From: redazion@ilmani.mir.it 25-JAN-1997 15:44:01 To: Andrea (...) Subj: Re: LETTERA APERTA Caro Andrea, dovresti metterti in contatto telefonico con Edoardo Giammarughi al n. 68719527 o 526. Grazie e ciao. pupa brunori At 04:10 PM 1/23/97 +0100, you wrote: > >E-MAIL APERTA >alla Redazione de "il manifesto" >redazione@ilmanifesto.mir.it > > > > In merito all'articolo apparso sul Vs. giornale in data odierna, >a pagina 19, a firma Giulia Fossa', vorremmo far presente quanto segue: > > >> PRIMA COLONNA: > >- riga 6: "Serbia: ho imparato ad aver paura di questa parola". >Nessun commento. > >- riga 8: "dal 1989 ... sotto pesante occupazione militare". >Il Kosovo e la Metohija (Kos-met) fanno parte della repubblica Federale >di Jugoslavia sin dal '45; in particolare, la regione era >amministrativamente inclusa nella piu' piccola Repubblica federata di >Serbia, e ciononostante godeva di un'ampia autonomia, forse ancora piu' >forte di quella di cui pure gode (per fare un esempio) il nostro Sudtirolo. >Nel 1989 la Repubblica di Serbia, in seguito alle crescenti tendenze >separatiste degli abitanti del Kosmet di lingua albanese (detti anche >"skipetari"), che rappresentano oggigiorno piu' del 90% della >popolazione, aboli' determinate prerogative di detta autonomia, come ad >es. l'Universita' albanese (faccio notare che nemmeno nel nostro >Sudtirolo esiste una Universita' di lingua tedesca) o la non giudicabilita' >degli albanesi da parte di tribunali non albanesi. Vennero conservate >altre prerogative, come il bilinguismo o l'insegnamento in lingua >albanese nella scuola dell'obbligo. >Non si puo' dunque parlare di occupazione militare, visto che l'esercito >jugoslavo e' l'esercito dello Stato di cui il Kosmet fa parte. Si puo' >parlare viceversa di una intensificazione del controllo militare del >territorio (come ad es. per la Sardegna dei sequesti o la Sicilia della >mafia), che pero' solo in rare occasioni si e' manifestata con evidenza >(cingolati per le strade ecc.). > >- riga 12: "... e' stata ribattezzata in lingua serba Kosovo". >Il termine Kosovo deriva da Kos, cioe' "merlo" in serbocroato. La regione >prende il nome dal "Campo dei Merli" (Kosovo Polje), cioe' la pianura in >cui tra l'altro e' situato il capoluogo (Pristina). Ivi i serbi subirono >una terribile sconfitta militare ad opera dei Turchi nel secolo XIV, >celebrata ogni anno il giorno di San Vito ed oggetto di una tradizionale >festa. >Il termine "Kosova" e' uguale al termine "Kosovo", come anche un ebete puo' >osservare, a parte per la diversa desinenza, che denota l'uso nell'idioma >slavo o in quello albanese. > >- riga 16: "...da allora (...) una forma di resistenza pacifica, collettiva >e organizzata..." >L'autrice non fa cenno alle tensioni esistenti in Kosmet sin dall'inizio >degli anni '80, sfociate spesso in scontri di piazza. Non viene fatto >riferimento nemmeno ai piu' recenti episodi di violenza terroristica >attribuibili al neonato "Esercito di Liberazione del Kosovo" (irruzione >in ristoranti serbi e mitragliate, con morti e feriti, eccetera). > >- riga 18: "La chiusura forzata delle scuole, delle Universita', degli >ospedali..." >Nessun commento. Andare e controllare. > >- riga 19: "... la perdita del posto di lavoro ..." >Quanti posti di lavoro in tutto il territorio della ex Federazione >Jugoslava sono stati persi dall'inizio del conflitto? Perche'? > >- riga 32: "Finanziata da chi? Dal governo del Kosova" >E come si finanzia il governo del Kosova? > >- riga 45: "L'aereo e' sporco, puzza..." >L'autrice dell'articolo cerca di spacciare il suo razzismo da autobus urbano >per odio dell'ingiustizia (chiaramente quella subita dagli albanesi ad >opera dei serbi-serpenti, ...o dei macedoni, visto che l'aereo e' macedone?). > >NOTA: la giornalista non fa alcun parallelo tra la situazione nel Kosmet >e quella nella limitrofa Macedonia, ne' accenna alla "madrepatria" >albanese ecc. >Si desume tuttavia che la sua avversione per i serbi (in quanto tali) non >sia accompagnata da un sentimento analogo nei confronti dei macedoni (che >pure hanno i loro problemi con la minoranza albanese...) > >- riga 52: "E' ai poliziotti giu' che non dovro' dirlo. Da questo momento >sono una turista e tutto quello che faro' dovra' essere segreto" >Perche'? >La giornalista non ha mai provato a comportarsi da normale giornalista in >Jugoslavia. Certo, se ha paura dei serbi gia' quando li sente nominare... > >- riga 68: "... quello che viene controllato di piu' sono proprio i libri". >Chissa' perche'. Intenzioni censorie? >La giornalista non fa alcun accenno al traffico di droga. > >- riga 75: "Per il momento ci limitiamo a mettere le mani in una tinozza >con acqua e varechina per la <>". >Infatti, proprio di disinfestazione si tratta. La giornalista non fa >alcun accenno all'epidemia di afta epizootica, che si cerca di contenere >a quel modo. La stessa disinfestazione viene spesso fatta al confine >greco-macedone, al confine greco-turco, al confine tra Serbia e >Montenegro, tra Macedonia e Serbia... > >NOTA: Sindome da mani sporche? Complessi di colpa? > >- riga 85: "... un posto di polizia duro. (...) Tutto si risolve con >qualche battuta ed una risata in serbo" >Forse se avessero capito con quali intenzioni e quale predisposizione >d'animo la giornalista andava in giro, presi dal sospetto l'avrebbero >fermata per accertamenti e portata in caserma. Pero' una "risata in >serbo" (sic!) e' sufficientemente agghiacciante. > >NOTA: la lingua serba e' la lingua parlata dagli slavi del sud >(Jugo-slavi). Essa e' in uso anche in Croazia, Bosnia, Macedonia, >Montenegro, ed in ognuna di queste realta' viene chiamata con un nome >diverso (serbocroato, croato, croatoserbo, jugoslavo, bosniaco) a seconda >del senso che si vuole dare al discorso. > >- riga 89: "E' strano, ma mi sento sicura." >Nessun commento. > >> SECONDA COLONNA > >- riga 1: "Siamo in un paese dove si puo' sempre, ogni giorno, non arrivare". >Come in tutti i paesi. >Nelle righe successive "una persona" informa la giornalista della >situazione. La giornalista prende tutto per buono, non batte ciglio. > >- penultima riga: "Parlano di dialogo, di pace, di Europa" >In nome dell'Europa hanno sfasciato la Federazione Jugoslava. L'Unione >Europea ha incitato la Bosnia a staccarsi, promettendole una rapida >integrazione. L'Europa corteggia gli albanesi. > >> TERZA COLONNA > >- riga 1: "Quando la sorella scoppia a piangere durante l'intervista do' >lo stop. So che in TV avrebbe alzato di molto gli ascolti..." >Viva la faccia. Peccato pero' che tutto l'articolo faccia ottimo uso del >peggior pietismo televisivo. > >- riga 8: "I bambini sono potuti restare negli edifici scolastici..." >Frase dal significato oscuro. Forse la giornalista si riferisce >all'accordo sottoscritto nel settembre scorso dalle autorita' serbe e da >Rugova, il presidente della autoproclamata "Repubblica del Kosovo", in >seguito al quale gli albanesi hanno deciso di far tornare a scuola i loro >bambini dopo uno "sciopero dell'istruzione" che e' andato a scapito >solamente dei bambini stessi. > >NOTA: La giornalista non fa cenno degli accordi, ne' dell'evoluzione >politica in atto in tutta la Repubblica Federale. > >- riga 10: "... un muro (...) e' stato alzato..." >In molte altre scuole frequentano solamente alunni albanesi. La >giornalista e' stata portata in giro dai suoi accompagnatori, in tutti i >sensi. > >- riga 21: "Questa era una scuola modello, ha rappresentato Kosova nella >Federazione della ex-Jugoslavia..." (segue descrizione delle strutture >scolastiche nella Repubblica Federativa Socialista di Jugoslavia, che >farebbero invidia a qualsivoglia scuola dell'Italia centrale). >Nessun commento. > >- righe seguenti: nuove considerazioni sulla puzza imperante. Inoltre, i >serbi sono scoperti colpevoli di sradicare le tazze del cesso e >portarsele via. > >> QUARTA COLONNA > >- riga 13: "Ricordo benissimo i giorni dell'occupazione..." >Dunque l'occupazione e' cosa passata? >Quale occupazione? Le tensioni e gli scontri del 1989? > >- riga 26: "Tutto il materiale scolastico e' stato confiscato dalla >polizia nel novembre 1994" >Nessun commento. > >NOTA: la giornalista sta visitando "scuole ospitate in case private", >cioe' posti dove albanesi particolarmente zelanti insegnano ad altri >albanesi a non frequentare le scuole e le Universita' pubbliche, perche' >in queste ultime si insegna quello "che vogliono i serbi" (dichiarazione >fatta al sottoscritto da un albanese kosovaro). > >- riga 42: "Il professore, uno stipendio mensile di 170 marchi..." >Unico passo dell'articolo in cui si accenna alla situazione economica e >sociale del Kosmet. Non viene chiarito 1) perche' lo stipendio e' in >marchi, e non in dinari; 2) da dove vengono i soldi; 3) se la paga e' >alta o bassa, rapportata agli standard locali e jugoslavi in genere. > >- riga 51: "Ho chiesto di cambiare macchina, persone e tutto il resto. Ho >paura, dopo quello che ho visto e sentito in questi giorni." >La giornalista comincia a realizzare che forse i suoi accompagnatori >stanno un po' esagerando? No, viceversa e' stata agghiacciata >dalla documentazione-horror che le viene mostrata. Bosnia docet. > >- righe successive: familiari dell'insegnante assassinato, interviste. > >- ultime righe: "Quell'insegnante e' stato ucciso perche' aveva >organizzato per la gioventu' la festa del 28 novembre, che e' il giorno >di festa nazionale..." >La festa nazionale in Jugoslavia e' il 25 Novembre. Si celebra allora la >costituzione delle Federazione (1943), e questo avviene anche in Serbia. >Non avviene piu' invece, ad es., in Slovenia e in Croazia. >Che festa sarebbe per gli albanesi il 28 Novembre? > >- conclusione: tutti piangono. >Viene da pensare a certe "donne bosniache stuprate dai cetnici", che >rilasciavano interviste a tutto spiano durante il conflitto in Bosnia. >Forse proprio a causa del loro pianto continuato le loro dichiarazioni >erano spesso doppiate da attrici professioniste (la cosa e' stata >particolarmente in voga sulla CNN). > >Tralasciamo ogni considerazione di carattere generale sul vostro >giornale, i vostri giornalisti, quelli del TG3, il modo in cui si e' >fatta disinformazione sui Balcani negli anni passati (non dubitiamo che >si andra' avanti cosi' ancora a lungo, almeno fino alla prossima >esplosione di violenza...). > >Vi chiediamo soltanto di correggere con un "errata corrige" il commento in >neretto che appare nella pagina immediatamente precedente (18), in cui si >parla del discorso di Tudjman: > ><< DURI ATTACCHI AI "CIRCOLI STRANIERI ANTICROATI" E AI MOVIMENTI >AUTONOMISTI ISTRIANI, DALMATI E FRIULANI >> > >Friulani! Ah, ah, bella battuta, complimenti !!! >