(2/12/1997) Cogliamo questa occasione per correggere l'errore commesso nella comunicazione precedente: il prossimo 7 dicembre si terranno le elezioni presidenziali solamente in Serbia. Nel nostro messaggio questo non era specificato, e poteva intendersi che esse riguardassero tutta la Federazione Jugoslava. Viceversa le elezioni presidenziali di quest'ultima si sono gia' tenute, come quelle in Montenegro (Serbia e Montenegro rappresentano le due repubbliche federate della nuova "Repubblica Federale di Jugoslavia"). Da "KLASSENKAMPF" (Bollettino della Lega Comunista Rivoluzionaria di Vienna, sezione della Corrente Leninista Internazionale, n.ro 50, ottobre 1997) riportiamo il seguente breve articolo, che descrive la situazione dopo la prima tornata elettorale, annullata per il non raggiungimento del quorum: -- I PARTITI FILOOCCIDENTALI SCONFITTI ALLE ELEZIONI Forte crescita del nazionalismo antioccidentale Finche' l'embargo imperialista e la guerra contro i serbi erano in corso le masse lavoratrici sostenevano il regime Milosevic contro l'imperialismo e a difesa delle conquiste sociali. Cio' ha rappresentato un freno sia alla restaurazione capitalista, sia alla penetrazione imperialista. Ma dopo l'accordo di Dayton, che doveva portare alla ricomposizione sotto l'egida dell'imperialismo, lo sfascio dello stato sociale, le privatizzazioni ed i licenziamenti sono aumentati. Tuttavia per l'opposizione filooccidentale [Draskovic, Djindjic, Pesic, Kostunica] il processo in corso non era sufficientemente rapido. Con l'aiuto dell'Occidente questa ha cercato di abbattere Milosevic. Eppure la classe lavoratrice ed i contadini hanno difeso Milosevic e persino la opposizione antioccidentale di Seselj si e' schierata da questa parte. In vista della miseria causata dalla introduzione del capitalismo a piccoli passi, e soprattutto di quella dei profughi, le masse abbandonano sempre di piu' Milosevic, ma non certo per consegnarsi ai "democratici" filoimperialisti (...) quanto piuttosto a Seselj. Seselj ed il suo partito radicale sono nazionalisti borghesi con un profilo analogo all'SDS [il Partito Democratico Serbo dei serbobosniaci]. Pero' questi si schierano massicciamente contro la NATO e contro l'Occidente rispettando cosi' la sensibilita' delle masse. Naturalmente la sbandata pro-Seselj e' espressione della sconfitta delle sinistre anche all'interno della popolazione lavoratrice. Tuttavia l'ispirazione antiimperialista, che e' la stessa del nazionalismo populista russo, rimane, e la Jugoslavia resta un punto debole del "Nuovo Ordine Mondiale". Quello che ora resta da temere e' che Milosevic costruisca con Draskovic una coalizione filooccidentale, consentendo cosi' al partito di Seselj di diventare il piu' forte di tutti. Sulla scorta di questo scenario in Jugoslavia c'e' bisogno urgente dell'iniziativa per la ricostruzione del movimento comunista innanzitutto nella lotta contro gli effetti della restaurazione capitalista e della aggressione NATO. -- La paventata alleanza Milosevic-Draskovic non si e' verificata. In un bollettino di questi giorni di Radio B92 (la radio privata belgradese finanziata dalla americana Fondazione Soros), da noi ricevuto per posta elettronica, abbiamo letto di un dibattito televisivo al quale avrebbero dovuto partecipare i tre principali candidati in lizza: Seselj, Draskovic, e l'attuale ministro degli esteri Milutinovic. Quest'ultimo ha saggiamente deciso di disertare. Pare che la discussione televisiva abbia avuto toni incredibilmente accesi. Draskovic, dice B92, avrebbe mostrato agli spettatori il suo certificato di nascita per dimostrare la sua origine serba al 100 per cento, ed al contempo accusare Seselj di non essere un vero serbo. Seselj ha risposto con oscenita' dello stesso livello. Nel frattempo in Serbia la situazione politica continua a deteriorarsi anche a causa dei movimenti irredentisti (albanesi, musulmani del Sangiaccato, ungheresi), che sono sostenuti dai settori europeisti, turchi e americani piu' reazionari. In particolare nell'ultimo periodo la tensione in Kosovo e Metochia, dove la maggioranza della popolazione e' albanese, e' paurosamente cresciuta, dopo una serie di avvisaglie nei mesi scorsi. Sempre Radio B92 riporta oggi le dichiarazioni di Ibrahim Rugova, il principale leader di questa comunita'. Le riportiamo senza commenti, insieme alla breve nota sulla escursione americana degli "studenti del Kosovo"... Notare anche la gravissima presa di posizione del nuovo governo "socialista" albanese. -- KOSOVO LEADER CALLS FOR INDEPENDENCE 20 BRUSSELS, BELGIUM. Albanian and Kosovo Albanian leaders have called for an independent Kosovo as the only possible solution for Serbia's volatile southern province. Kosovo Albanian separatist leader Ibrahim Rugova, speaking to Belgian media on Monday, called for a demilitarised Kosovo, under international protection, as a 25 fix for the continuing political crisis in the region. Rugova said that last week's joint French-German proposal for a mediated dialogue between Belgrade and Albanian separatist leaders would be an acceptable starting point. Rugova also denies having any information about the involvement of the shadowy Kosovo Liberation 30 Army in last week's violence in the region. Rugova went so far as to suggest that the organisation had been created by the Serbian Interior Ministry. Albania has also come out in support of Kosovo Albanian separatists. In a Monday interview with an Albanian language daily 35 in Pristina, Albanian Foreign Minister Paskal Milo said that his country would back Kosovo Albanians until they reached their dream of an independent nation. Milo has said that the problem has outgrown its Yugoslav context and become an international issue. He critised Serbian leaders for no longer having any political 40 realism. The international community appears ready to step in. On Monday, NATO announced plans to organise a conference on the Kosovo problem in May or June of next year. The conference will be held in Macedonia and will include representatives from NATO countries, 45 Belgrade and ethnic Albanians from Kosovo. However, a spokesman from the Serbian Socialist Party (SPS) again dismissed the possibility of international mediation on Monday. Zivadin Jovanovic, Vice-president of the ruling party, said that the EU and the US have clearly distanced themselves from 50 separatist aspirations which shows their support for Yugoslav unity. Jovanovic also said that the Albanian separatist's calls for outside intervention prove that they are not truly citizens of the country. KOSOVO STUDENTS IN WASHINGTON 55 WASHINGTON D.C., USA. A delegation from the Independent Union of Kosovo Albanian Students left for the US on Tuesday. The student leaders were invited to Washington by US Special Envoy for the former Yugoslavia Robert Gelbard. The students' itinerary includes a visit to the US State Department. Gelbard told media on Monday 60 that he will continue to support peaceful demonstrations and efforts to establish an Albanian language university in Kosovo.