MA CHE FINE HANNO FATTO I CANTORI

DELLA "BOSNIA MULTIETNICA"?

---------- Forwarded message ----------
>Date: Thu, 16 Jul 1998 12:55:32 +0200
>From: Media Plan
>
>Subject: Our Chances (Digest) no.24
>
>Special service for refugees from Bosnia and Hercegovina
>'Our Chances'
>No 24 , Vol II Sarajevo, 16 July
>Week in Brief

IL REGIME DI IZETBEGOVIC PUNITO PERCHE' STA IMPEDENDO IL RIENTRO DEI RIFUGIATI DELLE ALTRE "ETNIE":

>ECONOMIC SANCTIONS IMPOSED ON SARAJEVO!
>
>Due to an absolute failure in implementation of the Sarajevo Declaration
>( " ... Sarajevo should lead the country by example by taking the
>concrete steps set forth in this Declaration to enable the return of at
>least 20,000 minority pre-war residents in 1998 ... " ), early in this
>month the economic sanctions have been imposed on the Sarajevo canton. To
>be more specific, in this very moment, Sarajevo is denied for about 22
>million of US $ of foreign financial assistance.
>
>The exclusive guiltiness goes to the local authorities, but obviously
>with tacit consent given by the side of the highest Bosniak politicians.
>Seemingly they are even ready to sacrifice restoration of united and
>multiethnic Bosnia-Herzegovina, but to preserve status quo in Sarajevo.

...E INTANTO NEMMENO I BOSNIACO-MUSULMANI ESULI ALL'ESTERO VOGLIONO RIENTRARE "IN PATRIA":

>DEPORTATION ON THE SMALL SCALE
>
>In the nights of July 9 - 10, the city of Berlin police carried out a
>raid in order to expel by force Bosnian refugees from this town. Some 36
>people, mostly Bosniaks, have been detained and spent a night in a jail,
>and then by first morning flight sent in Sarajevo.
>
>Ms. Barbara Jong, the Senate representative in charge for foreigner
>issues, told Our Chances that despite what happened that night, the
>Berlin authorities remain on principle of voluntary return of B-H
>refugees, and that such or similar actions will be not repeated.
>
>*************************************************************************
>Editor: Radenko Udovičić. Published by Safax Agency
>Editorial in Sarajevo:
>Patriotske lige 30/III, Tel/fax: +387 (0)71 21 30 78 , 206 542
>E-mail: safax-mp@bih.net.ba, MEDIAPLAN_ZU@ZAMIR-SA.ztn.apc.org,
>Editorial in Banjaluka:
>Brace Mazar 74, Tel/fax:+ 381 (0)78 17 943
>'Our Chances' is free of charge and reprinting is free. The European
>Commission Brussels, sponsors this project.
>Bulletin 'Nase sanse' will be available at
>http://www.hypermart.net/mediaplan
>
>We would like to ask all the owners of e-mail addresses to provide access
>to this service to all refugees from Bosnia and Herzegovina, to their
>associations and the organizations, as well as to assist the distribution
>of this service.

A quasi tre anni dalla interruzione della guerra fratricida in Bosnia-Erzegovina, i Dizdarevic, i sindaci di Sarajevo e Tuzla, i giornalisti di "Oslobodjenje", i suonatori di piffero della "Bosnia multietnica" sembrano scomparsi dalla scena informativa. Il professor Matvejevic si e' riconvertito in veste filoalbanese "mediterranea", Adriano Sofri ha ben altro a cui pensare...

Ma in tutto questo tempo in Bosnia sono successe varie cose di cui sarebbe stato onesto parlare. Migliaia di "mujaeddin" da vari paesi islamici sono stati al centro dell'interesse della amministrazione occidentale (ricordiamo che tutta la Bosnia e' mil itarmente occupata... da noi); i rifornimenti di armi nell'ambito del piano "Train and Equip" vanno avanti a gonfie vele; centinaia di migliaia di abitanti serbi di Sarajevo sono scappati. Ma non sono solo i serbi a scappare.

Il signor V. Beso, ex-capo ufficio stampa dell'esercito della Repubblica di Bosnia-Erzegovina (BiH) e collaboratore della rete televisiva di Stato della BiH, e' stato licenziato in tronco per un suo articolo, pubblicato su "Nova Bosna" nell'aprile 1998. Titolo: "Chi, come, perché' e con quali giustificazioni sta dividendo i bambini nella BiH secondo programmi nazionali, realizzando -democraticamente- una segregazione a tutti gli effetti".

Nell'articolo l'autore illustrava e criticava il decreto del Ministero della Pubblica Istruzione, delle Scienze, della Cultura e dello Sport della Federazione croato-musulmana, datato 15-7-1997, inviato a tutti i Ministri cantonali ("zupanijski"). Il d ecreto, frutto di un accordo tra il Ministro (musulmano) ed il vice-Ministro (croato), sancisce che nei territori in cui una popolazione sia in minoranza questa possa organizzare autonomamente proprie scuole, organizzare sezioni separate, oppure in altern ativa organizzare l'insegnamento di materie specifiche per il gruppo nazionale di appartenenza (in lingua "bosniaca" e/o "croata" ?!). Nell'interessante articolo si citavano tra l'altro i risultati di un sondaggio effettuato tra gli studenti medi della Fe derazione, in base al quale risulta che almeno il 18-20 per cento di questi si ritengono "bosanci" (bosniaci in senso lato, da non confondere con i "bosnjaci", cioè' i musulmani di Bosnia) e molti si classificano "altri" (persino "cinesi", "eschime si", "bulgari"...).

Beso, che in tutti questi anni si e' sempre considerato un paladino della natura multietnica della Bosnia, ora e' scappato dal suo paese per chiedere asilo politico all'estero. Sarebbe interessante sapere quale fine abbia fatto.

Come ha scritto Peter Handke: era la Jugoslavia stessa, quando era unita, ad essere "multietnica" (oltreché' pacifica e socialista). Ogni ragionamento sulla "Bosnia multietnica" dopo la secessione di questa e' solo demagogico ed ipocrita.

 

(Coordinamento Romano per la Jugoslavia, luglio 1998)


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