(14/9/1997) Alla manifestazione contro il secessionismo ed il razzismo di ieri, 13 settembre 1997, che ha visto sfilare per le calli veneziane decine di migliaia di persone, alcuni nostri compagni hanno partecipato innalzando la bandiera jugoslava con la stella rossa al centro. Ci e' sembrato ovvio, anzi scontato, il collegamento tra le ragioni della manifestazione ed il monito - e le speranze - che quella bandiera rappresenta. Chi portava la bandiera si e' percio' assai meravigliato che la sua fosse l'unica bandiera jugoslava presente nel corteo, e che i richiami ai fatti jugoslavi nei discorsi degli oratori fossero cosi' scarni, imprecisi, quasi imbarazzati. Per forza: gli anni che ci siamo lasciati alle spalle hanno visto una opinione pubblica fuorviata, depistata, resa incapace di leggere i fatti che avvenivano. Hanno visto una intellettualita' di sinistra divisa tra l'incomprensione ("ma come e' possibile che si scannino"), il neutralismo ("li' non c'e' chi appoggiare"), la faziosita' ("punire i serbi aggressori"), il razzismo ("certe cose da noi non possono avvenire"), l'incitamento alla secessione (da Sofri schierato con la destra musulmana, al Manifesto e tanti altri ancora oggi impegnati in una campagna disinformativa e razzista a favore della secessione del Kosovo dalla Jugoslavia). Hanno visto aerei partire dalle nostre (?) basi militari per andare laggiu' a bombardare. Hanno visto una generale ridefinizione dei confini e delle sfere di influenza nel centro-est europeo, nel nome della "economia di mercato", della "differenza etnica e/o religiosa", della "Mitteleuropa". Di tutto questo ritorneremo a parlare in maniera approfondita. Ora ci preme dire solo due parole su quanto e' capitato ai nostri compagni durante la manifestazione di ieri. Pochissimi ci hanno chiesto che bandiera stessimo sventolando, e perche' ("Che bandiera e' quella? La bandiera cilena?"...). Una persona, pero', si e' mostrata profondamente colpita da quella bandiera. Un partigiano. Un partigiano della provincia di Ascoli Piceno, sui settant'anni, che avendo visto la bandiera jugoslava ha avuto un "flash" della memoria... "Compagno, lo sai tu che bandiera stai portando? Perche' la porti?" ci ha chiesto. Chi scrive accenna una risposta, spiegando i motivi... Il partigiano lo interrompe: "tanti slavi hanno combattuto insieme a noi, nelle Marche, durante la guerra di Liberazione; 150 sono morti, le loro tombe sono in un piccolo cimitero tra l'Appennino ed i monti della Laga". Il partigiano ci dice il nome del paesino, ma nella confusione non lo capiamo bene, forse Visso, o qualcosa di simile... "Le loro tombe sono ancora li'; dopo la Liberazione del territorio, chi era ancora vivo di loro fu imbarcato per la Jugoslavia, per tornare a casa. Ma gli angloamericani, sapendo che gli jugoslavi erano comunisti, anziche' traghettarli nella zona liberata li spedirono nella parte ancora occupata dai nazifascisti... Chissa' che fine fecero quei compagni". "Compagno, se vuoi ti regalo la bandiera!" "No, e' meglio che la porti tu, che sei giovane. Potresti essere il figlio di uno di loro", ci risponde il partigiano. --