L'articolo che segue è stato pubblicato su Oslobodjenje del 2/12/1997, a pg.3 [1]
Perchè l'UNHCR [2] si interessa di Bocinja - Ismet Mustabasic: perchè porre il problema di Bocinja quando a bruciare è il problema del ritorno di 6000 bosniaci
MAGLAJ - La lettera del capo dell'amministrazione UNHCR
di Maglaj a Ismet Mustabasic, in cui si chiede la "descrizione etnica"
di alcune località tra cui anche Bocinja, rende attuale la questione
dei cittadini di Stati arabi presenti in Bosnia.
Bocinja: una volta
ricco paesotto serbo, oggi "oasi dei mujaeddin", persone
che vivono isolate sia territorialmente che ideologicamente
in questa parte della Bosnia, come in un mondo a sè, e non
consentono a nessuno di sbirciare nelle loro vite. Questo paese, che
rappresenta per la comunità internazionale un sinonimo di tutto
ciò che è fondamentalista ed estraneo all'Occidente, è il paese
in cui vivono quegli arabi che in questa guerra hanno combattuto
nell'esercito della BiH [3].
Cittadini con pari dignità
Dopo la guerra hanno ottenuto la cittadinanza
per l'insistenza di personaggi dei
ranghi più alti dello Stato (bosniaco) e dell'esercito, diventando
così cittadini a tutti gli effetti della nostra società.
Insieme a questi arabi, dei quali Ismet Mustabasic,
amministratore del Comune di Maglaj sul cui territorio si trova
Bocinja, dice che si tratta solo di poche decine, vivono anche
mujaeddin autoctoni, cioè persone che hanno preso le
abitudini ed i costumi dei veri mujaeddin.
Non si sa quante siano le persone, le donne ed i bambini [4] che
vivono oggi a Bocinja, paese che è completamente isolato dal mondo
circostante. Così non meraviglia nemmeno che l'Alto Commissariato
ONU per i rifugiati abbia richiesto al Comune di Maglaj informazioni
sulla situazione a Bocinja.
Nella lettera di Oliver Burch, capo cancelliere dell'UNHCR a Doboj,
spedita a Mustabasic, in cui si parla del ritorno dei serbi a Maglaj
(poichè Maglaj è stata dichiarata città aperta), tra l'altro si legge:
"Nella aspettativa che nel nostro prossimo incontro potremo fare
piani concreti sul rientro, desideriamo ora avere statistiche
dettagliate che si riferiscano al numero passato e presente
degli abitanti ed alla descrizione etnica di paesi come Krsno
Polje, Rakovac, Bakotic e Bocinja, incluse le cifre degli edifici
occupati e liberi. Nel caso di quest'ultimo (Bocinja) vorremmo
conoscere la situazione specifica riguardante le persone di
origine iraniana e di altri Stati, che nel 1992 hanno preso la
cittadinanza bosniaca [5], e sotto quali circostante e per ordine di
chi questi hanno utilizzato la proprietà privata dei serbobosniaci e
dei musulmani (?)." [6]
Alla nostra domanda, se sia stata spedita una risposta all'UNHCR,
Mustabasic dice: "A me non è affatto chiaro il perchè abbiano
posto soltanto la questione di Bocinja, mentre brucia
quella del ritorno
di 6000 bosniaci a Novi Seher e di circa 1000 croati nella zona di
Maglaj [7]. Queste persone non hanno ancora nè elettricità, nè acqua
potabile, nè scuole, nè ambulatorio sanitario.
Devo sottolineare il fatto che noi con queste persone [8] non abbiamo
assolutamente problemi", ribadisce Mustabasic.
"E le persone comuni?"
"Qualche tempo fa è successo che sono arrivati al mercato di
Maglaj portando con sè certi libricini ed hanno tenuto un comizio,
ma ciò si è svolto senza eccessi", dice Mustabasic. Ma i cittadini
comuni, a Maglaj come a Zavidovic, dove i mujaeddin
essenzialmente gravitano, evitano la loro vicinanza.
"Vanno anche nei caffè e fanno casino, schiaffi alle ragazze in
minigonna, e la scorsa estate è successo che hanno rotto la mandibola
ad una ragazza", dice uno di Zavidovic che insiste perchè
il suo nome non venga riportato.
Se siano solo queste due le città della Bosnia-Erzegovina a trovarsi
sotto la lente d'ingrandimento della
comunità internazionale, ovvero se anche in altre parti della Bosnia
si farà caso se si incontrano altri mujaeddin: queste sono le
domande che dovrebbero preoccupare la polizia del
Cantone di Zenica e Doboj, ma anche in teoria la polizia del
Cantone della Bosnia centrale.
Come conferma anche Mustabasic, i mujaeddin
di Bocinja "evaporano
lentamente", ma sono in compenso molto presenti in un paese nei
pressi di Tesanj ed in uno vicino a Travnik.
La catena recentemente interrotta dei "curdi di contrabbando", che
la polizia del Cantone di Una e Sana [9] ha interrotto, proveniva
da Priljuzic, il paese vicino a Tesanj in cui vivono
bosniaci e croati [10] e che si trova vicino a località croate dove
dovrebbe nascere il discusso Comune di Usora.
Ed a Travnik cresce il numero dei mujaeddin,
ma contemporaneamente si pone l'interrogativo se
questi provengano soltanto dalla zona di Bocinja.
La battaglia per il potere in Bosnia dal punto di vista del
"fattore straniero" può così essere giocata sul
problema degli stranieri in BiH che hanno passaporto
e cittadinanza bosniaci.
Non esistono iraniani
Ciò che ha scritto il New York Times e l'accusa secondo
cui l'AID [11] coopererebbe con agenti iraniani non
potrebbe essere in questo caso posta direttamente in relazione
con Bocinja, benchè i mujaeddin di questo loro mondo a parte,
come ha detto Mustabasic, "evaporano lentamente".
"Tra l'altro a Bocinja non ci sono iraniani, la maggioranza viene
dalla Tunisia e dalla Siria", aggiunge Mustabasic, che in questi
giorni ha preso parte insieme ad Husein Zilkic,
amministratore del Comune di
Zavidovic, ad un seminario dell'OSCE in Germania cui hanno partecipato
in tutto 10 amministratori di 10 Comuni della Federazione di Bosnia
ed Erzegovina.
Benchè a questi sia stato detto che sono stati eletti perchè
durante le elezioni hanno collaborato con l'OSCE, forse in realtà
i promotori [del seminario] hanno altri motivi. [12]
Asemina S. MULAHUSEINOVIC
NOTE del CRJ:
1 - Il quotidiano di Sarajevo Oslobodjenje,
ovvero ciò che rimane del glorioso omonimo giornale, fondato
nel 1943, dopo la scissione redazionale avvenuta all'inizio
della guerra interbosniaca (in seguito alla quale la gran parte
dei giornalisti
serbi hanno creato un loro Oslobodjenje solo-serbo
in caratteri
cirillici) e dopo la svolta antijugoslava e borghese, è oggi
il principale quotidiano della Bosnia-Erzegovina.
Come si evince anche da questo articolo, in esso si rispecchia la
divaricazione tra la tendenza "islamista" di Izetbegovic
e quella "filooccidentale" del premier Silajdzic. Negli anni passati
il giornale ed i suoi redattori hanno lavorato per la costruzione
di una "identità bosniaca" a sè, ad es. attraverso la creazione
di una differenziazione linguistica artificiale dal comune idioma
serbocroato attraverso l'uso di termini disusati e/o di derivazione
turca, ed hanno avuto un ruolo centrale nel depistaggio
della opinione pubblica anche internazionale ed anche "di sinistra".
Non è un caso che, dopo i vezzeggiamenti degli anni passati,
sui nostri giornali da tempo non compaia più alcun riferimento ad
Oslobodjenje.
2 - L'UNHCR è l'Alto Commissariato ONU per
i rifugiati.
3 - BiH è l'acronimo serbocroato per "Bosnia ed Erzegovina".
Con esso vengono generalmente designate le
istituzioni dei musulmanobosniaci.
4 - Così nel testo originale: "... persone, donne e bambini"
(come se le donne ed i bambini non fossero persone).
5 - Notare che il 1992 è l'anno in cui scoppia la
guerra civile in Bosnia: si tratta dunque di persone arrivate
evidentemente proprio all'inizio delle ostilità.
6 - Il punto interrogativo, presente nel testo originale, sta
evidentemente a mettere in discussione gli appellativi usati: infatti
oggi nella Bosnia di Izetbegovic per indicare gli abitanti
serbi della Bosnia
si deve usare la dizione "cittadini bosniaci di nazionalità serba",
se trattasi di serbi che vivono nello Stato di Izetbegovic, e di
"occupatori" se trattasi di serbi che vivono nella Repubblica
Serba di Bosnia. Viceversa,
per indicare i musulmanobosniaci basta scrivere "bosniaci".
7 - Vedi nota precedente...
8 - Traduciamo letteralmente dal testo, in base al quale
non è chiaro
se si sta parlando dei 6000+1000 profughi o della comunità
dei mujaeddin.
9 - Dal nome di due fiumi.
10 - Di nuovo, come nelle note 6 e 7: "bosniaci" sarebbero
per definizione solo i musulmani bosniaci.
11 - Così nell'originale: non sappiamo il significato
dell'acronimo.
12 - Il significato della frase resta oscuro anche per noi.