La condizione degli Ebrei in Italia e nel Mondo
Gli Ebrei in Italia: dalle origini al 400 d.c.
La Comunità ebraica di Roma è la più antica d’Europa: si hanno notizie d’Ebrei che Vi abitavano già nel II secolo a.c; altri vennero dopo il 63 a.c. al seguito di Pompeo (non spontaneamente) dopo la conquista della Giudea. Sappiamo che Giulio Cesare rispettava l’osservanza delle prescrizioni ebraiche: nell’anno sabbatico gli Ebrei erano esonerati dal pagare tributi allo Stato. Nel 66 d.c i Giudei, esasperati dalle angherie dei procuratori romani in Palestina, si ribellano; ha così inizio la Guerra giudaica, che dura 4 anni. Nel 69 viene posto l’assedio a Gerusalemme e, malgrado l'accanita resistenza e gli atti di valore compiuti, la città viene conquistata da Tito. Il Tempio viene dato alle fiamme e secondo le leggi di guerra, i vincitori hanno diritto di vita e di morte e mano libera sui beni dei vinti. Una parte di loro fu destinata a perire nel circo, negli spettacoli pubblici. | ||||
Loro hanno ucciso Gesù e loro pagheranno: si diceva e si disse per secoli. La situazione della chiesa cristiana poi cattolica, da questo momento, si capovolge: da perseguitata, diventa persecutrice. D’ora in poi la storia degli Ebrei in Italia è in gran parte storia delle relazioni fra Ebrei e Papato. La concezione comune è che gli Ebrei devono sopravvivere per dimostrare al mondo la verità dei Vangeli ed espiare, come si diceva, il Deicidio. | Un'altra fu inviata nelle miniere in Sardegna, dove non ebbe miglior sorte, e la restante parte fu portata ancora a Roma (circa 97 mila) e adibita alla costruzione del Colosseo. Di questi esodi si negano in parte le cifre e qualcuno (ebreo) arriva a dire inventati come Shlomo Sand Gli ebrei non esistono http://www.tlaxcala.es/pp.asp?lg=it&reference=5873 The invention of the Jewish people”: secondo Sand, nel 70 e nel 135 D.C. non si sarebbe verificato alcun esilio forzato del popolo ebraico dalla Palestina da parte dei Romani: gli ebrei si sarebbero diffusi in Europa, Nord Africa e in Asia attraverso il proselitismo e la conversione delle popolazioni locali come fanno tutte le fedi monoteiste. A questo periodo risale la vicenda degli Zeloti di Masada http://mosaic.lk.net/g-masada.html#history. Dopo la rivolta di Bar Kochba (132-135 d.c.) soffocata nuovamente nel sangue, altri Giudei furono venduti come schiavi. Nel 313 l’imperatore Costantino emana l’Editto di Milano, che doveva porre fine alle persecuzioni contro i Cristiani ma anche alla tolleranza di tutti gli altri culti. Nel volgere di un secolo gli ebrei da tollerati ridivennero reietti. Si bruciarono sinagoghe e nelle caccia alle streghe si bruciò anche la biblioteca di Alessandria. | |||
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Provvedimenti per la difesa della razza
nella scuola fascista
Visto l'art. 3, n.2, della legge 31 gennaio 1926-IV, n.100; |
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Ettore Roesler Franz La piazza delle Azimelle nel Ghetto di Roma 1881 |
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Ghetto di Venezia sopra e di Firenze sotto |
I Ghetti. Jews in Rome da Pitigliani | |||
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Alla fine del '600 quasi tutti gli Ebrei d’Italia sono rinchiusi nei ghetti, soluzione trovata anche per limitare iniziative, culti e rimescolamenti razziali. I ghetti italiani sono formati o di un grande cortile rettangolare, lungo il quale sono allineate le case, coi negozi e le abitazioni intercomunicanti, il tipico chatzèr, oppure di una via o di una piazza centrale nella quale sboccano viuzze laterali secondarie (Ancona, Ferrara, Modena, Trieste), o di un complesso di stradine formanti un piccolo quartiere nel centro (Bologna, Pesaro). Dove la presenza era minore vi era una sola strada, occupata da ambo i lati con due portoni agli sbocchi (Lugo, Carpi, Urbino). I portoni del ghetto si aprono all’alba e si chiudono al tramonto, sorvegliati durante la notte da guardiani cristiani pagati dalla Comunità Ebraica. A Venezia, dove non si possono mettere porte, una gondola gira di notte nei canali che circondano il ghetto sorvegliando che l’isolamento sia assoluto. Nessun ebreo può abitare fuori dal ghetto, ne uscire dalla cinta senza il "segno giudaico" (rotella gialla o bianca e rossa: per le donne velo giallo, distintivo già delle meretrici). Gli Ebrei, non trovando niente di meglio, si adattano alle nuove condizioni di vita. La società del ghetto ha quasi ovunque la stessa fisionomia: si compone di tre classi sociali, banchieri, cenciaioli e sussidiati (i sussidiati erano quelli che vivevano alle spalle dell'intera comunità per non essersi integrati e adattati a qualche lavoretto "creativo"). Alcune Comunità ebraiche del tempo sono organizzate in modo esemplare; molti ghetti diventano centri di studio dei testi sacri ai quali gli Ebrei si dedicano prima e dopo la giornata di lavoro. Gli ebrei italiani eccellono, fra gli ebrei d’Europa. per gli studi. Livorno viene chiamata "la piccola Gerusalemme" (titolo dato in seguito anche a Gorizia); a Ferrara vive e opera Isacco Lampronti, famoso medico e talmudista, autore dell’opera Páchad Itzchak. A Padova opera il cabalista Moshè Chajim Luzzatto, che fa anche parte del Tribunale rabbinico di quella città. Gli studi cabalistici, oggi lasciati a una pletora di veggenti (Astrologia), sono la conseguenza di quel fervore mistico che si manifesta in tempi di miseria "materiale" e schiavitù politica. Una menzione particolare merita la Comunità di Mantova protetta dai Gonzaga. | |||
Là, in Palestina, anche se sembrerà strano, 150 anni fa musulmani, cristiani ed ebrei vivevano in pace. Ma questa non era una terra "vuota" allora: 600.000 arabi popolavano 20 città e 800 villaggi. Gli ebrei erano molto meno numerosi degli arabi, e vivevano in 4 città sacre (Gerusalemme, Hebron, Safad e Tiberiade). Il "problema palestinese" non esisteva. All'epoca gli ebrei erano si oggetto di persecuzioni, ma ciò accadeva nella Europa "cristiana" e non nell'araba Palestina, territorio strategico come diceva il Times .... . |
Sono sempre le Signorie infatti che favoriscono gli Ebrei avendo bisogno dei loro prestiti per tenere una Corte brillante e fare le guerre (per poi restituire i soldi se vincono). Le repubbliche marinare invece, formate da una borghesia dedita ai commerci, spesso respingono gli Ebrei perché ne temono la concorrenza. Due grandi Comunità dello Stato pontificio, Roma e Ancona, non possono coltivare gli studi, oppresse come sono da preoccupazioni, angosce e difficoltà d’ogni genere. Dalla metà del XVII secolo in alcuni paesi (Olanda, Inghilterra, e nuove colonie d'America), gli Ebrei godono ormai d’una quasi parità di diritti. La condizione degli Ebrei italiani peggiora ancora; nel 1733 si delinea un nuovo inasprimento delle già dure restrizioni, sotto il pontificato di Clemente XIII, che vengono rinnovate e rafforzate nel 1746 dal bolognese cardinale Prospero Lambertini (Papa Benedetto XIV). Nel 1755, a Ferrara, l’Inquisizione ordina che siano spezzate le lapidi del cimitero ebraico e proibisce di metterne delle altre o allargare il cimitero. Nasce anche da qui la consuetudine di gettare terra sulle vecchie sepolture e inumare nuovamente nello strato aggiunto (alla fine si creava una collina). Ovunque nello Stato pontificio si procede alla confisca e alla distruzione dei libri ebraici. | |||
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A Benedetto XIV viene imputato l’inasprimento delle pene nella controversa «accusa del sangue», che colpiva da secoli gli Ebrei. Quando sotto pasqua spariva un bambino cristiano, se lo erano mangiati gli ebrei, per la loro inveterata abitudine di preparare il pane azzimo col sangue. Dai biblici sacrifici dei neonati s’era passati all’uso del sangue (l’ematofagia durante il rito di Pesach) poi oltre. A questo papa viene attribuita la prima descrizione del vampiro «Il vero vampiro è orribile a vedersi. Magro e peloso nello stato di veglia, diventa, quando giace ben nutrito nella sua bara, grasso e gonfio da scoppiare. Il sangue fresco gli cola dalla bocca, dal naso e dalle orecchie. La sua pelle è fosforescente e il suo alito fetido» che porterà secoli dopo alla letteratura nera del genere Bram Stoker. Condanna, confisca dei beni e l’espulsione delle comunità ebraiche su cui gravava questo sospetto quando andava bene. Pratiche queste rinverdite (confermate) recentemente perfino da un ebreo il contestato Ariel Toaff (Pasque di sangue, il Mulino editore) | |||
*Oblati sono i bambini appena nati, strappati (rubati) alla famiglia, poi battezzati in stato di incoscienza (per incoscienza si intende che non sono in grado di intendere e volere per l'età)e che finiscono nella Casa dei Catecumeni. Tale usanza è ancora in vigore nella Roma papalina, alla vigilia dell'Unità d'Italia (1870) Il più noto di questi è Edgardo Mortara citato anche sotto che diede vita a un acceso dibattito per il rifiuto del bambino, diventato sacerdote, di ritornare alla comunità ebraica. Edgardo Mortara nato nel 1851 nella Bologna papalina viene strappato ai genitori nel 1858 perchè battezzato in segreto dalla domestica. Un caso che scosse l'opinione pubblica e che ha ispirato il romanzo di Pier Damiano Ori e Giovanni Perich La carrozza di San Pietro: con quella carrozza il bambino fu portato via e neppure da adulto fece ritorno alla sua famiglia, Edgardo divenne poi sacerdote, attivo predicatore, difensore rigidissimo della Santa Sede, ormai convinto di essere stato "salvato". Quando, il 20 settembre 1870, il fratello Riccardo. tenente dei bersaglieri penetrati attraverso la breccia di Porta Pia piombò in Vaticano con le braccia aperte, per abbracciarlo dopo tanti anni, Edgardo lo respinse senza esitazione. «Sono tuo fratello!» gli gridò Riccardo.«Prima di avvicinarti a me, levati codesta uniforme da assassino!», ribatté il diciannovenne sacerdote. Edgardo rivedrà la madre 8 anni dopo e morirà nel 1940 a Roma. (ma un'altra versione lo da per sfuggito alle autorità italiane |
Il quinquennio del pontificato di Clemente XIV, il romagnolo Giovanni Vincenzo Antonio Ganganelli (1769-1774), rappresenta per gli Ebrei un po’ di pace, un respiro, una pausa. Questo papa, che ha soppresso l’Ordine dei Gesuiti (erano già stati espulsi da quasi tutte le nazioni ma poi ritorneranno), cerca di migliorare le loro condizioni: Li sottrae dalla diretta giurisdizione del Santo Uffizio, e difende i diritti delle famiglie ebree sui figli*. Il pontificato di Clemente XIV è purtroppo breve. Gli succede Pio VI, che subito (1775) emana un Editto sopra gli Ebrei, la più grande summa di mostruosità e stupidità che la storia dell’umanità ricordi: alle antiche misure persecutorie, ulteriormente inasprite, ne vengono aggiunte delle altre. L’Editto si compone di 24 clausole, di cui ricorderemo solo la prima: L’Ebreo che passi una notte fuori del ghetto è condannato a morte. Le leggi persecutorie cui sono soggetti gli Ebrei nelle Terre del Papa in questo secolo, hanno ripercussioni anche altrove: a Parma città si proibisce agli Ebrei di sostare più di 24 ore (non avevano mai avuto permesso di residenza stabile, fin da quando, nel 1562, erano stati accettati nel Ducato da Alessandro Farnese col permesso di aprire 16 banchi, poi ridotti a 8, ma con la proibizione di risiedere nelle due capitali: Parma e Piacenza); anche tutte le piccole Comunità provinciali del Ducato (Busseto, Cortemaggiore, Borgo San Donnino poi Fidenza, Soragna) sono ricattate con la minaccia di espulsione. Ma le conseguenze più gravi di questa politica antiebraica le risentono gli Ebrei della Repubblica Veneta. La condotta a Venezia veniva rinnovata ogni dieci anni e nel 1777, allo scadere della condotta, questa viene rinnovata a dure condizioni. Conseguenza di tale legge è lo scioglimento delle Comunità minori di recente formazione, di cui la più importante è quella di S. Daniele del Friuli. Da questa Comunità molti Ebrei passano allora entro il vicino territorio austriaco, ingrossando le già esistenti Comunità di Trieste, Gorizia e Gradisca. Nel 1783 (alla vigilia della Rivoluzione francese!) avviene a Roma un fatto che desta profonda impressione perfino fra i Cristiani cattolici: una notte vengono ricercati dalle Autorità 3 orfani ebrei che vivevano con la nonna, perché richiesti da un loro lontano parente cristiano; la Comunità, allarmata, li fa uscire nascostamente dal ghetto. | |||
http://www.ilpalo.com/storia/inviate-a-mailing-list-nuova-storia/commenti-sul-bambino-rapito-papa-pio-ix.htm ) | ||||
Nel ghetto gli ebrei svolgevano attività piuttosto umili: artigiani, piccoli commercianti, scrivani. Le donne si dedicavano al ricamo. Era definitivamente tramontata l'epoca dei ricchi mercanti e degli ancor più facoltosi banchieri: agli israeliti era inoltre imposto un segno distintivo, precursore della stella di David gialla, di sinistra memoria. Anche il rapporto con la Parrocchia divenne di sostanziale soggezione; in occasione del Natale la comunità offriva al Parroco il dono (o tributo?) di "un filippo moneta antica", mentre alla morte di qualche israelita i parenti dovevano darne comunicazione allo stesso Parroco accompagnando la notizia con "soldi quindici di moneta antica per cadun decesso". Durante il Triduo pasquale una rappresentanza della comunità ebraica moncalvese era tenuta a seguire quella parte ora soppressa delle funzioni del Giovedì Santo detta degli "improperi", quando i cristiani rinnovavano ai giudei le accuse di deicidio nei confronti di Cristo (per questo stavano nel ghetto). Gli ebrei di Moncalvo, anche nelle epoche buie, conservarono inalterata la propria religiosità, e le Autorità concedettero l'uso della sinagoga e del cimitero. A capo degli anziani era il Rabbino, al quale spettava di presiedere le cerimonie religiose pubbliche e che doveva seguire un corso di studi particolarmente lungo e difficile, comprendente vari gradi di formazione. Tra gli ebrei, costretti in quegli anni a vivere nell'angustia del ghetto e a malapena tollerati dalle leggi, fu sempre vivo il senso della solidarietà sociale, tanto che già nel 1817 venne fondata una società di mutuo soccorso con funzioni previdenziali e di assistenza. | Ne segue una serie di arresti e una petizione presentata al papa; il memorandum è firmato da 12 avvocati cristiani. Ma è tutto inutile. In tutte le Comunità ebraiche italiane si notano in questa epoca sintomi di decadenza; tre secoli di vita nel ghetto hanno dato questo risultato: l’ebreo è basso di statura e col sistema nervoso rovinato, superstizione al posto della cultura, e mancanza di dignità da parte dei poveri, giacché si accentua sempre il doloroso fenomeno dei poveri che vivono a carico dei correligionari abbienti (sussidiati). Unica città dove gli Ebrei possono vivere tranquilli, e la sola che non ha mai avuto un vero ghetto, è Livorno, porto del Granducato di Toscana, ma non è ancora scoppiata la rivoluzione. Il 28 giugno 1799 si verifica l'ultimo grave episodio di violenza cui furono vittime le comunità ebraiche. Gli Ebrei sono in quel tempo 34.ooo su una popolazione totale della penisola di 18 milioni. Sono gli anni della rivoluzione francese, di Napoleone che apre i ghetti e di converso di una simpatia naturale. Un pò ovunque scoppiano disordini tanto che il Francese viene identificato come l'invasore e ne più ne meno trattato, se si può dire di una penisola di cui neanche i Savoia sono originari. Il 90% della popolazione sono contadini e/o analfabeti e ignoranti che si saldano immediatamente con i nobili e aristocratici nella caccia ai senza Dio. Nasce un movimento il "Viva Maria" che investe l’Italia centro-settentrionale, senza attecchire al sud per il semplice motivo che gli ebrei vi sono stati espulsi alla fine del Quattrocento. Molti Ebrei sono nello stato della Chiesa ma anche in Toscana. Ad Arezzo scoppia una rivolta antifrancese capitanata da un Prete che marcia al grido di morte ai francesi (e ai loro alleati). Raggiunta Siena si mette a dare la caccia agli ebrei. Che Siena fosse stata una Repubblica e che non prendesse ordine da quelli di Arezzo non passa per la mente a nessuno. Qualche aristocratico illuminato chiede udienza urgente all'arcivescovo Anton Felice Zondadari che lascia cadere la supplica. Ben gli sta a quei giacobini e uccisori di Cristo!. Un vero pogrom, 19 morti e il vescovo elevato al soglio cardinalizio. | |||
Il Messia (il Pio IX di Mons. Gherardini) dirà poi nel 1871 in una conferenza pubblica tenuta a Roma (a Roma capitale dei Savoia) ". questi cani (gli ebrei) sono troppi a Roma nei nostri tempi, e li sentiamo guaire per le strade e ci disturbano in ogni dove". http://www.provincia.asti.it/hosting/moncalvo/boll7htm/ebrei.htm |
Il Risorgimento: 1847 | |||
(anacronismo del manifesto fascista a destra: "Gli Ebrei non possono ... prestare servizio militare", raffigura un bersagliere del cui corpo fece parte una intera compagnia di ebrei vedi di seguitola la VII Compagnia bersaglieri ebrei) Ipse dixit Mons. Brunero Gherardini - Postulatore della causa di canonizzazione del Beato PAPA PIO IX L’Uomo - il Maestro - il Santo : "Oggi, come allora, del "caso" Mortara" si fa un argomento contro il presunto antiebraismo di Pio IX. L’accusa ha del risibile. Se c’è un Papa che ha protetto ed aiutato oltre ogni limite gli Ebrei, è proprio lui, Papa Mastai Ferretti. Fin dal 1848, agli albori cioè del suo pontificato, li ammise come "non più stranieri" alle elemosine papali; li proclamò suoi figli; li sottrasse all’umiliante corteo annuale (calcio in culo) che li portava in Campidoglio per un tributo di legge; e nella pasqua di quell’anno fece abbattere le porte e le catene del ghetto, questo poi allargando e ripristinando. Le provvidenze a favore degli Ebrei, inoltre, furon tali e tante che alcuni di essi non esitarono a chiedersi se non fosse proprio lui (il papa) l’atteso Messia !!!.
L'emancipazione del 1848 Più tardi, per togliere ogni dubbio circa l'interpretazione di questo articolo, lo stesso Carlo Alberto con Decreto 29 marzo 1848 stabilì: "Gli Israeliti regnicoli godranno dalla data del presente di tutti i diritti civili e della facoltà di conseguire i gradi accademici, nulla innovato quanto all'esercizio del loro culto, ed alle scuole da essi dirette". Dall'unità d'Italia in poi molti ebrei entrarono nei ranghi dell'Esercito (oltre la loro percentuale sul totale della popolazione) e negli impieghi pubblici di cui il servizio militare era comunque una branca. Nel 1869 l’esercito italiano aveva già 87 ufficiali e più di 300 soldati israeliti", ossia lo 0,6% degli ufficiali e lo 0,2% dei soldati, rompendo ogni proporzione, se si considera una media nazionale di 0,1% ebrei sull’intera popolazione. L'estrazione borghese e l'istruzione li privilegiavano rispetto ai ranghi minori. Solo nel 1860 entrarono nelle Scuole Militari 28 ebrei, fra i quali Giuseppe Ottolenghi, che raggiungerà i massimi gradi ed immediatamente prima di morire l’incarico di Ministro della Guerra tra il 1902 ed il 1903. L’Annuario del 1895 dell’Esercito Italiano conteneva circa 700 ufficiali ebrei. La Prima Guerra mondiale conterà 21 generali ebrei. |
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Legge Sineo (19 giugno 1848 n. 735) -
Volendo togliere ogni dubbio sulla capacità civile e politica dei
cittadini, che non professano la Religione cattolica, Il Senato, e la
Camera dei Deputati hanno adottato, Noi in virtù dell’autorità
delegataci abbiamo ordinato ed ordiniamo quanto segue: Art. unico. La differenza di culto
non forma eccezione al godimento dei diritti civili e politici, ed
all’ammissibilità alle cariche civili e militari. |
L'EMANCIPAZIONE DI
TUTTI I CULTI CARLO ALBERTO
Prendendo in considerazione la fedeltà ed i buoni sentimenti delle
popolazioni Valdesi,
i Reali Nostri Predecessori hanno gradatamente e con successivi
provvedimenti abrogate in parte o moderate le leggi che anticamente
restringevano le loro capacità civili. E Noi stessi, seguendone le
tracce, abbiamo concedute a que' Nostri sudditi sempre più ampie
facilitazioni, accordando frequenti e larghe dispense dalla osservanza
delle leggi medesime. Ora poi che, cessati i motivi da cui quelle
restrizioni erano state suggerite, può compiersi il sistema a loro
favore progressivamente già adottato, Ci siamo di buon grado risoluti a
farli partecipi di tutti i vantaggi conciliabili con le massime generali
della nostra legislazione. |
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.... importante è indubbiamente la creazione di un Comitato piemontese, presieduto dal conte Roberto D’Azeglio, fratello di Massimo, con importanti appoggi (Gioberti , Cavour) che aveva appunto lo scopo di creare tra il pubblico una larga schiera di fautori dell’emancipazione ebraica, tale da poter influire decisamente sul Governo. Ben presto si notano gli effetti: a Casale, nel 1847, l’Associazione agraria approva una mozione in favore dell’emancipazione dei valdesi e degli ebrei; nel novembre dello stesso anno Roberto D’Azeglio invia una circolare ai vescovi del Regno chiedendo il loro parere sull’argomento e riceve (come è facile immaginarsi) delle risposte per lo più evasive o addirittura negative; prima di Natale viene presentata una petizione firmata da uomini influenti, fra cui quattro prelati; e infine il 17 febbraio del 1848 è posta la prima base per l’emancipazione dei valdesi. Questa data è celebrata dai valdesi, fra i quali ancor oggi è diffuso il nome Roberto. Scoppia la guerra contro l’Austria; al re, in procinto di lasciare Torino, si presenta una deputazione ebraica capeggiata dal poeta banchiere David Levi che gli offre tutto il sostegno in uomini e mezzi. Il 22 marzo 1848, il Ministro degli Interni Vincenzo Ricci presenta un memorandum, in cui chiedeva la completa emancipazione ebraica; ed il 29 marzo Carlo Alberto, sul campo dì battaglia di Voghera, firma un decreto col quale concedeva la libertà di culto a tutti gli acattolici. | |||
Dapprincipio era la pace | ||||
Esistevano solo le mire imperialiste sul Medio Oriente. territorio strategico come diceva il Times ..... Il movimento politico per il "ritorno" degli ebrei alla mitica collina di Sion in Gerusalemme (il sionismo) , non era ancora nato. Ma la diplomazia inglese aveva già i suoi piani per chiamare gli ebrei a difesa degli interessi britannici in Medio Oriente. Ce ne informava il "Times" dell'8 agosto del 1840. "Ritorno alla luce degli ebrei, il sistema più economico e sicuro per equipaggiare del necessario un territorio di importanza strategica (medioriente)". L'idea astratta poteva diventare un piano. Si suggeriva, per prima cosa, di procurarsi terre arabe in quantità sufficiente, ma degli ebrei che abbandonavano l'Europa (fino al 1910) solo poche migliaia scelsero la Palestina. La popolazione della Palestina del tempo era prevalentemente di origine araba, in gran parte analfabeta, dedita soprattutto alla pastorizia. I centri più popolosi erano, oltre ovviamente a Gerusalemme (18.000 abitanti nel 1850, 100.000 nel ‘14, araba e ebraica), Giaffa (11.000 ab. nel 1850, 50.000 nel ‘14), Caifa (2.000 ab. nel 1850, 20.000 nel ‘14). | Il
decreto di emancipazione per gli Ebrei del Regno di Sardegna fu firmato
nello stesso giorno (29 marzo) in cui, nel lontano 1516, era stato istituito in
Italia il primo ghetto: quello di Venezia. Prima a insorgere è Milano
(18-22 marzo); sulle barricate combatte un ragazzo di 15 anni: il
mantovano Ciro Finzi, ebreo, che con
ardimento si mette a capo dei rivoltosi, mentre Giuseppe Finzi di
Rivarolo ha un comando militare (in seguito organizzerà i bersaglieri
volontari mantovani), e giornalisti ebrei, tra cui il
triestino Giuseppe Revere, scrivono articoli infiammati per esortare i
giovani alla lotta.
A Torino i giovani, ebrei partono per il fronte, esortati dal rabbino stesso; e insieme ad ebrei provenienti da altre città, formano la VII Compagnia bersaglieri ebrei, che prende parte alla battaglia della Bicocca nella prima guerra d’Indipendenza (A partire dal 1848 si arruolarono nell'esercito sardo come volontari 235 ebrei, saliti a 260 nella campagna del 1859. Nel 1860 entrarono nelle scuole militari di reclutamento 28 allievi ufficiali ebrei, seguiti negli anni successivi da molti altri). La liberazione di Roma, nel 1870, segna il definitivo affrancamento degli Ebrei dalle restrizioni e dai riti costrittivi cattolici. La predicazione sionista del "ritorno" alla terra biblica (Palestina) ebbe all'inizio scarsa presa in quanto l'idea di una colonizzazione era sostanzialmente estranea agli interessi della grande maggioranza degli ebrei nel mondo. Questi consideravano l'ebraismo solo una religione e aspiravano soprattutto a integrarsi, finalmente, nelle società multietniche, multiculturali e multireligiose in cui vivevano. Teodoro Herzl, intellettuale ungherese, fondatore del movimento politico sionista, pubblicò a Vienna nel 1896 - "Lo Stato ebraico"-, testo fondamentale del sionismo e, l'anno seguente a Basilea, in Svizzera si tenne il I Congresso mondiale sionista, la cui missione era la "creazione in Palestina di una sede per il popolo ebraico garantita dal diritto pubblico", cioè uno Stato. La svolta storica era stata l'apertura alla navigazione, nel 1869, del canale di Suez, l'occupazione militare inglese dell'Egitto nel 1882 e le rivalità imperialistiche, che conferivano alla Palestina una nuova importanza strategica nella regione. E' da qui che prende inizio la tormentata storia contemporanea della Palestina. Edmond de Rothschild, barone ebreo e finanziere francese, fu pioniere del grande capitale internazionale nello sfruttamento delle ricchezze petrolifere del Medio Oriente. |
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.. Un Congresso diametralmente opposto è il Congresso
Sionista (del 1897), che ha lo scopo di rifare il Regno di Palestina
per gl’israeliti. Nessuno prende sul serio questa idea: ma d’estate è una
fortuna per i giornali e un grande divertimento per i lettori. Quelli che
ne ridono di più sono i semiti.... che non si sognano certo di lasciare la
Francia, l’Inghilterra, l’Italia, la Germania, dove hanno una patria, dove
la legge li protegge, dove li trattengono i loro interessi. Infatti gli
israeliti tedeschi si sono astenuti in massa dal Congresso di Basilea, i
rabbini di Francia e d’Inghilterra hanno rifiutato d’intervenirvi. Chi
fossero i due o trecento Sionisti non si sa capire; e mi meraviglio di
veder indicata fra loro una testa quadra come Max Nordau.... E vero per
altro che gli piacciono i paradossi.... Se però ci fosse davvero, non lo
so; ma son certo ch’egli per il primo non lascerebbe Parigi per la
Palestina. Solo il Sultano sarebbe contento di pigliar dei milioni per
vender la Terra Santa; ma il Papa ha protestato.... anche questo è un si
dice, giacché non mi par vero che Leone XIII abbia potuto credere ad un
progetto così assurdo.
(!!! ma la storia
continuò) Da una cronaca del tempo: I Congressi sono ormai così numerosi, che passano inosservati. Per richiamar l’attenzione pubblica bisogna che presentino qualche cosa di caratteristico o di comico. Per esempio, il Congresso cattolico di Milano ebbe la specialità di pigliarsela non cogli anarchici, non coi socialisti, coi quali anzi fa all’amore, non coi frammassoni o cogli atei, ma coi liberali. Tutta la morale del Congresso si riassume in ciò che è sfuggito al giovane e bollente Nava: “noi (clericali) “diciamo alle masse sperate, i socialisti godete; noi il paradiso, i socialisti il pane; ma che cosa “dissero mai i liberali a queste masse? Nulla, “ecco perchè ora stanno fatalmente scomparendo.,, I liberali potrebbero osservare che il loro merito è di non contar frottole, di non ingannare il popolo ... |
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Così scrive Lawrence riferendosi a Balfour "..condussero gente ad insorgere ... facendo loro promesse di indipendenza. Gli arabi credono nelle persone, non nelle istituzioni. Per loro io ero ... un rappresentante del governo.... e a me chiesero una conferma... Perciò dovetti prendere parte alla congiura... era evidente che se avessimo vinto le nostre promesse sarebbero state pezzi di carta straccia" |
Con il suo finanziamento a partire dal 1882, la "Palestine Jewish Coloniziation Association" si dedicò all'acquisto di terre ai quattro angoli della Palestina dai nomadi, che alla terra non avevano mai dato larga importanza, un pò come i pellerossa, terre che risulteranno a tempo debito preziosi punti strategici lungo i confini dei paesi arabi. Fondò un'impresa di elettricità, una cementifera e una per l'estrazione del sale, formando il nucleo iniziale della futura industria ebraica. Comprò dagli arabi anche il Muro del Pianto a Gerusalemme (non spesero molto). Fino al 1914, la colonizzazione sionista della Palestina aveva comunque fatto pochi passi avanti. La comunità ebraica era cresciuta lentamente fino a costituire l'8% della popolazione, ma possedeva solo il 2,5% della terra. Gli ebrei insediati in Palestina non erano che l'1% !!! di tutti gli ebrei del mondo e il movimento sionista non aveva ancora l'appoggio formale di alcuna grande potenza. C'era stato anche chi aveva proposto per gli Ebrei l'Uganda e si disse l'Argentina. Pur conoscendo l'obiettivo finale della colonizzazione, gli arabi, costituendo il 92% della popolazione, in possesso del 97,5% della terra, non si consideravano più in pericolo di qualsiasi paese europeo. | |||
L’era moderna | ||||
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La
questione razziale non rientra tra le motivazioni originarie del
fascismo e solo dopo l’avvento di Hitler compare in Italia il
“partito” della segregazione, della divisione che intende normare
gli ebrei come è già stato fatto con scarsa fortuna e seguito nei
confronti degli indigeni del corno d’Africa. La politica razziale
italiana, "ispirata" da quella tedesca, si traduce in una serie di leggi e
decreti (es. scuola). Alle rimostranze del Papa, Pio XI, Mussolini
rispondeva “
…nella questione della razza, noi tireremo dritto. Dire che il fascismo
ha imitato qualcuno è semplicemente assurdo”.
La biografa ufficiale del Duce (Margherita Sarfatti) era Ebrea come lo erano tanti fascisti
della prima ora che si troveranno poi esclusi o emarginati. Il Re
che firmava la legge non ricordava il suo avo di 250 anni prima che per
fare un piacere ai francesi aveva sterminato i valdesi. Quello ebbe modo di pentirsi e
ricredersi: questo non ne avrà il tempo. Saranno
i suoi “successori” a
farlo in altre circostanze e tempi. |
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Si è fatto e si fa un gran parlare ancor oggi delle leggi !! razziali (Regio Decreto Legge 5 settembre 1938, XVI, n. 1390 ma proprio al plurale queste vanno viste poiché non era una sola, seguirono vari R.D.L. per Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri, Istituzione di scuole elementari per fanciulli di razza ebraica, Integrazione e coordinamento in testo unico delle norme già emanate per la difesa della razza nella Scuola Italiana, Provvedimenti per la razza italiana. La n. 1054 del 29 giugno 1939 e n. 1055 del 13 luglio 1939 poi erano la logica estensione delle misure razziali precedentemente adottate. ...La cosa curiosa della legge sottostante è che quando venne pubblicata la Libia non era quasi più nostra (tempo 60 giorni). | Da Primo Levi - La tregua - Il racconto della liberazione da Auschwitz “La prima pattuglia russa giunse in vista del campo verso il mezzogiorno del 27 gennaio 1945. Fummo Charles ed io i primi a scorgerla: stavamo trasportando nella fossa comune il corpo di Somogyi, il primo dei morti fra i nostri compagni di camera. Rovesciammo la barella sulla neve corrotta, ché la fossa era ormai piena, ed altra sepoltura non si dava:Charles si tolse il berretto, a salutare i vivi e i morti. Erano quattro giovani soldati a cavallo, che procedevano guardinghi, coi mitragliatori imbracciati, lungo la strada che limitava il campo. Quando giunsero ai reticolati, sostarono a guardare, scambiandosi parole brevi e timide, e volgendo sguardi legati da uno strano imbarazzo sui cadaveri scomposti, sulle baracche sconquassate, e su noi pochi vivi.“A noi parevano mirabilmente corporei e reali, sospesi (la strada era più alta del campo) sui loro enormi cavalli, fra il grigio della neve e il grigio del cielo, immobili sotto le folate di vento umido, minaccioso di disgelo. “Ci pareva, e così era, che il nulla pieno di morte in cui da dieci giorni ci aggiravamo come astri spenti avesse trovato un suo centro solido, un nucleo di condensazione: quattro uomini armati, ma non armati contro di noi, quattro messaggeri di pace, dai visi rozzi e puerili sotto i pesanti caschi di pelo,“Non salutavano, non sorridevano; apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi allo scenario funereo. Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o sottostare a un oltraggio: la vergogna che i tedeschi non conobbero, quella che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volontà buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa.” | |||
L’ultima ad esempio è la “L.
9/10/1942-XX, n. 1420 G.U. del Regno d' Italia n.298, 17/12/1942” che
all’Art. 5. recita: Esclusione dal servizio militare. Precettazione
civile. Gli ebrei in Libia, tanto cittadini italiani metropolitani che
libici, possono, in tempo di guerra o in occasione di operazioni di
polizia, essere mobilitati civilmente, secondo le leggi ivi vigenti, e
precettati a scopo di lavoro, fermo rimanendo il divieto di prestare
servizio militare in pace e in guerra ai sensi dell'art. ....
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In mezzo a queste c’è la L. n. 1024, anch'essa del 13 luglio 1939 che ammetteva la figura dell'ebreo "arianizzato" o "discriminato" ovvero dell'ebreo che avesse particolari meriti: militari (decorati della Grande Guerra, civili o politici (gente che aveva partecipato alla marcia su Roma). Agli ebrei arianizzati le leggi razziali furono applicate con alcune deroghe e limitazioni. Le «discriminazioni» decise dal Gran Consiglio del fascismo vennero in soccorso a un numero non indifferente di persone, data l'alta percentuale di ebrei italiani con meriti fascisti o patriottici. Stando al censimento segreto degli ebrei del 22 agosto 1938, non meno di 3.502 famiglie ebraiche (su un totale di 15.000) furono ridiscriminate in base a questa o quella clausola delle leggi razziali, comprese 406 famiglie di caduti in combattimento, 721 famiglie di volontari di guerra, 1.597 famiglie con membri decorati al valor militare, 3 famiglie di «martiri fascisti », 724 famiglie di fascisti «antemarcia» (ovvero di coloro che avevano aderito al partito prima della marcia su Roma o durante la crisi provocata dal caso Matteotti), e 51 famiglie di «legionari» che avevano preso parte all'impresa di Fiume con D'Annunzio. Vi erano inoltre 834 ebrei (in parte compresi già nella precedente categoria) con eccezionali meriti politici, culturali o economici. Nel luglio 1939 Kleinlerer riferiva che «alcuni» ebrei italiani meritori erano stati premiati con «brevetti di discriminazione» che li esentavano dall'obbligo di denunciare le loro proprietà immobiliari, anche se non da varie altre interdizioni. Quanto agli altri, si sperava che finissero con l'essere «esclusi dai rigori della legislazione razziale», se non si fosse seguita una linea troppo rigida nella sua applicazione !!!. Mussolini poi a suo insindacabile giudizio poteva «arianizzare» qualsiasi appartenente alla razza ebraica, indipendentemente dai servizi resi all'Italia o al fascismo. Il duce rivelò in seguito al suo biografo che i principali beneficiari della legge n. 1024 erano stati anche alcuni ebrei italiani di «gran cuore» con altissimi meriti militari, fra i quali un brillante ufficiale del genio navale e un eroe della guerra civile spagnola. | |||
Totale | 16.251 (in mila) | |||
Usa | 4.650 (in mila) |
A differenza che in Occidente, nell’Europa orientale
gli ebrei ebbero un insediamento prevalentemente rurale. Si
distribuirono in numerosi villaggi e piccole città, gli shtetl, di cui
costituivano la maggioranza della popolazione e dove formavano
comunità nettamente distinte dall’ambiente contadino circostante
soprattutto per costumi e lingua, lo yiddish. Alla fine del XVII secolo
(1600) si valuta che in Europa su una popolazione complessiva di 100
milioni di abitanti, vivessero 750.000 ebrei di cui la metà nella
regione Polacca. Gli Ebrei polacchi aumentarono con la costituzione del
nuovo stato polacco nazionale poi con l’espansione di questo in
Bielorussia e Ucraina (Bucovina Russia) nel 1920.
Paesi asiatici nei quali la popolazione ebraica rappresenta più dell'1 % e non più del 5 % della popolazione totale: Iraq 2,8 % (1934), Yemen 5,0 (1935). Paesi europei con più del 5 % e non più del 10 % di popolazione ebraica:
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Polonia | 3271 | |||
Urss | 3130 (1500 emigrati) | |||
Romania | 800 (400) | |||
Ungheria | 440 | |||
Palestina | 420 | |||
Germania | 365 ? | |||
Cecoslovacchia | 360 | |||
Regno Unito | 340 | |||
Francia | 270 (330) | |||
Argentina | 270 | |||
Austria | 180 (70) | |||
Marocco francese | 175 | |||
Canada | 170 | |||
Lituania, senza Memel | 160 | |||
Algeria | 130 | |||
Olanda | 115 | |||
Iraq | 115 | |||
Sud Africa | 97 | |||
Lettonia | 95 | |||
Grecia | 75 | |||
Iugoslavia | 75 | |||
Turchia | 75 | |||
Belgio | 70 (29) | |||
Tunisia | 70 | |||
Egitto | 70 | |||
Brasile | 55 | |||
Bulgaria | 50 | |||
Italia | 50 | |||
Iran | 50 | |||
Yemen | 50 | |||
Se la Francia odierna ha una legge che impone nelle scuole l'insegnamento del valore positivo della sua colonizzazione e altri hanno legislazioni sul negazionismo che impone una verità di stato, verità che prima o poi ti si ritorce contro, anche l'Italia è scesa in pista, nel club dei veristi !!!, con la sua - Verità di Stato - . In quanto a castronerie questa legge si può dire che faccia il pari con tutte le altre sul negazionismo e le presunte verità di stato. Il DDL di Mastella riprende il decreto Mancino del 1993, che nel 2006 era stato modificato dalla legge sui reati di opinione, e si è ripristinato il carcere fino a 3anni per «chiunque diffonda in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o l'odio razziale o etnico, ovvero inciti (detenzione da 6 mesi a 4 anni) a commettere o commetta atti di discriminazione...». Il decreto ora ripristinato in tutte le sue parti prevede in luogo della «propaganda» la condotta della «diffusione» e l'«incitamento» invece dell'«istigazione». http://www.vortexmind.net/index.php/2007-01-29-la-lettera-degli-storici-contro-la-legge-mastella/ ). Nulla si dice in merito al fatto che lo Stato continua a intrattenere rapporti diplomatici con negazionisti e razzisti et similia come la verista Francia che ha leggi anche per gli armeni. Contraltare della verità sono poi tutti i segreti di stato su recenti e passati atti criminosi. Lo stato italiano poi intrattiene e riconosce stati di cui è pronto ad accettare l'asilo politico di suoi cittadini. Se non è collusione questa !!! Come si dice "Predica bene ma razzola male" . La lotta al razzismo invece di essere una battaglia di cultura, di educazione e di uguaglianza prende la strada dei tribunali la cui efficacia è ben nota a chiunque ne abbia sperimentato i risultati. |
Mentre si sondano le mosse strategiche per far digerire anche questo a Istanbul, si continua a cercare in campo Arabo tribù Beduine da mettere contro l'espansionismo inglese. Lawrence (d'Arabia) non è ancora apparso sulla scena. I finanziamenti tedeschi agli Ebrei, che stanno già installandosi in Palestina, intanto vanno avanti. Quando Londra sente puzza di bruciato è già passato un anno. I grandi capitalisti occidentali (molti sono banchieri ebrei) sono convinti che la guerra finirà a pari e patta, e che è necessario anche in tale frangente garantirsi il controllo del medio oriente (petrolio) e delle sue vie commerciali. Gli ebrei vanno blanditi e ne va riconquistato il favore “..attualmente.. non solo perdiamo la preziosa collaborazione del sionismo russo e americano, ma corriamo anche il pericolo di inimicarcelo e di gettare gli ebrei tra le braccia dei tedeschi….”. Hussein stesso è stato contattato per evitare che cadesse nelle spire di Lawrence e delle bugie del governo di sua maestà britannica. Il figlio di Hussein, Feisal futuro Re irakeno, era “ostaggio” concordato dei rapporti fra la potenza ottomana e quella regione desertica ed assolata abitata da nomadi, nota solo per ospitare la Mecca. Le cose militari in loco andranno verso una disfatta ottomana, ed una eguale delusione di Feisal, a cui la Palestina e gran parte della regione verrà negata. I sionisti che fino a quel momento non sapevano a che santo appoggiarsi sposarono la causa inglese giusto in tempo per la caduta dell’impero sovietico. La dichiarazione Balfour del 31 ottobre 1917 poneva le basi di un futuro stato ebraico in Palestina, con tutte le conseguenze che ancor oggi si scontano. L’aggressività navale tedesca aveva intanto finito per coinvolgere gli Usa e il loro misconosciuto potenziale bellico, facendo cessare anche un pur minimo coinvolgimento dei banchieri americani (ebrei) per la causa sponsorizzata dal kaiser. Il doppio gioco inglese, l’ipocrisia, avevano di nuovo vinto. Dopo la sconfitta, negli anni del caos tedesco della Repubblica di Weimar, l’elemento ebreo aveva fatto naturale comunella con la sinistra bolscevica e con questa era stato bollata dai nascenti partiti nazionalisti e di destra (ma Hitler si identificava nel nazionalsocialismo del Deutsche Arbeiter Partei) ) come responsabile del disfattismo e della sconfitta. Fino all’ascesa al potere di Hitler (1933) la vita, pur tra rappresaglie, era continuata come sempre per gli ebrei. Questi erano ormai stati accomunati con tutte quelle minoranze che non si identificavano nel ceppo ariano e con le persone portatrici di handicap vari. Per questa ultima categoria sarà prevista la sterilizzazione come per le malattie ereditarie. Eutanasia e morte invece per 275.000 malati di mente. Con le leggi di Norimberga (1935) si fissano anche per gli ebrei delle precise norme e percorsi giuridici. Il 9 novembre 1938 dopo l’uccisione a Parigi dell’Ambasciatore tedesco da parte di un Ebreo, si scatena nel paese una caccia all’uomo (la notte dei cristalli, dalle vetrine infrante) che culminerà in arresti di massa, incendi e per finire al contributo espiatorio di un miliardo di marchi. Da questo momento ha inizio il progetto della soluzione finale che porterà alla eliminazione di oltre 6 milioni di ebrei europei nelle camere a gas. In Italia la situazione resta accettabile fino all'8 settembre 1943 quando le decisioni e la gestione del problema ebraico passano ai tedeschi occupanti. |
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De Felice nella Breve storia del fascismo (Mondadori, 2000: «Altrettanto impopolare a livello di opinione pubblica e di qualificati ambienti del regime stesso fu l’introduzione in Italia della legislazione antisemita. È innegabile che alcuni e non marginali settori si sarebbero allineati alle misure razziste, per cementare l’accordo con la Germania, per preservare la cultura tradizionale e cattolica da quella moderna – che trovava nella “mentalità ebraica” o nella “colpa” originaria degli ebrei le proprie origini – o per farne una cartina di tornasole contro la borghesia; ma è anche vero che fu troppo brusco l’impatto della legislazione razziale e antisemita su una società (civile) storicamente immune da quel virus (la persecuzione degli ebrei era da ricondurre esclusivamente alla Chiesa cattolica). Soprattutto per questo, sulla campagna per la razza la propaganda fascista fallì clamorosamente, portando tanti italiani a distaccarsi, almeno psicologicamente, dal regime, a guardarlo magari con occhi diversi e in taluni casi a passare all’opposizione. Per altri il fatto che la persecuzione fascista contro gli ebrei fosse condotta piuttosto blandamente, all’“italiana”, avrebbe costituito un comodo alibi dietro cui nascondere il proprio opportunismo e tacitare eventuali rimorsi di coscienza». Le cose cambiarono nel '43 quando i tedeschi padroni del Nord Italia (e del Centro Italia) ne imposero in loco una rigida e non blanda applicazione (comportamento stigmatizzato nel dicembre 1943 dal ministro degli Esteri tedesco in una lettera al capo della Gestapo Müller). | |||
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"Il ghetto di Łódź è stato il secondo ghetto ebraico per grandezza dopo quello di Varsavia. Il ghetto venne trasformato in un importante centro industriale a basso costo di manodopera. A causa dell'elevata produttività il ghetto riuscì a sopravvivere fino all'agosto 1944 quando la popolazione rimasta venne deportata ad Auschwitz. A Lodz, Chaim Mordechai Rumkowsky, ancora oggi considerato una delle figure più controverse dell'Olocausto a causa del suo comportamento verso i suoi stessi correligionari ("re Chaim") arriva al punto di battere moneta di lager (foto a sx sotto). Altri ghetti importanti, che contavano parecchie decine di migliaia di abitanti , furono quelli di Cracovia (72.000) , di Lublino (40.000), di Radom (35.000); e più tardi, istituiti dopo lo scoppio della guerra con l'URSS, quelli di Leopoli (120.000), di Vilna (più di 60.000 ebrei, più della metà dei quali furono massacrati durante l'invasione), di Bialystok, di Kaunas, di Riga.... | |||
il contributo degli ebrei alle guerre risorgimentali |
http://digilander.libero.it/fiammecremisi/approfondimenti/plezzo-saga-ebrei.htm il 1° conflitto mondiale | |||
Portico D'Ottavia Roma >> Istruzione del Vaticano del 1946 approvata da Pio XII e trasmessa da Roncalli (nunzio a Parigi) ai vescovi francesi. - Essa mette in guardia la Chiesa dal riconsegnare i bambini ebrei da essa ospitati durante la guerra alle istituzioni ebraiche che in quel 1946 operavano a Parigi e in tutta Europa per trasferire quei piccoli in Palestina in vista della fondazione del nuovo stato d'Israele. Ma “altra cosa” – precisa – “sarebbe se i bambini fossero richiesti dai parenti” (che non avevano più).
25ma udienza del processo contro Adolf Eichmann del 21 maggio 1961: un’ebrea italiana rispondendo al giudice Halevi precisò: "Tutti gli strati della popolazione italiana ci hanno aiutato: professionisti, intellettuali, protestanti, cattolici, militanti di ogni partito |
i "Protocolli dei Savi anziani di Sion ..contenente i piani attraverso a cui il popolo ebreo intende giungere al dominio del mondo...", direbbe Bocca, nel loro contenuto, risulteranno uno dei più grandi falsi dell'800 rinato in Russia all'epoca delle prime rivolte antizariste ad opera di comunisti ed ebrei che ricoprirono poi un ruolo chiave nella Rivoluzione d'Ottobre. Probabilmente la nomea di ebrei=comunisti disturbava Bocca
Della Palestina e di Israele dirà poi Gandhi. «La Palestina appartiene agli arabi come l’Inghilterra appartiene agli inglesi e la Francia appartiene ai francesi. È ingiusto e disumano imporre agli arabi la presenza degli ebrei (…) Sarebbe chiaramente un crimine contro l’umanità costringere gli orgogliosi arabi a restituire in parte o interamente la Palestina agli ebrei come loro territorio nazionale. La cosa corretta è di pretendere un trattamento giusto per gli ebrei, dovunque siano nati o si trovino. Gli ebrei nati in Francia sono francesi esattamente come sono francesi i cristiani nati in Francia. Se gli ebrei sostengono di non avere altra patria che la Palestina, sono disposti ad essere cacciati dalle altre parti del mondo in cui risiedono? Oppure vogliono una doppia patria in cui stabilirsi a loro piacimento? (...) Sono convinto che gli ebrei stanno agendo ingiustamente. La Palestina biblica non è un’entità geografica. Essa deve trovarsi nei loro cuori. Ma ammesso anche che essi considerino la terra di Palestina come loro patria, è ingiusto entrare in essa facendosi scudo dei fucili . Un’azione religiosa non può essere compiuta con l'aiuto delle baionette e delle bombe». E sulla resistenza dei palestinesi? «Non intendo difendere gli eccessi commessi dagli arabi. Vorrei che essi avessero scelto il metodo della non violenza per resistere contro quella che giustamente considerano un’aggressione del loro Paese. Ma in base ai canoni universalmente accettati del giusto e dell’ingiusto, non può essere detto niente contro la resistenza degli arabi di fronte alle preponderanti forze avversarie». |
Il florilegio dei Protocolli dei Savi di Sion di un Giorgio Bocca "Fascista Doc". ... dell'odio giudaico si intende non l'odio degli ariani verso gli ebrei ma quello degli ebrei verso gli altri ... Sarà chiara a tutti, anche se ormai i non convinti sono pochi, la necessità ineluttabile di questa guerra, intesa come una ribellione dell'Europa ariana al tentativo ebraico di porla in stato di schiavitù (sotto e sx)
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