Le origini della Laguna di Venezia


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L'origine della laguna veneta, si può far risalire a circa 6.000 anni fa, quando il livello del mare, dopo alterne variazioni in rapporto alle fasi di glaciazione e deglaciazione, giunse ad attestarsi sull'attuale allineamento di costa.
Da questo periodo, nella evoluzione del litorale Alto Adriatico, fu prevalente l'azione dei fiumi e del mare.
Infatti gli apparati deltizi dei fiumi padani si protrassero verso il mare in funzione del loro trasporto solido, delle correnti costiere e del moto ondoso. L'azione combinata di tali fattori portò alla formazione di scanni, che una volta emersi, in rapporto all'azione di trasporto eolico ed alla connessa formazione di apprati dunali sabbiosi, delimitarono specchi d'acqua che assunsero le caratteristiche di ecosistema salmastro, grazie alla posizione intermedia tra acque dolci ed acque marine salse.

Il flusso e il riflusso della marea spazza parte dei sedimenti e dei detriti attraverso le foci-canali che tagliano i lidi.
L'arginarsi e l'evolversi in sospensione di una laguna è frutto della interazione di due componenti fondamentali: l'apporto sedimentario dei fiumi e le correnti marine.

Le lagune costiere alto adriatiche mostrano chiaramente questa chiave geologica evolutiva.
Il materiale in sospensione condotto da i fiumi, viene depositato nell'acqua poco profonda dell'antico golfo padano.
I sedimenti cos' formatosi interagiscono con il moto ondoso originando le prime isole deltizie e cordoni sabbiosi che delimitano gli specchi d'acqua della futura laguna.

Il tratto di costa oggi compreso tra Ravenna e Grado era caratterizzato da un alternarsi di lagune ed apparati di foce fluviale in continua mutevole evoluzione.
Verso l'anno 1.000 d.C. l'area oggi caratterizzata dalla laguna veneta, risultò compresa tra l'Adige a sud e il Piave a nord; al suo interno si immettevano i fiumi Bacchiglione, brenta ed altri corsi di risorgiva tra i quali il Dese ed il Sile.
In tale epoca la laguna presentava 8 bocche a mare attraverso le quali avveniva il periodico ricambio di marea.
Nel rapporto di interazione tra apporto solido fluviale da un lato, azione della marea e processi di consolidamento dei sedimenti, dall'altro, era prevalente l'azione di apporto di materiali in sospensione da parte dei fiumi.
Di conseguenza in questo periodo i fondali lagunari e gli specchi d'acqua andavano riducendosi a parallelamente avanzavano il canneto ed i tipici ambienti palustri di acqua dolce.
Verso il mare il trasporto solido sottocostiero, dovuto ai fiumi Tagliamento e Piave a nord, Adige e Po a sud, ripasceva i lidi e talora occludeva le bocche come avvenne per quelle di Albiola e Lio Mazzor.
Complessivamente, dato il rapporto tra fattori di formazione ed evoluzione, in tale epoca quella laguna tendeva ad essere ricompresa nella terraferma.

All'interno del bacino lagunare, la marea si espande attraverso i ghebi nelle barene, ricopritosi della caratteristica vegetazione, e nelle velme completamente spoglie e affioranti solo nei momenti di bassa mare.

Epoca romana

Le lagune venete sono ricordate già in epoca  pre-romana da geografi Greci, come Eratostene, Scimmo da Chio e Strabone; la nascita stessa di Venezia e di altre città poste sulle basse lagune altoadriatiche (Ravenna, Spina, Altino, Aquileia) viene collegata alla storia dei più antichi popoli mediterranei.

E' in epoca romana, che i lidi Altinati sono menzionati quali località di villeggiatura e svago, e ricordati dal poeta Marziale per la loro solubrità.

 

Medioevo

Dall'antichità il legame tra attività umane e ambiente naturale, è stato alla base della sopravvivenza fisica della laguna, improntata su di un equilibrato rapporto tra acque dolci e acque marine.

A questo scopo dal 1300, i "Savi alle acque" intrapresero opere di diversione dei fiumi di terraferma, i quali rischiavano di interrare la laguna con le loro torbide; lo stesso Po fu deviato generando l'attuale delta.

 

Epoca moderna

In epoca moderna viene definito, con il taglio nuovissimo di Brenta e con quello del Sile, l'attuale conterminazione lagunare.

L'opera della Serenissima, se avesse risolto il prolema dell'intervento da una parte, lasciava però poco contrastata l'erosione marina dall'altra; furono così approntate le difese a mare che tutt'oggi sopravvivono: i murazzi. Il processo evolutivo instauratosi dopo la caduta della Serenissima che mostra il prevalere delle acque marine in quelle dolci, minaccia nuovamente le condizioni fisiche e biologiche che sono il supporto dell'esistenza della Laguna di Venezia