L'articolo che segue è stato pubblicato sulla rivista bilingue italo-slovena Isonzo/Soca n.26, estate 1997


Slovenia oggi

DEMOCRAZIA SUICIDA

di TOMAZ DIMIC da Nova Gorica

In Slovenia, quando due amici si incontrano dopo molto tempo, non si mostrano le foto dei figli ma, dopo una rapida occhiata alla macchina dell'altro, estraggono le foto della propria casa, da poco costruita o ancora in costruzione. Il discorso non verte sulla salute o sui risultati scolastici dei figli bensì sul prezzo vantaggioso di una parcella. Negli ultimi quattro anni la qualità della vita in Slovenia esteriormente è sensibilmente migliorata, se la confrontiamo con quella della Jugoslavia di qualche anno fa. Gli economisti, quelli obbiettivi, fanno notare che la Jugoslavia, durante la sua agonia, lottava con un'inflazione del 100%.
Erroneamente perciò altri economisti sostengono che sia stata la cattiva conduzione dello Stato socialista a metterla in ginocchio: lo Stato, però, non i cittadini. La gente si adeguò all'inflazione "latinoamericana" sfruttando le opportunità che questa offriva. Con coraggio assunse crediti il cui interesse mensile non supera, oggi, il costo di una pizza (senza la birra).
Sebbene neanche oggi gli sloveni rimangano a casa, prima della "liberazione" giravano il mondo in lungo e in largo, come non mai; si costruivano la casa, la casa per il week-end e, per le visite in campagna, utilizzavano macchine da 3000 cc.
Sei anni fa la Slovenia si è liberata. Contemporaneamente abbiamo assistito ad un altro processo: la modificazione politica e sociale che veniva motivata con interessi nazionali, soprattutto economici. Dopo essersi scrollati di dosso la grigia mediocrità del socialismo, in cui ogni cittadino viveva mediamente bene, soltanto alcuni eccezionalmente bene, hanno deciso per un'economia di libero mercato. Si sono gettati come lupi nel vortice dell'iniziativa privata e realizzato un bar o un negozietto si sono comperati come minimo una mercedes. Il non pagare l'affitto, la spesa, e persino la forza lavoro è divenuto un modo di vivere comune, parte del folklore. Questo è del resto il comportamento del vertice della piramide statale. La privatizzazione delle imprese statali, crollate dopo la fine del mercato jugoslavo, privo di pretese e magnanimo con tutti, potrebbe già essere stata da tempo conclusa dalla democrazia liberale (sic!) del governo. Questa operazione viene rinviata per evitare la fine dell'economia non trasparente e quindi della privatizzazione selvaggia delle acquisizioni patrimoniali ottenute senza denaro. Porrebbe fine in pratica alla più coerente indisciplina finanziaria mai vista.
L'aver attinto avidamente dall'economia di mercato, quando il singolo sloveno diventava rapidamente ricco e capitalista, ha portato conseguenze pesanti. Dal 1992 è iniziato il drastico processo di differenziazione sociale che ha spinto sull'orlo della miseria, sino ad oggi, 300.000 dei 2.000.000 di abitanti della nostra nazione. Dal 1989 fino al 1993 i pazienti negli ospedali psichiatrici sono aumentati del 90%.
Studi scientifici ne attribuiscono la causa alla mancanza di senso del sociale e di assistenza, tipici del cambiamento. Il socialismo autogestito garantiva fin troppo la sicurezza sociale e dei posti di lavoro e assicurava quasi lo stesso livello di vita ai nullafacenti e agli stacanovisti. Possiamo immaginare gli incubi del 40% dei 670.000 occupati sloveni che attendono di divenire disoccupati dalla sera alla mattina.
Perchè quindi il popolo sloveno "eletto" ha abbandonato il ricco Egitto jugoslavo?
Per una maggiore libertà personale? Una maggiore libertà, ora, la possiede solo un gruppuscolo di "noveau riches"; senza soldi non si ha accesso alla maggior parte dei diritti umani.
Per l'istinto di autoconservazione della nazione, minacciata dalla variante serba del comunismo?
La crescita dei suicidi e il decremento demografico non parlano a favore di questa ipotesi.
Non vogliamo rimpiangere l'uscita dal socialismo e dalla Jugoslavia... solo che gli sloveni immaginavano qualcosa di diverso. Hanno dimenticato che nel "morbido" socialismo sloveno stavano relativamente bene. Un morbido capitalismo non esiste. È solo lotta per la sopravvivenza del più forte. Non vi è motivo di ottimismo. Molto, molto difficilmente un popolo di 2 milioni di persone, con la forza economica del proprio paese potrà sopravvivere alla lotta senza pietà con Stati molto più forti, o contro le grandi multinazionali. E per fortuna che la storia insegna come gli sloveni non sono mai stati cancellati da nessuno degli Stati cui sono stati asserviti!


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