Date: Wed, 13 May 1998 15:11:03 +0200 From: Coordinamento Romano per la Jugoslavia To: crj@ecn.org Cc: yugoslav@peacelink.it, internazionale@ecn.org, cslist@ecn.org, movimento@ecn.org Subject: ECN COME MILOSEVIC Detto-fatto: nonostante le proteste e le richieste di spiegazione giunte da innumerevoli compagni ed altre persone interessate alla nostra attivita', i gestori del server ECN - "Isole nella Rete" hanno cominciato a mettere in atto quanto avevano minacciato. Da alcuni giorni le pagine WEB del Coordinamento Romano per la Jugoslavia (http://www.ecn.org/crj) non sono piu' accessibili. Ci aspettiamo pertanto che molto presto anche il nostro indirizzo di posta elettronica cessi di funzionare. L'accusa contro di noi e' di appoggiare il "nazionalismo serbo". Si tratta di una accusa palesemente in malafede, e non tanto perche' riteniamo legittimo ed essenziale che sui fatti jugoslavi si dia voce anche agli "altri", cercando di vedere tutti gli aspetti dei problemi, quanto perche' la nostra attivita' e' mirata a sostenere casomai i comunisti ed i raggruppamenti di ispirazione jugoslavista esistenti nell'area. Insieme a pochi altri compagni della sinistra rivoluzionaria siamo stati gli unici, in Italia, a rendere pubbliche le iniziative attuate sul territorio della ex-RFS di Jugoslavia contro la NATO, contro le privatizzazioni, per il socialismo e per una prospettiva antinazionalista e di unita' di classe nei Balcani. Tutto questo e' stato ignorato dai responsabili del server, cosi' come viene dimenticato da chi pur disponendo delle nostre informazioni tralascia regolarmente di parlare di alcune cose: si noti ad esempio che in Croazia da mesi e' attivo un Partito Socialista dei Lavoratori, peraltro legalizzato e su posizioni tutto sommato moderate, del quale NESSUNO ha fatto menzione sugli organi di stampa, che siano di destra o di pseudosinistra, mentre noi gli abbiamo dedicato uno spazio sulla pagina http://www.ecn.org/crj/KOMU/komu_ita.html. Lo scopo della disinformazione e' chiaro: impedire che i fatti jugoslavi siano leggibili al di la' della "contrapposizione tra atavici nazionalismi" se non, peggio, della "barbarie slava". Evidentemente l'attivita' di "grilli parlanti" da noi svolta finora, nostro malgrado, e' molto scomoda e va censurata per evitare che crolli questo colossale castello di menzogne ed omerta' cui ci troviamo di fronte. Pietra dello scandalo e' stata la nostra posizione sui fatti del Kosmet, regione autonoma della Serbia (Repubblica Federale di Jugoslavia). I fatti di questi giorni (uccisioni di serbi ed albanesi "collaborazionisti", minacce della "comunita' internazionale" contro la Jugoslavia) dimostrano che laggiu' non e' in atto tanto una "negazione di legittimi diritti" da parte dei "serbi", quanto piuttosto un conflitto sporco tra nazionalismi ovvero tra borghesie nazionali, deciso ed alimentato altrove. L'esistenza di uno status di autonomia - seppur non politica - della regione, non applicato a causa del boicottaggio da parte dei secessionisti; la strategia della violenza e della tensione attuata da gruppi armati appoggiati ed organizzati in Albania ed in Occidente; l'assenza di qualunque ispirazione di tipo anticapitalista ed antiimperialista nel movimento di protesta albanese (viceversa, il partito di Rugova e' legato all'Internazionale democristiana); la guerra dei media contro la Jugoslavia; la politica dei due pesi e delle due misure contro la Jugoslavia; il protrarsi dell'esodo dei 200mila serbi: tutto questo ed altro ancora sta piuttosto a dimostrare che dietro allo "spauracchio" della Grande Serbia si agita qualcosa di ben diverso, e cioe' - come e' gia' stato in Croazia e Bosnia - il separatismo etnico e la ridefinizione geopolitica dell'Europa in base agli interessi delle grandi potenze. Per essere piu' precisi: la parcellizzazione etnica o pseudoetnica del continente, mirata innanzitutto a disgregare il proletariato. Anche qui in Italia abbiamo federalismi di tutti i colori politici, ed anche senza "secessioni" la strada verso i "contratti d'area" e la deregulation totale dei rapporti di lavoro e' spianata. "Isole nella Rete" ha dunque scelto di cantare in coro e contribuire allo squartamento della Jugoslavia. Anziche' dare un esempio sul modo in cui si dovrebbe tollerare il dissenso politico, ECN sceglie di imparare da Milosevic e prendere contromisure draconiane. "Affari loro!", vorremmo dire, se non fosse che il clima di conformismo culturale e "political correctness" in cui siamo tutti calati sta soffocando anche noi. Coordinamento Romano per la Jugoslavia, 13 maggio 1998 NOTA: da varie settimane, per impedire il protrarsi di una polemica violenta ed inutile, abbiamo smesso di distribuire i nostri materiali alle liste pubbliche di discussione. Facciamo una eccezione in questo caso, ma per il futuro chi e' interessato e' pregato di contattarci direttamente: crj@ecn.org