(7/11/1997) NOTA: L'UNTAES e' la forza internazionale di protezione assegnata alla zona della Slavonia Orientale, cioe' a quel territorio della odierna Croazia direttamente confinante con la odierna Federazione Jugoslava, il cui centro principale e' Vukovar. Questo territorio fu scenario di terribili scontri dopo la proclamazione di indipendenza da parte delle autorita' di Zagabria. Da allora la regione e' amministrata autonomamente dalla popolazione serba autoctona. Dopo le operazioni di "reconquista" del 1995, la regione si e' ulteriormente popolata di profughi serbi provenienti dalla Slavonia Occidentale e dalle Krajne. Per "reintegrazione" si intende la reintegrazione della regione sotto il pieno controllo di Zagabria. -- Osijek: fine del ruolo dei militari UNTAES I SERBI SENZA PROTEZIONE (da Novosti 20/10/1997) Dopo la partenza delle forze internazionali, e malgrado le dichiarazioni che "tutto si e' risolto bene", la sicurezza dei serbi nella regione della Sirmia e della Baranja (Slavonia Orientale) e' incerta. Ieri e' cominciato il ritiro delle forze internazionali dalla regione, e con cio' e' segnato il ritiro definitivo dell'UNTAES. Mate Granic, il ministro degli esteri croato, il giorno prima a Klisa, l'aereoporto di Osijek, aveva dichiarato che la Croazia "adempie a tutti gli obblighi riguardo la pacifica reintegrazione". Granic ha specificamente affermato che la partenza dei 1700 soldati UNTAES rappresenta "la pacifica reintegrazione secondo il piano". Granic non ha detto niente riguardo ai diritti dei serbi, definiti dall'accordo di Erdut. Tale accordo promette il ritorno dei serbi nelle proprie case [nelle Krajne, n.d.crj]. La parte croata non ha ancora reso agibile nessuna delle case distrutte, ne' le ha liberate dai profughi [croati] provenienti dalla Bosnia. William Walker, commissario transitorio nella regione, nei suoi discorsi a Klisa ha evitato di accennare a questa questione, come se i serbi fossero soltanto un peso per la comunita' internazionale, per cui non vale la pena parlarne piu' di tanto. Dalla regione nei prossimi giorni partiranno i soldati russi, belgi, slovacchi. Significa che i serbi resteranno senza protezione? -- Zagabria: la morte di 3 serbi nella cittadina di Jankovci a causa di una mina sotterrata. SOSPETTATO ANCHE L'EX SINDACO DI OSIJEK BRANIMIR GLAVAS (da Novosti 20/10/1997) I media croati hanno dato poche informazioni sulla bomba che e' esplosa a Jankovci venerdi scorso. Tre serbi sono morti, mentre una donna e' rimasta gravemente ferita. La bomba e' esplosa in un luogo dove il giorno prima non c'era, il che significa che vi e' stata sotterrata. Secondo voci diplomatiche ci sono due indirizzi dai quali poteva provenire la mina anticarro. Il primo e' quello della estrema destra croata, cui interessa che le relazioni serbo-croate siano sempre piu' tese per poter cacciare via quanti piu' serbi possibile dalla regione della Slavonia orientale. I serbi pero' dovrebbero interpretare questa tragedia anche come un urlo di quelli per i quali anche in Croazia si avvicina la fine [un mese fa il regime di Tudjman sembrava sull'orlo del collasso dopo le rivelazioni di Bajramovic sulle stragi attuate dalle squadracce di T. Mercep ed a causa delle pressioni dal Tribunale Internazionale dell'Aia; cfr. http://www.ecn.org/crj/croazia.html; n.d.crj]. Il secondo "indirizzo" corrisponderebbe al "nido" di Branimir Glavas, i sostenitori del quale si erano fatti notare per i loro crimini gia' nel 1991. A loro senza alcun dubbio non sta bene la destituzione di Glavas da sindaco di Osijek ed il suo "impacchettamento" per il Tribunale dell'Aia. I giornali locali non governativi attribuiscono a lui l'uccisione di Josip Rajhl-Kiro, capo della polizia di Osijek, ma anche il collaborazionismo con Tomislav Mercep nella distruzione di case serbe e nei crimini contro i serbi della Slavonia Orientale durante il periodo 1990-1991. E' noto che Glavas fino all'inizio della guerra riforniva Mercep di esplosivi. Percio', secondo alcune fonti, anch'egli con Bajramovic, Hodak, Rimac, Mikola, Suljic ed una decina di giornalisti, con a capo i direttori del "Vjesnik" e del "Vecernji List" (di Zagabria), Nenad Ivankovic e Branko Tudjen, nonche' insieme a Mercep e Glavas, dovrebbe essere consegnato al Tribunale dell'Aia. -- EMERGENZA PROFUGHI (da Vesti 16/10/1997) Circa 300mila profughi [serbi nella Fed. Jugoslava, n.d.crj] si trovano presso parenti. Secondo le statistiche del Commissariato per i profughi della Serbia, dei 617mila 728 presenti nella RF di Jugoslavia, ancora 296715 sono sistemati presso parenti. Pagare un affitto e' appannaggio solamente di 102668 di loro. A 25439 profughi e' stata assegnata una abitazione. Nei centri di raccolta si trovano ancora 54409 profughi e altrettanti hanno dichiarato di avere "altra" sistemazione. --