi moglie, non ti puoi arrendere alla scalogna!".
Era un vero appassionato di pietre preziose, che andava a scovare nel mondo Sassomatto, e ne portava sempre qualcuna addosso. Anche oggi, ne aveva prese una manciata e poste nello zaino. -"La via del baratto é la migliore per gli affari"-ne era convinto. E quella mattina era ben predisposto a contrattare il miglior prezzo per qualsiasi cosa.
Intanto, a due passi da quel viottolo, una figura minuta si dava da fare per sistemare il banchetto delle mercanzie. Aveva i capelli ricci color dei chicchi di melograno, due occhi che parevano due stelle del cielo, e due alucce di farfalla che sembravano di voile rosa. Fata Ciolina, questo era il suo nome, metteva in fila sul tavolino le treccine di capelli di fata, i suoi, intrecciati con fili d'oro e legati con ghiaccio eterno del regno del Nord.
I capelli di fata, si diceva nei dintorni del Mondofantasioso, portavano amore e felicitá, a patto che nessuno sciogliesse la treccia, togliendo il fermaglio di ghiaccio. Un dono molto ambito, per qualsiasi fanciulla dei dintorni, ma non aveva effetto sulle fate, esseri eterei che erano per questo guardate con rispetto, stima e tenerezza, ma raramente con amore. Nascevano dalla musica gorgogliante che si ode nelle sorgenti d'acqua cristallina, da ogni nota che riempiva festosa l'aria nelle prime nottate di primavera, dopo il disgelo. Si affacciavano al mondo,in questo squillante modo, alcune piccole fatine inizialmente prive d' ali.Volavano, infatti, per un breve tratto della loro esistenza, dentro ad una bolla d'acqua trasparente. I loro giochi preferiti erano far fiorire i prati e curiosare nelle case degli umani, quando c'era un bimbo appena nato. Poi, con l'estate, diventavano adulte e spuntavano le ali. E, dopo qualche inverno, riposavano nei Grandi Libri della Fantasia, felici di aver compiuto il loro dovere d'ambasciatrici di Madama Primavera.