DESTINAZIONE GULAG
Glavnoye
upravleniye
lagerey
= Gulag
La consegna dei "dissidenti" russi a Stalin e dei croati a Tito
(soldati delle legioni straniere Wehrmacht e Waffen caduti
prigionieri degli alleati nel 1944/45)
in calce
l'altra violenza
"L'inferno dei vinti"
.Traditori?
Risponde Solgenitsin: «Non si sarebbero mai arruolati nella Wermacht, se non fossero stati spinti dalla disperazione, se non avessero provato un odio assoluto contro il regime sovietico». - Russi coi tedeschi? Il loro numero era insignificante,- rispose Molotov,- il problema non esisteva, non c'era alcuna ragione di far le promesse che Londra suggeriva (Era anche una sconfitta morale asserire che fossero in molti come erano, un'amnistia agli arruolati per forza ?, escludendo i collaboratori volontari, le Waffen SS e altri criminali ??).
A Washington si era contrari alla consegna: «Ci assumiamo rischi inutili consegnando prigionieri tedeschi di origine russa. Saremo noi i responsabili del grande massacro che i sovietici commetteranno». Né lui né il collega erano al corrente degli accordi già presi con gli inglesi ?. «Erano tre anni che la propaganda inglese esaltava gli eroismi del popolo russo sottacendo altri aspetti politicamente non condivisi. Aveva fatto credere che i suoi capi fossero simili ai nostri" ha scritto Hugh Trevor-Roper, accademico che ebbe incarichi di rilievo nel MI5
*Una delle conseguenze dei buoni rapporti d'anteguerra della Germania con l'Unione Sovietica, è l’espulsione reciproca di antinazisti e comunisti di nazionalità tedesca rifugiatisi in Urss in tempi diversi. In coincidenza con le purghe staliniane questi comportamenti venivano amplificati, senza suscitare eccessive prese di posizione e levate di scudi, nei partiti antifascisti occidentali. Dalla patria del marxismo (Marx è nato a Treviri in Germania) molti erano emigrati per edificare il socialismo in Unione Sovietica negli anni 20 (lo stesso Lenin, profugo in Svizzera, ottiene il permesso di attraversare la Germania e rientrare a S. Pietroburgo in Russia. E' il 9 aprile 1917. Sei mesi dopo è il trionfatore della rivoluzione d’ottobre) La grande maggioranza venne soppressa o “annullata” entro il 1940. Gli arresti raggiunsero il massimo nel 1937 (619) e continuarono fino al 1941. La sorte di metà di queste persone (666) è sconosciuta: presumibilmente, esse morirono durante la prigionia, ma un quinto (132) fu sicuramente riconsegnato ai Nazisti. Il loro destino ci è noto attraverso le "Kaderlisten", liste compilate sotto la responsabilità dei dirigenti del Partito comunista tedesco, Pieck, Florin e Wehner. Tra il nov-dic. del '37 furono espulsi 148 tedeschi e altri 445 l'anno dopo. Accompagnati alla frontiera polacca o lettone, talvolta a quella finlandese Gli espulsi - tra cui alcuni membri dello Schutzbund, la Lega di protezione repubblicana del Partito socialista austriaco - venivano immediatamente controllati dalle autorità tedesche chiamate a prelevarli. In alcuni casi, come quello del comunista ebreo austriaco Paul Meisel (morirà ad Auschwitz) nel maggio del 1938, l'espulso veniva portato fino alla frontiera austriaca passando per la Polonia e consegnato alla Gestapo direttamente. Questa intesa perfetta tra nazismo e comunismo prefigurava il patto Ribbentrop-Molotov del '39. Quando Stalin e Hitler ebbero sconfitto la Polonia, la Germania e l'URSS si trovarono ad avere una frontiera comune che permetteva di trasferire gli espulsi direttamente dalle prigioni sovietiche a quelle tedesche !!!. Dal 1939 al 1941 furono consegnati alla Gestapo da 200 a 300 comunisti tedeschi, come segno della buona volontà sovietica verso il nuovo alleato. Il 27 novembre 1939 fu sottoscritto un accordo bilaterale, in seguito al quale, fino al 1941, furono espulse circa 350 persone, tra cui 85 austriaci. |
Cosi l’articolo di Piero BUCARELLI su "Il Giornale" del 22 gennaio 1995 su uno scottante argomento del dopoguerra che cercheremo di allargare in queste pagine, oltre il caso Cosacchi dello Zar ex Russi bianchi esiliati, Ucraini, mussulmani etc… (in corsivo
rosso i brani citati
e il testo completo al sito). ... Ma questo non era solo un problema dell'immediato dopoguerra.
Le prime avvisaglie s'erano manifestate in Italia sul
finire del '43. I soldati, che noi continueremo per altri due anni
a definire tedeschi (ma li chiamavamo Mongoli per i loro occhi a mandorla o
per il colore della pelle perche dovevano venire da oltre gli Urali), erano
il commonwealth nazista del globo terracqueo. Si andava dagli Indiani
antibritannici della Wehrmacht, di cui nessuno conosce la sorte una volta finiti
in mani inglesi, ai Russi bianchi (che erano
anche quelli di Estonia, Lettonia Lituania, ma non solo, inglobati nell'Urss col patto Ribbentrop-Molotov) ai Russi-Russi,
o agli ucraini, ai cosacchi, ai caucasici e orientali
(Turcomanni), ai mussulmani veri e propri, ai ceceni, francesi, valloni, olandesi,
danesi, spagnoli etc…etc..… Sia
gli inglesi che i russi avevano alle spalle una collaudata pratica
"pseudo-umanitaria" di
rimpatrio: gli inglesi rispedivano ai tedeschi gli ebrei in fuga e
i Russi rispedivano*(in
basso a sx)
i fuoriusciti comunisti tedeschi a Hitler che ricambiava. Sarà anche per questo che
ognuno si fidava della parola dell’altro. Ufficialmente i Sovietici negavano
però l’esistenza di una tal massa di "dissidenti"(circa 1 milione i soli Russi). Il 23 agosto 1944 i prigionieri accumulati erano già 3.750 e i
sovietici ne chiesero la consegna nei loro porti. Ma non c’erano solo
militari, come in tutti gli eserciti del mondo c’erano gli ausiliari e le
donne. Questi neo tedeschi "acquisiti" che militavano nelle unità di supporto,
come la difesa costiera, le unità del genio, s'erano consegnati senza scrupoli
dall'estate del '41 a quella del '42
convinti che tanto la guerra non si sarebbe fermata su un ponte, su un fiume
qualsiasi della Germania ma nel cuore stesso della Russia (Naturalmente non conoscevano lo sforzo bellico che era
già stato messo in atto
dagli alleati a favore della Russia, preceduto da accordi economici).
Zukov "E' indiscutibile che l'Urss ricevette forniture importanti per la sua economia. Ma forse che tutto ciò poteva influire in modo decisivo sull'andamento della guerra ? Noi ricevemmo 18.700 aeroplani, 10.800 carri armati e 9.600 cannoni (tralascia i 400.000 camion !!!). Rispetto al complessivo da noi prodotto questi aiuti non rappresentano che il 10%. L'importanza relativa è fuori discussione, ma parlare di ruolo decisivo non è davvero il caso...". Dimenticava di dire che il ruolo era quanto contavano nel momento del vero bisogno, quando eri nella m..... fino al collo. - Comparvero allora le missioni sovietiche promettendo perdono e calorose accoglienze: «Bruceremo nel fuoco quelle uniformi tedesche che indossate», disse il generale Vasiliev in un campo dello Yorkshire: «Si, con noi dentro», lo interruppero i prigionieri. Il balletto dei dubbi in seno ai prigionieri, se mostrarsi pentiti (servirà poi ?) ai politici che manifestavano propositi più umanitari di Hitler si chiusero l'11 ottobre 1944 con l’accordo delle "percentuali":Dalle memorie di Churchill h. 22 Mosca. «Troviamo un accordo sulle nostre questioni nei Balcani », propose senza preamboli il premier britannico. «Vi andrebbe bene se voi aveste un predominio del 90 % sulla Romania, se noi avessimo il 90 % sulla Grecia, e fare 50/50 sulla Jugoslavia?», e mentre l’interprete traduceva, Churchill abbozzava le suddette percentuali su un foglietto, aggiungendovi un «fifty-fifty 50/50» per l’Ungheria e una divisione della Bulgaria in 75 % ai russi e 25% agli «altri». (come avrebbe gestito quegli “altri" e i 10% resta un mistero, infatti Stalin si prese tutto). Poi allungò il pezzo di carta a Stalin. Ci fu una breve pausa, ricorda il primo ministro nelle memorie. Quindi egli prese la sua matita blu, disegnò un largo visto sul foglio, e ce lo restituì. “Bruciamo il foglietto !?”. «No», rispose lapidario Stalin, “tenetelo voi». - A Mosca, comunicò Churchill estasiato a Roosevelt, avevo trovato «una straordinaria atmosfera di buona volontà», e Harold Nicolson, diplomatico e scrittore annotò: «Eden ha un vero affetto per Stalin», e «Stalin non ha mai mancato alla parola» (l'aveva detto anche Mussolini). I prigionieri lasciarono i porti inglesi il 31 ottobre 1944. Gli ufficiali
alleati che li
accompagnavano riferirono che all'arrivo a Murmansk non c’erano state le
previste feste. Ma di prigionieri ne avevano anche gli Usa che fecero la
stessa scelta pur riconoscendogli il “diritto d'uniforme”; se invocato
!. (il diritto d'uniforme permetteva ai prigionieri che si dichiaravano tedeschi, di finire
in prigionia come Pow (Prisoner of War) tedeschi e non russi. Ma
questo i transfughi Russi non lo sapevano e invece di dichiararsi tedeschi si
dichiararono Russi e ritornarono a casa.
A Yalta (nel febbraio 45) le cose andarono diversamente con le percentuali di
Stalin che lievitavano in rapporto allo stillicidio di morti lasciato sul fronte
orientale. Nel calcolo dei Russi traditori c’erano finiti anche i Baltici che Russi non lo erano mai stati, al massimo svedesi.
L’accordo ufficiale di questi "rimpatrii" venne tenuto, segreto per pudore.
Quando quindi sentite ancor oggi parlare di segreti di stato, di cose che non si possono
rendere pubbliche, da chiunque !!!, vuol dire che sono porcate. Sic et
sempliciter si usa nel gergo diplomatico, ma è bene che il popolino non lo
sappia (vedi il caso recente di Wikileaks). Quello che succedeva a bordo delle navi è facilmente descrivibile,
checché ne dica Rigoni Stern a proposito di quei Cosacchi stanziati in Carnia.
“È pura fantasia quello che dopo si scrisse, che si annegarono in massa nel
fiume piuttosto che ritornare in URSS”. Lo stesso problema sottaciuto si
presentava per i veri prigionieri Russi in mano degli italiani e dei tedeschi,
che come in tutti gli eserciti del mondo al termine di una guerra viene
considerato comunque traditore (per aver gettato le armi) e soggetto a rieducazione.
Diceva Togliatti “Nelle condizioni in cui erano (i russi), hanno fatto quanto
dovevano (o potevano) per i nostri prigionieri" (si riferiva alle decine di
migliaia di italiani morti nelle marce del "davai" della primavera (ma la era
ancora inverno) del 43). "Purtroppo noi italiani ci
troveremmo molto imbarazzati se quelle autorità ci chiedessero conto dei
prigionieri russi fatti dalle truppe italiane. Lo sa che non ne è tornato in
Russia nemmeno uno? Messe e gli altri generali italiani li consegnavano ai
tedeschi che li passavano ai forni crematori...”. (balle al quadrato
del "migliore"). l’Appennino Emiliano era pieno di partigiani russi,
aggregati ai partigiani o in formazioni autonome, evasi l’8 settembre
'43 dai campi
di concentramento del Nord Italia, e saranno ritornati sicuramente a casa o avranno scelto
di
non tornarvi senza raccontarlo a Lui che come ministro di stato li avrebbe di
forza consegnati). Fra gli eccidi di preti della montagna si ricorda ad
esempio quello di BOLOGNESI Don Sperindio, parroco di Nismozza (Reggio
Emilia), fatto saltare con una mina mascherata e camuffata da pacchetto
postale. L’aveva confezionata in quella maniera un ex prigioniero sovietico
che faceva parte di una banda comandata da un altro russo. Aveva escogitato
questa scatoletta con nastrino azzurro e l’aveva lasciata lungo la strada
dove passava il giovane parroco. Don Sperindio vide quell’oggettino per
terra, si chinò a raccoglierlo. Un’esplosione violenta, e di lui non
rimasero che membra infrante. Quando comunicarono la disgrazia al russo
rispose: «Lui prete, lui paradiso!». (25 ottobre 1944). Il problema di una parte dei cosacchi in Italia lo abbiamo già visto. I Cosacchi erano convinti che gli occidentali avrebbero continuato la guerra, contro l'Unione Sovietica. Non avevano la minima idea del destino che li attendeva. Lo stato di servizio anticomunista pareva loro un'ottima presentazione agli "alleati". Se, in quei giorni, perfino gli ufficiali superiori inglesi ignoravano ancora gli accordi segreti (se no che segreti erano) di Yalta, si può capire che i Cosacchi non fossero informati sulle nuove realtà. Per i croati la vicinanza con l’Austria fece si che fossero gli stessi partigiani comunisti a venirsi a prendere ustascia, domobranci, belagardisti etc. antititini. Bucarelli dice che non ci furono problemi di rieducazione perché se li trascinarono legati ai cavalli e il problema della rieducazione si risolse per via. Nei reparti dei Russi, non si è detto, ma c’erano ancora vecchi fuoriusciti degli anni 20 (zaristi ma non solo) con cittadinanza a volte incerta. - I Cosacchi non dovevano sospettare il loro destino. Potevano resistere, combattere, come minacciavano, fino all'ultimo. Bisognava convincerli a cedere le armi. Gli fecero credere che il loro campionario di armamenti tedeschi e russi, italiani e jugoslavi, antiquato ed eterogeneo, era di ostacolo alla formazione della «legione cosacca» di cui parlavano gli inglesi, da impiegarsi chissà dove, forse in Giappone. Il 26 maggio, a un rapporto di ufficiali superiori, il colonnello Malcom conobbe il suo compito, e inorridì: «Era il rinnegamento di tutto quanto avevamo detto ai Cosacchi…». «Non riuscivo a crederci», ricorda il maggiore Davies, che chiese di essere sostituito. E, invece, doveva restare, gli spiegarono i superiori, proprio per la fiducia che i Cosacchi riponevano in lui: gli avrebbero creduto, e sarebbero caduti nella trappola senza fare storie. E quando se ne fossero accorti, sarebbe stato tardi. Dopo Lawrence che tradì gli arabi un altro popolo veniva tradito. Poi si dice la democratica Inghilterra. |
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BASTARDI SENZA GLORIA |
Vincitori e Vinti Se nel corso di una giornata non hai ucciso nemmeno un tedesco, allora per te è stata una giornata persa |
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http://www.nonsolobush.it/page4.php James Bacque Crimes and Mercies http://www.history.ucsb.edu/faculty/marcuse/classes/133c/133cproj/08proj/Bacque1997Coon08z.htm i tedeschi |
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GERMANIA ' 45. L' estate dell' odio di
Silvio Bertoldi http://archiviostorico.corriere.it/1995/luglio/11/GERMANIA_estate_dell_odio_co_0_9507113612.shtml |
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Marco Picone Chiodo Mursia 1987, ... e
malediranno l' ora in cui partorirono
http://www.thule-italia.net/Storia/TedeschiUmani.html
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Si inserisce in questo filone "revisionista", (ma diceva Sack in -Occhio per Occhio- sugli ebrei scampati all' Olocausto che diressero in Polonia campi di internamento (ad eliminazione) per tedeschi - "Non denunciare un crimine, per la legge ebraica significa rendersene complice"), il Film di Quentin Tarantino - BASTARDI SENZA GLORIA- di "pura" fantasia che ha riaperto l'argomento violenza degli alleati sui vinti nella parte finale del conflitto (e anche dopo nel puro spirito di Occhio per Occhio). In altri capitoli (vedi anche questo e link sotto) alcuni argomenti sono già stati trattati ma altro aggiungiamo o definiamo meglio qui. Un articolo (più articoli) in tal senso sono usciti nel 2009 sulla rivista - Storia in rete - a cui ci riferiamo per alcune parti. |
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Regia e sceneggiatura: Quentin Tarantino- Attori: Brad Pitt, Diane Kruger, Mélanie Laurent, Christoph Waltz, Eli Roth. Universal Pictures ... ci paracaduta nella 2a guerra mondiale e nella Francia occupata, per raccontare le imprese di un gruppo di soldati americani di origine ebraica impegnato ad ammazzare quanti più nazisti possa. Con l’aiuto di un’attrice tedesca schierata con gli alleati e della proprietaria di un cinema, scampata al massacro della sua famiglia, progettano addirittura di far saltare in aria un cinema in Francia dove, alla prima di un film di propaganda, è atteso Hitler stesso con i vertici del III Reich...
IRVING PRIGIONIERO Authorities in Vienna said that the 67-year-old author (David Irving) was being held under a warrant issued in November 1989 for speeches which were considered to break domestic laws preventing active denial of the Holocaust.The offence carries a maximum sentence of 20 years in prison. Major Rudolf Gollia, the interior ministry spokesman, said Mr Irving had been en route to a students' meeting in Vienna when he was stopped on a motorway in the southern province of Styria on November 11. He was transferred to a prison in Graz (2005). per saperne di più http://www.essereliberi.it/modello_articolo.php?id_artic=294&recordinizio=0
I bambini polacchi deportati in Unione Sovietica durante la seconda
guerra mondiale |
La Spartizione della Polonia dopo Yalta dal sito http://www.ricercaitaliana.it/prin/unita_op-2005112902_001.htm .. una ricerca specifica sulla Polonia costituisce un caso di particolare interesse per la massiccia espulsione della popolazione tedesca da tutto il territorio nazionale, ridefinito dai trattati di pace. In conseguenza delle disposizioni del Capo XIII del Trattato di Potsdam, la popolazione civile tedesca residente sui territori annessi ex novo alla Polonia avrebbe dovuto essere deportata nei settori d'occupazione sovietico e britannico in Germania. La deportazione durò fino al 1948 e coinvolse ben oltre 5 milioni di persone (ma altre fonti dicono il doppio). Quando le misure di espulsione erano pressoché terminate, il 16,5% circa (1 su 6) della popolazione della Repubblica federale tedesca e quasi il 25% (1 su 4) della popolazione della repubblica democratica tedesca (o DDR sotto controllo sovietico) erano profughi provenienti dai territori dell'Est. In questa prima fase, sia nella Germania occidentale che in quella orientale si mise in atto un'integrazione accelerata della popolazione profuga nei nuovi sistemi politici, economici e sociali del dopoguerra che saltò molte fasi riflessive (nazisti e fascisti o destra xenofoba in genere mise le uova nella DDR). La crisi demografica che ne seguì (alla perdita di milioni di persone) costituì uno dei problemi principali (anche se ufficialmente mai ammessi) per il nuovo Stato polacco (se ne andavano anche molti tecnici e uomini di alte capacità imprenditoriali). La scomparsa di classe dirigente, borghese e professionale in genere fu la causa di un generale impoverimento delle società europee dell’Est al di là dei danni di guerra. La situazione di pressoché totale disgregazione sociale e di sottopopolazione dei nuovi territori occidentali polacchi o Pomerania ebbe come conseguenza, fra l'altro, una difficoltà oggettiva di controllo del territorio da parte delle amministrazioni civili e delle forze di polizia. Ad accentuare la disgregazione sociale contribuirono inoltre, a partire dal 1947, le deportazioni sui nuovi territori occidentali di cittadini polacchi di etnia rutena (da Leopoli ora in Ucraina), precedentemente insediati nell'area carpatica a sud-est di Cracovia. Si trattò di deportazioni indiscriminate di massa, nominalmente giustificate dalla necessità di reprimere fenomeni di nazionalismo ucraino (URSS). da altra fonte http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/migrants/pom2002_88_90/rc_pc_migrants_pom88-89_umlauf.htm "Quando la popolazione tedesca dovette abbandonare la sua residenza al di là dell’Oder (Neisse), nel territorio dei Sudeti e in altri stati dell’est europeo, il flusso di profughi aumentò fino a diventare una migrazione di popolo. Sulla base del trattato di Potsdam, fino al 1950 vennero allontanate con la "forza" circa 12 milioni di persone, oltre 2 milioni non sopravvissero ai gravi disagi di questo esodo di massa” (come si vede le "stime" (perché di tali si tratta) variano in un arco molto ampio statisticamente eccepibile. Qualcuno probabilmente mette dentro tutte le migrazioni di tedeschi (morti compresi già contabilizzati nel 1944 quando un milione di persone, di origini "tedesche", migrate anticamente nell'Europa orientale, seguì le armate in ritirata del Reich oltre ai milioni di altre etnie affezionate). In queste spoglie statistiche che ricomprendono 2 milioni di morti come un fatto casuale si nascondeva l'ennesima tragedia della seconda guerra mondiale (già terminata) e non assurta agli onori della gloria perche operata nei confronti dei vinti. Sembra che fossero oltre 1.200 i campi in cui vennero stipati gli sfollati, più o meno provvisori, e molti di questi campi venivano gestiti dagli ex internati sopravvissuti all'olocausto per delega del comando Russo, per intenderci Ebrei che ora avevano la possibilità di rifarsi nei confronti dei loro aguzzini. Sack in -Occhio per Occhio- racconta la storia di una di queste, Lola Potok, direttrice del campo di Gleiwitz poco distante da Auschwitz. Lola era uscita dal lager che pesava 33 kg e la famiglia decimata. Nel suo solo campo da febbraio ad ottobre del 1945 Lola ne lasciò morire 2.400 (a Lamdorf su 8.000 ne sopravvissero 1576). Poi scappò negli Usa dove si fece seppellire dal silenzio e dall'oblio fino alla liberatoria confessione/racconto di Sack. Evito di citare i sistemi di tortura riportati sulla rivista perché sarebbero vietati anche ai maggiorenni deboli di stomaco. ......se ne era accorto anche Churchill se nell' agosto del 1945, non più cancelliere, aveva denunciato ai Comuni l' "enorme tragedia" in atto dietro la Cortina di Ferro a danno dei tedeschi, riferendosi soprattutto alla cacciata dall' Est europeo di oltre 10 milioni di tedeschi…. la stessa, la solita Croce Rossa ne rimase per l'ennesima volta fuori. Da questa contabilità sono esclusi i prigionieri di guerra veri e propri, poiché finora abbiamo parlato di civili, detenuti da entrambe le parti, Usa e Russia che diedero il loro ulteriore contributo al numero di morti (1 milione almeno di tedeschi morti). Per alcuni osservatori un anno in un lager nazista era meglio di un giorno in questi campi.
dal corriere della sera Firestorm: la tempesta di fuoco sulle città tedesche http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/schede/atomicaihitler2.htm La matrice non solo americana ma anche ebraica del Piano Morgenthau spiega in buona misura il motivo di tale ennesima censura nei confronti di David Irving. Il testo consente di addentrarsi nello spirito vendicativo che nel 1944-45, animava quanti fra i vincitori si proponevano di punire gli sconfitti. Traspare da queste pagine il cinico lavoro diplomatico condotto da Henry Morgenthau, ministro americano del Tesoro e alto esponente della comunità ebraica newyorkese, nei confronti dell'inizialmente riluttante Winston Churchill al fine di ottenere l'approvazione dei piano. Strumento di ricatto nei confronti di Churchill erano gli aiuti di cui la Gran Bretagna, in bancarotta a causa della guerra, aveva disperato bisogno. Il vendicativo Piano Morgenthau prevedeva la trasformazione della Germania in nazione agricola e pastorale mediante la distruzione delle sue industrie. Ma non era solo uno strumento di vendetta. Intendeva anche favorire l'espansione comunista in Europa (il principale collaboratore di Morgenthau E CONSIGLIERE DI ROOSEVELT fu poi inquisito quale spia sovietica) e trarre dalla sconfitta tedesca il maggior vantaggio commerciale possibile. Il Piano prevedeva altresì risarcimenti a favore dell'Urss da effettuarsi mediante consegna di milioni di lavoratori forzati: cosa, questa, che avvenne puntualmente (lo era stato anche nei confronti del Belgio). Prevedeva inoltre il rifiuto di assistenza alimentare e sanitaria alla popolazione "a meno che ciò possa creare rischio di epidemie che minaccino le truppe d'occupazione !!!". (con Truman il piano fu addolcito). Il piano
Morghenthau ovvero la programmata eliminazione del popolo tedesco |