LA SECONDA 

GUERRA MONDIALE  

 

INDUSTRIA BELLICA ALLEATA

L'UNIONE SOVIETICA

LA RIVOLUZIONE RUSSA, I RAPPORTI INCESTUOSI TRA COMUNISMO E NAZI-FASCISMO  -

Kulaki, Stakhanov e il superuomo

La produzione industriale !! dell’URSS crebbe dal 3,7 % annuo del 1929 al 12% del 1939 !!!!. Con questi risultati l’URSS si piazzò al 3° posto fra i grandi paesi industrializzati, dopo gli Usa e la Germania, superando l'Inghilterra e la Francia. Tutto questo non senza costi umani in ogni settore economico .

Il dilemma di fondo che travagliò la Russia zarista di fine '800 fu, da una parte, il timore che un'accelerazione dello sviluppo economico interno potesse sfociare in una rivoluzione mentre uno sviluppo troppo lento rischiava di lasciarla indietro e dipendente dalle altre nazioni. Nonostante ciò nel 1890 la Russia possedeva 32.000 Km di ferrovie (e non era ancora stata costruita la Transiberiana che venne considerata un fallimento per il costo e l'impoverimento delle casse dello stato) e gli operai erano circa 1,5 milioni, di cui la maggior parte impiegata nell'industria tessile su una popolazione totale stimata in ca 100 milioni di abitanti (escludendo le "colonie" caucasiche, centroasiatiche e siberiane per ca 20 milioni). Tra il 1860 e il 1890 la produzione annuale di carbone aumentò di circa il 1.200% raggiungendo i 6,6 milioni di tonn. e la produzione di ferro e acciaio fu più che raddoppiata con un valore di 2 mil. di t/a. Con la pianificazione comunista degli anni '20 la produzione di ghisa, necessaria per lo sviluppo d'una inesistente infrastruttura industriale, crebbe da 3,3 a 10 mil. di t/a. Il carbone passò con successo da 35,4  a 75 mil. di tonn  e la produzione di minerali ferrosi crebbe da 5,7 milioni a 19 (tonn)

http://pagesperso-orange.fr/edwige.roland/troisieme/URSS/collect.html 

  Kulaki  - I servi della gleba  - I primi a farne le spese dello sfrenato sviluppo industriale furono i kulaki, categoria contadina, ex servi della gleba, che erano riusciti nel 1906 con la prima riforma sulla distribuzione delle terre, a comprare con sacrifici e debiti un pezzo di terra. La categoria comprenderà poi anche proprietari terrieri più "ricchi" (vedi sotto). Il pezzo di terra in Russia è un parametro non paragonabile coi nostri. Bastava per essere classificati Kulaki ricchi - l'utilizzo di un operaio agricolo per una parte dell'anno (stagionale), il possesso di macchine agricole un po' più perfezionate del semplice aratro, di due cavalli e quattro mucche" (Nicolas Werth) – I contadini poveri (kombèdy) che non avevano potuto accedervi persero i diritti comuni tipici delle vecchie società agricole, pascolo, legna etc. e dovettero “piegarsi” a fare i braccianti. Due categorie basse comunque si ritrovarono a contrapporsi economicamente e politicamente. Dopo la prima fase della rivoluzione che aveva visto protagonisti gli operai e i soldati (in città) si discusse sul destino di questa classe sociale contadina (corteggiata all'inizio con ulteriori distribuzioni di terra). Per anni quindi non furono toccati anche se il loro prodotto veniva pagato all’89 % di quello di mercato condizione peggiorativa di altre produzioni agricole ritenute più urgenti e necessarie (per il bestiame si arrivava al 178%, veri e propri incentivi)

"Vi è una situazione per cui il contadino ha paura di farsi un tetto di lamiera perché teme di essere dichiarato kulaki, se acquista una macchina cerca di fare in modo che i comunisti non se ne accorgano. La tecnica avanzata è divenuta clandestina [...] oggi questi metodi ostacolano lo sviluppo economico. Oggi dobbiamo eliminare una serie di restrizioni per il contadino” agiato” da un lato e per i braccianti che vendono la propria forza lavoro dall'altro. La lotta contro i kulaki deve essere condotta con altri metodi, per altra via [...] A tutti i contadini complessivamente, a tutti gli strati di contadini bisogna dire: arricchitevi, accumulate, sviluppate le vostre aziende. Soltanto degli idioti possono dire che da noi deve sempre esserci povertà [...] Cosa otteniamo per effetto dell'accumulazione nell'economia contadina? Accumulazione nell'agricoltura significa domanda crescente di prodotti della nostra industria". (dichiarazione a favore di Nicolaj Bucharin).

Raccolta cotone

  PIANI QUINQUENNALI 1928-1938
Lenin pose fine al comunismo di guerra e istituì la Nuova Politica Economica (NEP) incoraggiata anche da un altro eminente membro del partito, Nikolaj Ivanovič Bucharin, nel quale lo stato permetteva l'esistenza di un mercato limitato. Vennero consentite piccole imprese private, la possibilità di assumere manodopera da parte di queste ultime (sia industriali, sia contadine) e la possibilità per investitori esteri di partecipare ad alcune attività economiche. La NEP Sovietica (1921-1929) fu essenzialmente un periodo di "socialismo di mercato". Essendo in grado di vendere il loro surplus sul mercato libero, le spese dei contadini diedero una spinta al settore manifatturiero delle aree urbane. Come risultato iniziale del NEP l'Unione Sovietica divenne il primo produttore di grano del mondo mentre il PCUS  consolidava il suo potere.

cervonec

 

I kulaki erano, teoricamente,  suddivisi in tre categorie sulla base di determinati parametri, principale tra i quali il fatto che si facessero coadiuvare o no da mano d’opera salariata. Lo strato più elevato era costituito appunto dai kulaki, che usavano assumere mano d’opera, e rientravano quindi tra i ‘nuovi sfruttatori’; il più basso dai contadini ‘poveri’ (byednyaki), che pur essendo piccoli proprietari si prestavano anche come braccianti (‘sfruttati’); c’era infine la categoria intermedia dei serednyaki, o contadini ‘medi’, che né assumevano mano d’opera, né lavoravano per altri. Nella realtà le cose erano ben più complesse: così Medvedev riferisce che non soltanto i contadini medi, ma anche i contadini poveri usavano assumere braccianti in caso di necessità; del resto l’assunzione di mano d’opera agricola non era vietata dalle leggi sovietiche, anzi una legge del 1925 l’aveva facilitata. Per quanto riguarda la consistenza numerica delle tre categorie, ci imbattiamo in dati disformi. Stando a Deutscher, nel 1928 i capi famiglia kulaki erano tra un milione e mezzo e due, quelli contadini medi da 15 a 18 milioni, e i poveri da 5 a 8 milioni: in totale esistevano circa 25 milioni di famiglie di contadini individuali. Pochi anni più tardi contadini individuali in Russia non ne esisteranno  più causa anche la grave "crisi delle forbici" che s'era sviluppata fra il 1923 e il 1926. E. Corti

 

CRISI DELLE FORBICI

Il 10 marzo 1923 Lenin fu colpito da un'apoplessia morendo il 21 gennaio 1924. Il numero ristretto dei contendenti al potere comprende ancora l'ala trotskista (che inizia a farsi chiamare "Opposizione di sinistra"), che sarà eliminata con le dimissioni di Trotsky da Commissario del Popolo alla Guerra e agli Affari della Marina (gennaio 1925). Due anni dopo in occasione del decennale della rivoluzione Trotsky e Zinov'ev sono espulsi dal Pcus o P.C. Sovietico e il primo espulso dall’Unione Sovietica (1929). Quanto fondate fossero le preoccupazioni di Lenin per l'unità del partito, si capì appieno a partire dall'autunno del 1923 quando tocco il suo apice la cosiddetta "crisi delle forbici". Venne chiamato così il differenziale che s’era venuto formando fra i prezzi industriali in crescita e quelli agricoli in calo. l'organizzazione delle imprese, ancora non statalizzate, in cartelli o sindacati, rappresentanti un particolare settore dell'economia, avrebbe contribuito al disequilibrio tra l'offerta e la domanda associata ai monopoli. A causa della mancanza di incentivi portati dalla competitività dei mercati, i cartelli erano invogliati a vendere i loro prodotti a prezzi più alti e per dirla in parole povere i contadini dovevano produrre più grano per acquistare i beni di consumo delle aree urbane. Il potere di acquisto dei contadini in innovazioni e beni s’era quindi bloccato lasciando anche alle industrie i piazzali pieni e problemi con la manodopera. Cause ? Direttive sbagliate o altro?. Qualcuno specifica che le direttive c’erano ma erano di economisti “non allineati” o Trotskyisti o in base al senno di poi era lo stesso partito che voleva liberarsi dell’individualismo contadino e dei piccoli e grandi proprietari terrieri che non avevano condiviso la rivoluzione.  Per rimediare alla situazione creatasi con la "crisi delle forbici" il Comitato Centrale del Pcus e gli organi di governo decisero una serie di misure urgenti. L'introduzione del cervonec nuova moneta e di altri obblighi che vedevano un pesante ingresso del potere nell’economia che d’ora in poi sarà appunto detta comunista o della collettivizzazione.

Nel 1926 Stalin LEADER ASSOLUTO, decise in coda alla ripresa economica (attenuazione della crisi delle forbici): «Il passaggio dalle aziende contadine piccole e frazionate alle grandi aziende unite sulla base della coltivazione collettiva della terra; passaggio alla coltivazione collettiva della terra sulla base di una tecnica nuova, più elevata. Unione graduale, ma continua, non mediante pressioni, ma mediante l'esempio e la convinzione, delle aziende contadine piccole e piccolissime in aziende grandi, sulla base della lavorazione comune, cooperativistica, collettiva della terra, con l'impiego di macchine agricole e di trattori, e dei metodi scientifici di una agricoltura intensiva»

     

fabbrica carri armati

Russia oggi

(solo repubblica russa dell'ex Urss) con 173 miliardi di short ton di carbone (1 short ton = 907,2 kg un po' meno della nostra tonnellata ) la Russia possiede le seconde riserve di carbone del mondo, dietro agli Stati Uniti, che detengono circa 274 miliardi di s.t. Nel 2004 il Ministro delle risorse energetiche russo ha stimato che la produzione totale annuale di carbone era di 308,6 milioni di s.t. = 280 milioni di tonn metriche. Per il ferro, nonostante la divisione, spartizione degli anni '90 e la perdita di competitività, poteva vantare ancora un 4° posto con 42 mil di tonn (da 1° che era).

  Bastò poi che i contadini ancora individuali a fine raccolto del 1927 non vendessero subito il grano (speravano in un aumento per un raccolto scarso), che si scatenò nel gennaio successivo la crisi e la violenza. Penuria nelle città (solo 300 milioni di pud di grano, contro i 428 di un anno prima). Stalin il 6 gennaio 1928 ordinò la confisca e l'ammassamento del grano. In risposta ne ebbe lo sciopero delle semine, che portarono l’anno dopo alla seconda fase della rivoluzione: la collettivizzazione. Conferimento di tutti i raccolti e di tutte le attrezzature destinandoli al "Kolkoz" unità per alimentare operai e minatori impegnati nel piano industriale. Quello che “restava” dai raccolti finiva esportato per procurarsi valuta utile per l'acquisto di beni che in Russia mancavano. Per milioni di persone, dopo la scelta di fare l’operaio con turni massacranti o il salariato nel kolkoz a stipendi di fame, non restava che la Siberia, i famosi Gulag che non chiusero più fin oltre la morte di Stalin (1953 Dichiarazione fatta dallo stesso Stalin nel 1942 a Churchill - dieci milioni di contadini sacrificati - nel senso di morti, ma Solzhenitsyn ne stimava di più) dove si lavorava in miniera o in grandi opere come le dighe per produrre energia. E’ rimasta tristemente famosa Kolyma 12 mesi d'inverno, il resto !!! estate (sono 70 qui le miniere d’oro e più di un milione i lavoratori schiavi ancora nel 1941).

Nel marzo 1931 la Pravda aveva pubblicato un articolo di Maksim Gorkij, intitolato: “A proposito di una leggenda”. Il potere sovietico non utilizza il lavoro forzato neppure nelle case di reclusione, dove i criminali analfabeti sono obbligati a leggere e scrivere, e dove i contadini godono del diritto di tornare al villaggio, alle loro famiglie, per i lavori agricoli”. Stalin: “Del lavoro dei kulaki, non trattandosi di detenuti, o non bisogna parlare, o si deve spiegare in maniera specifica e documentata che tra i kulaki deportati lavorano solo quelli che lo desiderano”.!!!!

la situazione che aveva portato alla rivoluzione russa http://www.marxists.org/italiano/bucharin/1919/abc/2abc-intro.htm#p42

(A Reza Khan Pahlavi il Grande, Imperatore di Persia che non aveva sciolto i contatti con l'Asse era stato riservato a fine Agosto del '41 lo stesso trattamento dell'Iraq di alcuni mesi prima. Inglesi da Sud, dall'Iraq e Russi dal Caspio piegavano in poche settimane la debole resistenza della Persia. Ora tutto il petrolio era sotto il loro controllo. Il vecchio imperatore, costretto a dimettersi, nomina erede il principe Reza Pahlavi che deve piegarsi).

  Nel corso dei due primi piani quinquennali si costruirono più di 2500 fabbriche !!!, molte dei veri e propri giganti (fabbrica di trattori di Stalingrado, Ottobre Rosso, e complesso siderurgico di Magnitogorsk). Con l’aumento delle infrastrutture l’URSS divenne quasi completamente indipendente dall’estero per i prodotti strategici. Le importazioni di materie prime (carbone, zinco, alluminio, ecc. ora estratti) e di macchinari cessarono o diminuirono drasticamente. Uno dei risultati più importanti della pianificazione fu il trasferimento del centro di gravità industriale verso est. Prima della grande guerra i 2/3 delle industrie russe erano concentrate tra San Pietroburgo (Leningrado), Mosca e l’Ucraina. Il secondo passo fu quello della produzione di macchine utensili  http://www.cronologia.it/mondo24l.htm. Dopo i sacrifici della popolazione per le infrastrutture, una nuova industria leggera veniva incontro alla domanda di beni di consumo popolari alzando il livello di vita. Non in tutti settori del primo piano quinquennale si raggiunsero i difficili obiettivi fissati, ma si superarono di molto in alcuni che andarono addirittura al raddoppio come Ghisa, Ferro, Petrolio, Elettricità solo per fare alcuni esempi. Il primo autocarro venne prodotto nel 1924 e la prima automobile nel 1927. Lo stabilimento Gaz (Gorkovsky Avtomobilny Zavod di Gorky) venne costruito nel 1932, con assistenza americana, comprando le linee dismesse della Ford tedesca. I prodotti che ne uscivano erano parenti molto stretti di mezzi già visti circolare.

fabbrica Kirov

  Col primo piano quinquennale avviato nel '28 si produssero 50.000 autoveicoli, il successivo 200.000. Nacquero, come detto, migliaia di fabbriche dalle sigle più strane sempre attinenti ai padri della Rivoluzione o alle località. Dal 1941 al 1945 i russi ricevettero comunque 16.651.000 tonn. di merci strategiche e 400.000 mezzi da battaglia veri e propri compresi i carri armati. Una nuova strada per far giungere rifornimenti a Stalin, che non fosse la stagionale dell'artico (la solita per Arcangelo) o la lontana asiatica Siberia, venne aperta a fine '41 attraverso la Persia dello Shah. Da qui passarono oltre 1000 aerei, al ritmo di 75 al mese. Quando la Germania scatenerà nell'estate del '42 l'offensiva del Caucaso, l'obiettivo, oltre ai campi petroliferi, è chiudere questa porta. Il più potente carro armato costruito, T34 e famiglia, uscì comunque da loro idee, sulle quali nel tempo avevano inciso anche i consulenti tedeschi  (vedi sotto come nel caso di Kazan). A questo immane sforzo produttivo ottenuto nei piani quinquennali con mezzi coercitivi, spostamenti di popolazione e turni massacranti (che diedero la stura a infinite polemiche), si aggiunse lo Stakhanovismo, movimento "spontaneo" nato col personaggio omonimo. http://www.homolaicus.com/storia/contemporanea/rivoluzione_bolscevica/urss_origini_industriali.htm  

Lo sterminio dei contadini kulaki di Eugenio Corti  http://www.kattoliko.it/Leggendanera/modules.php?name=News&file=article&sid=382

L'immagine  del camion non è di un mezzo tedesco nè russo ma di un mezzo Ford Anglo canadese forse catturato a Dunkerque o probabilmente del programma Lend and Lease alla Russia (e quindi di preda bellica recente)

 

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I RAPPORTI COMMERCIALI INDUSTRIALI COLL'ITALIA FASCISTA

Amadeo Bordiga, fondatore del Partito Comunista Italiano: “Mosca è oggi così vicina a Roma come non lo fu mai (…) I fatti sono oggi questi: Mosca si muove per tendere la mano a Roma. (…) Mosca vuole che l’imperialismo inglese si rassegni o che esso si scontri nel Mediterraneo con quello italiano per uscirne sconfitto”

Fu la Compagnia italiana commercio estero (Cice), sorta a Milano nell'aprile 1921 (Franco Marinotti e Borletti), a dare il via alle trattative con i sovietici. Mosca era riuscita a siglare accordi commerciali con la Germania, ma non con altri Paesi occidentali, riluttanti ad allentare il "cordone sanitario" attorno alla Russia bolscevica. Per aprire un'altra breccia contro l'embargo, i russi confidavano nel Governo di Roma, presieduto allora da Giovanni Giolitti, in quanto, a loro giudizio, l'Italia era schierata nel Consiglio economico dei Paesi dell'Intesa "a sinistra" rispetto alla Francia "a destra" e alla Gran Bretagna "al centro". Sta di fatto che, anche per affrancarsi dalla "schiavitù di un cambio esoso" per l'acquisto di materie prime negli Usa, erano stati incoraggiati i negoziati della CICE con la Delegazione commerciale russa a Roma, con il plauso dei socialisti riformisti e della CGdL (confederazione generale del lavoro oggi la comunista CGIL. Ma fu Mussolini a dire l'ultima parola decidendo di ripristinare le normali relazioni diplomatiche con Mosca. Il 19/11/23 aveva espresso al plenipotenziario sovietico, Vaclav Vorovskij, l'intenzione dell'Italia «d'avvicinarsi pienamente alla Russia», giacché «il potere sovietico» era «ben saldo»: purché da Mosca non ci si intromettesse negli «affari interni italiani».

Poteva succedere anche che ...... Appello di Ruggiero Grieco (segretario del PC dal 1934 al 1938) al fascismo- "Noi comunisti facciamo nostro il programma fascista del 1919, che è un programma di pace, di libertà, di difesa degli interessi dei lavoratori; camicie nere ed ex combattenti e volontari d'Africa, vi chiediamo di lottare uniti per la realizzazione di questo programma. (...) Noi proclamiamo che siamo disposti a combattere assieme a voi, fascisti della vecchia guardia e giovani fascisti, per la realizzazione del programma fascista del 1919, e per ogni rivendicazione che esprima un interesse immediato, particolare o generale dei lavoratori e del popolo italiano....." La sua linea politica fu approvata dall'Ufficio politico e dal Comitato centrale del partito. Ma a disapprovarla, peraltro blandamente, sono Togliatti e soprattutto il Comintern. Questo dissenso gli costerà l'esclusione dalla direzione del partito.

 

La Russia intendeva importare camion e trattori agricoli, impianti elettromeccanici e tessuti; l'Italia a sua volta aveva bisogno di nafta, petrolio (vedi sotto) e cereali: fu così che l'interscambio andò intensificandosi. Successivamente, durante la "Grande crisi" degli anni 30, risultò provvidenziale per la Fiat l'appalto, da parte dell'Urss alla Riv e alle sue consociate, delle attrezzature per la costruzione di una fabbrica di cuscinetti a sfera nei pressi di Mosca, la più grossa al mondo. Del resto, per Stalin risultava meno ingombrante la presenza in Russia dei tecnici torinesi rispetto a quella dei loro concorrenti americani; Mussolini, dal canto suo, aveva tagliato corto con la Banca d'Italia, restia ad accordare alla Fiat anticipi sulle forniture all'Urss, affermando: «I Soviet hanno sempre pagato, è inutile imbottirsi di garanzie suppletive». http://www.intesasanpaolo24.com/NR/exeres/4AE8809E-FE27-4C9C-8377-8C983E98D640.htm  Significativi di questa situazione sono l'import di greggio dalla Russia che su una media di 150.000 tonnellate annue vedeva la Russia passare da una quota del 23 % del 1928 al 39% (57.495 tonn del 1931 che in campo bilancia dei pagamenti vuol dire averlo bilanciato con altrettanto (o quasi) export come visto sopra. Una egual quota andava alla Romania in mano tedesca (destinata poi a crescere a svantaggio degli Usa) produzione postbellica in Urss  http://www.sinistra.net/lib/bas/promet/veju/vejuadicei.html 

Nell’aprile del 1936, quando uscì  il primo numero de “La Verità” traduzione italiana di “Pravda”, una rivista diretta da Nicola Bombacci (sotto a sinistra) ex comunista e fondatore del Pci, l’ambasciatore sovietico a Roma faceva un nuovo (ultimo) tentativo per associare l’Italia all’alleanza russo-francese; ma i rapporti tra l’Italia e l’URSS erano molto cambiati rispetto a qualche anno prima.

  Nel 1934, curando per l’editore Sansoni la pubblicazione di un libro di Stalin, "Bolscevismo e capitalismo", Bottai considerava l’esperienza sovietica come un tentativo di “risolvere i problemi politici, sociali ed economici scaturiti o meglio accentuati dalla guerra mondiale”, mentre una raccolta di scritti di Stalin veniva pubblicata nel '36, nella collana “Documenti” della Scuola di scienze corporative dell’Università di Pisa. Pur esprimendo una formale condanna dell’operazione coloniale in Abissinia, la Russia aveva dato quell'anno all’Italia un valido aiuto, rifornendola di carbone e petrolio nonostante le sanzioni internazionali. Anzi, “Stalin, attraverso i comunisti italiani, inviò a Mussolini segnali abbastanza eloquenti”. Amadeo Bordiga: Mosca è oggi così vicina a Roma come non lo fu mai ...... Lo stesso Bordiga,  d’altronde, era stato invitato da Bombacci a collaborare con “La Verità”. Anche lui era diventato un espulso del Pci negli anni '30.  http://www.claudiomutti.com/index.php?id_news=64&imag=3&url=6  

Bombacci

Nicola Bombacci

Nell'immagine a destra il primo autocarro Russo: It's a Russian version based on the wellknown Italian truck Fiat 15 TER . This vehicle AMO / Zil F 15 was the first truck in which all the details were produced in Russia. The production started in 1924.

  http://www.fondazionebordiga.org/antistalinismo.doc GLI ANTISTALINISTI DI SINISTRA (1923 –1935)
  Lavoratori e “comunisti” italiani in Urss
da L’EMIGRAZIONE ITALIANA IN URSS: STORIA DI UNA REPRESSIONE
Saggio di Elena Dundovich, Francesca Gori ed Emanuela Guercetti

…. Importanti furono i contatti con le imprese straniere come la Ford e la Fiat o la Siemens - scrive De Magistris – Questi contatti interessavano anche le esperienze anonime di molti tecnici o semplici lavoratori che operarono in prima persona nelle “strojki” nei cantieri sparsi dell’Unione Sovietica, spinti dalle motivazioni più varie, e diventarono in qualche caso testimoni preziosi, dopo averla esperita sulla propria pelle, di quella realtà. Per avere un’idea del fenomeno si deve pensare che fra gli anni Venti e Trenta furono non meno di 70.000 i “non sovietici” che presero parte all’industrializzazione. Fra le industrie italiane presenti in URSS negli anni ’20 e ’30 vi furono la ditta Ceretti e Tanfani, addetta nei trasporti, la Macchi e la Savoia per la costruzione di idroplani; la Scaini; e la Casale Ammonia S.A. esperta in fissazione del nitrogeno e nella produzione dell’ammoniaca sintentica per il Kalinin Chemical Combinat. E italiana fu anche la più importante fabbrica costruita con tecnologia occidentale cioè la Pervaja GPZ, o prima fabbrica statale di cuscinetti a sfere, nota anche come fabbrica Kaganovic, costruita dalla RIV di Villar Perosa. Nel 1928 l’Orgametal aveva deciso la costruzione di un impianto che non avesse concorrenti nel mondo: “Decisa la costruzione di una fabbrica di cuscinetti, il Governo Sovietico distaccò nel 1929 varie commissioni per cercare all’estero l’aiuto e la consulenza tecnica di una fabbrica specializzata in tale ramo: le ricerche delle commissioni durarono un anno, esaminando varie proposte di case europee ed americane. Fra tutte fu scelta la RIV come quella che dava loro il massimo affidamento “. Il ritardo rispetto ad americani e inglesi con cui l’Italia si affacciò sul mercato sovietico fu recuperato con gli accordi di collaborazione del dicembre 1929 stipulati a Milano fra gli Agnelli per conto della Riv e la rappresentanza per il commercio estero della Russia in Italia. Fin da questa data fu presa in esame la possibilità di una collaborazione diretta della Fiat per la progettazione e l’istallazione di fabbriche metallurgiche e per l’assistenza tecnica nei servizi automobilistici e ferroviari. Queste iniziative furono sostenute dal Governo italiano nella speranza che le intese commerciali italo – sovietiche avrebbero consentito all’Italia di liberarsi dal monopolio americano per le materie prime. AMO ZIL F 15La Fiat proseguì unilateralmente le trattative per una forma di collaborazione tecnico – scientifica riuscendo a battere la concorrenza di americani, tedeschi e svedesi. I rapporti Fiat - URSS non si esaurirono con la creazione della Kaganovic: nello stesso periodo, infatti, ci fu un nuovo accordo di collaborazione per la costruzione e l’equipaggiamento di una fabbrica a Mosca per produrre fusioni in lega leggera che si proponeva la costruzione di parti separate di motori d’aviazione. L’accordo apriva il mercato sovietico anche ad altre società torinesi quali la Sip, La Savigliano e la Nebiolo. Nel maggio del 1930 fu firmato un contratto di supervisione ed assistenza globale che includeva la formazione di tecnici e operai a Mosca e la fornitura di materiale tecnologico come previsto dal primo piano quinquennale che aspirava a creare grandi e numerose industrie (almeno 518) con l’apporto di tecnologia straniera (tedesca, americana, svedese, italiana, ecc). L’ingegner Gaetano Ciocca progettò e sovrintese alla parte edilizia del progettato stabilimento mentre a capo dei tecnici torinesi ci fu prima l’ingegner Gobbato e successivamente l’ingegner Marocco. Bodrov fu direttore dell’officina a Mosca118. In realtà i rapporti fra italiani e russi, esaltati in quel periodo dalla stampa. Vicino allo stabilimento furono costruite le palazzine degli uffici ad opera dei tecnici italiani, mentre i russi costruirono le case dove avrebbero abitato le maestranze. Il complesso industriale fu costruito tra il 1931 e il 1932 alla periferia sud – orientale di Mosca, in un’area disurbanizzata: esso aveva una struttura modernissima e si proponeva come una vera e propria città del lavoro. Nel marzo di quell’anno venne inaugurata la prima metà della fabbrica, ultimata nell’ottobre 1933, quando passò sotto il controllo della NKTP (Commissariato del popolo per l’industria pesante). Il complesso copriva 350.000 metri quadrati e dava lavoro a 15.000 addetti. La realizzazione di questa fabbrica aveva un valore simbolico del tutto particolare per i sovietici: Il contratto di consulenza dei tecnici RIV ebbe termine il 22 maggio 1935 e chi dei circa quaranta operai italiani che erano a Mosca, volle rimanere non fu più coperto dall’azienda. Ma alla fabbrica non lavoravano soltanto maestranze venute dall'Italia. Alla 1a GPZ trovarono infatti lavoro numerosi emigrati politici residenti a Mosca, inviati soprattutto dal MOPR. Nella quasi totalità questi italiani furono arrestati e accusati di spionaggio e attività controrivoluzionaria. Fra di essi vi furono Roberto Anderson, Dante Corneli, Ludovico Garaccioni, Oreste Gazzotti, Giovanni Guerra, Nicolò Martini, Antonio Ongaro, Francesco Prato, Natale Premoli, Pietro Roveda, Salvatore Sallustio, Giuseppe Sgovio, Umberto Specchi, Riccardo Vattovaz e Luciano Visentini. Fra le accuse che venivano loro mosse c’era anche quella di avere intrattenuto rapporti con i tecnici provenienti dall’Italia. Oltre a costoro, anche uno dei tecnici inviati dall’Italia a lavorare in URSS, Luigi Viacelli, venne arrestato per spionaggio nel 1937 e condannato al confino a Semipalatinsk, nel Kazachstan. Anche alla Diri_ablestroj121, progettata da Umberto Nobile per la costruzione di dirigibili, altri italiani vennero arrestati, e così anche alla Scaini, dove tre tecnici che erano stati inviati a impiantare una fabbrica di accumulatori elettrici, furono accusati di contrabbando e arrestati. Essi erano Guido Garzera, Ubaldo Della Balda e Arturo Canzi: solo quest’ultimo era membro del Partito Comunista Italiano... da L’EMIGRAZIONE ITALIANA IN URSS: STORIA DI UNA REPRESSIONE Saggio di Elena Dundovich, Francesca Gori ed Emanuela Guercetti
     

2009-LA STORIA IN RUSSIA

 

- Commissione presso il Presidente della Federazione Russa per il contrasto ai tentativi di falsificare la storia a danno dello Stato -

Istorija Rossii 1900-1945 Storia della Russia. Nuovo testo scolastico "il terrore fu posto al servizio degli obiettivi dello sviluppo industriale ... e si trasformava così in uno strumento pragmatico per gli obiettivi economici"

Hitler e Ribbentrop 

  I dirigenti russi non amano che si ricordi l’alleanza con Hitler prima del conflitto (e neanche il periodo stalinista), la spartizione di comune accordo della Polonia in seguito al patto Molotov-Ribbentrop, la strage degli ufficiali polacchi compiuta dal Nkvd a Katyn... Medvedev, Presidente della Federazione Russa, scrive l’8/5/2009 che “i tentativi di falsificare la storia”, cioè di ricordare alcuni dei fatti menzionati, stanno diventando sempre più duri, velenosi e aggressivi, non si capisce da parte di chi, ma presumibilmente di storici occidentali (credevo peggio). E’ prevista una legge atta a punire coloro che si permettono di sminuire il ruolo dell’Urss nella lotta al nazismo. La nuova norma ancora in fase di discussione alla Duma, dovrebbe applicarsi anche ai dirigenti di quelle Repubbliche ex sovietiche, come l’Ucraina, che accusano Mosca di aver commesso, ai tempi sovietici, crimini contro di loro. Ai presidenti dei Paesi che negano il nostro eroismo non sarà concesso di entrare nei nostri confini. In base al progetto Shojgù, coloro che falsificano la storia a danno della Russia saranno puniti con pene da 3 a 5 anni di carcere (Siberia ? vale anche per il sottoscritto?). In particolare la condanna a 3 anni potrà toccare a coloro che affermassero che l’Urss durante la guerra commise crimini contro l’umanità. Nella nuova versione la colpa dello scoppio del secondo conflitto mondiale viene attribuita ai Polacchi e non a Hitler che poverino ha solo reagito. Il 4 giugno 2009, sul sito del ministero della Difesa, è apparso un articolo dello storico militare Sergej Kovaljov: “Tutti sanno che la guerra incominciò per il rifiuto della Polonia di soddisfare le pretese tedesche. Ma è meno noto che cosa Hitler chiedeva a Varsavia. Le richieste della Germania erano molto moderate: includere Danzica nel III Reich, permettere la costruzione di una strada e una ferrovia che attraversasse il corridoio polacco”(versione riportata nel Dossier Polonia) Richieste più che fondate perchè i suoi cittadini, che sinceramente desideravano riunirsi con la loro madrepatria erano stati strappati letteralmente alla Germania dal trattato di pace di Versailles. La versione Hitler buono fa il paio con Stalin Manager sul fianco. In seguito alle proteste il ministero ha deciso di rimuovere dal sito l’articolo e il portavoce A. Drobyshevskij ha detto che non era una presa di posizione ufficiale ma una provocazione per una discussione.
     

la zebra cavallo o zebrallo

  Stakhanov e il superuomo Da Fonti Diverse : Repubblica, Pravda, Wikipedia, Rcs Newton, The Indipendent

Nel turno di notte del 30 agosto 1935 Aleksei Grigor'evich Stakhanov (1906-1977), minatore nel bacino Donbass (Donetz -Ucraina), estrasse 102 tonn di carbone in sei ore. Con questa impresa pubblicizzata sulla Pravda il 1° settembre ebbe inizio il movimento Stakhanovista che durò soltanto un anno. Agli operai campioni (squadre poiché di tali si trattava), venivano forniti gli attrezzi migliori e anche condizioni di vita migliori, salvo andare incontro in Miniera ai soliti grandi incidenti e alle malattire professionali (ma questo nel tempo) per mancanza di precauzioni.

Johnny Weissmuller won at the 1924 Paris's Olympics games three gold medals

  Che la Russia o l'ufficiale Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche fosse un paese duro non era una novità per nessuno: che fosse sottopopolato (considerando la Siberia) e con gravi difficoltà economiche, anche dopo la caduta dello Zar, la Rivoluzione e la Guerra civile, pure. Che le reali intenzioni di Stalin potessero peggiorare la situazione, per certi versi e per il momento,  era nell’aria. O ci stavi o finivi in Siberia o nelle lande desertiche dell’Asia Centrale dove, se eri fortunato, morivi subito. «Poco sensibili al dolore, resistenti e indifferenti alla qualità del cibo», queste erano le specifiche dell'uomo nuovo che poteva lavorare in miniera e nelle lande più assolate e desolate, ma anche combattere per la rivoluzione che presto si sarebbe estesa al mondo intero. 
Non a caso alla fine di questo ciclo Aldous Huxley pubblicava "Il mondo nuovo" (1932), dove le donne non partoriscono più, ma gli individui, sono preparati in laboratorio in diverse categorie identificate dalle lettere dell’alfabeto greco Alfa, Beta, Gamma, Delta ed Epsilon. Si va dagli Alfa che sono quelli più intelligenti, più alti ai quali si danno i compiti dirigenziali o intellettuali e si finisce agli Epsilon, semiaborti animaleschi, con capacità intellettive estremamente limitate. L'uovo, a seconda dell'individuo che dovrà produrre, subirà trattamenti differenti, e si userà un metodo di avvelenamento, detto Bokanovsky, per formare gli uomini delle caste inferiori e aumentarne il numero. Qualcuno fa risalire a queste pratiche anche la letteratura del  "Tarzan - delle scimmie" di Edgar Rice Burroughs del 1912 (
prima fase teorica degli esperimenti di Ivanov) o dell’altrettanto arcinoto King Kong (Film 1933) e del contemporaneo primo film della serie Tarzan l'Uomo Scimmia (The book "Tarzan of the Apes" by Burroughs appeared in the October 1912. Johnny Weissmuller starred Tarzan the Ape Man in 1932) o del libro di Conan Doyle, "The Lost World", la valle dei dinosauri del 1912 (un Jurassic Park antelitteram) o del "The Monster Men" di nuovo da Edgar Rice Burroughs (1929) che allungavano la "coda" della fantascienza Verniana.
Ilya Ivanov
Era la fine del 1926 (qualcuno dice anche 1927) quando Ilya Ivanovich Ivanov (1870-1932), specialista di inseminazione artificiale e di riproduzione degli animali domestici, fu convocato dal governo sovietico allo scopo di esaminare la possibilità che le sue competenze potessero venire impiegate per incrociare uomini e primati e dare vita ad una sotto-casta di umanoidi da sfruttare in tempi di guerra e di pace. >>>>>>>

Nel 1910, in una comunicazione al Congresso mondiale degli zoologi di Graz, egli esponeva la possibilità di ottenere l'uomo animale con tecniche d'inseminazione artificiale.

  Un solo uomo poteva fare questo: Ilya Ivanovich Ivanov che già da anni, portava avanti le sue tesi di incroci e di inseminazione artificiale (riuscita) non conoscendo ancora l’ostacolo della carta dei cromosomi fra specie diverse (come l'uomo). Fra gli incroci sembra gli riuscisse quello zebra-asino, bisonte-mucca, ratto-topo ed altri ma il peggiore che aveva in mente da sempre era quello uomo-scimmia sul quale, non si sa come, ottenne appoggi anche dall'Istituto Pasteur di Parigi che aveva una stazione di primati a Kindia nella Guinea Francese. La cosa più “semplice” era inseminare femmine di scimpanzè con sperma umano ma la cosa per molti versi si presentò irrealizzabile o fallì. Per l’inverso occorrevano delle donne volontarie, che non si offrirono spontaneamente, poiché i sistemi adottati non prevedevano la “cortesia” e il bon-ton del donatore (tralascio i  macabri e prevedibili dettagli). I maneggi di Ivanov giunsero al Politburo che nel 1925 dispose per uno stanziamento di circa 15.000 dollari affinché in 5 anni (quella dei 5 anni è una mania dei piani regolatori russi) uscisse il primo esemplare di uomo scimmia con le specifiche dette. A capo del primo fallimento Ivanov tornò quindi in Russia deciso a riprendere, in forma anche più riservata, la sperimentazione. Molti degli esperimenti fino a quel momento erano stati effettuati anche ad Askania Nova in Crimea (Ucraina) dove esiste tutt'ora una struttura classificata come zoo ed orto botanico. Al fine di effettuare l'esperimento nella massima segretezza il Cremlino decise infatti di formare un vero e proprio allevamento di scimmie direttamente in Unione Sovietica, per la precisione nella citta' di Sukhumi (Abkhazia), in Georgia. Dopo una decina di tentativi falliti, Ivanov giunse alla conclusione che mai e poi mai sarebbe stato in grado di dar vita alla scimmia-soldato. La notizia intanto si era sparsa e da scienza cattiva e maldestra rischiava come un boomerang di ritorcersi sul partito comunista e sulla rivoluzione proletaria o "primataria". Stalinn tagliò corto: il 13 dicembre del 1930 l´Nkvd arrestò lo scienziato con l'accusa di "complice della borghesia capitalista" e "attivita' antisovietica" (la solita formula) e così Ivanov finì in un Gulag nel Kazakhistan (dove continuò a lavorare all'Istituto Zoo-veterinario col placet del governo). Nel giro di 2 anni !!! però morì. La struttura di Sukhumi sembra abbia continuato in epoca moderna  a preparare scimmie per i primi viaggi spaziali sotto la supervisioe del Prof. Boris Lapin (The Indipendent). http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaN/NIETZSCHE_ IL SUPERUOMO.htm 
     

 

  Passi da un articolo di Giuseppe Finizio. Negli anni venti l’URSS era una nazione essenzialmente agricola, politicamente isolata e insidiata da vicini invadenti. Le esperienze maturate nella Prima Guerra Mondiale e durante la Guerra Civile avevano convinto la nuova dirigenza comunista della necessità di concedere la massima priorità alla edificazione di una grande industria bellica in grado di gestire un massiccio programma di riarmo. Il sottosuolo dello sterminato impero rosso offriva in abbondanza tutte le materie prime fondamentali. Mancavano però il know-how tecnologico e una adeguata pianificazione economica. Stalin varò il sistema dei piani quinquennali convinto che “noi siamo 50 o 100 anni indietro rispetto ai Paesi industrializzati. Dobbiamo annullare questo divario in 10 anni. O riusciremo nell’impresa, o soccomberemo”. Era il 4 Febbraio 1931. Nel 1940, nelle aspettative di un conflitto, venne creato - Il consiglio dell’industria della Difesa - presieduto dal 36 enne Voznesenskij e un anno dopo gli si ordinava di fare terra bruciata in campo industriale davanti alla avanzata tedesca. Spostare tutto oltre il Volga e negli Urali e impegnare tutte le risorse. Alla fine del 1941 la fase dell’emergenza poteva dirsi conclusa con successo. Restava ora da riorganizzare il sistema dei trasporti ferroviari ed assicurare all’industria bellica puntuali rifornimenti di metalli, carburante ed energia elettrica. Nel 1942 la produzione ricominciò a salire nel settore dei mezzi corazzati e delle artiglierie. Questo sforzo immane venne pagato dai consumi civili e dall’agricoltura che iniziarono faticosamente a risollevarsi solo nel 1944. Il vero giro di boa per l’economia avvenne comunque nel 1943 quando, terminata la mobilitazione, fu ristabilita l’autorità del Piano Quinquennale e si avviò anche la ricostruzione nei territori ripresi ai Tedeschi. Nel biennio 1944-45 l’economia sovietica non era più governata con misure d’emergenza e poteva guardare con fiducia alla realtà postbellica. I primi blindati realizzati in Russia risalgono al periodo zarista. Tra il 1914 e il 1917 furono costruiti numerosi modelli di autoblindate presso le officine Pulitov di Leningrado utilizzando telai commerciali di importazione. Durante la guerra civile i contingenti francese e inglese che sostenevano i Bianchi di Wrangel impiegarono carri armati Renault FT-17, Whippet e Mark V, alcuni dei quali caddero in mano ai bolscevichi. Proprio dalla cattura di un FT-17 nei pressi di Odessa nacque il primo carro armato interamente fabbricato in URSS. Il veicolo, prodotto in una quindicina di esemplari dalla AMO di Mosca tra il 1919 e il 1921, montava un motore FIAT.

Kursk

  La sezione carri della Direzione Centrale delle Industrie Militari diretta dal prof. V.Zaslavskiy, seguendo una tendenza all’epoca assai diffusa in Europa, tentò di approntare una versione migliorata del carro Renault. Un prototipo, denominato T-1 6, ancora una volta dotato di propulsore FIAT, venne accettato per la produzione il 6 Luglio 1927. G.Ordzhonikidze, commissario per l’industria pesante, ne affidò la realizzazione in serie alla Bolshevik di Leningrado, il più vasto complesso industriale per la produzione di corazzati in URSS. Ancora ai legami con la FIAT si dovette nello stesso periodo la realizzazione dell’autoblindata BA-27, su telaio AMO F-15, copia del FIAT 15 ter, presso la lzhorski di Kolpino, un sobborgo di Leningrado. A queste prime iniziative venne data veste ufficiale nel Maggio 1929 con la formulazione definitiva del 1° Piano Quinquennale che prevedeva, tra l’altro, la realizzazione di ben 3.500 carri armati. In questa fase di forte espansione l’intervento del know-how americano e tedesco fu di importanza decisiva nel modernizzare gli impianti. L’URSS iniziò ad acquistare negli USA macchinari, prodotti finiti, materiale elettrico, pezzi di ricambio per autoveicoli e, naturalmente, licenze di costruzione. Dopo quello di Leningrado un secondo polo industriale per la produzione di corazzati sarebbe sorto nel 1931 a Kharkov con la Komintern (Zavod n.183 o KhPZ) che realizzò la serie dei carri leggeri BT e che già nel 1932 occupava 25.000 operai. La Zavod n.37, sita nella capitale, era stata realizzata dalla Ford per assemblare autoveicoli utilizzando i componenti forniti dalla GAZ di Gorkiy.

 

LE SIGLE PIU' COMUNI

  All’inizio degli anni trenta, a fronte di un sistema industriale in rapida crescita, non vi era però ancora una chiara nozione del ruolo dei veicoli corazzati a livello tattico. All’inizio degli anni trenta, a fronte di un sistema industriale in rapida crescita, non vi era però ancora una chiara nozione del ruolo dei veicoli corazzati a livello tattico. La guerra civile spagnola, ove i Sovietici impiegarono un contingente di 362 carri e 120 autoblinde e la sanguinosa campagna finlandese suggerirono modifiche da apportare ai nuovi modelli in gestazione. Si decise in particolare di adottare corazze saldate in grado di resistere non solo al calibro più diffuso all’epoca, il 37 mm, ma anche al 76 mm oltre i 1.000 m e di utilizzare motori diesel per limitare i consumi e ridurre il pericolo di incendio. T-34176 - il primo esemplare lasciò le catene di montaggio nel Settembre del 1940. lI propulsore, il V-2, era stato costruito presso la Zavod n.75 di Kharkov con la collaborazione dell’istituto Centrale per i Motori Aeronautici (TSIAM). Il KV-l rappresentò il secondo grande successo sovietico in questo settore. Progettato dal ten.col. Zh. Kotin alla S.M. Kirov, disponeva del medesimo cannone da 76,2 mm e di un motore simile a quello del T-34 rispetto al quale era assai più pesante e protetto (42 ton contro 26). Alla vigilia dell’operazione “Barbarossa” i Sovietici iniziarono a produrre il T-34 anche presso la Fabbrica di Trattori di Stalingrado (STZ) e il KV-l a Cheiyabinsk (ChTZ), nella regione degli Urali. Entrambe queste industrie erano state edificate nel triennio 1929-1931 con il concorso di investitori americani ed erano di concezione modernissima. Allo scoppio della guerra le fabbriche di corazzati erano ancora per il 74% situate nella zona occidentale del Paese.

Le G solitamente stanno per Gorky, le A per automobili e la Z (Zavod) per fabbrica. La S sta spesso per Stalin, la M per Minsk

KAZAN: L'ESPERIENZA COI TEDESCHI

Se i carristi dei “Panzer” imparavano a guidare i loro mezzi, fabbricati dalla Krupp e dalla Rheinmetall a Katorg presso Mosca, tutti gli aviatori tedeschi che combatterono sui fronti di guerra fra il '39 e il '42 vennero formati sui campi di Lipetsk, Saratov e della Crimea.

  PMZ - Podol'skii Motocykletnyi Zavod, Podol'sk, Moskovskaja oblast' UAZ is - Ulianovskiy AvtoSborochnyi Zavod imeni Stalina uazis
MAZ - Minskiy Avtomobilnyi Zavod, Minsk, Byelorussia  TIZ - Taganrogsky Instrumentalny Zavod, Taganrog, Rostov region
KRAZ - Kremenchugskiy Avtomobilnyi Zavod, Kremenchug, Ukraine  ZIL - Zavod imeni Lihachova Moscow 
KAZ - Kutaisskiy Avtomobilnyi Zavod, Kutaisi, Georgia  LAZ - Lvovskiy Avtobusnyi Zavod, Lvov Leopoli
KAG - Kauno Autoremonto Gamykla Kaunas, Lithuania. ZIS - Zavod imeni Stalina Moscow
IMZ - Irbitskiy Motocykletnyi Zavod, Irbit, Sverdlovsk GAZ - Gorkovsky Avtomobilny Zavod Gorky
PAZ - Pavlovskiy Avtobusnyi Zavod, Pavlovo -na -Oke, Gorky ZIM  - ZAVOD Imeni Molotova
KIM - Zavod imeni Kommunsticheskogo  
JAS JAAZ
JA JAG

Trattato di Rapallo (Ge)  (1922) rielab. Da Wikipedia (detto anche II da non confondersi col I del 1920). Il Trattato del 16/4/1922 fu un accordo concluso tra la Germania e l'Unione Sovietica e fu sottoscritto dal ministro degli esteri della Repubblica di Weimar, Walther Rathenau, e dal suo omologo sovietico Georgij Vasil'jevič Čičerin. Il trattato aveva come scopo la ripresa delle relazioni diplomatiche ed economiche tra i due stati (ora isolati economicamente e politicamente), così come il definitivo regolamento dei danni di guerra. Col trattato le due nazioni decisero di rinunciare alle rispettive riparazioni dei danni bellici, mentre la Germania rinunciò agli indennizzi per i suoi beni espropriati in Russia e nazionalizzati in seguito alla rivoluzione russa. Parte integrante del trattato era anche un protocollo aggiuntivo segreto relativo alla cooperazione militare tra i due paesi. Tale protocollo prevedeva la possibilità per i tedeschi di testare le proprie armi in territorio sovietico, aggirando la demilitarizzazione imposta dal trattato di Versailles.

 

Non affrontiamo in questa sede il ruolo avuto dai tedeschi (e anche dagli occidentali) nello sviluppo della rivoluzione russa del 1917 fino al 1918/19 poiché l'argomento è trattato più diffusamente in altra sezione http://digilander.libero.it/trombealvento/guerra2/varie/piantine.htm  riga 20bis. I rapporti quindi, sia politici che commerciali, non vennero mai completamente interrotti anzi, per l'instabilità economica susseguente agli sconvolgimenti bellici dei due paesi, trovarono un ulteriore modus vivendi che tracciamo di seguito

La Germania non poteva avere armi in base al trattato di pace di Versailles, e quindi neppure costruire carri armati, aerei etc... (neanche comprarli all’estero). Fu Karl Radekj, della guardia leninista, a battersi per una alleanza con la Germania, unica strada possibile per annientare quelli, Francia e Inghilterra, che sia l’Urss che la Germania, da punti di vista non precisamente concordanti, consideravano nemici (Radek sosteneva comunque che la Germania sarebbe diventata un paese comunista checché ne dicessero i nazionalsocialisti). Lo storico Paul Carell, nel suo libro “Russia 1941-45” edito da Longanesi nel 1967, esamina questi rapporti. I russi avevano bisogno che le loro forze armate post zariste fossero pronte per difendere la rivoluzione, mentre la Germania aveva bisogno di armi, la cui fabbricazione era proibita sul suo territorio, per prendersi la rivincita. Gli ufficiali tedeschi anche a detta di Churchill erano stati i migliori sul campo. In Germania si costituì una sezione segreta del comando supremo tedesco sotto la sigla commerciale “GEFU” con uffici a Mosca e Berlino. E la “collaborazione” funzionò perfettamente tanto che nel 1926, addirittura 1/3 del bilancio della Germania finì in Russia per acquisto di armi e di munizioni (permesse e bisogna aggiungere che 1/3 di poco non era molto). Fra il 1920 e il 1930 in Russia vennero costruiti: un centro tedesco per l’aviazione a Vivupal-Lipetsk (400 km da Mosca); una scuola tedesca per l’addestramento alla guerra chimica a Saratov, sul Volga inferiore, e una scuola per il personale di mezzi corazzati con relativo terreno di addestramento a Kazan, sul Volga medio. I primi due, erano una specializzazione molto tedesca.

The Russians had laid out a large, underdeveloped airfield at Lipetsk just south of Moscow especially for this purpose.Under the secret agreement, this spacious area was transformed into a modern airbase replete with hangars, repair shops, and stands and rigs for testing aircraft engines Other facilities on the several hundred acres of grounds included dispensaries, barracks, and admnistrative buildings. The whole area, surrounded with barbed wire was designated off-limits and guarded around the clock. Neighboring Soviet citizens in the town could only guess what was going on. Military collaboration proceeded apace for years. In 1923 General Pau] Haase purchased 100 fokker D-XIII aircraft from Holland and flew them to Russia. The German aircraft industry, already famous from World War l, built new experimental craft. These were secretly flown to Russia from a secluded airbase at Rechlin, Germany, although their mllitary character could no longer be camouflaged to elude Versailles inspectors. By the mid·1920s some sixty German pilots and flight instructors were attached lo Lipetsk, Russia. In the summer the contingent of German airmen reached 100. Trainees were replaced every six months by others who had graduated from basic training schools in Germany.The entire German unit was masqueraded as the fourth Squadron of the Red Air force." Out of this came 120 outstanding German fighter pilotas and 450 flight personell-all thoroughly trained at Lìpetsk. Later in the Hitler years these personnel served as the core of Hitler’s Luftwaffe. Who knows how many of the Lipetsk cadre later found themselves behind the controls of German military aircraft-fighteras, dive-bombers, and medium bombers-engaged in combat with Russians in the skies over the USSR during the Great Fatherland War?

  I primi caccia della Luftwaffe, venivano costruiti e collaudati a Lipetsk. Senza Lipetsk la Germania avrebbe avuto bisogno ancora di dieci anni per competere con l’occidente. La contropartita era che ufficiali sovietici prescelti per far parte degli Stati Maggiori sedevano insieme con gli ufficiali tedeschi che studiavano nelle scuole militari per entrare negli stati Maggiori tedeschi, e imparavano l’arte di fare la guerra sui libri di Clausewitz, Moltke, Ludendorff. A Kazan, centro di addestramento per carristi, vennero gettate le basi delle divisioni corazzate di Hoth, di Guderian, di Hoepner, di Von Kleist. Entrambi gli stati maggiori (Russia e Germania) pensavano ad una vicina rivincita sulle nazioni dell’Europa occidentale (fino alla conquista del potere da parte di Hitler). A Kazan , nel 1934, con il pretesto di formare i quadri dell'arma corazzata russa, gli istruttori tedeschi, bloccati ancora dai vincoli del trattato di pace, studiavano sul campo le tattiche che avrebbero in seguito portato la Panzerwaffe a vincere (proprio in Russia). Naturalmente l’avvento al potere di Hitler e la denuncia successiva del trattato di Versailles permise alla Germania di riprendere in patria il programma di armamenti e di addestramento. In questo campo, (carri armati) sembrava che i Russi comunque sopravanzassero i tedeschi. I tedeschi, copiarono tali e quali i primi carri da 6 e 12 tonn.: il Mark I da 6 tonn. e il Mark II da 12 tonn. collaudati in Spagna. Le consultazioni e gli interessi comuni si interruppero per proseguire, sotto mentite spoglie, nel senso che si ingannavano l’un l’altro. stalinetz dei modelli più piccoliI russi dopo i primi carri armati goffi avevano dato avvio ad una serie il T.34 che si distinse subito per la qualità, la potenza e la protezione incrementata di serie in serie. Quella che colpì i tedeschi in battaglia era la prima serie, neanche tanto numerosa. Alla fine della guerra i Russi ne avranno prodotto oltre 55.000 fra medi e pesanti e la metà di altro tipo (ISU-SU). Restano esclusi da questo conto i carri americani e inglesi in "Lend and Lease". I tedeschi, dei tipi migliori in continuo inseguimento tecnico e di potenza, ne produssero solo 42.000 unità + 41.660 semicingolati protetti per fanteria !!!

<<<<<< Stalin's Other War: Soviet Grand Strategy, 1939-1941 - di Albert L. Weeks

 

MEMORANDUM SULL'ACCORDO COMMERCIALE TEDESCO-SOVIETICO FIRMATO L'11 FEBBRAIO 1940
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Stalin

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1.000.000 di tonnellate di cereali per mangimi, e di legumi, per un importo di circa 120 milioni di Reichsmark (MARCO TEDESCO)
900.000 tonnellate di petrolio per un importo di circa 115 milioni di Reichsmark
100.000 tonnellate di cotone, per un importo di circa 90 milioni di Reichsmark
500.000 tonnellate di fosfati
100.000 tonnellate di minerali di cromo
500.000 tonnellate di minerali di ferro
300.000 tonnellate di rottami di ferro e ghisa
2.400 chilogrammi di platino !!
(Minerali di manganese, metalli, legnami, e numerose altre materie prime >>>>>).

 

su anticarro

  2. Le forniture sovietiche. Secondo l'accordo, l'Unione Sovietica fornirà entro i primi 12 mesi materie prime per un importo di circa 500 milioni di Reichsmark. Inoltre, i Sovietici forniranno materie prime, previste dall'Accordo creditizio del 19 agosto 1939, per un importo di circa 100 milioni di Reichsmark.
Le materie prime più importanti sono le seguenti: a sx
.......
A ciò vanno aggiunte anche le esportazioni sovietiche nel Protettorato, non incluse nell'Accordo, per un importo di circa 50 milioni di Reichsmark. In tal modo, le forniture nette di merci dall'Unione Sovietica nel primo anno ammonteranno ad un totale di 650 milioni di Reichsmark. Inoltre, vi sono altri importanti benefici. Sulla base della corrispondenza del 28 settembre 1939, l'Unione Sovietica ci ha concesso diritti di transito da e per la Romania, l'Iran, l'Afghanistan e i paesi dell'Estremo Oriente, cosa particolarmente importante in vista degli acquisti tedeschi di soia dal Manchukuo. I costi di trasporto lungo la ferrovia transiberiana sono stati ridotti del 50 per cento per la soia. Gli addebiti di trasporto in transito verranno regolati tramite un sistema di compensazione, ed ammontano a circa 100 milioni di Reichsmark. Aggiungendo alcune altre voci (percentuale di compensazione negli acquisti di materie prime da parte dell'Unione Sovietica presso paesi terzi), si può ritenere che durante i primi 12 mesi le forniture ed i servizi resi dai Sovietici ammonteranno ad un totale di circa 800 milioni di Reichsmark. …….
4. Le forniture tedesche includono prodotti industriali, procedimenti ed installazioni industriali, nonché materiali bellici. Le forniture sovietiche dei primi 12 mesi dovranno venir compensate da noi entro 15 mesi. Le forniture sovietiche dei primi 6 mesi del secondo anno di trattato (mese dal 13esimo al 18esimo) dovranno venir compensate da noi entro 12 mesi (mese dal 16esimo al 27esimo).
5. Tra le forniture sovietiche dei primi 18 mesi ci sono 11.000 tonnellate di rame, 3.000 tonnellate di nichel, 950 tonnellate di stagno, 500 tonnellate di molibdeno, 500 tonnellate di wolframio, 40 tonnellate di cobalto. Queste forniture di metalli sono destinate ad eseguire le forniture tedesche all'Unione Sovietica. Dato che questi metalli non sono immediatamente disponibili in Germania, e non verranno consegnati fino a che il trattato non entrerà in vigore, sarà necessario coprire il periodo iniziale, facendo uso dei metalli delle nostre riserve per le forniture tedesche all'Unione Sovietica, ripianandole poi con le forniture sovietiche in arrivo. Non è stato possibile ottenere alcuna altra soluzione, come la consegna anticipata dei metalli, da noi inizialmente richiesta.
(si tratta di materiali strategici necessari per costruire armi: Si importavano per poi esportarle a prodotti finiti. Per non far passare tropo tempo la Germania utilizzava le sue riserve strategiche che avrebbe poi reintegrato con gli arrivi dall’Urss. Attenzione siamo ad un anno o poco più dalla operazione Barbarossa)
     

prototipo Jeep Bantam

http://www.o5m6.de/index.html  Tutti gli aiuti occidentali alla guerra santa russa

 

Gaz 67

  Un'altra conseguenza dei buoni rapporti con la Germania (che si protrarranno fino alla vigilia della operazione Barbarossa (giugno 41)), è l’espulsione di antinazisti e comunisti di nazionalità tedesca rifugiatisi in Unione Sovietica in tempi diversi. In coincidenza con le purghe staliniane questi comportamenti venivano amplificati, senza suscitare eccessive prese di posizione e levate di scudi, nei partiti antifascisti occidentali. Dalla patria del marxismo molti erano emigrati per edificare il socialismo in Unione Sovietica negli anni 20. La grande maggioranza venne soppressa o “annullata” entro il 1940. Gli arresti raggiunsero il massimo nel 1937 (619) e continuarono fino al 1941. La sorte di metà di queste persone (666) è sconosciuta: presumibilmente, esse morirono durante la prigionia, ma un quinto (132) fu sicuramente riconsegnato ai Nazisti. Il loro destino ci è noto attraverso le "Kaderlisten", liste compilate sotto la responsabilità dei dirigenti del Partito comunista tedesco, Wilhelm Pieck, Wilhelm Florin e Herbert Wehner. Alla fine di maggio del 1937 von Schulenburg trasmise due nuove liste di tedeschi di cui si auspicava l'espulsione. Tra il novembre e il dicembre del 1937 furono espulsi 148 tedeschi e altri 445 nel corso del 1938. Accompagnati alla frontiera polacca o lettone, talvolta a quella finlandese Gli espulsi - tra cui alcuni membri dello Schutzbund, la Lega di protezione repubblicana del Partito socialista austriaco - venivano immediatamente controllati dalle autorità tedesche chiamate a prelevarli. In alcuni casi, come quello del comunista austriaco Paul Meisel nel maggio del 1938, l'espulso veniva portato fino alla frontiera austriaca passando per la Polonia e consegnato alla Gestapo direttamente. Paul Meisel, ebreo, scomparve ad Auschwitz. Questa intesa perfetta tra nazismo e comunismo prefigurava il patto Ribbentrop-Molotov del 1939. Quando Stalin e Hitler ebbero sconfitto la Polonia, la Germania e l'URSS si trovarono ad avere una frontiera comune che permetteva di trasferire gli espulsi direttamente dalle prigioni sovietiche a quelle tedesche. Dal 1939 al 1941 furono consegnati alla Gestapo da 200 a 300 comunisti tedeschi, come segno della buona volontà sovietica verso il nuovo alleato. Il 27 novembre 1939 fu sottoscritto un accordo bilaterale. In seguito, tra il novembre del 1939 e il maggio del 1941, furono espulse circa 350 persone, tra cui 85 austriaci. Uno di essi era Franz Koritschoner, del Partito comunista austriaco; trasferito a Vienna e quindi torturato venne giustiziato ad Auschwitz il 7 giugno 1941. Per i comunisti ebrei le cose si complicavano come immaginabile.

YakovlevAlexander S. Yakovlev

 

AERONAUTICA

Nei combattimenti aerei i nostri caccia, nonostante la loro maneggevolezza, si dimostrarono inferiori come velocità e soprattutto come calibro delle armi e come capacità di fuoco. I bombardieri SB non potevano volare senza la copertura dei caccia, che i nostri caccia non erano in realtà in grado di offrire data la loro inferiorità. Dopo tutta la pubblicità sulle imprese aeronautiche e sui record che avevamo battuti, questo rappresentava una sorpresa spiacevole e a prima vista, inesplicabile. Ma era un fatto. In campo aeronautico eravamo chiaramente in ritardo rispetto al nostro potenziale nemico. In nessun modo i sensazionali aerei da record e gli aerei giganteschi potevano sostituire ciò che veniva richiesto dalle condizioni della imminente guerra. Furono invocate misure urgenti, decise, per superare il ritardo, soprattutto in considerazione del fatto che la situazione internazionale stava diventando sempre più tesa (non sono parole di Mussolini queste ma di …). 

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Yak 3

  Stalin reagì molto dolorosamente ai nostri insuccessi in Spagna. Il suo malcontento e la sua collera furono diretti contro quelli che poco prima erano stati considerati eroi (ndr: tecnologici e avulsi dalla realtà) e che erano stati coperti di decorazioni ampiamente meritate. Una commissione tecnica guidata da Tupolev e da Charlamov, avevano visitato la Francia e gli Stati Uniti dove, in particolare, era stata acquistata la licenza di costruzione del famoso aereo passeggeri Douglas (Dakota). Molti insuccessi a quel tempo venivano considerati un sabotaggio. Se il tetto di legno marcio di una fabbrica di aeroplani cadeva a terra, si trattava di sabotaggio. Se il motore a pistoni di un aereo uscito da una fabbrica di motori andava a pezzi si trattava di sabotaggio con le relative furiose “reazioni” di Stalin. Imparando dai risultati delle prime battaglie aeree nei cieli di Spagna, i tedeschi migliorarono radicalmente il loro Me-l09, installando un motore Daimler-Benz da 1.100 HP, che portò la velocità dell’apparecchio a 570 chilometri orari, e aumentarono la sua potenza di fuoco montandovi un cannoncino da 20 mm: era il Messerschmitt Me-109E. Mentre visitavo le fabbriche della Messerschmitt ad Augsburg e a Regensburg, nell’autunno del 1939 (ndr: certo che spararsi addosso in Spagna, poi aprire le fabbriche deve essere una bella amicizia) e, come membro di una delegazione economica sovietica, vidi fino a che punto era stata sviluppata la produzione in serie del Me-109E. Nel 1939 ne vennero costruiti 1 .500. L’aviazione dell’URSS non aveva aeroplani che assomigliassero ai bombardieri in picchiata tedeschi JU-87 (Stuka cacciacarri) per l’impiego in azioni coordinate con le truppe terrestri. Nessuno nel nostro Paese ammise che ci fosse bisogno di un simile aeroplano.

Quando nel 1939 ci si presentò l’occasione non solo di prendere conoscenza, ma anche di acquistare gli aerei tedeschi i nostri sedicentì esperti si rifiutarono categoricamente di acquistare gli JU-87. Perché gettare il danaro dalla finestra? antiquato, è lento.
Questi furono gli argomenti. Ma nei primi giorni della guerra questi aerei antiquati e lenti causarono disastri incalcolabili. Il fatto che i tedeschi avessero un gran numero di Ju87, il cacciatore di carri, non attirò l’attenzione dei nostri militari verso questo tipo di aereo. La (loro) cecità in questo caso fu stupefacente. L’aeroplano per assalto e attacco al suolo Ilyuscin IL-2 che era di molto superiore all’JU-87, e che subì le prove di collaudo nel 1939, fu anch’esso accolto molto freddamente; corazza troppo leggera, scarsa velocità, eccetera. Questo incredibile disinteresse verso gli aerei per assalto e attacco al suolo, per gli aerei in grado di svolgere un’azione coordinata con la fanteria, carri armati, artiglieria, fu chiaramente dimostrata dal commissario del Popolo della Difesa nel suo discorso al congresso del partito comunista nel marzo 1939. Questi infatti riferì al congresso che la produzione di bombardieri leggeri, di aeroplani per assalto e attacco al suolo, e di aerei da ricognizione, era stata ridotta della metà a favore dei bombardieri pesanti. Volando Con aerei pesanti, il pilota A. B. Jumasev e altri avevano stabilito una serie di record mondiali nel sollevamento di carichi pesanti. Questi record dimostravano che i nostri aerei pesanti avevano un’altissima capacità di sollevamento, e fecero grande impressione nel mondo dell’aviazione. Tuttavia il compito di un bombardiere non consiste soltanto nel sollevare il suo carico di bombe, deve anche portarlo sul bersaglio - questa è l’idea che sta alla base dell’aereo da bombardamento. Ma per questo, i nostri bombardieri erano troppo lenti e il loro raggio d’azione troppo limitato.

Zis

  Allo stesso modo certe persone a quell’epoca si lasciavano ingannare dalla maneggevolezza dei nostri caccia, considerandolo il fattore principale. Così facendo perdevano di vista la principale funzione di un aereo da caccia, che consiste nel sorprendere e distruggere il nemico. Per fare questo sono necessari non solo la maneggevolezza, ma, cosa molto più importante, la velocità e la potenza dell’armamento. Ma i nostri caccia prodotti in serie nel 1937-1938 non possedevano nessuna di queste caratteristiche. Noi eravamo molto preoccupati per il ritardo dell’aviazione militare sovietica alla fine del 1938. Secondo gli osservatori stranieri, il livello della nostra aviazione era abbastanza alto, ma il suo sviluppo era unilaterale: la preferenza era stata data ai bombardieri pesanti. Dopo tutto, in termini di spese di materie prime, di mano d’opera e di macchinari, ogni quadrimotore pesante da bombarda mento equivaleva a quattro Caccia, e, come sappiamo, la superiorità nel cielo è determinata dalla quantità e dalla qualità dei caccia. Quando ci si rese conto del grave ritardo rispetto ai tedeschi in fatto di aerei da caccia, fu chiaro che essi avrebbero avuto la supremazia aerea. L’aviazione sovietica si trovò in una posizione difficile. Questo il motivo per cui il governo era così allarmato. Nel 1939 fu varato precipitosamente un piano di emergenza Il comitato centrale prese una serie di decisioni miranti a un notevole incremento della produzione base dell’industria aeronautica e a un netto aumento del numero di organizzazione e istituti di progettazione Nei collettivi di progettazione furono incanalate forze fresche che cominciarono a lavorare alla creazione di nuovi, moderni aeroplani militari, soprattutto da caccia.
Solo perché il livello raggiunto dalla nostra scienza aeronautica e dalla nostra industria era alto nel 1939, fu possibile creare modelli completamente nuovi e moderni di caccia, di bombardieri e di aerei di attacco al suolo, e di creare una base per la produzione in massa nel giro di soli due anni. In seguito alle misure adottate si iniziò la produzione in serie di tutti i tipi necessari di aerei da combattimento. Ma quando scoppiò la guerra eravamo riusciti a produrne troppo pochi. Questa fu la nostra disgrazia. a cura di Seweryn Bialer da una intervista a Alexander S. Yakovlev

Se c'era un problema che non poteva essere disatteso era il traino di artiglierie su tutti i tipi di terreni. La Russia giocò la guerra sulla superiorità in artiglieria. Per far questo l'unico mezzo era un trattore cingolato per ogni terreno. Lo stesso che si era cominciato a produrre per meccanizzare l'agricoltura e per coltivare quelle distese di terra che si perdevano a vista d'occhio. Se si considera che la maggior parte dei soldati veniva dai campi e sapeva già usare il trattore, il gioco era fatto. L'unica cosa che serviva era dare una maggiore abitabilità al mezzo, nel senso di protezione e sopravvivenza dell'equipaggio, con cabine riscaldate e protette nel periodo invernale. Bisogna tenere presente che ci riferiamo a una classe di trattori, giganteschi come dovevano essere giganteschi i vomeri che trainavano. Es. lo Stalinets 65 era lungo 4 metri, largo 2,5 e alto 2,8 !!! alla cabina. praticamente un monolocale come il komintern sottostante

 

Katyusha

da wikipedia ... The first large-scale testing of the rocket launchers took place at the end of 1938, when 233 rounds of various types were used. A salvo of rockets could completely straddle a target at a range of 5,500 metres (3.4 mi). But the artillery branch was not fond of the Katyusha, because it took up to 50 minutes to load and fire 24 rounds, while a conventional howitzer could fire 95 to 150 rounds in the same time.[citation needed] Testing with various rockets was conducted through 1940, and the BM-13-16 with launch rails for sixteen rockets was authorized for production. Only forty launchers were built before Germany invaded the Soviet Union in June 1941. After their success in the first month of the war, mass production was ordered and the development of other models proceeded. The Katyushas were inexpensive and could be manufactured in light industrial installations which did not have the heavy equipment to build conventional artillery gun barrels.[2] By the end of 1942, 3,237 Katyusha launchers of all types had been built, and by the end of the war total production reached about 10,000. The truck-mounted Katyushas were installed on ZiS-6 6×4 trucks (foto sopra), as well as the two-axle ZiS-5 and ZiS-5V. In 1941, a small number of BM-13 launchers were mounted on STZ-5 artillery tractors. A few were also tried on KV tank chassis as the KV-1K, but this was a needless waste of heavy armour. Starting in 1942, they were also mounted on various British, Canadian and U.S. Lend-Lease trucks, in which case they were sometimes referred to as BM-13S. The cross-country performance of the Studebaker US6 2-1/2 ton truck was so good that it became the GAU's standard mounting in 1943 (a sinistra), designated BM-13N (Normalizovanniy, 'standardized'), and more than 1,800 of this model were manufactured by the end of World War II.

Il Komintern un modello similare

  Nel 1930 dal gruppo GIRI, costituito per studiare una propulsione diversa da quella ad elica, nacque il cosiddetto motore a getto o razzo acceleratore. Gli studi avviati in ogni paese allora belligerante portarono nel 1940 alla costruzione di un prototipo, un biplano che si alzò in volo ma le cui prestazioni (10 -15 % in più dei tradizionali) non giustificarono la spesa e la ricerca. Gli studi e gli utilizzi comunque non si fermarono perché è da quel primo lavoro sperimentale sui razzi che ebbe origine un'arma preziosissima per l'esercito: il mortaio multiplo lanciarazzi noto nell'Armata Rossa con il nomignolo di Katyuscia. Era questo una rampa di lancio o lanciarazzi con 8 rotaie o slitte doppie che portavano 16 “proiettili” autopropulsi di vario calibro.

Katiuscia su Studebaker

  Nel Luglio 1941 l’arma era pronta, e i tedeschi tutto potevano aspettarsi se non la pioggia di questi ordigni che partivano da posti non individuabili, data l’alta mobilità che avevano di mascherarsi e di trasferirsi essendo montati su camion pesanti a 3 assi o con minor numero di binari su mezzi cingolati. La Katiuscia primo sistema missilistico terra-terra era di 3 tipi con calibri varianti da 75 a 400 mm. L’accensione della polvere di spinta avveniva elettricamente. I camion usati erano di vario tipo, compreso gli Studebaker americani (foto a sinistra). Altri nomi vennero usati per identificarlo ma il più noto è Katiuscia o come dicevano gli avversari gli organi di Stalin, per il sibilo o miagolio che facevano alla partenza in successione. La distanza raggiungibile era di 8 km, ma la precisione lasciava a desiderare, e si poteva impiegare solo contro formazioni ferme o concentramenti. L'esperienza razzo-missilistica tornerà utile anche dopo in campo aeronautico e per la messa in orbita degli Sputnik (4 ottobre 1957) con la cagnetta Laika. http://chtz-uraltrac.com/articles/categories/24.php
   

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