BOSNIA/VERITA' DOPO SEI ANNI RIEMERGE UNA FOSSA COMUNE DI SERBI NELLA CAPITALE BOSNIACA. CRIMINI DI GUERRA DIMENTICATI?
- TOMMASO DI FRANCESCO -
I
La portavoce dell'ufficio dell'Alto rappresentante internazionale
per la Bosnia secondo Dayton, Alexandra Stiglmayer - dello scavo
era informato il Tribunale dell'Aja -, ha dichiarato che dalle
testimonianze nella fossa "vi sarebbero decine di corpi di civili
serbi". L'operazione di riesumazione - ha sempre detto la
portavoce - è particolarmente drammatica perché "la fossa è stata
localizzata in un cimitero del centro, presso una zona
residenziale". Secondo informazioni attendibili e molte denunce
comparse sulla stessa stampa indipendente di Sarajevo, le diverse
vittime serbe i cui corpi furono gettati nella fossa comune
sarebbero state uccise dai musulmani in un vicino ospedale. E
l'ospedale davanti al Cimitero del Leone è il Kosevo.
Con la fossa del Cimitero del Leone, siamo alla seconda scoperta
dopo le rivelazioni sul "Dossier Kazani", dal nome delle gole
sotto il monte Trebevic, dove a partire dal 1992 - il feroce
assedio serbo-bosniaco della città comincia ad aprile - vennero
gettati centinaia di corpi - migliaia per Chris Hedeges, il
giornalista inviato del New York Times che è stato il
primo, un anno fa, a riprendere la notizia lanciata da una
rigorosa inchiesta in 5 puntate del periodico indipendente
Dani e poi duramente commentata su Zvijet da
Zlatko Dizdarevic (vedi testo accanto), la voce di Sarajevo sotto
le bombe, già direttore di Oslobodenje.
Che cos'è il "Dossier Kazani"? I gruppi paramilitari musulmani
che organizzarono la difesa di Sarajevo nel 1992, all'inizio
della guerra in Bosnia, uccisero un gran numero di civili serbi,
secondo le 56 pagine di documenti riservati della Corte militare
bosniaca. I documenti, solo in parte pubblicati da Dani,
sono la prima conferma ufficiale dei crimini di guerra commessi a
Sarajevo dalle forze musulmane contro i serbi e i civili che
pativano così un "doppio assedio": quello delle milizie di
Karadzic e quello delle truppe speciali del "presidente"
musulmano Izetbegovic. Gli omicidi sono paragonabili a quelli
commessi dai serbi contro i civili musulmani e croati. Per
crudeltà e forse anche per numero: le unità paramilitari
musulmane avrebbero ammazzato duemila persone. I documenti del
Dossier, confessioni e testimonianze di soldati musulmani che
presero parte alle uccisioni, vennero usati dalla Corte militare
di Sarajevo nel '94, quando furono emesse sentenze contro alcuni
miliziani. "Ma nessuno dei colpevoli ha ricevuto condanne
superiori ai sei anni di prigione. Alcuni se la sono cavata con
pochi mesi. Altri sono stati scarcerati subito dopo la
sentenza...", ha ricordato Chris Hedges nella sua denuncia.
Un'inchiesta del governo sulle fosse comuni a Kazani, sul monte
Trebevic, luogo scelto per disfarsi dei cadaveri, è stata sospesa
nel 1996, dopo che una piccolissima parte dei resti era stata
rimossa dalla fossa comune. Secondo le testimonianze dei
miliziani coinvolti, sia la polizia musulmana sia i leader
politici, a partire da Izetbegovic, erano a conoscenza dei
crimini di guerra. I soldati hanno dichiarato al tribunale di
aver scaricato molte vittime serbe in un crepaccio a Kazani,
vicino alle trincee tenute dai musulmani. I militari coinvolti
nei massacri appartenevano tutti alla Decima Brigata di Montagna,
sotto il comando di Musan Topalovic, il famoso e famigerato
comandante "Caco", uomo della malavita depositario di molti
segreti della difesa di Sarajevo, ucciso il 6 ottobre 1993 dalla
stessa polizia musulmana in un regolamento di conti fra le
fazioni musulmane.
I verbali dicono, fra l'altro, che il 20 dicembre 1994 Zijo
Kubat, Esad Tucakovic, Omer Tendzo, Asif Alibasic e Samir
Seferovic furono dichiarati colpevoli dei crimini commessi nel
1993. Tra le loro molteplici imprese, il rapimento e l'uccisione
di una coppia serba, Vasilij e Ana Lavriv... [segue una
ripugnante descrizione della esecuzione dei due serbi.]
Ritorna in Bosnia ed Erzegovina...