LA SECONDA 

GUERRA MONDIALE  

 

MONETA DI GUERRA 1a parte
D'OCCUPAZIONE, PROVVISORIA, D'EMERGENZA, DI PACE, DI CIRCOSTANZA........

Moneta partigiana, della R.S.I. e il grande MILLE (in calce)

Nella prima parte della Storia dei Bersaglieri avevo riepilogato, a grandi linee, la situazione che s'era creata al momento dell'Unità d'Italia (1861) in presenza di tante e diversificate monetazioni locali. Con la conquista (o liberazione) del Sud da parte di Garibaldi l'intera penisola, escluso le Tre Venezie e Roma, era finita infatti sotto il controllo della casata franco-italiana dei Savoia che rinominò la sua lira piemontese o sarda in lira italiana. Metodi e filosofia di questo cambio sono rintracciabili alla pagina Brigantaggio 1859/62. L'unione di economie diverse, facendo pesare il costo delle ultime campagne militari sui nuovi entrati (in parole povere sui vinti), deprimerà e spaccherà di fatto il paese in due entità economiche (Nord-Sud) che non riusciranno più a ricomporsi. Del resto questa era ed è la regola: le guerre costano,  si pagano e quasi mai le paga chi vince. Le discussioni di coloro che avvalorano un Sud più ricco del Nord, non fanno che giustificare un prelievo che aveva un margine di sicurezza. Per chi invece, come me, dice "si al Sud c'erano realtà economiche floride e di prestigio derivanti da una protezione doganale, ma anche vastissime aeree di sottosviluppo e di miseria e su queste andò ad incidere il prelievo", le cose cambiano di molto. Se una tenue possibilità c'era andò definitivamente perduta con la 2a guerra mondiale quando per quasi 2 anni ebbero corso al sud e centro Italia (liberate in 12 mesi entro agosto 1944) le famigerate lire alleate (o AM lire che tratteremo nella 2a  parte) propagatrici di miseria, inflazione e degrado sociale. Se ne accorsero anche gli alleati che dopo il 25 aprile 1945 non le imposero al Nord (ex R.S.I.) dove erano sempre rimaste in circolazione le lire monarchiche!!!  ( lira monarchica che, incredibile ma vero, aveva corso legale anche in Jugoslavia, il dollaro si vede non era poi così apprezzato). Gli Stati Uniti imposero il corso legale della loro Amlira, senza alcuna limitazione e controllo, ad esclusivo favore dei soldati (stipendi e consumi) e della logistica dei belligeranti (la guerra la paga chi perde e non è finita li di solito). Le merci rastrellate con le Amlire erano in gran parte controllate da organizzazioni criminali, a cui gli stessi americani avevano aperto i posti chiave (vedi nei personaggi Poletti). Questa breve annotazione e i paragrafi che seguono non esauriscono il discorso sulla monetazione "incombente" di guerra e su tutte le sue emissioni e forme. Maggiori informazioni ai singoli casi e polemica sempre aperta (se qualcuno ravvisasse inesattezze, ancorché dimenticanze è pregato di comunicarlo: gli sarà riconosciuto il dovuto credito). I nostri esempi "incompleti" non coprono l'intero mondo delle monete di guerra e d'occupazione, ma solo i 100 anni che vanno dal 1861 al 1960. L'uso di emettere banconote d'occupazione non era nuovo e risaliva, per non andare troppo nel passato, già al periodo napoleonico (rivoluzionario), che con le sue banconote non emetteva cartamoneta  "d'occupazione", bensì direttamente moneta del vincitore (vedi più sotto 2 esempi). Quando è stato possibile abbiamo abbinato anche l'affrancatura postale d'emergenza, emergenza che come le monete aveva però spesso vita breve e contrastata. 

SOMALIA  1893

Saltato in parte il primo periodo coloniale italiano (l'Eritrea) la prima cartamoneta che apre il nostro racconto è il biglietto coloniale qui a sinistra. Nel maggio del 1885 veniva concluso il primo accordo commerciale col sultano di Zanzibar che porterà alla costituzione dell’embrione della Colonia Somala (vent'anni dopo) per il momento terminal commerciale di prodotti esotici.  La fascia di costa meridionale con le città di Mogadiscio e Brava (l'Oltregiuba di Chisimaio escluso per ora) venne gestita dalla società mercantile  privata Filonardi Vincenzo & C, e dalla Società del Benadir creata appositamente. 

>> A destra bollo provvisorio dell'Oltre Giuba

<<< a sinistra biglietto coloniale Somalo da 5 Rupie della Filonardi

OCCUPAZIONE AUSTRIACA DEL VENETO - 1918

Dopo Caporetto gli austroungarici disposero la creazione, per le terre venete occupate, di un istituto di credito chiamato "Cassa Veneta dei prestiti" che provvide alla stampa di buoni a corso forzoso (a sinistra). Il recupero di questa carta moneta sarebbe dipeso solo dalla loro vittoria.  Gli studiosi odierni fanno notare che nessuno firmava le banconote, come nessun riferimento faceva risalire l'emissione a Vienna.  (Firme, luoghi e emittente non servono per recuperare i soldi, ma almeno per individuare i farabutti). Con la battaglia del Piave e la fine della guerra i buoni erano rimasti nelle mani dei contadini veneti che avrebbero dovuti imputarli a perdita di capitale. La Banca d'Italia, allora non ancora ente esclusivo di emissione, si assunse però l'onere di rimborsarli. Ritornarono per la distruzione 52 milioni di lire. Probabilmente poi l'Italia vittoriosa li metterà nel conto dei danni di guerra (si spera)

<<< bollo postbellico ad uso ex trentino austriaco.

1 GIUGNO 1918. – Oggi avrebbe dovuto cominciare la grande offensiva nemica: è stata invece posta in circolazione una nuova carta monetata “a corso legale" per noi italiani dei paesi occupati. Il taglio più grosso, a quanto io sappia, è di L. 100, il più piccolo L. 0,05. Della garanzia di questa carta ci fa edotti l’iscrizione: “Buono della Cassa Veneta dei Prestiti.,, Tutto detto. Gli italiani dei paesi occupati non devono ricevere moneta austriaca, neppure un centesimo: e però coll’istessa carta viene pagato anche l’ esercito invasore sin che é qui: a chi parte viene cambiata dalla banca installatasi nel palazzo di Vincoletto in via “Argine a Sinistra". A pace conchiusa chi la pagherà questa carta? - Naturale, chi perde paga. In ogni ipotesi noi dobbiamo fare le spese agli invasori, che ci martirizzano e che combattono contro i nostri fratelli, che sino ad ora ci hanno spogliato col saccheggio, colla rapina, colla “requisizione" e che d’ora in poi ci ruberanno il sudore della fronte dicendo di pagarcelo, se pur lo pagheranno, con una moneta priva di valore. In una parola: E’ un furto elegante, una truffa colossale in guanti gialli. Fonte Fronte del Piave

 

FIUME 1919-1924

 

Quando nel settembre del 1919 D'Annunzio giunse a Fiume oltre agli onori gli toccarono anche gli oneri. L'impresa fiumana era quanto di più strampalato si potesse immaginare: nessuna base produttiva, visti i porti bloccati, nessun scambio con l'entroterra che gli era ostile, nessuna facilitazione dall'Italia, che allora si era piegata al volere di Wilson negandogli l'appoggio. I più sfegatati facevano pirateria e contrabbando e si viveva anche coi pochi soldi veri che personalità dell'epoca facevano giungere al vate. Per pirateria si intende assalti a natanti in adriatico. La moneta ungherese (Fiume era enclave del Regno d'Ungheria), che era stata annullata già all'indomani della vittoria ma era presente nelle banche in grande quantità. Cosa  più semplice se non quella di autorizzarla con un timbro tondo che postava anche l'autorità del  vate su una città allora priva di destino. La maggioranza era italiana, mentre il contado era croato. Il tutto sotto una nuova corona d'Ungheria che non vedrà mai la luce e che sarà esclusa dalle terre Slave. 

sotto un bollo della REGGENZA ITALIANA DEL CARNARO  (Poste Fiume) riutilizzato dal 1924 quando la città venne affidata, con Zara alla Corona  Italiana col trattato di Roma.

 

Fiume storicamente non fu mai sottoposta a Venezia, se non per un breve periodo nel 1508. Divenne «Corpus Separatum» annesso all'Impero d'Austria  fino al 1822, salvo la parentesi napoleonica, ma poi tornò sotto la giurisdizione amministrativa asburgica (non politica, ma sempre Austria era) dei croati di Francesco Giuseppe dal 1848 al 1868. I fiumani dopo proteste ritornarono al Regno separato  della corona d’Ungheria (ma sempre Asburgo erano) che ne riconobbe l’autonomia. Nell'anno 1921 dopo la cacciata di D'Annunzio* si tengono le prime elezioni parlamentari, alle quali partecipano gli autonomisti e il Blocco Nazionale (BN) pro-Italia. Il Movimento Autonomista (MA) riceve 6558 voti e il Blocco Nazionale (partito fascista, liberale e democratico) 3443 voti. Presidente diviene il capo del MA, ossia Riccardo Zanella. Con un colpo di mano (3/3/1922), il BN prende il potere a Fiume; il governo legale scappa a Porto Re (Kraljevica). La questione si chiuderà il 27 gennaio 1924 con la stipula del Trattato di Roma con il quale veniva riconosciuta l’annessione della città all’Italia.

ISOLA DI VEGLIA O KRK

ISOLA DI ARBE O RAB

I bolli sopra sono emessi nel 1920 (nov) ma non comprendiamo la sovrastampa che non aggiunge nulla

* Ma cosa era successo nel frattempo?: Il 12 Novembre 1920 un accordo diretto siglato a Rapallo tra l’Italia e il neonato Regno dei Serbi, Croati e Sloveni aveva dato vita, mutilando parte dell’area portuale di Fiume oltre il fiume Sussak, allo Stato Libero di Fiume, che sorse in effetti solo dopo il "natale di sangue" del '20, con una propria Costituente regolarmente eletta fra tutte le etnie ed ebbe un suo presidente nella persona di Riccardo Zanella di MA (una replica di Danzica in Adriatico).

SOMALIA 1920

Nella embrionale colonia somala al posto dei buoni fiduciari lo Stato, che aveva assunto il governo centrale, faceva circolare una moneta d'argento, la Rupia, coniata a Roma in quantitativi modesti per l'uso limitato che se ne faceva. Nonostante l'aggio durante la guerra l'argento ebbe sbalzi di quotazione verso l'alto che ne rendevano antieconomica la circolazione. Al pari dell'argento anche l'oro subiva rincari e diminuzioni, facendo dire ai monetaristi che la carta moneta era parimenti più stabile. Per 5 anni la banca d'Italia immise quindi in colonia rupie e multipli in cartamoneta che vennero ritirati nel 1925. 

reggenza carnaro

Francobollo legato  alla occupazione  "vendicativa" di Corfù del 1923

Francobollo circolante a Pechino (Cina) ad inizio secolo negli

Uffici Postali dislocati all'Estero (non necessariamente erano colonie).

Francobollo della occupazione delle Isole del Dodecanneso nel 1912

  NOTGELD ALTA SLESIA  

Da Wikipedia: Monetazioni di necessità sono state presenti in varie parti del mondo. Tra gli esempi noti del passato meno recente ci sono il:
Token -cioè gettone-: Regno Unito, XVII- inizi XIX secolo
Notdaler o Grörtzscher Notdaler, tallero svedese emesso durante la "Grande guerra del Nord" (1700-1721)
Ledergeld - denaro di cuoio-: emesso la prima volta da Luigi IX di Francia, verso il 1250 durante la prigionia nel corso della 7a crociata. Monete di cuoio circolarono intorno al 1573-74 anche a Leida emesse dagli spagnoli e nei centri minori della Russia nel XVIII secolo.
Oxford Crown: moneta d'argento da 5 scellini emessa nel 1644 durante la guerra civile, con il panorama della città e il ritratto di Carlo I.
Inchiquin money: in Irlanda durante la ribellione irlandese del 1641. Da Murrough O'Brien, lord di Inchiquin, che aveva il comando dei protestanti
Kolberger Notgeld: talleri fatti emettere nel 1807 a Kolberg dal generale August von Gneisenau, comandante della città durante l'assedio stretto dalla truppe napoleoniche. Furono creati dei buoni di cartone (Pappcoupon) delle dimensioni di ca. 6,4 × 4,4 cm con "königliche Garantie" (garanzia del re): Furono scritti a mano dalle studentesse del Liceo di Kolberg. Nell'immagine il Notgeld della zona d'occupazione dell'alta Slesia del 1920: La prima grande emissione di Notgeld iniziò allo scoppio della I guerra mondiale. A causa dell'inflazione - provocata dai costi della guerra -, il valore dei materiali con cui le monete erano prodotte divenne maggiore di quello nominale. Molte istituzioni iniziarono a tesaurizzare la monete. Inoltre il metallo usato per la coniazione divenne necessario per la produzione bellica. Il Notgeld fu principalmente emesso in forma cartacea, simile a banconote. A volte per le monetazioni d'urgenza furono usate anche forme metalliche (soprattutto zinco), pellame, seta, lino (Leinengeld), francobolli, lamine d'alluminio, carbone, e porcellana (Porzellangeld); sono citati anche zolfo e vari tipi di carta e cartone (ad es. carte da gioco)

in base alle disposizioni emanate dal trattato di Versailles i primi francobolli, disegnati appositamente per la regione soggetta ai plebisciti (Polonia), furono emessi in tre lingue:tedesco, francese e polacco, e furono usati contemporaneamente ai francobolli tedeschi sovrastampati per la Commissione interalleata (C.G.H.S.).
 

   
                   

Badische Aniline Soda Fabrik

moneta di fabbrica - Leuna Germania 1923

moneta d'occupazione tedesca in Ucraina nel 1942

Ammoniawerk Merseburg

     

carta moneta della Chinese Italian Banking Co.

TIEN TSIN 1921

La rivolta dei Boxer in Cina (1900) da l'occasione alle potenze occidentali di intervenire nei fatti interni del grande paese. Il 4 agosto 1901 i contingenti internazionali vengono ridotti. In Cina rimangono 620 bersaglieri ridotti l'anno dopo a 470. La rappresentanza Italiana fu completamente smobilitata nel 1905 ad eccezione del personale e dei marinai del battaglione S. Marco nella concessione commerciale di Tien Tsin che ammainerà la bandiera l'8 settembre 1943.

Bollo regolare di Tien Tsin (Cina)

ALBANIA 1926

L'Albania, resasi indipendente anche grazie  all'apporto italiano, non aveva una sua moneta nazionale. Nel 1925 si costituì a Roma la Banca Nazionale Albanese (partecipata a maggioranza dal Credito Italiano), che in base agli accordi avrebbe gestito gli aspetti monetari del protettorato economico e militare (All'Italia andavano varie funzioni compresa la rappresentanza estera). Una prima monetazione venne ritirata perché recava stampigliata l'aquila romana, emblema fascista. Già anni prima circolavano però lire irregolari  http://www.delpt.unina.it/stof/12_pdf/1.2.pdf

 

5 franchi oro albanesi. Il Franco (da Francia) oro dava più credibilità che la lira ?.

Dopo l'8 settembre la moneta a doppia lingua, e col fascio littorio continuò a  circolare http://www.filateliaefrancobolli.it/speciali/estero/   L'Italia aveva aperto molti uffici postali all'estero, compreso Scutari di Turchia, che spesso rischiano di essere scambiati per emissioni coloniali o d'occupazione. Erano invece semplicemente degli uffici postali per facilitare la corrispondenza con la madrepatria o i paesi mercantili del mediterraneo (o altri nostri approdi commerciali)

Sopra francobollo della grande guerra nel settore di Scutari di Albania (non di Costantinopoli), ma sempre piastre turche sono.

 

GRECIA - ISOLE ad esclusione del Dodecaneso Italiano

GRECIA 1941

Quando, con l'aiuto tedesco dell'aprile 1941, la Grecia si arrese, Mussolini era convinto di gestire e non cogestire l'amministrazione del paese. Aveva già provveduto a stampare carta (buoni d'occupazione in dracme a sinistra) che la banca centrale greca avrebbe convertito in dracme tradizionali (senza copertura) a richiesta. Il Governatore di Banca Italia nell'agosto 1941 fece rilevare che anche i tedeschi avevano emesso circolante d'occupazione e che l'aumento della massa monetaria avrebbe provocato il collasso del paese, che puntualmente avvenne. La circolazione greca, che non arrivava a 20 miliardi di dracme in marzo, a fine anno raggiunse i 50. A questi si debbono aggiungere i Tedeschi che non furono da meno. L'Italia sospese la sua circolazione nella primavera del 42, ma l'emesso non venne mai regolato. 

Lo smacco subito da Mussolini in terraferma (Grecia) si ritorse contro le isole che fronteggiavano le coste italiane: Corfù, Cefalonia, Zante (Zacinto), Itaca, Paxo, Cerigo e Leucasa da lui considerate terre perse dalla ex  Repubblica di Venezia. L'emissione, che a questo punto era più politica che pratica, si risolse nella stampa di cartamoneta  per una cifra di 2 miliardi di dracme convertibili, come altre monete, al rapporto di cambio di 8 dracme per una lira.  La limitata e ordinata (cambio) circolazione non provocò inflazione e non peggiorò la situazione sociale. I tedeschi nel 1943  qui, anche come gesto di vendetta, compirono la strage della divisione Acqui sulle isole di Cefalonia e Corfù.

1874 Sopra Banca Romana 80 anni dopo. Nelle vecchie monete (a sinistra in basso) spicca il fascio romano oltre alla scritta Liberta, Eguaglianza tipica della Rivoluzione Francese

I sei (5) giorni supplementari di fine anno o Giorni Sanculottidi:
Giorno della virtù (17 settembre)
Giorno del genio (18 settembre)
Giorno del lavoro (19 settembre)
Giorno dell'opinione (20 settembre)
Giorno delle ricompense (21 settembre)
Giorno della rivoluzione (solo negli anni bisestili)

(<<< vedi il nome del mese fruttifero o Fruttidoro cha andava dal 18 agosto al 16 settembre, a cui si aggiungevano 5 giorni di fine anno per arrivare a 365. Il 5 ottobre 1793 la Convenzione aveva adottato il nuovo calendario, il cui anno I° iniziava il 22 settembre 1792 (Vendemmiaio), giorno della proclamazione della Repubblica. I mesi erano di 30 giorni ciascuno, divisi in tre decadi. Quel calendario andò fuori uso col I° gennaio 1806)

LE MONETE DI GUERRA PIU' ANTICHE

 

Cartamoneta napoleonica per Roma nell'anno 7° della Rivoluzione francese

 

ASSEDIO DI MANTOVA: GIUGNO 1796 - FEBBRAIO 1797 (sopra)

Sconfitti ripetutamente nell'estate del 1796 gli austriaci si ritirano in agosto nella fortezza di Mantova con 13.000 uomini da sfamare, bestie comprese, su una popolazione civile che non supera le 20.000 unità.  Come si sa in guerra volenti o nolenti le cose si requisiscono (finché ci sono). Le parvenze di monete adottate come forma di pagamento sono solo uno specchio alla legalità. Il comando militare comunque aveva imposto alla cittadinanza il pagamento di una certa cifra (50.000 fiorini) per tutte le esigenze compresa la paga del soldato. Se c'era una cosa sacra allora con gli eserciti di professione era rispettare il contratto. I soldi secondo le leggi economiche non si inventano, non si creano dalla sera alla mattina e se fasulli hanno sempre delle conseguenze. E così si fece: vennero stampate (6/10/1796) cedole numerate su cartaccia di vario taglio, ma non formato, di soldi e lire. La più alta di 135 lire anche se a corso legale è forzoso veniva rifiutata.  Molte vennero ritirate il 16 gennaio 1797 alla vigilia della capitolazione ai francesi (2/2/1797 Piovoso).

 

 

Bollo greco sovrastampato:  Cefalonia e Itaca 1941

AMFRANCS (le amlire francesi)

Le Amlire italiane (vedi 2a parte) avevano una replica in Francia dopo lo sbarco in Normandia (Giugno 44). Duramente contestati gli Amfranchi, non fosse altro che De Gaulle era già belligerante quando gli Americani se la tiravano. Le notizie sono scarse e solo qui se ne parla.  moneta d’occupazione in inglese. http://www.ibiblio.org/hyperwar/USA/USA-E-Supreme/USA-E-Supreme-13.html

 Le débarquement effectué, les Américains mettaient leur fausse monnaie en circulation auprès de la population normande qui l’utilisait avec une grande méfiance et qui cherchait à l’utiliser le plus rapidement possible, en payant leurs impôts, par exemple. C’est ainsi que la recette perception de Bayeux allait encaisser 55.000 de francs AMGOT sur 130.000 francs d’impôts collectés. Les Alliés utilisaient les billets pour régler les salaires des salariés qu’ils emploient. Ils dédommageaient ainssi les paysans dont les champs avaient été réquisitionnés. Montgoméry s’étonnait de cette méfiance « C’est du bon argent ! C’est notre argent ! » Les billets AMGOT circuleront jusqu’à la fin du mois d’août 1944.

General de Gaulle rejected the AMGOT (allied military governement of occupied territories) notes and called them forged currency. He wrote in his Mémoires de Guerre: "The troops and services which shall land soon are provided with a so-called French currency, made abroad and absolutely not recognized by the Government of the Republic." After the 6 June 1944 landing, the AMGOT notes caused a dispute that lasted several weeks. On 8 June, the Provisory Government of the French Republic warned the American and British governments, stating that "it shall not recognize any legal value to the labels released without its consent." However, the AMGOT notes were released in Normandy, where they were not really popular. François Coulet, first Commissioner of the Republic, called them "odd dollars decorated with a Tricolor flag", and mentioned that local people attempted to get rid of them as soon as possible, for instance when paying income tax. Coulet advised the banks to accept the notes in order to keep them out of trade. He complained about the situation at General Montgomery, who said on 9 July: "What the fuss with the notes we have brought? I have been told that people don't want them. People must accept them, we must force them to accept those notes. That is good money: that is our money!"The AMGOT notes were used in France until the end of August 1944. The French national flag is shown on the reverse of the AMGOT banknotes, which exist in two formats, nearly square for 2, 5 and 10 francs, with the same reverse; and rectangular for 50, 100 and 1,000 francs, with the same reverse. In the latter series, the flag can be omitted from the reverse and replaced with FRANCE. Such a banknote exists for 500 francs

A loro volta i tedeschi imposero i Reichs Mark RM l'8 settembre 1943 sempre sovrastampati su vecchi valori, la parola Montenegro non viene Germanizzata.

     

Occupazione del MONTENEGRO, patria della Moglie del Re, per una rivolta partigiana del 1941. 

Sovrastampa di valori trovati in cassa

Montenegro - sovrastampa Crna Gora

 

 

EGITTO 1940 /1942

<<<In previsione del felice esito della campagna d'Africa Mussolini aveva fatto stampare carta moneta per l'Egitto (a sinistra) e per il Sudan (presa di Kassala) di cui non si trova campione e che non venne comunque mai usata.

Gli inglesi dal canto loro emisero cartamoneta dopo la conquista della Libia nel Gennaio 1943 naturalmente in lire a fianco>>

 Occupazione Libia

Lo stesso, ma non in lire, fecero gli Inglesi  per 
l'Africa Orientale Italiana nell'estate del 1941

 

Quando gli italiani avevano  a suo tempo in Libia fatto circolare la moneta normale  italiana sovrastampata nei bordi

 

TRIPOLI 1943

     

Francobollo sovrastampato della occupazione di Zante (Itaca)

MONETA PARTIGIANA

          

In valle Bormida la decisione di stampare francobolli fu presa da esponenti politici e militari della Resistenza in una riunione di fine dicembre del 1944, allo scopo di commemorare i partigiani caduti. 

Francobollo sovrastampato occupazione Itaca

La stampa fu attuata non solo in valle Bormida, ma anche ad Alessandria e Torino e, a causa delle condizioni di clandestinità, occorse parecchio tempo per completarla (almeno fino alla metà di aprile del 1945). La vita di questi francobolli fu complicata anche da un rastrellamento nazifascista a Cassine, il 22 aprile 1945, che causò la distruzione di buona parte del materiale già pronto.  Il 26 aprile il Cln di Castelnuovo Bormida dichiarava fuorilegge i francobolli della Rsi e riconosceva validi solo i francobolli partigiani. Il 6 maggio lo stesso avvenne ad Alessandria, con l'apprezzamento del prefetto. I francobolli recano le figure fortemente evocative di Teseo, Perseo (entrambi uccisori di mostri) e della Vittoria alata. L'uso postale continuò fino al 20 maggio 1945. Si segnalano altri casi anche se l'efefttivo uso non si ebbe prima del 25 aprile 1945.

Francobollo in corone occupazione Croazia 1941

     

1944 Nord Italia

R.S.I. -miniassegni

m1878

1878 -  valore odierno 4.714.000

 

IL GRANDE MILLE

per valore odierno si intende in lire al 1992 (se qualcuno ricorda ancora quanto valeva la lira allora - MILANO: Caffe' al bar 1200 lire -Aumento del 10% della tazzina di caffe'.  Da ieri in Lombardia la tazzina al bar costa 1200 lire, cento in piu' rispetto a due giorni fa. La Confesercenti ha spiegato come si arriva al nuovo prezzo: per ogni tazzina, caffe' e zucchero costano 215 lire, il costo del lavoro e' di 540 lire, il costo aziendale e' di 185 lire a cui si devono aggiungere 60 lire di imposta sul valore aggiunto. Totale 1.000 lire. 200 lire per il profitto minimo dell' esercente.  (19 febbraio 1992 - Corriere della Sera) Vedete un po' voi che interesse avete fatto con l'Euro - Luglio 1957 la Nuova 500 da Quattroruote. Si acquista, a lire 499.000 (513.700 su strada). Il prezzo della rivista era di 300 lire, ce ne volevano di lire 145 per un litro di benzina. Per l'acquisto della 500 occorrono circa 14 stipendi di un operaio Fiat (il prezzo resterà invariato per 10 anni mentre gli stipendi degli operai si rivaluteranno nel frattempo di un 30%

1851 

banca nazionale stati sardi 1851

1907 - valore odierno 4.671.000

200 anni di storia visiva del foglio che faceva di un povero un ricco

m 1897

1897 - valore odierno 5.146.000

m 1897

1926 - valore odierno 882.000

m 1897

mm 238 x 144 1915 - valore odierno 4.261.000

1909 - valore odierno 4.855.000

m1935

mm 225 x 125  1935 - valore odierno 1.329.000  "se potessi avere mille lire al mese" nota canzone realizzante un sogno, anche in lire del '92, ma non certo nei ca. 700 Euro odierni

1943 mille lire americane AMLIRE

1944 prova nuova cartamoneta 

1947 - il piccolo mille - valore odierno 23.000

1962 verdi

1962 - valore odierno 14.000

1980 verdi

1980 - valore odierno 3.000

1983 marco polo

1983 - valore odierno 2.000

1947

1998 montessori

1992/8 - valore 1000

Il gigantismo prebellico, mm 245 x 125, passò allora (1947 !) alle 10.000 lire qui a fianco valore odierno di queste 230.000 lire !>>> Il mio primo stipendio (mensile) nel 1967 ! era di 80.000 lire, una macchina costava meno di un milione

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Per odierno si intende al 1992 in lire. Il tipo del 1897 è stato emesso con piccole varianti fino agli anni 40, quando con la pace perse valore e venne ridimensionato come formato fino a quello che noi conosciamo pre euro.