LA SECONDA 

GUERRA MONDIALE  

 

TRENI ARMATI E BLINDATI

Qui di seguito tratto dei treni armati e blindati del Regio Esercito Italiano (e del nemico) della prima e seconda guerra mondiale, ma non tralascio di accennare alle artiglierie su carrello ferroviario della Regia Marina e della Milizia Marittima (MVSN)  

GRANDE GUERRA

Non essendovi nel 1915 in Adriatico basi navali sufficienti per contrastare l’attività nemica, le coste, i suoi abitati, le vie di comunicazione, i cieli erano minacciati costantemente dagli Austriaci dal mare ma non solo. La ferrovia costiera adriatica era spesso l’obiettivo di squadre navali che comparivano al largo e che l’artiglieria da terra non riusciva a contrastare. La Regia Marina allestì quindi 12 treni armati, nell’arco di costa che va da Ravenna a Otranto. Il comando era situato ad Ancona, che era la più esposta delle città anche ad attacchi aerei. I convogli, equipaggiati con cannoni di medio e piccolo calibro da marina, erano dislocati in stazioni, reputate strategiche e con ricoveri in gallerie,  per raggiungere rapidamente la zona dove si profilava il pericolo. Già alla fine del 1915 i primi convogli erano pronti all’impiego: il loro equipaggio, benché operante su terraferma, era costituito da marinai artiglieri.

 

     
I primi treni armati, allestiti nei cantieri di Vallegrande,  dalla Direzione di Artiglieria e Armamenti del Regio Arsenale Marittimo di La Spezia, utilizzavano carri pianali tipo Poz, rinforzati e dotati di cannoni di piccolo calibro. Per montare i cannoni navali da 152 mm  l’Arsenale Militare di La Spezia costruì ex novo alcuni carri pianali di tipo speciale. Vi erano varie composizioni (carrozze chiuse e pianali) di treni. In testa e in coda al treno stavano generalmente due locomotive per entrambe le direzioni di marcia. Vi era poi un carro comando e tiro, un carro antiaereo, 1 carro munizioni, 4 carri con pezzi d’artiglieria diversa da 76/40 a 152/40 e un altro carro munizioni. Il treno logistico, da 5 a 8 carri (Cucina, ricambi, alloggi e munizioni) per la vita del personale seguiva il treno armato. Il totale degli uomini a disposizione era di 65 con 5 ufficiali. Il treno era condotto da personale civile militarizzato. Esistevano poi treni per le grosse artiglierie che svolgevano servizio da terra contro terra. L’Italia ne schierava diversi con artigliere fino al 381 mm (4 pezzi). Non vennero utilizzati nel conflitto successivo, a differenza dei tedeschi.  

Treno blindato francese- Il colonnello Gustavo Reisoli: libro “La conquista di Plava”. “…. all’alba, improvvisamente con un sinistro rumore di ferraglia, irrompe a Prilesje un treno blindato, con subito scrosciare di mitragliatrici e tuonare di cannone, portando un vero scompiglio fra gli zappatori intenti ad allestire il materiale da ponte. Formato da una locomotiva al centro e da due vagoni corazzati in testa e in coda, esso era destinato a fare improvvise apparizioni sulla ferrovia dell’Isonzo, a monte e a valle di Gorizia, per impedire, sopra tutto, i nostri passaggi del fiume. L’intervento della nostra artiglieria e l’interruzione della linea, immediatamente praticata, gli impedirono di ritentare la prova. Dopo questi avvenimenti, il giorno passò in un reciproco vigilarsi.”

   

 

Anche il nostro nemico aveva i suoi treni armati forte dell’esperienza di un anno di guerra in Russia. L’Imperialregioesercito o (KuK) austro ungarico schierava 10 treni corazzati dalla composizione similare alla nostra ma con calibri adatti a un combattimento di terra (artiglieria di marina a tiro rapido L.30 da 7 cm, L.33 da 4,7 cm e mitragliatrici Schwarzlose cal. 8 mm). Completava la sezione un vagone staffetta con materiale da massicciata per le riparazioni di circostanza. Con la nostra entrata in guerra due di questi treni vennero dirottati sul fronte Trentino (ferrovie delle valli) e Isontino (Transalpina e Meridionale). I cannoni di terra e fortezza avevano appena cessato di battere la prima ondata d’attacco quando il 9 giugno 1915 durante le nostre operazioni di forzamento dell’Isonzo a Plava (ponte del genio) intervenne il treno corazzato n. 2. del tenente Bernhard Scheichelbauer. Il forzamento di Plava attuato con un ponte girevole galleggiante (rilasciato da sponda non una passerella) necessitava di una squadra sulla riva opposta per l’ancoraggio e questa venne trovata negli uomini del 38º fanteria Ravenna. Per contrastare questa impresa il comando austro-ungarico decise di ricorrere al treno corazzato a disposizione che lasciò nottetempo la stazione di Prvacina (a sud di Gorizia) risalendo l’Isonzo. L’interruzione della linea, predisposta dagli italiani, venne riparata e alle prime luci del 10 lanciato su genieri e fanti in riva al fiume. L’azione fulminea richiedeva un immediato dietro front prima di essere intercettato dai cannoni italiani. Ripararsi in una delle numerose gallerie era una soluzione non definitiva. Ci riprovarono, ma l’interruzione dei binari questa volta era una voragine e un cannone vigilava.
Da http://www.isonzo-gruppodiricercastorica.it/doku.php/  **
 

Si ha notizia da questo sito ** di un altro attacco questa volta portato direttamente sui piazzali della stazione di MONFALCONE sulla linea Trieste Cervignano. La lotta dei granatieri era fra le ultime case di Monfalcone (avrà l’argento la brigata) e rischiava di spezzare la barriera austriaca: e allora si chiamò di nuovo il treno n. 2 che attraverso la rete triestina della Meridionale arrivò a q. 85. -“Riparati i danni ai binari e alla massicciata, il tenente Scheichelbauer decise di proseguire il viaggio in direzione di Monfalcone. Come a Plava il treno corazzato si lanciò a grande velocità attraverso la linea degli avamposti italiani  (dove nessuno aveva pensato a interrompere la linea) e raggiunse il piazzale degli scambi all’ingresso della stazione di Monfalcone, immediata retrovia del fronte, dove sostavano truppe di riserva e si svolgevano operazioni di carico e scarico di materiali bellici. Approfittando della sorpresa e dello sbigottimento causato dal suo irrompere, il treno aprì immediatamente il fuoco con tutte le sue armi sugli obiettivi visibili… il ritorno … La forte salita verso Aurisina però ostacolava il viaggio di rientro e richiedeva tutta la potenza della locomotiva, che mostrava con getti di scintille e sbuffi di fumo la sua posizione all’avversario. Sulle luci si concentrò presto il violento fuoco d’artiglieria da parte dei difensori, riavutisi intanto dalla sgradita sorpresa. Inseguito da numerose granate che esplodevano nelle sue immediate vicinanze, il treno ebbe solo trascurabili danni provocati da schegge e fece ritorno praticamente indenne alla sua base a Prevacina”. Il treno n. 5, operò per un po' in Valsugana, poi vista l’inutilità contro l’artiglieria pesante vennero entrambi ritirati o confinati a piccole azioni

     
SECONDA GUERRA MONDIALE  


 

All’inizio del secondo conflitto i treni armati di marina erano sempre gli stessi della grande guerra, divisi fra i comandi di La Spezia e Taranto (6+6). I treni dovevano sempre essere pronti a partire e dove si posizionavano, venivano abbassati i martinetti idraulici sulle massicciate o traversine e sganciate le motrici che riparavano in tunnel ferroviari. La motrice era l'unica a dare al convoglio la necessaria sicurezza e mobilità. Spesso i treni stazionavano dietro ripari rialzati lungo costa sia in azione che in eventuali binari morti del lungomare contro i tiri tesi dal largo di naviglio nemico. La maggior parte dei treni liguri operava a difesa del porto di Genova e delle numerose installazioni militari (cantieri, arsenali, raffinerie etc.). I treni di Taranto non servivano per difendere solo la città, sede di flotta, o la costa adriatica, bensì  le coste meridionali in particolare la Sicilia soggette a sbarchi. Reparti della Dicat coadiuvavano all’esercizio di queste artiglierie.

 
L’organico di questi treni era aumentato ora a quasi 120 persone. I grandi calibri dei treni armati non servivano in un paese che non aveva ancora la guerra in casa (dall'estate del 40 a quella del 43), mentre nei paesi occupati ci si improvvisò con mezzi di fortuna a disposizione come sulla Addis Abeba - Gibuti. Il paese che in misura maggiore richiese la dislocazione di questi mezzi fu la Jugoslavia, nella striscia costiera occupata e nella provincia slovena di Lubiana (nuova provincia italiana dal 1941). In queste situazioni però non eravamo di fronte a un nemico schierato, bensì ad una lotta clandestina di guerriglia. In Jugoslavia, vennero allestiti alcuni treni armati, trainati da locomotive pure blindate. Questi treni erano costituiti in genere da comuni carri merci a due assi con le pareti rinforzate, da una intercapedine riempita di sabbia. Il materiale offensivo “imbarcato” era costituito dal solito Breda 37 da 8 mm e dal 47/32 proveniente dall'esercito. Andava peggio quando si doveva utilizzare la FIAT Mod. 35 da 8 mm scudata ed il mortaio Brixia da 45 mm !!!. Altri vagoni ancora, assegnati alla milizia ferroviaria, montavano due mitragliatrici di vecchio modello S.I.A. da 6,5 mm collocate su un affusto speciale. Unici veri treni blindati, messi in linea in Jugoslavia e nelle terre giuliane nell'autunno 1942, furono le 5 littorine (blindate) ALn56 della FIAT -Ansaldo (vedi a destra sotto).  

Decauville a cremagliera in servizio da Rocchette ad Asiago nella grande guerra

treno finnico armato 1939

     
SECONDA GUERRA MONDIALE: Da motori di Nicola Pignato: Una locomotiva tipo 905 a vapore, due carri F, un carro cannone dotato di vomere scacciapietre, un carro scoperto a sponde alte in lamiera e rivestimento interno in legno con intercapedine (27 cm) riempita di terra compressa, un carro mitragliatrici, con la stessa blindatura o maggiore. Tre treni di questo tipo ebbero sede a Ogulin, Lubiana e Karlovac. Dalla primavera del 42 se ne aggiunsero altri a Perkovic-Plavno, Ragusa e Fiume.  

carrozza  FS blindata per comando

Il totale dei convogli di questo tipo in località minori aveva raggiunto il numero di 11 numerati pero da Tb 0 a Tb 10. L’impiego doveva riguardare solo la scorta a lavoratori sulla linea, il rifornimento e soccorso a stazioni isolate e trasporto comandi e ufficiali oltre la ricognizione e la protezione viadotti.  Gruppo con base logistica alla Spezia: 5 T.A. antinavi: a Vado, Albenga, Albissola, Cogoleto, Recco e il T.A. contraereo da 76/40 mm a Sampiedarena. Gruppo con base logistica a Taranto 4 T.A. antinavi: a Carini, Termini Imerese, Crotone, Porto Empedocle; T.A. contraerei a Siracusa ( T.A. 102/1/T ) e a Porto Empedocle (T.A. 76/1/T).  Nel novembre del 1941 venne deciso di sostituire i due cannoni contraerei da 76/40 mm in dotazione a ciascuno dei T.A. 152 di Taranto con mitragliere da 20 mm; gli otto pezzi resisi disponibili furono usati per armare due nuovi treni con 4 cannoni da 76 e due mitragliere da 20 ciascuno, i nuovi treni furono il T.A. 76/2/T e il T.A. 76/3/T che furono assegnati rispettivamente a Licata e a Mazzara del Vallo. Il 1° luglio 1943 (alla vigilia dello sbarco  anglo -americano) in Sicilia vi erano 10 treni armati T.A, così dislocati >>>>>>    T.A. 152/1/ T a Termini Imeresecimitero littorine corazzate
T.A. 152/2/T a Carini
T.A. 102/1/T a Siracusa

T.A. 120/3/S e T.A. 76/1/T a Porto Empedocle
T.A. 76/2/T a Licata
T.A. 76/3/T a Mazara del Vallo
T.A. 120/4/S a Catania
T.A. 120/1/S a Sidereo
T.A. 152/3/T a Croton
e.
 
   

Sopra Littorine abbandonate sul Carso Triestino ex museo Enriquez. La blindatura in lega ferro cemento si sta aprendo e nessuno conosce la composizione tecnica della malta che li legava

TRENI E MEZZI LEGGERI BLINDATI    
La rete ferroviaria Jugoslava, escludendo le pianure dell’interno, non soggette alla giurisdizione militare italiana, era costituta da un asse principale, nord sud lontano dal mare, Lubiana, Novo Mesto, Karlovac o Carlobago, Ogulin, Gospic, Gracac, Knin (o Tenin) e terminal a  Spalato sul mare. Si congiungevano a questa linea bracci laterali per Fiume (da Ogulin: da Fiume a Spalato via Ogulin erano 320 Km), Sibenik e Sinj da Spalato. Trieste si collegava a Lubiana sul II asse ferroviario Lubiana -Postumia (Italiana dal 1920) - S. Pietro - Fiume (la ex asburgica meridionale). La linea ancor più a sud Cattaro, Ragusa (Dubrovnik), Mostar, Sarajevo a scartamento ridotto era solo parzialmente in zone da noi controllate (vedi Montenegro). La Ferrovia Lubiana Spalato attraversava comunque zone impervie, con andamento tortuoso e con notevoli dislivelli e continue interruzioni per neve e per i sabotaggi dei partigiani. Il tratto Gracac-Knin (il peggiore) veniva spesso chiuso per scontri. La ferrovia correva in territorio smilitarizzato secondo gli accordi del 20 maggio 41. Nel Giugno del 41 la 2a Armata Italiana stava progressivamente ritirando le sue truppe dalla Croazia quando, il 27 luglio, scoppiò una rivolta nella Lika serba contro i croati ivi dislocati. I serbi occupano la città di Gospic ed altre località minori e minacciarono Gracac (Gli ustascia croati si erano distinti per eccidi di massa oltre che contro le minoranze serbe e musulmane anche verso gli ebrei). Per evitare che la situazione degenerasse  la Divisione Sassari venne spostata da Sebenico (Sibenik) a Knin, senza trovare resistenza da parte dei Serbi. Per questi motivi e per prevenire altri scontri tra le diverse etnie e religioni la 2a Armata ricevette l’ordine di occupare l’intera fascia smilitarizzata e assumere il controllo del tratto della linea Ogulin, Gospic Gracac, Knin. La rivolta per il momento ebbe fine. Il 21 agosto il Poglavnik Ante Pavelic è costretto ad accettare il  potenziamento della presenza italiana in Croazia, a scapito della sua sovranità. Per il potenziamento della protezione della linea venne esaminato un piano che introduceva treni armati a partire da ottobre (41).    La difesa antisbarco di questi mezzi nel sud della Sicilia fu ininfluente ai fini del conflitto Da cronologia.it  Comando  Marina in Sicilia, Amm. di Squadra Pietro Barone (competenze su: Piazza Militare Marittima di Messina - Reggio Calabria; Augusta - Siracusa; Trapani; treni armati di Siracusa, Catania, Licata e Porto Empedocle ….Rintelen il 12 luglio, informava e chiedeva spiegazioni a Roma: "Sino ad oggi nessun attacco nemico ha avuto luogo contro Augusta. Gli inglesi non ci sono mai stati. Ciononostante il presidio italiano ha fatto saltare cannoni e munizioni e ha incendiato un grande deposito di carburante. L'artiglieria contraerea in Augusta e Priolo ha gettato in mare tutte le munizioni e poi ha fatto saltare i cannoni…. 
   
  Littorina Libli all'uscita dalla fabbrica
   
Da agosto 42 entrarono in servizio le autoblindo ferroviarie AB40 e AB41 (sotto), le 41 avevano in più una mitragliatrice Breda Mod. 38 da 8 mm in postazione contraerea ed erano dotate di un proiettore fisso posto sul lato sinistro della torretta (per le AB40) o su quello destro (per le AB41). Ai mezzi erano stati sostituiti i pneumatici (che restavano appesi al fianco) con ruote ferroviarie. Il cambio con la gommata non richiedeva troppo tempo. Delle caratteristiche proprie di questo mezzo, quando opera su strada ferrata a favore solo: corazzatura (leggera), inversione di moto, massa di fuoco in tutti i sensi. Contro: impossibilità ad operare contro formazioni partigiane dotate di armi pesanti e mai di notte quando diventava un facile bersaglio. Al 15 maggio 1942 i mezzi costituivano una Compagnia autonoma autoblindo ferroviarie con appoggio del personale del Genio Ferrovieri (ufficiali e sottufficiali) per la gestione ferroviaria e dell'arma di cavalleria  per piloti, mitraglieri e meccanici. L'organico del reparto consisteva in un comando compagnia, con due blindo, e due plotoni  con 4 macchine cd., per un totale di 10 mezzi. L'attività in Slovenia e Dalmazia ebbe inizio dal 5 agosto 1942. Impiego similare a quello dei treni con prevalenza di avanscoperta sul treno programmato. La circolazione di questo mezzo era assoggettata alla segnaletica ferroviaria in quasi tutti i casi (Si circolava su binario unico in coincidenza con altri trasporti) e operava in squadre di due mezzi (in testa e in coda). 

Le littorine armate Libli (a fianco) entrarono in servizio a novembre del 42.  La Libli 1 ebbe scontri violenti nei giorni 25 e 26 dicembre 1942 nella zona di Gracac, dove era stata inviata con 2 autoblindo a sorvegliare la linea. L’uso delle autoblindo in avanscoperta serviva ad evitare sabotaggi e danni maggiori ai convogli che seguivano … 

 

Le littorine (Libli) erano invece in grado di raggiungere una velocità massima di 70/80 km/h. Ogni littorina armata era suddivisa in tre compartimenti corazzati: uno centrale, con una mitragliera Breda Mod. 35 da 20/65 per la difesa contraerea su affusto a candeliere in postazione circolare ricavata nel tetto o due mortai da 81 mm o due lanciafiamme e quattro o sei postazioni laterali per mitragliatrici Breda Mod. 38 cal. 8 mm piazzate per fiancata in postazione singola con snodo a bulbo (scomparto che rappresentava la vera e propria camera di combattimento e che conteneva anche i sedili pieghevoli per i mitraglieri), e due laterali, dove trovavano posto il sedile di guida del manovratore ed il sostegno di ciascuna torretta di carro M 13/40, dotate di pezzo da 47/32.  a.c..Tutte le macchine erano dotate di stazione radio Marelli RF 2 CA e di proiettori mobili sul tetto e l'equipaggio variava da 12 a 15 uomini. 

 

MATERIALE FERROVIARIO ESPLORANTE E DI SERVIZIO DA AUTOMEZZI COMUNI

 

AB40 con cerchioni ferroviari e gomme

 

     
Da "Motori" di Nicola Pignato: Il nemico per intralciare la circolazione preferisce ordigni esplosivi di vario genere compresi quelli comandati elettricamente. Sbullonamento di stecche di congiunzione, arpioni e viti dado. Asportazione di massicciata e rotaie. Le curve vengono anche sopraelevate per far perdere al treno aderenza. Tutti questi sistemi vengono spesso combinati assieme prima di attaccare il treno incappato nel blocco. Le libli corazzate si prestano bene anche per il trasporto di ufficiali superiori fuori dalla zona di competenza o in missione diplomatica a Zagabria, capitale dello stato Croato. Un modello similare era chiamato dai tedeschi “panzerdraisine”

Treno armato russo

 

Treno armato dipinto di Severini

     

 

http://digilander.libero.it/avantisavoia.it/Genio_Ferrovieri.htm 
http://www.cmtonline.it/Littorina_Libli.htm  modellismo littorina
http://genieminiature.com/Trains militaires.htm  http://digilander.libero.it/avantisavoiait/PonteBorovnica.htm       
La ricostruzione del ponte di Borovnica da parte del Genio Ferrovieri
http://www.gspo.ru/lofiversion/index.php/t2118.html  scene dalla rivoluzione russa

http://www.pietrangeli.net/articoli/ARTICOL._SU_TRENI_EMERGENZA per tecnica professionale 2008.doc
 

 

152/40 modellismo Historica

          

   
 

pontoni della regia marina in laguna e lungo i fiumi veneti nella Grande Guerra

     

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