(28/1/1998) LETTERA APERTA A: Il Manifesto, Guerre&Pace, Avvenimenti (nota: questa Lettera Aperta viene distribuita a tutti gli indirizzi di posta elettronica della lista di distribuzione dei materiali del Coordinamento Romano per la Jugoslavia) -- AUTONOMIE, REGIONALIZZAZIONE, SECESSIONE: UNA PROPOSTA Da molto tempo i vostri giornali si stanno occupando delle tensioni nella provincia serba del Kosovo, abitata soprattutto da schipetari. Il nostro Coordinamento molto spesso non e' stato d'accordo con la maniera in cui il problema viene presentato (vedi nota). Poiche' la situazione sembra aggravarsi in seguito all'intensificarsi delle operazioni di una organizzazione armata ("Esercito di Liberazione del Kosovo") ed agli sforzi di vari potentati per internazionalizzare la questione, e visto che la questione delle autodeterminazioni/secessioni, ovvero la questione nazionale in Europa, nonostante la guerra civile jugoslava appena trascorsa ed ancora latente non e' stata oggetto di una analisi attenta e ragionata da parte della sinistra - cosa della quale temiamo che si dovranno pagare carissime le conseguenze in futuro, considerato tra l'altro che da problemi analoghi non e' immune nemmeno il nostro paese - riteniamo che sia ormai urgente un chiarimento dal punto di vista politico e teorico sia rispetto alla questione-Kosovo, sia rispetto al problema piu' in generale. A questo scopo riteniamo che sia opportuno innanzitutto chiarire la specifica situazione della provincia autonoma del Kosovo e della Metochia. Vi suggeriamo pertanto di aprire sui vostri organi di informazione degli spazi dedicati a spiegare ai vostri lettori ed a noi tutti, non in modo generico ma con precisione, sulla base della documentazione di cui disponete e rigorosamente dal punto di vista storico e giuridico, QUALI prerogative della autonomia degli albanesi del Kosovo sono state cancellate e perche', QUALI sono state conservate e perche'. All'uopo sara' necessario interpellare sia gli organi jugoslavi preposti (es. il Ministero serbo dell'informazione o le strutture diplomatiche in Italia della RFJ), sia i settori autonomisti albanesi, direttamente oppure tramite chi li appoggia qui in Italia (L'Abate, Benedikter, Auer, ecc.), chiedendo documentazione e spiegazioni esaurienti ad ambo le parti. Inoltre, sarebbe sicuramente il caso di ripercorrere la cronaca degli ultimi anni per comprendere quali passi siano stati fatti dalle parti coinvolte ed a cosa siano dovute una serie di situazioni (la non-frequentazione delle scuole pubbliche, la non-applicazione dell'accordo del settembre 1996, ecc.). Pensiamo che questo sia l'unico modo per avviare una analisi comparata seria sul tema delle regioni autonome in tutta Europa, in cui si faccia un parallelo sotto il profilo istituzionale (bilinguismo, liberta' di stampa, universita', ecc.) tra l'attuale situazione in Kosovo e quella in Corsica, nelle Euskadi, in Sudtirolo, in Valle d'Aosta, nella Benecia. COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA NOTA: con "Il Manifesto" esattamente un anno fa avevamo aperto una polemica che e' rimasta sconosciuta ai suoi lettori; "Guerre&Pace" ha pubblicato due nostre lettere, ma non comprendiamo la posizione complessiva della rivista rispetto al problema; "Avvenimenti" ha recentemente pubblicato (19/11/97) una nostra lettera di protesta per l'articolo di H. Hyseni apparso sul numero del 29/11/97.