LA SECONDA 

GUERRA MONDIALE  

 

INDUSTRIA BELLICA TEDESCA 

Horse power - la forza dei cavalli 2a parte

La chimica, il petrolio e la benzina sintetica - Industria motociclistica tedesca - La galassia Auschwitz e la schiavizzazione di massa  - I.G. Farben stabilimenti di Leuna/Merseburg

Un generale Inglese “ Quando noi davamo un ordine ai nostri reparti poteva succedere qualche cosa o non succedeva niente. Quando Rommel dava un ordine ai suoi reparti qualche cosa succedeva sempre, e soprattutto succedeva subito “

LE PREMESSE: GLI IMPERI INDUSTRIALI E LE GRANDI DINASTIE

..... l'industria tedesca non era assolutamente in grado di fornire alle truppe il materiale necessario per mantenere le conquiste territoriali fatte nella prima fase della guerra-lampo, specialmente in Russia e in N.Africa..... 1a parte

    MOTORI A BIADA  - W. Victor Madej, sul “mito della motorizzazione”:
Stoccarda, 1904 Hans Gideon Heymann "Die gemischten Werke im deutschen Grosseisengewerbe"

Heymann scrive: "Le imprese semplici sono schiacciate tra l'alto prezzo dei materiali e il basso prezzo dei prodotti fabbricati... ". Si ha il quadro seguente: Sono rimaste superstiti da un lato le grandi compagnie carbonifere, con una produzione di milioni di tonnellate, saldamente organizzate nel loro sindacato (monopolio) del carbone, e dall'altro le grandi fabbriche siderurgiche, unite nel loro sindacato dell'acciaio; fra i due gruppi vi sono legami strettissimi. Queste gigantesche imprese con la loro produzione annua di 400.000 tonnellate d'acciaio, che implica un'enorme produzione degli altiforni, di carbone, di minerale di ferro, con una enorme fabbricazione di articoli di acciaio, con i loro 10.000 operai accasermati nei quartieri delle fabbriche in parte già provviste di proprie ferrovie e porti, sono le rappresentanti tipiche dell'industria siderurgica tedesca. E la concentrazione avanza sempre, senza sostare mai. Le singole aziende s'ingrandiscono continuamente; sempre più numerose sono le aziende dello stesso ramo di industria o di rami diversi, che si fondono insieme in imprese gigantesche (corporate), aventi il loro sostegno e la loro direzione in una mezza dozzina di grandi banche di Berlino. Per quanto concerne l'industria mineraria tedesca si è dimostrata esatta la teoria di Karl Marx sulla concentrazione; vero è che ciò si riferisce ad un paese nel quale l'industria è difesa dai dazi protettivi e da speciali tariffe di trasporto. L'industria mineraria tedesca è matura per l'espropriazione" . Nei cartelli e nei trust si concentrano talora perfino i 7/8 decimi dell'intera produzione di un determinato ramo industriale. Il sindacato carbonifero renano-vestfalico nel 1893, anno della sua fondazione, forniva l' 86,7% e nel 1910 già il 95,4% dell'intera produzione di carbone della regione. ...

 

 “Ciò che compì l’esercito tedesco fu assolutamente sbalorditivo. In soli 3 mesi di lotta furono messe fuori gioco Polonia, Danimarca, Norvegia, Belgio, Olanda, Francia, Grecia e Jugoslavia. In altri 5  fu occupata la maggior parte della Russia europea e distrutta la maggior parte dell’Armata Rossa. Nessuno dei nemici della Germania si avvicinò ad eguagliare un tale successo, e in tal modo venne creato un mito per spiegare come una superiore mobilità e una superiore meccanizzazione si siano combinate in un Blitzkrieg concepito per sopraffare nemici più primitivi o meno mobili. Ovviamente, si adottarono misure per recuperare lo svantaggio nei confronti dei tedeschi. Gli alleati modernizzarono i loro sistemi d’arma e cambiarono le loro tattiche. Allora gli eserciti migliorati e tecnologizzati domarono la macchina bellica tedesca…una buona storia, ma il fatto sconcertante è che la Germania fece quello che fece con un esercito che era per il 75% ippotrainato (…) E’ importante demolire il mito della motorizzazione, poiché è stato usato in appoggio a infondate conclusioni. Ad esempio, non è vero che il successo militare richiede un’alta tecnologia e un’elevata motorizzazione; ci furono altre variabili molto più importanti”

come quella del sotto titolo 2.
Klaus Christian Richter fa salire all’85-90% delle divisioni l’impiego a scopo di traino di cavalli e di muli, in tutto 2.750.000 esemplari, di cui 250.000 muli e bardotti, “motori a biada”. Inoltre, di tali 2.750.000 equini, solo 855.000 furono quelli di provenienza tedesca: 180.000 in dotazione all’esercito di pace, 393.000 mobilitati, 15.000 nati da monta e 267.000 provenienti da requisizioni interne presso i contadini (3,8 milioni di animali), mentre a 435.000 ammontano le prede di guerra (Olanda, Belgio, Francia, Polonia, Jugoslavia poi per finire Italia), a 1.450.000 quelli requisiti nei territori occupati e a 10.000 quelli acquistati, a partire dal 1936, in stati amici o neutrali (Ungheria, Romania, Cecoslovacchia, Irlanda, e, quanto ai muli, Europa meridionale mediterranea e USA); le perdite globali ammontarono a 1,5 milioni (persi in Russia la metà dei 900.000 della partenza dopo soli 5 mesi di scontri); infine, mentre le truppe anglo-americane erano completamente motorizzate, nel 1944 la Wehrmacht operava ancora con 250.000 cavalli e non era ancora piegata.

Horst Hinrichsen “infinite compagnie e squadroni montati su biciclette furono protagonisti delle cosiddette vittorie lampo. Le unità totalmente motorizzate mostrate dai cinegiornali non corrispondevano certo sempre alla realtà; considerate a posteriori, esse misero davvero in ombra le prestazioni delle truppe montate su biciclette” (per quanto non vi siano dati certi sulla dotazione di biciclette, 1,2 milioni di pezzi prodotti nell’anno  '43/'44 sono indicativi di un parco globale di 3/4 milioni di pezzi).

<<< Placca in Ferro del N.S.R.K. (National-Sozialistische Reiter Korps) offerta dalle S.A. per la donazione di Cavalli da parte di civili. L'onorificenza fu istituita nel 1937 a fronte del riarmo delle forze armate tedesche ed il motto sulla parte posteriore della placca ringrazia solennemente il gesto compiuto per la donazione alla causa. Anche l'Italia aveva il traino animale ma non combinò nulla di buono

 

2a parte - Questa non è la storia esaustiva dell'industria bellica del Terzo Reich prima e durante la guerra ma solo un excursus su alcuni aspetti e personaggi, e uno di questi è..

     

ROBERT BOSCH - traduzione- La Bosch venne duramente colpita dalla crisi del ’29. Solo dopo l’ascesa al potere dei nazionalsocialisti la situazione economica migliorò. Con l’equipaggiamento dei veicoli a motore e dei sistemi di iniezione per motori aeronautici (vedi anche industria degli armamenti che trainò la ripresa) sviluppato durante la seconda metà del 1930, Bosch e il socio Hanz Walz divennero i personaggi più in vista del nazionalsocialismo. La Bosch, come tutte le altre società di armamenti, utilizzò il lavoro forzato per far fronte ai propri obblighi di fornitura. Fin dall'inizio, però, Robert Bosch, Hans Walz, e i loro associati disapprovarono alcuni aspetti del regime nazista portandosi addirittura un dissidente Carl Goerdeler ex sindaco di Lipsia in azienda nel 1937. Robert Bosch moriva il 12 marzo 1942. Sebbene fosse un funerale di stato, alle esequie diversi alti esponenti del partito nazista non parteciparono. Una uscita polemica di Walz si ebbe il 17 luglio 1943 (in coincidenza con l'offensiva vincente sovietica che piegherà ogni ulteriore speranza del Reich). I principali esponenti del partito nazionalsocialista lasciarono la sala e brigarono per sollevarlo dall’incarico. Lo salvò Gottlob Berger, un generale delle Waffen-SS che era stato amico di Bosch. L’espulsione dal partito venne rimandata anche per non dare clamore internazionale alla cosa. Dopo il fallito attentato a Hitler del 20 luglio 1944, l'azienda passò sotto il controllo della Gestapo. Carl Goerdeler venne impiegato dalla Bosch come consigliere di politica economica. Segretamente però proseguiva nella sua attività di resistenza. Diversi dirigenti che lo affiancavano furono arrestati e finirono in carcere o nei campi di concentramento. Ancora una volta fu solo grazie a Berger che questi schivarono la pena di morte prevista.

viaggio a dessau http://hugojunkers.pytalhost.com/ju_dessau_a1.htm
JUNKERS http://unawkwardgirl.blogspot.com/2009_10_01_archive.html

  ....ROBERT BOSCH… dal sito ufficiale della Bosch di Stoccarda….Nonetheless, Bosch was hard hit by the world economic crisis in the early 1930’s. It was only after the National Socialists came to power that the economic situation in Germany improved, particularly as a result of the increase in armaments production, which was stepped up by the Nazis in 1935/36. With its motor-vehicle equipment and fuel-injection systems for aircraft engines developed during the second half of the 1930’s, Bosch became a feeder of supplies for Hitler’s war machine. As more and more male company staff were called up for military service after the beginning of the war, Bosch, like all other armaments companies, used forced labor to meet its supply obligations. Hans Walz had, in the meantime, been promoted to the rank of a National Socialist “company leader.”Right from the start, however, Robert Bosch, Hans Walz, and their associates had tended to disapprove of the Nazi regime. At an early stage, senior executives and managers within the company became associated with the resistance movement centering around Carl Goerdeler. Bosch himself had brought this former Lord Mayor of Leipzig into the company in 1937. Robert Bosch died on March 12, 1942. Though he was given a state funeral, top-ranking Nazi celebrities did not attend. Just how strong the rejection of the National Socialist regime among the company’s management was, particularly in Walz’s case, is especially clear from the so-called “Feuerbach Address” held by Walz in the Feuerbach plant on July 17, 1943, before representatives of the press. The speech was given on the occasion of a tour by German journalists of selected industrial plants commissioned by the Reich government in order to give a propagandistic boost to the gradually flagging wartime morale of the population. With unprecedented openness, Hans Walz criticized the regime, also opposing in particular state interference in the economy: “Without rearmament and without a war, we would, as far as anyone can judge, have developed perhaps not at breakneck speed, as has been the case, but better and more soundly.” The result was a scandal. High-ranking Nazi representatives from Stuttgart left the hall and threatened that Hans Walz would now be exposed to public retribution. Walz’s negative attitude towards National Socialism was, of course, no secret to Stuttgart Nazi bigwigs, and for some time there had been efforts behind the scenes to remove him from the Party and the SS, where he held a low-ranking honorary post. Subsequently, Walz was to be removed from the management of the company and called to account. It was only the intervention of Gottlob Berger, a general in the Waffen-SS and head of the SS central office, who had been a close friend of the late Robert Bosch – his father and Bosch were from the same community, and they had done their military service together in Ulm – that succeeded in having the expulsion proceedings from Party and SS “postponed until after final victory” in view of the public outcry which such an attack on Walz would have provoked. Scarcely had this danger been averted, however, than an even greater one loomed. After the unsuccessful assassination attempt of July 20, 1944, the company came under the scrutiny of the Gestapo inquisitors yet again. Carl Goerdeler was officially employed by Bosch as an economic-policy advisor. Secretly, however, he had been organizing his resistance activities from Stuttgart with the support of some of the members of the Bosch Board of Management and, above all, with Bosch funds. Some of the company’s senior executives were arrested and ended up in concentration camps or in prison because they were suspected of complicity. Once again it was only thanks to the intervention of the SS man Berger that these members of Bosch staff were spared the death penalty that awaited those convicted.
Nel 1902 Robert Bosch presentò per la prima volta un impianto di accensione con relativa candela (magnete ad alta tensione). Questo innovativo sviluppo sostituì l'allora magnete a bassa tensione, con il quale, cinque anni prima, era iniziata la marcia trionfale dell'accensione Bosch e costituì la soluzione al "problema dei problemi". il motore a scoppio l'aveva vinta su vapore ed elettrico
 

«Io, personalmente, ho dato in tutto un milione di marchi al nazionalsocialismo. Hitler aveva altre fonti di entrate, oltre a me. Fu durante gli ultimi anni precedenti alla ascensione al potere dei nazisti, che le grandi società industriali cominciarono a dare i loro contributi. In tutto, le somme date ai nazisti dall’industria pesante, possono stimarsi in due milioni di marchi all’anno». (Fritz Thyssen,  delle “Acciaierie Riunite")

  La Junkers GmbH operò inizialmente nel settore termotecnico realizzando radiatori, caldaie, bruciatori e scaldabagni (ancor oggi il marchio Junkers Bosch è sinonimo di questa produzione) poi la grande guerra impose nuovi prodotti e il più richiesto erano gli aerei che spinsero HUGO JUNKERS a dare avvio alla produzione con un altro grande della Aeronautica. Il primo velivolo, lo Junkers J 1 Blechesel (asino di latta) nel 1914 poi l’incontro con l’olandese Anthony Fokker che aveva stabilimenti in Germania (Schwerin). Da questa esperienza nacque il caccia biplano Fokker D.VII e altri velivoli. Fokker era anche conosciuto per il meccanismo di sincronizzazione che permetteva ai proiettili di passare attraverso l'elica del velivolo senza danneggiarla. Anthony Fokker morirà a New York il 23 dicembre 1939. Le fabbriche della Fokker vennero allora confiscate dai tedeschi e usate per costruire Bücker Bü 181 e Junkers Ju 52. Dopo aver raggiunto un discreto successo nel settore delle caldaie Hugo Junkers si diede all’insegnamento all’ RWTH di Aachen lasciando all’amico Herrmann Schleissing la gestione fino al 1911. Nel 1906 Junkers fu coinvolto per la prima volta nel progetto di un aeroplano. In quegli anni Hans Reissner era professore di meccanica tecnica presso l'Università di Aachen e si occupava di problemi di aerodinamica. Quando a Reissner fu assegnato il progetto di un aeroplano, questi contattò l'amico Junkers per farsi aiutare. Durante questi primi anni di guerra gli studi di Junkers si focalizzarono essenzialmente sulla costruzione di velivoli interamente in metallo, lo J.1 del 1915, costruito dalla ICO di Dessau, fu il primo velivolo interamente in metallo della storia. Nel 1917 Junkers realizzò la sua prima produzione in serie di aerei con l'aiuto di ANTHONY FOKKER.
Entrambi furono forzati dal governo tedesco a fondersi insieme nella Junkers - Fokker Flugzeugwerke AG nel 1917 allo scopo di riunire le conoscenze delle nuove tecnologie sviluppate da Junkers alla ICO con le capacità produttive di grandi serie proprie delle industrie di Fokker. A guerra finita si separarono. La compagnia comune venne rilevata da Junkers che la rinominò Junkers Flugzeugwerke AG. Nel Novembre del 1922 Junkers firmò un contratto con il governo sovietico per installare una fabbrica aeronautica militare a Fili, vicino a Mosca per aggirare le limitazioni del trattato di pace. Gli aerei prodotti da Junkers avrebbero dovuto essere poi utilizzati dalle forze aeree sovietiche, mentre il finanziamento per installare ed avviare l'industria sarebbe pervenuto dal governo tedesco. Nel 1924 il governo tedesco offrì a Junkers ulteriori finanziamenti, ma gli stabilimenti di Fili non diedero mai buoni risultati e i rubinetti si chiusero. Si chiusero anche per l’azienda in patria. Circa l'80% di Junkers Luftverkehrs AG fu ceduta al governo tedesco e Hugo Junkers dovette lasciare la sua posizione di direttore delle compagnie Junkers. Con la maggioranza delle azioni il governo tedesco sciolse la compagnia aerea che fu di Junkers e la integrò nella neonata Luft Hansa nel Gennaio 1926. Nel Dicembre 1926 la crisi di Junkers ebbe finalmente fine: dopo una battaglia legale contro il Reich accettò di cedere il rimanente 20% della compagnia aerea e di rifondere un ulteriore milione di Reichsmark. Per contro il governo si impegnava a comperare aerei per 2.7 milioni di Reichsmark. Tornato in sella al proprio impero, Junkers si dedicò principalmente allo sviluppo dei suoi nuovi motori e aerei. Quando finalmente nel 1929 lo Junkers G38 fece il suo primo volo, finalmente realizzò il suo sogno di produrre un grande velivolo da trasporto su larga scala che non risentì della crisi in corso. Contemporaneamente aveva cominciato a studiare i nuovi Ju52 e Ju60 per conto del Reich Tedesco che chiuse però il finanziamento. La ricerca lo svenò tanto che fu costretto a vendere a Bosch. (1932). L’anno con Hitler al potere gli venne chiesto di passare ricerche e brevetti alla Junkers Flugzeugwerke AG. Junkers naturalmente si rifiutò di obbedire e il governo nazista incaricò la corte di Dessau di accusare Junkers di spionaggio. Fu Junkers a cedere. Il 51% delle sue restanti aziende passò al governo tedesco e continuò a vivere agli arresti domiciliari. La guerra privata di Junkers contro l’estorsione del Reich continuò per diversi anni anche dopo la sua morte (1935) e anche dopo la guerra contro il governo della Repubblica Federale Tedesca ma senza alcun successo.
     
    II Piano quadriennale

Tutti i giorni un giorno da bagno

  II 9 settembre del 1936 al congresso di Norimberga della NSDAP Hitler annunciò il programma economico che prese il nome di Piano quadriennale: entro la fine del 1940 l'economia tedesca doveva essere in grado di fronteggiare una guerra per allargare lo spazio vitale (Lebensraum). Nei 4 anni trascorsi si dava per scontato che le basi della industria fossero gettate e che con opportuni provvedimenti si potesse passare da una industria indirizzata al civile a una di guerra con tutto quello che ne consegue sul rifornimento di materie prime strategiche (ma non solo) e sulle scorte. Il perseguimento dell'autarchia diventava infatti un imperativo assoluto, dovendosi raggiungere la totale autonomia dall'estero in fatto di produzione e di disponibilità di materie prime. La disoccupazione record (20 % della forza lavoro ca 7 milioni di persone) era stata quasi tutta assorbita Lo Stato avrebbe svolto un ruolo di coordinamento e controllo sulle industrie checché ne dicessero i padroni come in agricoltura. Appena preso il controllo del partito nazista, nel 1920, Hitler aveva infatti pronunciato i famosi 25 punti programmatici, che si basavano sul principio: "il bene comune davanti al bene individuale" o "Sosteniamo una riforma agraria che si accordi ai nostri requisiti nazionali, e l'introduzione di una legge che espropri senza indennizzo i possidenti di qualsiasi terreno che sia necessario agli scopi comuni. L'abolizione degli interessi sui prestiti all'agricoltura e il divieto di tutte le speculazioni sulla terra." Di fatto ero lo stato che dettava l’agenda quotidiana e che pagava. Le regole valevano per i padroni e per i sindacati; "pace sociale" al di sopra di ogni conflittualità della vita reale, come se il nazismo potesse con un gesto meramente volontaristico imporre l'annullamento di differenze e di una pluralità di contrastanti interessi quali quelli legati alla dinamica sociale. Per Hitler, secondo l'allocuzione del 9 settembre del 1936, «di fronte all'interesse supremo della nazione non esistono né datori di lavoro né lavoratori, ma soltanto chi opera su mandato del popolo intero». Incaricato di questo Hjalmar Schacht. Schacht, Finanziere tedesco (Tingleff, Schleswig, 1877 - Monaco 1970). Iniziò la propria attività nel 1903 nella Dresdner Bank di cui divenne amministratore dal 1908 al 1915. Presidente della Reichsbank dal 1924 al 1929 (fu rieletto nel 1933 - In January, 1931 Hermann Goering arranged a meeting with Adolf Hitler. Schacht agreed to raise funds for the Nazi Party. Schacht, who had good contacts with Germany's industrialists persuaded Albert Voegler (United Steel Works) Gustav Krupp and Alfried Krupp to join people such as Fritz Thyssen, Emile Kirdorf, Carl Bechstein and Hugo Bruckmann in providing money for the party), partecipò all'elaborazione del piano Daves e di quello Young. Ministro dell'economia (1934-1937), riassestò la bilancia commerciale bloccando in Germania i capitali stranieri e riportò l'equilibrio tra le importazioni e le esportazioni sviluppando il settore industriale. Nel 1937 venne rieletto Presidente della Reichsbank e riconfermato poi per altri 4 anni.

Valore degli armamenti prodotti dalle grandi Potenze in miliardi di dollari (stime): la produzione Usa del 1941 non è influenzata che marginalmente dall’attacco subito in dicembre a Pearl Harbour

1941 USA 4,5 Inghilterra 6,5 URSS 8,4 (totale 19,5 miliardi) contro Germania 6 e Giappone 2 (totale 8 miliardi)
1943 USA 37,5, Inghilterra 11,1, URSS 13,9 (totale 62,5 miliardi) contro Germania 13,8 e Giappone 4,5 (totale 18,3).

Nel 1847 Krupp fabbricò il suo primo cannone in acciaio fuso. Alla "Grande Esposizione" di Londra del 1851 (l'anno del Crystal Palace)mise in mostra un cannone da 2,7 kg fatto completamente in acciaio fuso, e un lingotto d'acciaio privo di difetti del peso di 907 kg, più del doppio di qualsiasi gettata precedente.

   
  Intanto aveva rinunciato all’incarico di Ministro e Plenipotentiary for the War Economy in November 1937 accettando un incarico onorifico senza portafoglio. Due anni dopo lascia anche la presidenza della Reichsbank. Nel gennaio del 1943 abbandona ogni incarico e l’anno dopo si disse fosse a conoscenza del fallito attentato a Hitler. Finisce in campo di concentramento ma alla fine della guerra viene trovato vivo. Liberato, fu processato e poi assolto dal tribunale alleato di Norimberga (1946). L’assegnazione di Goering al piano quadriennale fu senz’altro la molla (burocratizzazione e dirigismo) che lo spinse a lasciare. Per converso al personaggio più ambiguo del regime venne affidato un impero non solo statale ma anche privato e criminale con la spoliazione sistematica dei patrimoni ebraici e la rapina dei territori occupati. La sua gestione segnò in generale un aumento degli investimenti industriali, ma al tempo stesso una riclassificazione del rapporto tra produzione di beni di consumo e produzione di beni d'investimento a tutto vantaggio di questi ultimi . Una tendenza dal significato assai esplicito che si può evidenziare esprimendola anche in altri termini: nel corso della guerra si produssero meno beni di consumo del 1938, mentre furono incrementate le produzioni di base (soprattutto nel settore chimico) e quelle degli armamenti furono più che quadruplicate rispetto al periodo immediatamente precedente la guerra, al punto da toccare il massimo dell'espansione ancora nel 1944, al culmine dello sforzo bellico. Meno beni di consumo vorrà dire anche impoverimento dei cittadini.
 

Grazie alla tecnologia metallurgica di alto livello la Germania nazista riuscì a confrontarsi con le forze degli alleati, compresa l’immensa Russia partendo da una situazione di inferiorità produttiva. Due erano i potentati uno i Thyssen l’altro i Krupp.

  La loro unione produsse i migliori Panzer e cannoni possibili.FRITZ THYSSEN (Mülheim 1873 - Buenos Aires 1951).Occupò il posto del padre August alla guida di un grande gruppo siderurgico e minerario. Aderì al nazismo divenendo consigliere di Stato e commissario della Renania-Vestfalia (1933) ma, in contrasto con Hitler, riparò prima in Svizzera poi in Francia (1939). Privato della nazionalità e dei suoi beni, fu arrestato in Francia nel 1940 e internato a Dachau. Tornato in libertà, si ritirò in Argentina dove morì. La Krupp Stahl AG nacque invece nel 1811, fondata da Friedrich Krupp, membro di una antica famiglia di mercanti di Essen.
da wikipedia:
GUSTAV KRUPP von Bohlen und Halbach (7 agosto 1870 - 16 gennaio 1950), piccolo diplomatico di carriera, non era un Krupp, lo divenne sposando una delle due figlie di Friedrich Alfred. In tale modo la compagnia poté proseguire sotto una guida maschile, e potevano aversi degli eredi. Con il Kaiser come sensale, la coppia convolò a nozze ed ebbe molti figli, tra cui l'ultimo Krupp a portare il titolo di "unico proprietario", Alfried. Gustav Krupp fu inizialmente scettico verso Hitler e il Nazismo; criticando aspramente il figlio Alfried, suo futuro successore (non era un Krupp), per essersi associato ad essi. Ma Gustav sperimentò presto una conversione e divenne innamorato del partito a un livello che sua moglie e i suoi sottoposti lo trovavano bizzarro. Era demenza senile tanto che a Norimberga non lo portarono nemmeno sul banco degli imputati. Diversamente da Alfried che venne condannato per l'uso e l'abuso del lavoro forzato, segnato da brutalità che i giudici trovarono eccezionali anche per gli standard del nazismo. La sua condanna venne annullata, assieme a quelle dei suoi coimputati, da John J. McCloy, Alto Commissario del settore statunitense, che oggi viene aspramente criticato per la soppressione indiscriminata dei verdetti e delle sentenze riguardanti gli imputati nazisti.
     

Sopra Esposizione Universale di Parigi del 1867: cannone da 50 tonn. !! della tedesca Krupp trasportato su un carro ferroviario appositamente costruito. 3 anni dopo (1870) la Germania distruggerà il sogno della Grandeur Francese - sotto vignetta di Casimiro Teja (1872)

Prima ancora della salita al potere di Hitler la Germania aveva avuto modo di testare le sue macchine da guerra accordandosi segretamente con Stalin - Stalin's Other War: Soviet Grand Strategy, 1939-1941 - di Albert L. Weeks  >>>>>>

maggiori informazioni qui http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/schede/bellicarussia.htm

1872 - il Kaiser " Tutti poni amici, ma ti stare sempre mio tiletto e mi ti stare sempre fedele"

 

The Russians had laid out a large, underdeveloped airfield at Lipetsk just south of Moscow especially for this purpose.Under the secret agreement, this spacious area was transformed into a modern airbase replete with hangars, repair shops, and stands and rigs for testing aircraft engines Other facilities on the several hundred acres of grounds included dispensaries, barracks, and admnistrative buildings. The whole area, surrounded with barbed wire was designated off-limits and guarded around the clock. Neighboring Soviet citizens in the town could only guess what was going on. Military collaboration proceeded apace for years. In 1923 General Pau] Haase purchased 100 fokker D-XIII aircraft from Holland and flew them to Russia. The German aircraft industry, already famous from World War l, built new experimental craft. These were secretly flown to Russia from a secluded airbase at Rechlin, Germany, although their mllitary character could no longer be camouflaged to elude Versailles inspectors. By the mid·1920s some sixty German pilots and flight instructors were attached lo Lipetsk, Russia. In the summer the contingent of German airmen reached 100. Trainees were replaced every six months by others who had graduated from basic training schools in Germany.The entire German unit was masqueraded as the fourth Squadron of the Red Air force." Out of this came 120 outstanding German fighter pilotas and 450 flight personell-all thoroughly trained at Lìpetsk. Later in the Hitler years these personnel served as the core of Hitler’s Luftwaffe. Who knows how many of the Lipetsk cadre later found themselves behind the controls of German military aircraft-fighteras, dive-bombers, and medium bombers-engaged in combat with Russians in the skies over the USSR during the Great Fatherland War?

Le Traité de Versailles lui interdisant de maintenir une armée de l'air, l'Allemagne éprouve le besoin d'entraîner en secret ses pilotes pour une guerre future. Au début, on utilise les écoles de l'aviation civile pour l'entraînement des pilotes pour faire croire qu'ils piloteront des avions de lignes aériennes civiles telles que la Lufthansa. Mais il n'est possible d'utiliser que les avions légers sur le territoire allemand. Pour que les pilotes puissent acquérir de l'expérience dans les nouveaux avions de combat, l'Allemagne sollicite l'aide de l'URSS qui accepte en signant une clause secrète du Traité de Rapallo (1922). Un aérodrome secret est établi à Lipetsk en 1924, et il opère pendant neuf ans jusqu'à sa fermeture en 1933. L'école utilise des avions d'entraînement néerlandais (Fokker) et russes ainsi qu'allemands. Le 26 février 1935, Adolf Hitler ordonne à Hermann Göring de rétablir la Luftwaffe, bien que le traité d'armistice soit toujours en vigueur. Mais ni la France ni le Royaume-Uni ni la Société des Nations ne font rien pour empêcher l'Allemagne d'entreprendre cette action ou d'autres violations du traité
Trad. del brano precedente: Il trattato di Versailles le vietava (Germania) di mantenere una forza aerea allora questa gli urge il bisogno di formare i suoi piloti in segreto per una futura guerra. In un primo momento, usava le scuole di aviazione civile per addestrare i piloti facendo credere che erano per Lufthansa. L'accordo venne per esportare i piloti onde acquisire esperienza in aerei da combattimento nuovi, in URSS che accetta con la firma di una clausola segreta del trattato di Rapallo (1922). Un aeroporto segreto è stabilito nel 1924 a Lipetsk, e opera per nove anni fino alla sua chiusura nel 1933. La scuola utilizza velivoli olandesi (Fokker), così come tedeschi e russi. 26 Febbraio 1935, Adolf Hitler ordina ad Hermann Göring di ripristinare la Luftwaffe, anche se il Trattato di armistizio era ancora in vigore. Ma né la Francia né il Regno Unito, né la Società delle Nazioni fecero nulla per impedire alla Germania di agire in tal senso.

     

Qui sotto l'elenco (nomi principali) della sola industria automobilistica Tedesca escludendo i paesi via via occupati (Austria, Cecoslovacchia, Francia, Belgio, Olanda (vedi Fokker), Norvegia, Polonia etc... comprese le nazioni alleate (Vedi Italia e le altre dopo l'8 settembre '43)

Gustav Krupp

 

Adler
Auto-Union - DKW

– Horch - Audi
Bmw
Borgward
Bussing-Nag
Daimler-Benz
Demag
Famo
Hanomag
Henschel

Klockner Deutz
Krauss Maffei
Magirus
Man
Maybach
Nsu
Phaenomen
Porsche
Volkswagen
Zundapp

oltre alle americane Ford e G.M.

la Ford-Werke, che nei primi anni '30 aveva pesanti perdite, grazie ai contratti bellici vedeva un aumento dei propri profitti annuali, dai 63.000 marchi (RM-Reichsmarks) del 1935 a 1.287.800 RM del 1939. (Research Findings, 21) La fabbrica Opel della GM a Rüsselsheim (Mainz) faceva anche di meglio. La sua quota di mercato Tedesco  balzava dal 35% nel 1933 a più del 50% nel 1935, e le perdite si convertivano nel 1938 in 35 milioni di RM-quasi 14 milioni di dollari (USA). (Research Findings)

Tribunale per i crimini di guerra di Norimberga: "Questi esponenti della IG Farben e non i pazzi fanatici nazisti sono i principali criminali di guerra. Se i loro crimini non verranno portati alla luce e puniti, rappresenteranno una minaccia per la futura pace del mondo ancora più grande che se Hiltler fosse ancora vivo". Il Tribunale condannò 24 membri del consiglio di amministrazione e funzionari della IG per omicidio di massa, schiavitù e altri crimini contro l'umanità. È sorprendente, tuttavia, che entro il 1951 tutti siano stati rilasciati e abbiano lavorato nuovamente per le corporate tedesche.

 

 

IL PETROLIO E LA BENZINA SINTETICA

 

Del petrolio abbiamo già parlato in altra scheda – Il combustibile o motore della guerra - raccontando che nella espansione coloniale gli Inglesi si erano preso il meglio delle aree petrolifere. Ai tedeschi non restava che una soluzione, la chimica, la distillazione del carbone, le cui difficoltà non erano ancora chiare. Se per creare un quintale di  benzina devi bruciarne due di un altro materiale non è che hai fatto un grande interesse. La soglia di convenienza sta in una frazione del quintale!!!. In definitiva la differenza fra i due tipi di combustibili, carbone e petrolio, sono i componenti a quantità invertite. Trattando il carbone con idrogeno (un gas che si ottiene industrialmente da varie fonti, fra l'altro per scomposizione dell'acqua che contiene due atomi di idrogeno per ogni atomo di ossigeno) si sarebbero dovuti ottenere dei composti liquidi con le proprietà dei prodotti petroliferi. La via dell'idrogenazione del carbone fu affrontata da Friedrich Bergius (1884-1949) alla vigilia della prima guerra mondiale. Bergius aveva lavorato con i due premi Nobel, H.W. Nerst (1864-1941) e Fritz Haber (1868-1934) che nei primi anni del 1900 avevano inventato un processo per produrre sinteticamente l'ammoniaca, essenziale per gli esplosivi e i concimi azotati (combinando idrogeno e azoto sotto pressione). La stessa via venne scelta per il carbone. Nel 1916 Bergius poté costruire uno stabilimento vicino a Mannheim, ma l'importanza dell'idrogenazione del carbone passò in seconda linea dopo che la Germania (e l'Austria) ebbero conquistato i giacimenti petroliferi romeni. Nel 1918, con la sconfitta, cominciò in Germania un lungo periodo di crisi con alti e bassi produttivi. Se ne riparlerà più avanti in casa Basf ossia in casa IG Farben colosso chimico a guida Bosch (Carl niente a che vedere col Robert di sopra). A Leuna nel 1931 si producevano 300.000 tonnellate annue. Nello stesso anno a Bosch e Bergius venne assegnato il premio Nobel per la chimica. Già alla fine del 1933 il ministero dell'economia del terzo Reich e le industrie IG Farben si accordarono per la produzione entro il 1935 di 400.000 tonnellate di benzina sintetica all'anno e fino al 1944. La produzione di benzina sintetica in Germania continuò negli anni successivi fino a raggiungere nel 1944 i tre milioni di tonn. annue, ca. 70.000 barili al giorno; di queste, due milioni erano di benzina ad alto numero di ottani, adatta per i motori d'aviazione. Nella prima metà del 1944 coprirono il 57% delle forniture totali di carburante e il 92% della benzina per aviazione. Nel 1941 i soli USA controllano oltre il 60% del petrolio ed il 56% della gomma mondiale, producono il 78% delle automobili e il 67% degli autocarri del mondo e controllano il 30-40% della produzione mondiale di piombo, carbone, rame e zinco. I nomi di alcune di queste fabbriche di benzina sintetica suscitano ricordi terribili; uno degli stabilimenti di benzina e gomma sintetica si trovava ad Auschwitz ed usava, come mano d'opera ebrei catturati in tutti i paesi d'Europa. In questa fabbrica lavorò Primo Levi che era un chimico e che parla a lungo di questa esperienza nei suoi libri: "Se questo è un uomo" e "Il sistema periodico". Il carbone, il sangue e uno sterminato dolore erano le materie prime per questa gigantesca impresa industriale. Le fabbriche di benzina sintetica furono esposte ai bombardamenti alleati. Quella di Leuna, una delle più grandi, fu distrutta il 12 maggio 1944. Prima e dopo questi bombardamenti sorsero polemiche la cui trattazione porterebbe molto lontano dal nostro tema e che  non sarà affrontata. Brevemente: gli alleati sapevano che colpendo le fabbriche colpivano gli ebrei e  gli internati Imi italiani e di altri paesi (ma non solo in questo caso). 

     
http://pslc.ws/macrog/exp/rubber/menu.htm  storia della gomma
da http://www.wollheim-memorial.de/en/ig_auschwitz_en 
  Italian “Foreign Workers” at  I.G. Auschwitz (Buna) - Operai Italiani (liberi) ad Auschwitz

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Primo Levi, ebreo, chimico e scrittore catturato dai tedeschi, fu deportato nel campo di Auschwitz e lavorò a Buna. - scrisse in: "Se questo è un uomo" (cap. VII: "Una buona giornata"). La Buna e' grande come una città; vi lavorano oltre ai dirigenti e ai tecnici tedeschi, 40.000 stranieri, e vi si parlano 15 o 20 lingue. Tutti gli stranieri abitano in vari Lager che alla Buna fanno corona: il Lager dei prigionieri di guerra inglesi, il Lager delle donne ucraine, il Lager dei francesi volontari, e altri che non conosciamo. Il nostro Lager fornisce da solo 10.000 lavoratori che vengono da tutte le Nazioni d'Europa; e noi siamo gli schiavi degli schiavi, a cui tutti possono comandare, e il nostro nome è un numero che portiamo tatuato sul braccio e cucito sul petto." 

traduzione

  The number of Italian “foreign workers” (Fremdarbeiter) in Germany rose steadily in 1938 and 1939. Underemployment and high unemployment led to increased emigration to Germany, especially from rural areas of Italy. An unusually large number of young men were gripped initially by a thirst for adventure and the prospect of release from military service at home. Forced assignment to certain jobs and the limited right to a say, however, quickly led to a deterioration of the mood of the Italian laborers. From mid-1940 on, recruitment was conducted to an increased extent in Italy. In spring 1942, Italian workers began to be used at the plant construction site of I.G. Farben in Auschwitz. At that time, the Italians were used predominantly for building and expanding the operational facilities. On March 14, 1942, I.G. Farben concluded a contract directly with a consortium of 40 Italian firms from the National Fascist Federation of Building Contractors (Federazione Nazionale Fascista dei Costruttori edili e grandi imprenditori), providing for the furnishing of 8,635 construction workers, mainly skilled workers, for the plant construction sites of I.G. Farben in Heydebreck, Blechhammer, and Auschwitz. Of these workers, 1,196 were to assigned to I.G. Auschwitz. The Italian workers in Auschwitz were housed in a barracks camp and inadequately fed. Moreover, it was difficult to get leave, because the Germans feared the workers would not return to their jobs. Particularly in Heydebreck and Blechhammer, where the situation of the Italian workforce was even worse than in Auschwitz, many looked for pretexts, such as a death in the family or a feigned illness, to get back to Italy. Italians regularly tried to escape from the labor camps. For I.G. Auschwitz, only a single case is documented: Giovanni Busicchia arrived at the “Auschwitz work camp” on April 16, 1942, and suffered there for a month, doing extremely hard labor and receiving little to eat.  After he was refused a medical examination despite his poor state of health, he ran away on May 29, 1942. He was captured in Villach and handed over to the Italian police, who set him free again after an 80-day imprisonment in
Il numero di italiani "lavoratori stranieri" (Fremdarbeiter) in Germania è aumentato costantemente nel 1938 e 1939. Sottoccupazione e disoccupazione avevano portato ad una maggiore emigrazione verso la Germania, soprattutto dalle zone rurali d'Italia. Un numero insolitamente elevato di giovani erano stati preda inizialmente di una sete di avventura a cui si aggiungeva la prospettiva di liberarsi dal servizio militare in patria. L’assegnazione forzata a determinati posti di lavoro e il diritto limitato a dire (a parlare a reclamare), tuttavia, portarono rapidamente a un deterioramento dello stato d'animo degli operai italiani. Nella primavera del 1942, i lavoratori italiani cominciarono ad essere utilizzati presso la centrale di costruzione della IG Farben di Auschwitz. Il 14/3/42, I.G. Farben  aveva concluso un contratto direttamente con un consorzio di 40 imprese italiane della Federazione nazionale fascista dei Costruttori Edili (Federazione Nazionale Fascista dei Costruttori Edili e Grandi Imprenditori), che prevedeva la consegna di 8.635 lavoratori edili, soprattutto lavoratori qualificati, per i  siti di costruzione dell'impianto di IG Farben in Heydebreck, Blechhammer, e Auschwitz. Di questi lavoratori, 1.196 sono stati assegnati  a I.G. Farben Auschwitz. I lavoratori italiani ad Auschwitz venivano alloggiati in un campo di baracche e non adeguatamente nutriti. Inoltre, è stato difficile ottenere il congedo, perché i tedeschi temevano i lavoratori non sarebbero tornati al loro lavoro. Soprattutto in Heydebreck e Blechhammer, dove la situazione della forza lavoro italiana è stata anche peggio di Auschwitz, molti cercavano pretesti, come un lutto in famiglia o una malattia finta, per tornare in Italia. Qualcuno è anche fuggito dai campi di lavoro. Per I.G. Auschwitz, un solo caso è documentato: Giovanni Busicchia arrivato al "campo di lavoro di Auschwitz", il 16/4/42. Ha sofferto per un mese, facendo un lavoro estremamente duro e ricevendo poco da mangiare. Dopo essere stato rifiutato a un esame medico, nonostante il suo precario stato di salute, se ne scappò il 29/5/42. Fu catturato a Villach  e consegnato alla polizia italiana, che lo rimise in libertà dopo una detenzione di 80 giorni a Treviso. La Germania richiese un aumento di lavoratori italiani in un tempo molto breve. Tra dicembre 1940 e gennaio 1941, da 54.000 in un primo momento gli italiani salirono a 200.000.   

Treviso. Germany increased its requirements for Italian workers within a very short time, between December 1940 and January 1941, from 54,000 at first to an additional 200,000.

 

Bersaglieri in moto e tedeschi a cavalloCosì dal - Corriere della Sera - Fertilio Dario  pag. 29 (18 marzo 2001)
… Scorrere oggi l' elenco delle imprese che si consorziarono nel marzo del 1942 nel «Gruppo italiano» dà uno strano senso di «orrore da normalità»: ci sono tre ingegneri romani, Rodolfo Stoelcker, Ugo Martini e Romualdo Palermo; c' è il signor Giovanni Beotti, di Piacenza; c' è l' Impresa anonima edile stradale della capitale. Nulla di veramente nuovo sotto il cielo, dal momento che fra il ‘38 e il '43, in seguito a una serie di accordi stipulati fra Roma e Berlino, si calcola che non meno di 500 mila italiani si siano trasferiti per lavoro nel Reich. In genere, però, si trattava di braccianti, operai industriali, minatori, edili. Mai prima, come avvenne invece per Auschwitz, erano state coinvolte direttamente aziende italiane.....L' intesa riguardava vari lavori di costruzione, dalla pavimentazione delle strade alla posa dei binari, dalle gettate di calcestruzzo all' edificazione di solai, dalla preparazione degli intonaci all' installazione di grondaie e docce... A dire il vero, l' accordo non parlava soltanto di Auschwitz, e riguardava 1196 operai, per la maggior parte qualificati. Durata del contratto rinnovabile per tutti: otto mesi. Compensi: dalle 228 alle 304 lire la settimana oltre alle indennità (parecchio di più delle normali paghe italiane). Unico problema, il moltiplicarsi delle fughe: molti si dileguavano e non venivano più ritrovati, oppure varcavano le Alpi e tornavano a casa. Perché scappavano? Naturalmente, per lo choc provocato da quell' «orrore della normalità».

 

Per il suo coinvolgimento con il nazismo la I.G. Farben (i suoi dirigenti) salirono sul banco degli imputati a Norimberga (la prima sessione ebbe luogo il 14 agosto 1947, la sentenza fu emessa il 30 luglio 1948). Ma le pene inflitte furono lievissime (i dirigenti condannati non ricevettero più di 8 anni di carcere ciascuno) e i capi d’imputazione non riguardarono lo sterminio degli ebrei. Negli anni a seguire, ci si rese conto che le aziende tedesche conniventi con il regime avrebbero dovuto pagare un indennizzo ai deportati per aver lucrato con il loro lavoro gratuito e per le estreme sofferenze da questi patite. Per evitare un vero e proprio prosciugamento dei conti delle fabbriche in questione, i legislatori fecero in modo di subordinare l’applicazione dei rimborsi a determinate “clausole”. Quando un privato cittadino sopravissuto ad Auschwitz vinse una causa presso un tribunale ordinario contro la I.G. Farben (senza sottostare alle clausole) e ottenne da questa 10.000 DM, l’azienda decise di donare circa 27 milioni di marchi alle associazioni degli ebrei. Così fecero anche AEG, Krupp e Siemens.

   

Caccia ai segreti motoristici tedeschi

   

Come per altri pezzi parto dalle reazioni e indagini (sotto) alleate dopo la conquista e il controllo della Germania a caccia dei segreti industriali e delle ragioni per cui il Terzo Reich abbia resistito così tanto contro un blocco di nazioni che lo sovrastava di 10 a 1.

OFFICE OF MILITARY GOVERNMENT FOR GERMANY (US) FINAL REPORT NO. 654 - 29 March 1946 THE GERMAN MOTORCYCLE INDUSTRY SINCE 1938  -

This investigation of the German Motorcycle Industry was undertaken to obtain certain specific information as well as to get an up-to-date picture of the industry and find out any interesting developments in progress since the beginning of the war.' 'Further information was desired by the (U.S.) Motorcycle Industry explaining the relatively big civilian production reputedly enjoyed by D.K.W. (Auto Union) and other manufacturers, and the high technical achievement of the German racing equipment made by BMW and NSU. The success of this equipment in international races in England and on the Continent was of special interest to American industry. Forse gli inglesi erano i più inc.... Alla Germania fu poi impedito di partecipare a gare fino al 1950. Con le modifiche apportate nacque anche il mito Usa Indian e Harley.

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ALCUNI ACCENNI SULL’INDUSTRIA MOTOCICLISTICA TEDESCA

La DKW era nata come un sogno, la macchina a vapore nel XX secolo o come la chiamava lui Jørgen Skafte Rasmussen Des Knaben Wunsch ("Desiderio del bambino") a Chemnitz in Sassonia nel 1916 (l'acronimo stava infatti per Dampf-Kraft-Wagen, cioè automobile spinta dal vapore). L'idea ebbe scarso successo, per fortuna, e di più ne ebbe quella di costruire un piccolo motore a due tempi che immaginificamente questi continuò a chiamare Das Kleine Wunder ("La piccola meraviglia"). Dal motore passò alla moto completa. All'inizio degli anni trenta la DKW era la Casa motociclistica più grande del mondo (solo nel 1929 costruì 56.000 moto, quattro volte quelle prodotte dall'intera industria motociclistica italiana!), impegnata con successo anche nelle competizioni (celebri le 250 e le 350 dotate di compressore: la 250 vinse il Tourist Trophy TT 1938 con Ewald Kluge). Nel 1925 in Germania si fabbricavano ancora solo 39.000 auto all’anno ma un numero molto maggiore di moto tanto che il parco circolante nel 1937 era quasi di un milione e mezzo di moto (Italia 160.000). I piccoli volumi produttivi e la frammentazione, come nel caso dell’Italia, non tolgono che si costruisca anche esteticamente e qualitativamente meglio. E’ la storia delle Auto Union e della Mercedes ma anche delle moto Dkw, Nsu, Bmw. La Auto Union AG era una casa automobilistica tedesca nata nel 1932 in Sassonia dall'unione di quattro case: Audi-Dkw appunto, Wanderer e Horch. La DKW si era comprata il marchio Audi, quando cominciò a produrre auto. Negli anni ’20 e ’30, una serie innumerevole di successi in campionati, gran premi, sei giorni, fuoristrada e tentativi di record dà prova della superiorità delle motociclette e dei piloti di DKW. Nomi come Arthur Geiss, Walfried Winkler, Ewald Kluge, Toni Bauhofer, H.P. Müller, Siegfried Wünsche e non ultimo anche Bernd Rosemeyer, poi distintosi ai gran premi su automobili Auto Union, collezionano un gran numero di vittorie con motociclette DKW su circuiti internazionali e fuoristrada (vedi schema del TT)

 

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leato  http://www.users.globalnet.co.uk/~pattle/nacc/arc0291.htm 

     

The marques which were originally all based in Saxony – Audi and Horch in Zwickau, Wanderer in Chemnitz-Siegmar and DKW in Zschopau – made a significant contribution to the progress of the automotive industry in Germany. These four marques merged in 1932 to form Auto Union AG.

  La BMW (Bayerische Motoren Werke) nasce a Monaco di Baviera dalla fusione di due grosse industrie locali ( Rapp Motoren Werke e Gustav Otto Flugzeug Werke) specializzate entrambe in aereonautica. Finita la guerra conversione sull’automobilistico ma la crisi frena i consumi e ormai ci vogliono ingenti capitali contro i mostri produttivi americani ed europei. Nel settore motociclistico è ancora aperto uno spiraglio e ai loro prodotti motoristici è interessata la Victoria di Norimberga (la più anziana industria motociclistica tedesca) che lo vuole in esclusiva. Dietro le quinte della BMW c'è però il finanziere italo-austriaco Camillo Castiglioni che si riprende l’esclusiva e inizia a produrre moto in proprio. Il prototipo della R37 (prima BMW 500 a valvole in testa) vince il Campionato tedesco. E’ poi un crescendo in tutte le classi (250 monocilindrica/750) e le vittorie internazionali. Con le affermazioni si da spazio anche a una piccola produzione automobilistica.
La NSU (Neckarsulm) iniziò a produrre automobili sin dai primi anni del XX secolo (il primo modello prodotto risale al 1905), ottenendo un discreto successo sul mercato interno con la 6/18 HP del 1913. ma prima aveva prodotto Bici poi dal 1901 Bici (super) motorizzate. Il primo modello aveva un motore svizzero da un cavallo e 75 di potenza a arrivava a 48 km/h. The first Isle of Man race in 1907 gave NSU a 5th place finish. Before the end of the first decade one quarter of all NSU sales were in Britain. La prima guerra, la crisi e il resto portano al fallimento l’azienda che viene rilevata dalla Fiat (ma solo per il settore auto: si produrranno Fiat 500 Topolino, Fiat 508 Balilla poi i modelli 1100 E e 1500 6 cilindri). Il prodotto più noto durante il II conflitto è la moto cingolata Kettenrad. Bmw e Nsu si dividevano prima e dopo la guerra il record di velocita con Ernst Henne che nel 1937 ottenne il record del mondo di velocità con una BMW da 495cc a 274,5 km/h. Record che resiste fino al 1951 quando William Herz su NSU 500 arriva a 289.68 kmh. Fino al 1956 non vennero superati i 300chilometri orari. L’onore della realizzazione di questa impresa andò prima a Johnny Allen su Triumph 650 a 311.78kmh poi di nuovo a Wilhelm Herz, che su una NSU 500 arrivò a 338.992kmh.

La ZUNDAPP era un’altra famosa casa motociclistica tedesca. Venne fondata nel 1917 a Norimberga da Fritz Neumayer, dalla Friedrich Krupp AG e dal fabbricante di macchine utensili Thiel con il nome di Zünder und Apparatebau G.m.b.H.. ovvero "Fabbrica di meccanismi di accensione" (spolette per bossoli). Solita trafila nel postguerra con sbocco nella motorizzazione leggera. Il logo fino al 1938 era costituito da una "Zeta" gotica inscritta in uno scudo, il tutto in oro su campo nero. Dal 1938, in epoca nazista, dopo la nascita di due nuovi motori per aerei leggeri a 4 cilindri quattro tempi (Z90/Z91-Z92), furono aggiunte allo scudo due ali laterali schematiche che simboleggiavano il nuovo corso della produzione. La prima motocicletta prodotta dalla Zündapp è stata la Z22 del 1921. Nel 1933 iniziò, con la serie K, la produzione di moto più grandi e potenti. Su queste moto il motore era completamente chiuso e la trasmissione alla ruota posteriore anziché con catena avveniva con albero cardanico. La K stava appunto a significare Kardanantrieb, cioè trasmissione a cardano. La serie comprendeva ora modelli che andavano dai 200 agli 800 cc di cilindrata. Anche queste moto si rivelarono un successo tanto che la quota di mercato della ditta passò dal 5% del 1931 al 18% del 1937. La produzione di guerra più famosa era la KS 750 sidecar, con ruota motrice sul carrozzino. La produzione della Zündapp durante il conflitto fu di 18.000 esemplari. Più di 120 treni merci e svariate navi da trasporto, traslocarono in Cina tutte le attrezzature e le macchine per la produzione dei motocicli Zündapp nel 1984 quando la ditta fallì.
     
Storia dei 4 cerchi AUDI in inglese http://www.seriouswheels.com/art-four-rings-1.htm

Dkw

Nsu

Tenni

   

   TOURIST TROPHY (TT)                                                        http://www.youtube.com/watch?v=A9Rrj7RgP84  Tenni

Kluge su Dkw

 

Le sfide motociclistiche in assenza d'un campionato ufficiale del mondo erano un pò nazionalistiche. Si vinceva a casa propria e se si tentava l’espatrio ci voleva un grosso spirito di adattamento e due attributi notevoli. Fra le competizioni più ambite sul suolo inglese c’era il Tourist Trophy (TT)sull’isola di Man corso per la prima volta nel 1907 su un circuito libero (paesano) di 60 km da ripetere 3 volte. Si corre ancora (Ago ha vinto 10 volte). Per anni fu riserva di caccia per le moto inglesi Sunbeam, Norton, AJS, Zenith, Douglas, Cotton, New Imperial etc. Le classi la 250, 350 e 500cc. Negli anni '20 su Guzzi si erano presentati Varzi, Arcangeli e Ghersi che c'erano andati vicino a vincere. Ma la prima vittoria venne con la Guzzi in mano ad un Inglese, Stanley Woods su 250 e 500 nel ’35. Debuttava anche un pilota nuovo Tommaso Omobono Tenni (sopra a dx dipinto). (Tirano, 28/7/1905- Berna, 1/7/1948 detto The Black Devil) di cui sentiremo ancora parlare (sotto). Ma si parlò d’altro allora perché erano arrivati i Tedeschi con Nsu e Dkw con buoni piazzamenti: Steinbach su NSU 7° classe 500, Geiss su DKW 7° classe 250. Steinbach replicava nel 1936 con un 6° posto su Nsu e Fleischmann 7° sulla stessa moto nella classe 350 e Geiss 3° su Dkw classe 250.

I tedeschi cominciavano ad essere pericolosi. Il 1937 fu il primo anno con uno straniero vincitore, Tenni, su Guzzi 250. Il tedesco Wunsche 5° classe 250 su Dkw. I tempi ormai erano maturi e il 1938 vide l’esplosione delle macchine tedesche. Classe 250 1° Ewald Kluge su Dkw. Ewald Kluge (a sx), due volte campione europeo (1937 e 1938) al T.T. corre in sella a una DKW ULD 250 con motore a valvola sferica. La debacle del 1939 (siamo in giugno) venne imputata alla Guerra !!! ma di Norton in gara ce ne erano. C’erano molte Velocette e una Benelli che vinse nella classe 250. Per il resto Meier su Bmw 1°classe 500 (e un’altra Bmw al 2° posto di Jock West), Classe 350 Fleischmann 3° e Wunsche 6° entrambi su DKW, Classe 250 Kluge 2° e Wunsche 5° entrambi su DKW. La guerra era arrivata provvidenziale ad interrompere il massacro. Nel 1947 ci saranno Guzzi vincenti come nel ‘48-’49 e ’51 col dominio italiano fra Guzzi e Mondial. Si replica nel ’52 con l’aggiunta della MV e '53. Bisogna aspettare il '54 per vedere di nuovo in pista le Nsu e le Bmw dei record oltre la Gilera. Dopo anni di quarantena le tedesche venivano riammesse. Le italiane spopolavano e spopoleranno ancora per molto tempo.

     

 Una scheda del film n. 64 è visibile al link http://digilander.libero.it/freetime1836/cinema/indicecinema.htm

  LA GALASSIA AUSCHWITZ E LA SCHIAVIZZAZIONE DI MASSA

Allo scoppio del secondo conflitto mondiale in Germania la richiesta di gomma e carburanti sintetici, derivati dal carbone, aumentò in maniera esponenziale. Per questo la I.G. Farben che deteneva il monopolio nella produzione di derivati sintetici del carbone, decise di costruire nuovi impianti. La Farben progettò anche la costruzione di nuovi impianti per la produzione di BUtadien-NAtrium (Buna), una gomma sintetica con una potenzialità di 30.000 tonnellate annue in Slesia, a Dwory pochi chilometri ad est di Oświęcim, sede del campo di concentramento di Auschwitz altro nome tedesco di Oświęcim operativo dal maggio 1940. Al momento la zona aveva tutte le caratteristiche di rifornimento delle materie prime e la lontananza da fronti sensibili ai bombardieri. L'intera area di Auschwitz era stata completamente sgombrata dalla popolazione civile polacca residente - ad esclusione di pochi operai edili specializzati - e l'ingresso alla zona rigidamente controllato al fine di conservare la massima segretezza possibile sull’uso e destino di tale manovalanza. Auschwitz III – Monowitz o IG era uno dei tre complessi principali che formavano il campo di concentramento di Auschwitz. Auschwitz II era anche chiamato Birkenau. Auschwitz III – Monowitz era situato a sette Km dal campo principale, vicino alla fabbrica. Esso fu fondato nell'ottobre 1942 nella cittadina di Monowice (in tedesco Monowitz) in Polonia, nei pressi dell'impianto per la produzione di gomma sintetica Buna-Werke. È il 25 aprile 1941 quando il Vorstand (direzione dell’azienda) accetta le proposte del “TEA” (comitato tecnico) e nasce la “I.G. Farben Auschwitz”. In totale, circa un 1.100.000 Ebrei furono deportati ad Auschwitz dalle SS e dalla polizia insieme a circa 200.000 altre vittime. In totale, almeno 960.000 Ebrei vennero trucidati. Tra le altre vittime vi furono circa 74.000 Polacchi, 21.000 Rom (Zingari), 15.000 prigionieri di guerra sovietici e 10.000-15.000 cittadini di altri paesi (Sovietici, Cecoslovacchi, Yugoslavi, Francesi, Tedeschi e Austriaci)

Schindler's List (1993) è un film di Steven Spielberg. Con Liam Neeson, Ben Kingsley, Ralph Fiennes. E' la storia vera dell'industriale tedesco Oskar Schindler, in affari coi nazisti, che usa gli ebrei come forza-lavoro a buon mercato. Gradatamente, pur continuando a sfruttare i suoi intrallazzi, diventa il loro salvatore, strappando più di 1100 persone dalla sicura camera a gas. Il 18 luglio 1967 Yad Vashem ha riconosciuto SCHINDLER giusto tra le nazioni.

     

F 60

Dopo la guerra, la Repubblica democratica tedesca (DDR) ha continuato a produrre (vedi sopra gigante per l’estrazione) fino alla riunificazione. Imponenti macchine escavatrici attraversavano le cave a cielo aperto per "mangiare" ettari di terreno e raccogliere il prezioso combustibile situato a diverse decine di metri di profondità. Centrali termoelettriche e industrie chimiche lavoravano a pieno ritmo. I villaggi venivano smantellati e le persone allontanate. Dopo la riunificazione, è cominciato il processo inverso: 14 delle 17 miniere del distretto di Cottbus sono state chiuse, le ultime tre proseguiranno l'attività fino al 2020. Al posto dei buchi laghi. Il gigante è, anzi era, un ponte trasportatore di 500 m. che si allungava da un lato all'altro della cava per dominarla dai suoi 74 metri di altezza: Il Foerderbruecke 60, più conosciuto come F60.

  LEUNA - BASF - Badische Anilin und Soda Fabrik (Fabbrica di Anilina e Soda del Baden)
 

 GIACIMENTI LIGNITE…. Lipsia-Halle-Bitterfeld-Merseburg (Lusazia inferiore), erano le località che alimentavano il MEGA complesso di Leuna. Per il petrolio di sintesi sono in concorrenza due procedimenti. Si può idrogenare il gas di carbone a una pressione quasi ordinaria: è il procedimento Fischer-Tropsch. Oppure, sotto forte pressione e alta temperatura gli oli di catrame estratti dalla lignite, carbone naturale abbastanza abbondante oltre Reno: è il sistema del Dottor Bergius risalente al 1913 e che venne utilizzato dalla IG Farben. Nel 1939 la produzione di petrolio sintetico raggiunse 2 milioni di tonnellate (1,3 t con il sistema Bergius e 0,7 con il sistema Fischer-Tropsch). Un totale che raggiungerà i 5 milioni nel 1943 (3,7 con il Bergius e 1,3 con il Fischer-Tropsch), quindi ai circa 6 milioni (4,6 e 1,3), prima di scendere in occasione del crollo della Germania a fine ’44. Leuna copriva una superficie di ca. 3 miglia quadrate (5 km) con 250 edifici. Vi lavoravano direttamente 35.000 persone (compresi 10.000 prigionieri o altre categorie). La Flak responsabile per la protezione aerea del comprensorio, delle linee ferroviarie aveva 28.000 soldati e personale antincendio composto da 5.000 fra uomini e donne. Nel 1925 la Basf e altre industrie chimiche si fusero in una grade corporate chiamata "Interessengemeinschaft Farbenindustrie Aktiengesellschaft" o brevemente I.G. Farben. Due anni dopo è iniziata la produzione di benzina sintetica, combustibile per trazione il cui fabbisogno all’epoca non era garantito dalle prospezioni geologiche fatte in seguito con nuovi strumenti per il reperimento di giacimenti di petrolio nel sottosuolo e off shore. Anche gli americani erano nell’affare poiché il loro consumo aveva già ridotto l’aspettativa di estrazione dalle riserve. Con la scoperta di giacimenti di petrolio in Oklahoma e il conseguente ribasso dei prezzi la benzina sintetica non era più competitiva. Leuna rimaneva quindi, con sovvenzioni statali, l’unica produttrice garantita da un prezzo fisso in cambio di una produzione minima di 200t/anno. All’epoca la produzione copriva solo il 10% del consumo che era comunque basso o addirittura insignificante rispetto agli Stati Uniti. Con l’ascesa al potere di Hitler la produzione venne finanziata dagli stessi proprietari delle miniere con un aumento dei siti produttivi (6). http://www.fona.de/CO2-seminar/090922_7_Dinjus_CO2-seminar.pdf  produrre oggi da risorse rinnovabili

 

http://www.fischer-tropsch.org/Bureau_of_Mines/info_circ/ic_7375/ic_7375.htm  caccia ai segreti chimici tedeschi

I. C. 7375 - August 1946 - United States Department of the Interior J. A. Krug, Secretary
Bureau of Mines R. R. Sayers, Director Information Circular
Report On Investigations by Fuels and Lubricants Teams At The I.G. Farbenindustrie, A. G., Works, Ludwigshafen and Oppau

  Before the fighting ended in Europe, the United States and Great Britain organized teams comprised of experts in all fields to investigate the research and industrial operations in Germany. The teams investigating coal, oil, gasification, and allied chemical fields included more than 30 American investigators during 1945 and functioned with a reduced staff into 1946. German work in the synthetic liquid fuels industries and allied fields was on such a large scale that even such extensive investigation could not possibly cover the subject in all detail. However, a great deal of information possible of direct application, and much information of a fundamental nature to help guide research work in this country for many years was uncovered. Studies of the German industry still are continuing, and it is hoped that such gaps in the information as not exist will be filled in by future work

LEUNA, ex Germania dell'Est nel dopoguerra

   

La lignite, detta anche Brown Coal (alias carbone marrone), è un carbone “giovane”che ha un potere calorifico che va dalla metà al 60% di un buon carbone. Dopo la Grande Guerra l’industria dei combustibili fossili si orienta verso l’utilizzo della lignite in impianti di gassificazione e carbonizzazione con recupero dei sottoprodotti usati per aumentare la redditività degli impianti. A Leuna si usava per la benzina sintetica.

  I BOMBARDAMENTI fonte Usaf  BOMBING LEUNA

Leuna was hit on May 12 and put out of production. However, investigation of plant records and interrogation of Leuna's officials established that a force of several thousand men had it in partial operation in about 10 days. It was again hit on May 28 but resumed partial production on June 3 and reached 75 percent of capacity in early July. It was hit again on July 7 and again shut down but production started 2 days later and reached 53 percent of capacity on July 19. An attack on July 20 shut the plant down again but only for three days; by July 27 production was back to 35 percent of capacity. Attacks on July 28 and 29 closed the plant and further attacks on August 24, September 11, September 13, September 28 and October 7 kept it closed down. However, Leuna got started again on October 14 and although production was interrupted by a small raid on November 2, it reached 28 percent of capacity by November 20. Although there were 6 more heavy attacks in November and December (largely ineffective because of adverse weather), production was brought up to 15 percent of capacity in January and was maintained at that level until nearly the end of the war. From the first attack to the end, production at Leuna averaged 9 percent of capacity. There were 22 attacks on Leuna, 20 by the Eighth Air Force and 2 by the RAF. Due to the urgency of keeping this plant out of production, many of these missions mere dispatched in difficult bombing weather. Consequently, the order of bombing accuracy on Leuna was not high as compared with other targets. To win the battle with Leuna a total of 6,552 bomber sorties were flown against the plant, 18,328 tons of bombs were dropped and an entire year was required.

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