... dato che la semplice
conquista della Sicilia costituirebbe un obiettivo veramente insignificante per
la nostra campagna del 1943. Il primo ministro (Churchill) al Gen, Ismay, per il
comitato dei C.S.M - 2/4/1943
1- Facciamo le seguenti ipotesi:
primo, che l’operazione Vulcan (Tunisia) sia ultimata entro la fine di aprile o alla peggio entro il 15
maggio (finisce il 13), e che nessuna unità tedesca o italiana militarmente
organizzata riesca a porsi in salvo;
secondo, che l’operazione “Husky abbia
luogo il 10 luglio;
terzo, che non si trovino in Sicilia più di 5 divisioni
italiane, con non più di 5o.ooo uomini, e non più di due divisioni tedesche, per
altri 2o.ooo combattenti, ossia, in totale, 70.000 combattenti, e che
inoltre si riescano a sbarcare 7 od 8 divisioni tra britanniche e americane,
con 15.000 uomini cadauna e a inviare rinforzi per altri .3o.ooo britannici,
facendo cosi salire il nostro totale a 135.000 uomini e che si riesca ad avere
la meglio nei duri combattimenti che lo sbarco comporterà. Quanto tempo si pensa
che ci vorrà per liquidare le forze armate nemiche in Sicilia?
2 - In un’operazione di questo genere tutto dipende dall’esito della battaglia
iniziale, che durerà forse anche una settimana, dopo la quale si può
ragionevolmente prevedere che il grosso delle truppe nemiche sarà stato
annientato, fatto prigioniero o disperso tra le montagne. Le distanze non sono
grandi e le risorse del territorio sono scarse; per questo, una volta padroni
dei porti e degli aeroporti, noi dovremmo effettivamente dominare tutta la
Sicilia ed essere in grado di disperdere con l’impiego dell’aviazione, e della
flotta sotto la protezione aerea, tutti i tentativi nemici di riconquistarla.
3 - Sino a oggi la conquista della Sicilia è stata considerata come fine a se
stessa. Nessuno però dovrebbe accontentarsi di un obiettivo così modesto e anzi
trascurabile per la campagna del 1943, data l’imponenza delle nostre forze. La
Sicilia rappresenta soltanto un trampolino di lancio e noi dobbiamo ora
cominciare a pensare al modo di sfruttare il successo locale. Che cosa è stato
fatto in proposito? Si dovrebbe esaminare ogni possibile alternativa. Ora che
l’operazione “Anakim” non è più attuale per deficienza di tonnellaggio, le
operazioni nel Mediterraneo acquistano una preminenza assoluta. Se noi
prevediamo di essere padroni della Sicilia per la fine di luglio, quali altre
operazioni potremo intraprendere? Naturalmente, la nostra scelta è in funzione
di ciò che farà il nemico. Nel caso in cui ingenti forze tedesche vengano
trasferite in Italia (e il morale e la volontà di combattere degli italiani ne
risultino accresciuti), può essere che non ci sia più possibile
concentrare le unità necessarie per conquistare Roma e Napoli. In tal caso
dobbiamo aver pronti altri piani per il Mediterraneo orientale ed esercitare
forti pressioni sulla Turchia per indurla a intervenire al nostro fianco.
Dobbiamo essere pronti a sbarcare nel Dodecanneso e ad aiutare la Turchia, se
quest’ultima si trovasse nei guai.
4 - Se i tedeschi non intervengono e gl’italiani cedono, potremmo allora
inoltrarci nel territorio italiano sin dove vogliamo. Potremmo costringere
l’Italia a uscire dal conflitto, impossessarci della Sardegna senza combattere,
liberare la Corsica. Tutte le forze disponibili, comprese le divisioni dislocate
in Africa e non impegnate nell’operazione “Husky”, dovranno essere trasferite a
nord, in territorio italiano, sino a portarle a contatto con i tedeschi al
Brennero o lungo la Riviera francese (1944). Sino a che punto sono state
vagliate queste possibilità?
5 - Anche se l’Italia continuasse a combattere, e potesse contare su un certo
aiuto da parte tedesca, noi dovremmo, una volta padroni della Sicilia, cercar di
costituire una testa di ponte sia sulla punta sia sul tallone dello stivale
italiano. Il possesso di Taranto, insieme con quello dell’istmo che domina
l’estrema punta calabrese, ci procurerebbe grandi vantaggi: la flotta italiana
dovrebbe decidere in quale mare rifugiarsi. Non possiamo prevedere in quale
situazione o in quali condizioni essa si troverà dopo l’operazione “Husky”.
Non
riparando nell’alto Adriatico prima della nostra occupazione della Sicilia, la
presenza della nostra aviazione nell’isola le impedirebbe di farlo
successivamente ed essa dovrebbe accontentarsi dei porti di La Spezia e di
Genova.
Comunque, si deve ritenere molto importante la costituzione di una testa
di ponte sulla costa dalmata, cosi da poter fomentare insurrezioni in Albania e
in Jugoslavia, mediante forniture di armi e di materiali e l’invio,
eventualmente, di qualche Commando.
Sono convinto che, nonostante il suo attuale
atteggiamento comprensibilmente ambiguo, Mihailovich s’impegnerà con tutti i
suoi mezzi contro gli italiani non appena saremo in grado di venirgli
effettivamente in aiuto.
E' evidente che in questo teatro ci si presentano grandi
prospettive.
6 - Questo documento mira a promuovere il più attento e urgente esame di
questi problemi e a ottenere dai capi di Stato Maggiore il loro parere su ciò
che si può fare e su ciò che si dovrebbe fare. Spero che questo lavoro possa
essere portato innanzi con la massima rapidità, dato che la semplice
conquista della Sicilia costituirebbe un obiettivo veramente insignificante per
la nostra campagna del 1943.
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30 gennaio 1943 ….
Consegnai tale documento al Presidente turco in occasione del
nostro primo incontro sul suo treno, nel tardo pomeriggio del giorno in cui
arrivammo. La discussione generale che segui ebbe in gran parte per
oggetto questi due problemi: struttura del mondo postbellico e accordi per
un’organizzazione internazionale; futuri rapporti tra Turchia e Russia.
Riferirò soltanto alcune delle osservazioni che, a quanto risulta dal
resoconto ufficiale, io feci ai capi turchi. Dissi d’aver visto Molotov e
Stalin e d’aver avuto l’impressione che entrambi desiderassero una pacifica e
amichevole collaborazione con gli Stati Uniti e il Regno Unito. Nel campo
economico entrambe le Potenze occidentali avevano molto da offrire alla
Russia; esse potevano anzitutto aiutarla a sanare le sue perdite. Non potevo
prevedere quel che sarebbe successo a vent’anni di distanza, ma il fatto era
che avevamo concluso un trattato per la durata di vent’anni. Ritenevo che la
Russia avrebbe concentrato i suoi sforzi sulla ricostruzione per i dieci anni
successivi. Forse ci sarebbero stati mutamenti: il comunismo si era già
modificato. Ritenevo che avremmo vissuto in ottime relazioni con la Russia; se
avessero agito di comune accordo e mantenuto una potente aviazione, Gran
Bretagna e Stati Uniti sarebbero stati in grado di assicurare un periodo di
stabilità, dal quale la Russia avrebbe potuto trarre senz’altro vantaggio, dal
momento che possedeva vaste zone ancora da valorizzare, per esempio in
Siberia.
Il Primo Ministro turco osservò che io non avevo escluso la possibilità che la
Russia svolgesse una politica imperialistica, il che costringeva la Turchia a
essere molto prudente. Replicai affermando che ci sarebbe stata
un’organizzazione internazionale per garantire la pace e la sicurezza, assai
più efficiente della Società delle Nazioni, e aggiunsi che non avevo paura del
comunismo.
Saragioglu disse che mirava a qualcosa di assai più solido: l’Europa era piena
di slavi e di comunisti; una volta sconfitta la Germania, tutti i paesi
sconfitti sarebbero stati bolscevizzati e slavizzati. Risposi che non sempre
le cose vanno tanto male quanto ci si aspetta; ma che in tal caso era assai
meglio per la Turchia essere strettamente legata al Regno Unito e agli Stati
Uniti. Se la Russia, senza alcun motivo, avesse attaccato la Turchia, tutta
l’organizzazione internazionale di cui avevo parlato si sarebbe mossa in sua
difesa; le garanzie dopo la guerra in corso sarebbero state assai più forti,
non solo per quel che riguardava la Turchia, ma nei confronti di tutta
l’Europa. lo non sarei stato amico della Russia, se questa avesse imitato la
Germania; in tal caso avremmo costituito contro di essa la più forte
coalizione possibile. Non avrei esitato a ripetere le stesse affermazioni a
Stalin. Molotov aveva chiesto un trattato in base al quale gli Stati baltici
avrebbero dovuto esser considerati parte integrante della Russia. Noi ci
eravamo rifiutati di sottoscrivere un simile documento per due ragioni: primo,
perché tutte le questioni territoriali avrebbero dovuto essere sistemate a
guerra finita; secondo, perché ritenevamo necessario salvaguardare la libera
decisione degli abitanti di quegli Stati.
La mattina successiva mi svegliai di buon’ora e me ne rimasi nella cuccetta
della mia vettura salone, attendendo alla compilazione d’un memorandum in cui
esponevo le mie vedute sul sistema di sicurezza postbellico, in base alla
discussione generale che aveva avuto luogo il giorno prima. Intitolai tale
documento “Riflessioni del mattino” Vale forse la pena di riportarne un passo
in vista degli avvenimenti successivi: ..È intenzione dei capi delle Nazioni Unite creare un’organizzazione mondiale
per il mantenimento della pace, fondata su principi di libertà e di giustizia
e sulla rinascita economica Nel quadro di tale organizzazione sarà creato una
sorta di Governo europeo che incarnerà lo spirito dell’ex Società delle
Nazioni ma non ne avrà le debolezze Di questo organismo faranno parte non
soltanto le grandi nazioni dell’Europa e dell’Asia Minore da tempo organizzate
in Stati, ma anche un certo numero di confederazioni composte dagli Stati
minori, tra le quali sembrano inevitabili una scandinava, una danubiana e una
balcanica. Un organismo analogo dovrà essere costituito nell’Estremo Oriente,
con una diversa composizione, e l’intero sistema dovrà essere tenuto insieme
dal fatto che le grandi Potenze vittoriose intendono continuare a essere
armate, soprattutto per quel che riguarda l’aviazione, mentre imporranno ai
colpevoli un disarmo totale. Nessuno può affermare con sicurezza che i
vincitori non verranno mai a contrasto tra loro oppure che gli Stati Uniti non
si ritireranno ancora una volta dall’Europa, ma, dopo tutte le prove che
abbiamo superate dopo tutte le sofferenze e con la certezza che una terza
guerra mondiale distruggerebbe quel che è rimasto della civiltà, della cultura
e della ricchezza dell’umanità e ci ridurrebbe quasi al livello di animali
selvatici, le grandi Potenze faranno ogni possibile sforzo per continuare la
loro collaborazione e conquistarsi, con spirito di sacrificio e senso di
moderazione, un nome glorioso nella storia dell’umanità. La Gran Bretagna farà
sicuramente tutto il possibile per organizzare una coalizione in grado di
resistere a qualsiasi atto di aggressione commesso da qualsiasi potenza ed è
convinta che gli Stati Uniti collaboreranno con essa, e fors’anche assumeranno
la direzione del mondo - data la loro forza e il numero dei loro abitanti
nell’intento lodevolissimo di soffocare simili tendenze aggressive prima che
possano esplodere in una guerra aperta
(dopo
l'8 settembre 1943, Draza Mjhailovich viene scaricato dagli inglesi e catturato
nel 1945 dall'OZNA nei pressi del confine austriaco. Fu processato dal
P.C. Jugoslavo e condannato a morte. Gli Alleati seppero in anticipo che si
voleva la sua morte ma decisero di non intervenire e di lasciarlo al suo
destino per non guastare i rapporti con Tito, su cui puntavano per la
politica nei Balcani. Per lo sforzo profuso nel salvataggio di oltre 500
aviatori alleati precipitati sulla Jugoslavia, il Presidente USA Harry
Truman insignì Mjhailovich (postumo) della Legione al Merito, una tra le più
alte onorificenze statunitensi. In precedenza aveva ottenuto, dal generale
de Gaulle, la Croce di guerra. La politica è anche fottere l'amico
prima del nemico. |