(31/7/1997) Una settimana fa (1) agenzie di stampa di Los Angeles, Washington e Londra hanno fatto riferimento ad un documento dell'Archivio di Stato USA, che rappresenterebbe la prima prova evidente del ruolo del Vaticano nell'affare dell'"oro nazista". Come ha riferito anche la televisione di Stato danese (2), in base al documento ritrovato dalla II guerra mondiale il Vaticano tiene nascosti 200 milioni di franchi svizzeri rubati a serbi ed ebrei dagli ustascia croati, alleati della Germania nazista. Il denaro e' parte di un totale di 360 milioni di franchi svizzeri, solo 150 milioni dei quali furono confiscati dagli inglesi al termine del conflitto al confine tra Austria e Svizzera, mentre il resto sarebbe finito in Vaticano. Il documento in questione sarebbe una nota riservata del Ministero delle Finanze americano dell'ottobre 1946, fino alla fine dello scorso anno segretata e solo ora derubricata e quindi accessibile a chiunque ne faccia richiesta, come tanti altri documenti analoghi che dopo 50 anni vengono resi disponibili dalle autorita' americane. Il direttore della sala stampa vaticana Navarro Valls ha subito smentito la notizia, basandosi sul fatto che la fonte dell'informazione contenuta nella nota (una "fonte fidata in Italia") sia anonima (3). Noi viceversa siamo certi che questa storia non possa concludersi con la immancabile smentita di un autorevole membro dell'Opus Dei, quale e' il direttore della sala stampa vaticana. Ne siamo certi, perche' la storia del sostegno della Chiesa cattolica apostolica romana e di Pio XII in persona agli ustascia di Ante Pavelic e' una storia a noi nota (4), cosi' come e' ormai noto a chiunque voglia informarsi il ruolo svolto dal Vaticano nella organizzazione della fuga dei nazisti tedeschi e dell'Europa centro-orientale dopo il conflitto, ed in particolare il ruolo giocato dal clero croato in tutte queste vicende (5). NOTE: (1) Il 22 luglio 1997 (2) Citiamo questa perche' quella italiana (che non guardiamo) probabilmente non ne ha parlato... (3) ...e ci mancherebbe: quali informative dei servizi riportano nome e cognome dell'autore? (4) Cfr.: http://www.ecn.org/est/balcani/jugo/jugo03.htm (5) Cfr.: http://www.citinv.it/info/ratlines.html FONTE: Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ), 23/7/1997 POSTILLA: Secondo la FAZ, quell'oro non e' quello rubato a serbi (750mila morti) ed ebrei (20mila) durante lo sterminio nei campi di concentramento croati, bensi' sarebbe "proveniente dalle riserve della Banca Nazionale del Regno di Jugoslavia". Da una parte, non sorprende che la ultraconservatrice FAZ, velina dell'odierno apparato militar-industriale tedesco, insista nel minimizzare o nascondere i crimini degli ustascia di Pavelic soprattutto nei confronti dei serbi. D'altro canto pero' e' interessante questo riferimento all'oro della Banca Nazionale Jugoslava, il mitico "Oro di Belgrado", oggetto di un clamoroso, banditesco furto da parte degli occupatori italiani e del criminale di guerra Mario Roatta in particolare, descritto brevemente alla URL: http://www.ecn.org/est/balcani/italia/italia01.htm furto del quale, se possibile, torneremo a parlare...