ROMA - Vi ricordate il governo delle tre "I", cioè Inglese,
Internet e Impresa? Dopo aver trasformato Palazzo Chigi in
un'impresa, Berlusconi ha messo l'inglese su Internet. Detto,
fatto. Purtroppo è una tragedia. L'inglese berlusconiano nel
sito del governo è un pasticcio comico, maccheronico, da
festival dello sfondone. E non in una paginetta secondaria, ma
nelle biografie ufficiali dei ministri. Citiamo a caso,
scorrendo le pagine del sito di Palazzo Chigi. Il maestro del
ministro Buttiglione, il professor Augusto Del Noce, è diventato
"August Of The Walnut", grazie all'inedita traduzione del
cognome. Il ministro dell'Innovazione, Lucio Stanca, risulta
amministratore dell'università milanese "Mouthfuls", nome che
nasconde la traslazione fin troppo letterale del sostantivo
gastronomico "bocconi".
Non solo, ma il suddetto ministro "has covered loads with
president of Ibm", cioè ha coperto non delle cariche ma dei
carichi (con un telone?) insieme al presidente dell'Ibm. E alla
fine ha lavorato "near the center of Ibm Italy", ciè non proprio
lì dentro ma "near", nelle vicinanze (nel posteggio?). Direte:
non è vero. Sbagliate. Sottovalutate il governo Berlusconi.
Andate nel sito www.governo.it, e arrivate all'indirizzo del
signor ministro (http://www.governo.it/sez_ministeri/biografie_inglese/
stanca_lucio.html). Vedrete con i vostri occhi. Magari vi verrà
voglia di continuare. Allora constaterete che il ministro
Marzano è autore di circa 150 "banns", parola del lessico
religioso adoperabile solo per le pubblicazioni di matrimonio.
Che è un "ordinary professor", espressione che all'estero
individua un docente dozzinale, scadente, di seconda scelta:
ordinario, appunto. E che per sua volontà non ha fatto parte del
"government Dynes", che sarebbe la versione angloamericana del
governo Dini.
Peggio è andata alla signora Moratti, ministro dell'Istruzione.
Ignorando la distinzione che viene fatta alla seconda lezione di
ogni corso d'inglese tra lui, lei ed esso, la sua scheda la
colloca nel genere neutro e ci informa che "it has two sons".
Non solo, ma a lei invece del cognome hanno tradotto il nome,
facendone "lady Joy Brichetto", mentre il suo "piano aziendale"
è diventato "slowly of reorganization". Piano, lentamente: non è
la stessa cosa? Il "piano regolatore" di cui fu autore in
gioventù il ministro Scajola viene invece presentato come un "flat",
parola che indica una superficie senza asperità, uniforme,
pianeggiante: un piano appunto. L'ipotesi che "piano" vada
tradotto con "plan" non viene neanche presa in considerazione.
Evidentemente, l'impiegato incaricato di preparare le biografie
non era stato forgiato dal governo delle tre "I", e deve essersi
affidato a un traduttore automatico, uno di quei programmi che
fanno tutto da soli. Ma non è detto che lo facciano bene, come
conferma proprio la scheda del ministro dell'Interno (carica che
viene tradotta come "minister of the Inside", ministro del
Dentro, anziché minister of Interior Affairs). Perché il
traduttore automatico lascia intatte le parole che non sa
tradurre, restituendoci un incrocio degno di "Un americano a
Roma". E dunque nel caso del ministro, ribattezzato "Claudius
Scajola", per dire che Berlusconi gli chiese una mano, la parola
"chiese" passato remoto del verbo chiedere, in inglese "asked"
viene tradotta con il plurale di chiesa, "the churches". Chiese.
E cosa gli chiese? Di riorganizzare "Italy Force", che ha un
suono simile a quello del partito del Cavaliere ma significa
tutta un'altra cosa: Battaglione Italia. Neanche gli alleati
vengono risparmiati. Il Fronte della Gioventù, di cui fu
segretario Maurizio Gasparri, viene tradotto con "Forehead of
Youth", che però significa "la parte alta della faccia dei
giovani". Altero Matteoli, ex ministro dell'Ambiente, viene
presentato come "minister of the Atmosphere", come se il suo
compito fosse stato quello di mettere la musica e accendere
l'incenso per creare, appunto, l'atmosfera. La Lega del ministro
Bossi, anziché "league", è diventata "alloy", cioè una lega
metallica come lo stagno o il bronzo. A lui non hanno tradotto
né il nome né il cognome, ma la sigla di Varese, la sua città:
era Va, è diventata Goes (ineccepibile: terza persona singolare
del verbo andare).
Il Guardasigilli Castelli invece, dopo "trent'years of job in
company" si è candidato in un collegio a cavallo tra Lecco e
Bergamo. "To horse". Andando a cavallo? Non viene risparmiato
nemmeno il ministro Ruggiero, uno che conosce l'inglese alla
perfezione. Il sito del governo, per dire che ha lavorato a un
certo Fondo, usa la parola "bottom", che sarebbe
inequivocabilmente il fondoschiena. Paga pegno persino il colto
Paolo Bonaiuti, portavoce di Berlusconi: lo hanno trasformato
nel "megaphone of the President", come se fosse un altoparlante.
Il diabolico traduttore ha colpito senza guardare in faccia
nessuno. Il Cavaliere, però, s'è salvato. La sua è l'unica
scheda in perfetto inglese. Lui sì che conosce le tre "I".
Adesso manca la quarta "I": Identificare the cretino who has
combinato that pasticcio.
(8 dicembre 2001) |