LA SECONDA 

GUERRA MONDIALE  

 

INDUSTRIA BELLICA

LA SVIZZERA E LA NEUTRALITA' ARMATA

Confederazione Helvetica: un protagonista sconosciuto degli armamenti del secondo conflitto

LA STORIA ANTICA

  Il ciclone Napoleone, che non aveva mancato di coinvolgere anche gli svizzeri, diceva di loro dopo aver tenuto a battesimo una impossibile repubblica unitaria: "La Svizzera non assomiglia a nessun altro Stato, sia per gli avvenimenti che vi sono successi, sia per la sua situazione geografica e topografica, sia per le diverse lingue, le diverse religioni e quell’estrema diversità di costumi esistente tra le varie parti del paese". E fu cosi che, mediatore Napoleone, venne stesa nel 1803 la carta base della confederazione dopo violente vicende interne*. Al governo centrale competevano solo questioni di politica estera e militare. Il Patto federale del 1815 (congresso di Vienna) consacra quindi l'esistenza di una confederazione di 22 cantoni sovrani. Questi mettono in comune la volontà di difendere la loro indipendenza e di assicurare l'ordine interno del paese. Per il resto i cantoni agiscono indipendentemente creando una economia acefala in grado di vivere autonomamente se attaccata. La divisione geografica ed orografica delle alpi e prealpi svizzere era la prima  conseguenza di tante aree autosufficienti. Tutto filò liscio fino al 1845 quando, motivi politico religiosi ma non solo (crisi economica), provocano una profonda frattura. Lucerna, Uri, Svitto, Untervaldo, Zug, Friburgo e Vallese, cantoni cattolici, sottoscrivono una lega separata (il Sonderbund) per salvaguardare la propria sovranità che dicono violata dalla laicità dello stato. Due anni dopo, 1847, la Dieta a maggioranza liberale e radicale, dichiara il Sonderbund incompatibile col Patto del 1815. I cattolici rifiutano di accettare tale decisione. Dopo il fallimento di vari tentativi di riconciliazione la Dieta decide di sciogliere la Lega con le armi. Il generale Guillaume-Henri Dufour guida l'esercito federale che, dopo una breve campagna, costringe il Sonderbund alla capitolazione. Dal 1848 dopo la proclamazione della costituzione svizzera, venne adottata un'unione doganale e monetaria che eliminava le frontiere interne e le monete regionali. Il 7 maggio del 1850 venne approvata la creazione del franco svizzero, che iniziò a circolare due anni dopo, e che circola tutt'ora in pezzi autenticamente storici.

*La Repubblica, elvetica, sempre divisa fra un centralismo di pochi e un autonomismo di molti, s'era dimostrata nuovamente  ingovernabile. Il territorio svizzero veniva coinvolto anche in uno scontro minore fra Francesi e Russo-austriaci. Il paese stava slittando verso una guerra civile e Napoleone fu costretto ad intervenire in quanto “mediatore e protettore”. Nel marzo del 1803 entrò in vigore l’Atto di mediazione, che conservava poco della repubblica centralistica. L’atto restaurò il vecchio sistema cantonale, ma elevò le precedenti regioni  sottomesse con la forza allo stato di cantoni  (Argovia, Grigioni, San Gallo, Turgovia, Ticino e Vaud) ma non il Vallese che diventava Francese. Si trattava del primo cambiamento nella composizione della Confederazione dal 1513. Da allora, come paese amico, satellite o che dir si voglia la confederazione elvetica contribuì con volontari, ben apprezzati, alle guerre napoleoniche

 

Alcuni dei reparti costituiti durante l'epoca napoleonica.

Bataillon de Neuchâtel.Crée en 11 mai 1807 par le maréchal BERTHIER, nouveau prince de Neuchâtel, le bataillon se voit adjoindre le 27 août de l'année suivante une compagnie d'artillerie comprenant une section de génie. Le bataillon de Neuchâtel participe aux campagnes d'Autriche, d'Espagne et de Russie. Recrée après cette dernière, il sert pendant les campagnes de 1813-14 pour être dissous le 1 juin 1814.
Régiments suisses: La formation des 4 régiments d'infanterie suisse de l'armée française fait suite à la capitulation signée entre l'empire français et la république helvétique le 27 septembre 1803. Le 1er est crée le 15 mars 1805, le 2nd et le 3ème le 10 octobre 1806 et le 4ème le 15 octobre 1806
(ma altrettanti reggimenti erano con gli Inglesi come il De Meuron (India),  il De Roll (Sicilia) e il De Watteville (Canada)).

 

GUERRA DI CRIMEA The British Swiss Legion in the Crimean War, Recruitment and Fate http://bsl.150m.com/ 

Saltiamo quasi un secolo per arrivare alla vigilia della seconda guerra Mondiale. Hitler è già al potere da anni e le sue esternazioni sulla confederazione e su quei tedeschi (di lingua oltre a quella Francese, Italiana, nonché Romancia, il Ladino dei Grigioni) che la abitano non sono delle più affettuose " La Svizzera possiede il popolo più miserabile e il più disgustoso sistema politico. Gli svizzeri sono i nemici mortali della nuova Germania" La neutralità a parole è un valore, nei fatti vedremo che Hitler non esitava ad ignorarla. A poco quindi valgono le certezze del presidente della Confederazione Giuseppe Motta (1937), e dei diplomatici Hans Frölicher e Carl J. Burckhardt; in molti in Svizzera considerano Hitler un pazzo ma non si fa nulla per contrastarlo. Il nuovo capo dello S.M. Generale svizzero Jakob Huber cercò l'alleanza con l’unico possibile sicuro confinante, la Francia. Il progetto comune di difesa, elaborato nel più assoluto riserbo, non servì a nulla e venne anche scoperto dai tedeschi a Digione al termine della Blitz Krieg. Un altro punto a favore di Hitler per considerare superata o nulla la neutralità. Il casus belli era belle confezionato e si trattava solo di stabilire tempi e metodi. Gli uomini di Von Leeb, 15 divisioni, sarebbero pronte a sferrare l'attacco. Le grandi città sono tutte sui margini del confine e cadrebbero in pochi giorni....SEGUE

Per le sue conquiste europee Napoleone non voleva problemi alle spalle, e alla bisogna voleva anche avere al suo fianco...

(quel vivaio di soldati) “pépinière de soldats, les meilleures troupes, celles en qui vous pouvez avoir le plus de confiance, ce sont les Suisses. Elles sont braves et fidèles”.

 

Piano d'attacco Italiano

500 anni di guardia svizzera in Vaticano

L'INVASIONE ITALIANA DELLA SVIZZERA IN CONCOMITANZA CON QUELLA TEDESCA DA NORD E DA OVEST

a fianco  WALLIS = VALLESE    TESSIN = TICINO  GRAUBUNDEN = GRIGIONI

Nel novero delle esercitazioni militari neanche la Svizzera andò trascurata dalle prove. Lo era stato nel primo grande conflitto dove si era anche costruito una linea di Forti (la linea Cadorna).

 

I forti ITALIANI verso l'Austria erano stati rinforzati e lo saranno anche quando i rapporti Italo tedeschi miglioreranno. Il 20 agosto 1935 quindi  nella zona di Lecco giungono 55 treni carichi di soldati, carri armati, autoblindo, cannoni e sono effettuate grandi manovre per esercitare le truppe ad un'eventuale attacco contro la Svizzera.  Con la campagna di Eritrea poi di Spagna questo fronte viene dimenticato fino all'estate del 1940 quando il nostro esercito è schierato al confine Francese e si aspetta una eventuale mossa di Hitler verso la Svizzera da compensare con una nostra per i cantoni confinanti. Al confine svizzero è schierato il Corpo di Osservazione Svizzera, costituito dai settori della GAF di Varese e di Sondrio, rinforzati da 1 battaglione di alpini e da 5 battaglioni di camicie nere da montagna. Questo non era un esercito bensì la sua ombra. Il 7 luglio  l'Ufficio Operazioni dello S.M.R.E. prepara un piano per "l'occupazione del saliente Ticinese" anche detto Piano Vercellino  nell'ipotesi di un'azione di guerra concordata tra Germania e Italia; questo prevede la rivendicazione, oltre a quello ticinese, dei salienti minori del Sempione, di Val Bregaglia, di Val Poschiavino, di Val Monastero, nonchédell'intera Engadina. Nel piano italiano d'invasione erano state individuate alcune unità come le divisioni Tridentina (alpina), Puglie, Trieste, Marche, Brennero ed Ariete corazzata (all’attacco dei valichi svizzeri !!!). Gli svizzeri erano pronti a difendersi a cerchi concentrici dopo aver trasferito molte risorse, compreso le industrie, sotto i tunnel alpini che aprivano i loro portoni corazzati e dai cui uscivano caccia che si alzavano dalla vicina strada (ora Autostrada) come oggi.  Il 28 ottobre 1940 inizia la Campagna di Grecia e, pochi giorni dopo, le unità destinate ad occupare il Ticino sono dirottate, alcune verso l'Albania, altre in Africa Settentrionale dove la situazione sta divenendo critica. L'occupazione italiana della Svizzera resta pertanto solo un castello di carta! segue sotto

   

Alla vigilia della rivoluzione francese il "Corpo" politico Elvetico era formato da

 

- 13 Cantoni (da indicare secondo elaborate regole di precedenza con prima le città, poi le campagne, senza dimenticare i mezzi cantoni)


Schwyz (1313)
, governo democratico, cattolici
Berna (1353), governo aristocratico
Unterwalden (1313), democratico, cattolici
Uri (1313) e Val Leventina (1441), democratico, cattolici
Lucerna (1332), aristocratico, cattolici
Zurigo (1351), aristocratico
Zug (1368), democratico, cattolici
Glarona (1351), democratico, misti
Basilea (1501), aristocratico
Friburgo (1481), aristocatico, cattolici
Soletta (1481), aristocratico, cattolici

Sciaffusa (1501), aristocratici
Appenzell (1513), democratico

 

- gli Alleati: l’Abate di San Gallo, la città di San Gallo, le tre Leghe Grige, il Vallese (dove il potere era diviso a metà tra il Vescovo di Sion e i sette decanati), le città di Bienne e Mulhouse, che inviavano i loro delegati alla Dieta;
- figuravano tra gli alleati anche una serie di piccole città e valli che erano in condizione di semi-protettorato e non mandavano delegati. Non mandava delegati neppure il principato di Neuchatel che riconosceva il re di Prussia per suo sovrano, né la città di Ginevra che non era ammessa  per l’opposizione dei Cantoni cattolici
-baliaggi: c’erano infine i paesi sottoposti, (vere e proprie colonie) baliaggi di uno o più Cantoni (baliaggi d'Argovia e Turgovia, del Vaud e della valle del Reno, i baliaggi italiani, ecc..) che non potevano inviare loro delegati alla Dieta e tra questi il Ticino (in parte) dal 1516 baliaggio di tutti gli altri. Solo nel 1803 il Ticino si costituisce in Cantone

     

...... Il 12 luglio ‘43 la contraerea svizzera buttò giù due Lancaster inglesi che avevano bombardato per errore il Vallese. 6501 furono gli episodi di sconfinamento: 25 furono gli aerei abbattuti (16 dalle Forze aeree e nove dalla difesa contraerea), 191 gli atterraggi di fortuna e 56 gli aerei precipitati. Il territorio svizzero fu bombardato in 77 occasioni, causando 84 morti. L'episodio più grave fu il bombardamento di Sciaffusa (1.4.44) da parte degli alleati, che provocò 40 morti, più di 100 feriti e la perdita di beni culturali. Gli Alleati risarcirono in seguito i danni causati dalle loro bombe indirizzate probabilmente a colpire le centrali elettriche miste Reich-Confederazione  segue sotto dx...

  SEGUE..... Quando il fronte si avvicinò al confine occidentale, Henry Guisan (Mézières (Vaud) 1874 - Pully 1960 ), comandante in capo dell'esercito svizzero  spostò le truppe dalla posizione della Limmat nel Giura, fra Basilea e Ginevra. Da quel momento l'esercito si preoccupò di difendere, in uno schieramento chiuso, l'intero territorio da eventuali violazioni dirette ad aggirare la Maginot come in Belgio. Le truppe svizzere non avrebbero però potuto resistere a lungo a un ipotetico attacco tedesco in forze. Alla metà di giugno del ’40 la VII armata tedesca, che aveva superato il Reno superiore, e la Panzergruppe comandata da Heinz Guderian, proveniente dall'altopiano di Langres, attaccarono le forze francesi dislocate a Belfort. Ai francesi non restava che sconfinare in Svizzera consegnando gli armamenti e accettando l’internamento. Seguendo questa armata alcuni (12) aerei tedeschi sconfinarono in territorio Elvetico e vennero abbattuti. Gli svizzeri avevano comprato aerei tedeschi pochi anni prima (Me109D) e butteranno giù anche aerei alleati quando se ne presenterà l'occasione...... Dopo l'armistizio fra la Francia e la Germania (25/6/40) la Svizzera, salvo una piccola porzione di territorio sul lago di Ginevra che la collegava alla Francia di Vichy, era interamente circondata dalle potenze dell'Asse. Il fatto degli aerei abbattuti non andava giù a Hitler che diede disposizione di allestire un piano di invasione, che dall'autunno del 1940 prese il nome di "operazione Tannenbaum". Fece inoltre schierare  al confine occidentale, secondo il piano, la 12a armata comandata da Wilhelm List che avrebbe dovuto annientare il grosso dell'esercito svizzero nell'Altopiano, mentre gli Italiani avanzavano da Sud (vedi sopra piantina). Divergenze di opinione fra Hitler e Mussolini sulla spartizione (alla Catena Mediana più la ex Savoia all’Italia, ma questa era in Francia) rallentarono il progetto. Assorbito dalla battaglia d'autunno contro la Gran Bretagna e dai piani di conquista di spazio vitale nell'Europa orientale, messo in pericolo dalle sfortunate mosse di Mussolini in Grecia, Hitler rimandò a sine die l'ordine di attacco, come del resto facemmo noi. Tutti i piani contavano anche su una massiccia propaganda, una rete di spionaggio sulle frange estreme naziste e fasciste presenti in Confederazione che non risposero minimamente alle aspettative culturali di omogeneità letteraria e scientifica del pangermanesimo. Il lavoro di trinceramento nel ridotto centrale, un anno dopo la riunione su prato del Grütli, era quasi terminato. Dopo i Balcani sappiamo che per Hitler ci fu l'Egeo (Creta) poi la Russia (per noi l'Africa sia Libica che Orientale), e la questione svizzera perse di importanza....SEGUE
     

  segue .. On a bombing raid on German military installations near the German/Swiss border on April 1, 1944, a force of 23 B-24 bombers from the USAF 392nd Bombardment Group, on its 59th mission, inadvertently entered Swiss air-space and owing to a navigational error mistakenly bombed the Swiss town of Schaffhausen. Fifty Swiss civilians were killed. The real target was to have been the chemical works at Ludwigshafen, 120 miles away. In 1949, the US agreed to pay $64 million of dollars in compensation. (swissinfo) bunkerThis was an attempt to secure Switzerland as an ally in the 'Cold War'. The greedy (avida) Swiss demanded that interest be paid on the $64 million, claiming that the damaged property had not been able to earn any money since the bombing. This demand was rejected. (a chiedere scusa, come direbbero, si fa sempre in tempo e gli interessi per ritardato pagamento non fanno parte della "morale" Usa)
The British Royal Air Force also flouted Swiss neutrality a couple of times and attempted to bomb a ball-bearing factory in Basel suspected of producing ball bearings for the German Army but both times the bombs missed the target. During the war a total of 167 American bombers and 12 British bombers made emergency landings in Switzerland. Severely damaged in combat over Germany and unable to return to their bases in England their only alternative was to head for neutral Switzerland. In one day, on March 18, 1944, no less than eleven American bombers made emergency landings at the Dubendorf airfield. The crews were interned by the Swiss authorities in camps at Adelboden, Grippen, Les Diablerets and in the notorious punishment camp at Wauwilermoos (for escapees). They were supposed to be treated like POWs under the rules of war but in many cases living conditions were little better than German concentration camps.
     

La rassegnazione

Discorso radiofonico del consigliere Marcel Pilet-Golaz: "Gli svizzeri presto dovranno abbandonare il loro antico ruolo in Europa, e abbracciarne uno nuovo ... Non tutte le decisioni del consiglio federale potranno essere spiegate e giustificate al popolo svizzero: gli avvenimenti marciano veloci, e bisogna agire di conseguenza ... Il momento non è più quello di guardare malinconicamente al passato, alle vecchie routine ossificate, ma di guardare con risolutezza in avanti per contribuire con tutte le nostre forze, con modestia e utilitarismo, allo stabilirsi di un nuovo mondo”: Sono sentimenti così estranei allo spirito elvetico che alcuni giovani ufficiali arrivano a concepire l'idea di un colpo di stato. In questo contesto s'inquadra la sferzata di Guisan e del discorso del Grutli. Un mese dopo la parziale smobilitazione, Guisan riunisce le truppe nel luogo simbolo della confederazione.

  GUISAN E IL RIDOTTO NAZIONALE SVIZZERO 

SEGUE...... Passata la prima buriana bisogna “sopravvivere”. Per l’energia il paese può fare affidamento sull'elettrico, ma un minimo di carbone e petrolio serve. L’importanza finanziaria della piazza e la sede delle organizzazioni internazionali e di altri stati non coinvolti nel conflitto ne facevano un boccone indigesto anche per Hitler. Il Consiglio federale e il gen. Guisan erano dell'opinione che Hitler, dopo la vittoria sulla Francia, non avesse la necessità d'attaccare la Svizzera, peraltro già accerchiata. Il 6 luglio i militari più anziani vennero quindi congedati per non dare a Hitler ulteriore occasione di contestazione. In occasione del rapporto del Grütli (25.7.1940 che riunì tutti i vertici militari), Guisan rese pubbliche le sue decisioni in contrasto al tremebondo Consiglio Federale. Bersaglieri col SolothurnAll'inizio d'agosto introdusse un sistema di turni che permetteva d'avere costantemente 120'000 uomini sotto le armi nel ridotto centrale alpino su tre cardini principali di difesa in St. Maurice, S. Gottardo e Sargans. Dopo che nel maggio del 1941 era stata stoccata una quantità sufficiente di provviste per i soldati e per la popolazione nel ridotto centrale, Guisan decise di ritirare in questo anche la seconda metà delle truppe di campagna. Dato che i capi dell'esercito ritenevano che le trasversali alpine fossero la principale arma dissuasiva da impugnare contro l'Italia e la Germania, si diede il via ai lavori preparatori che avrebbero permesso la distruzione con il minamento delle gallerie ferroviarie, dei viadotti e degli attraversamenti Nord Sud (Gottardo Sempione) che portavano in Piemonte e al Porto di Genova (alla fine del 1941, 2043 obiettivi erano pronti a saltare !)                                                                        Bersaglieri col Solothurn svizzero in Libia

L'INVASIONE DELLA SVIZZERA (vedi piantina sopra a destra)

Cosi allo S.M Uff. Operazioni il 7/7/40

- Per l’Ecc. il Sottocapo di S.M. dell’Esercito.
1.Nell’ipotesi di un’azione concordata tra l’Italia e Germania contro la Svizzera noi dobbiamo, come è ovvio, rivendicare il territorio italiano sottoposto alla Svizzera compreso fra l’attuale confine e la displuviale alpina, allo scopo di eliminare, oltre al saliente ticinese, anche i salienti minori del Sempione, di Val Bregaglia, di Val Poschiavino, di Val Monastero, che minacciano la pianura lombarda. Inoltre è del massimo interesse rivendicare l’Engadina……..Per l’operazione tendente alla recisione del Canton Ticino è stato a suo tempo previsto l’impiego di 5 divisioni, più 1 divisione di riserva, cioè
-Divisione Alpina “Tridentina”: per l’azione su Airolo e San Gottardo dal passo S.Giacomo,
-Divisione motorizzata “Trieste” e Divisione corazzata ”Ariete”: per l’azione convergente su Bellinzona dalla zona Pallanza-Varese-Porlezza,
-Divisioni di montagna “Marche” e Puglie”: per l’azione su Biasca dai Passi di S.Jorio, Balniscio, Bardan e Spluga (…)
Come dislocazione iniziale, allo scopo di evitare qualsiasi allarme da parte della Svizzera, pur avvicinando le formazioni alle previste zone di radunata, si era stabilito per “Tridentina” la zona Biella-Varallo, per “Ariete” zona “Lecco-Bergamo”, per “Trieste” zona Piacenza..,per “Marche” e “Puglie” la zona Como-Lecco, a buona portata dalla ferrovia di Chiavenna (…).
Il Gen. Badoglio annota:”Data l’attuale situazione positiva, nessun movimento di truppe deve essere fatto verso la Svizzera,”

 

segue ....Letto quanto sopra ritengo sia utile spendere qualche parola in più sul piano italiano d'invasione della Svizzera con la quale non c'erano state nei secoli divergenze particolari, almeno da parte italiana. Il Ducato di Milano fino al 1500 si estendeva sull'attuale Canton Ticino e solo l'arrivo dei Francesi e la loro sconfitta cambiò le sorti di questa regione alpina. I Bellinzonesi si ribellarono infatti contro il nuovo governo, si impadronirono di due castelli e costrinsero i francesi ad abbandonare la piazzaforte. Le autorità locali avevano ormai deciso: chiesero agli Svizzeri di accoglierli nella loro Lega. Uri, Svitto e Untervaldo, che puntavano su Bellinzona da tempo, ne furono ben lieti. Era come il servo che chiede al padrone di essere frustato, Più tardi, per la precisione nel 1503, il re di Francia riconobbe ai tre cantoni il possesso per baliaggio (baliaggio sta per colonia) di Bellinzona che sarebbe durato 3 secoli !!!. Dopo la tremenda sconfitta contro i Francesi subita nella battaglia di Marignano (1515) gli Svizzeri interni abbandonarono anche l'idea di conquistare la Lombardia; si tennero le attuali terre del Ticino, nonostante la somma di 300.000 corone offerta dal re di Francia per la rinuncia a tali territori. La pace del 1516 riconfermò il possesso delle terre ticinesi agli Svizzeri, riuniti ora nella Lega confederata dei 13 cantoni e convalidò la signoria di Uri, Svitto e Untervaldo su Bellinzona.
Fortificazioni verso la svizzera ne avevamo già costruite durante il primo conflitto mondiale (Linea Cadorna http://www.viagginellastoria.it/lincad/linea.htm ) per evitare aggiramenti da parte austriaca e tedesca, ma non solo.  La Svizzera secondo la credenza generale è il paese della neutralità e della assenza di guerre, ma non è così. Prima ancora di pensare alla seconda guerra mondiale l'Italia aveva preso le misure e le contromisure verso il nord germanico con cui da sempre eravamo in lotta e non era neanche piaciuto a Mussolini il Putsch in Austria del 1934 e la successiva annessione del 1938. In entrambi i casi aveva schierato truppe al Brennero e rinforzato i forti verso l'Austria; non verso la Francia. Le esercitazioni sul confine (12 divisioni) si tennero ma dal 1935 con la Guerra d’Etiopia poi di Spagna persero peso e importanza. Gli obiettivi raggiungere il Furka Pass, il Gottardo, i Grigioni (Coira e San Bernardino). Quando scoppia le guerra Hitler ha altra gatte da pelare sui cieli inglesi. L’Italia non ha per ora altri contributi da dare se non essere pronta quando Hitler volgesse lo sguardo a Sud. Gli Svizzeri stessi smobilitano (come visto sopra) non dando eccessivo peso alla mobilitazione italiana. A questa data, ma già da mesi il pensiero dello S.M. Italiano è puntato sull’Albania da dove far partire senza dare nell’occhio un attacco alla Grecia all’insaputa di Hitler che qui e la in Europa Orientale sta facendo altrettanto. Il 9/11/1940 Mussolini nominò comandante superiore delle FF.AA. Albania il gen. Ubaldo Soddu (in Valsassina in settembre) in sostituzione del gen.Visconti Prasca. Fra il 22 e 31 Dicembre, di fronte alle inattese difficoltà, venne inviata sul fronte greco la Divisione Fanteria “Brennero” nel piano di rafforzamento dello scacchiere e il 30/12/1940 Mussolini sostituì lo sfiduciato Soddu con il gen.Ugo Cavallero che mantenne anche la carica di CSMG. Anche la 38a Divisione Fanteria “Puglie” (gen. Alberto D’Aponte) e la 32° Divisione “Marche” (gen. Riccardo Pentimalli), destinate a invadere la Svizzera vennero inviate in Albania.

Guisan

http://it.wikipedia.org/wiki/Henri_Guisan

"Difenderete la postazione assegnatavi. Non ci sarà ritirata nè resa. Qualsiasi eventuale comunicazione o ordine di resa sarà da considerarsi fasullo e propaganda del nemico".

   
  Anche sul confine Ticinese arrivò poi l’8 settembre. Solo nel Ticino, nel Sottoceneri, al 18 settembre 1943 arrivarono 14.000 profughi o rifugiati politici (ma non solo anche prigionieri alleati fuggiti dai campi di prigionia), costringendo le autorità elvetiche a portare a 300 i campi d’internamento. Tra quelli che passano la frontiera anche personaggi illustri come Maria Josè moglie del principe ereditario e tutta la famiglia (erano stati avvisati per tempo e forse le loro mosse erano sfuggite ai tedeschi). Erano già al sicuro sul lago di Ginevra da giorni figlia e nuora del maresciallo d’Italia Pietro Badoglio etc….. Renata Broggini - Terra d’asilo, i rifugiati italiani in Svizzera 1943-1945: “La sera del 12 settembre 1943 si verificò un ingresso spettacolare; alle 19,30, dal valico della Cantinetta sopra Ligornetto, sconfinò in Svizzera un gruppo di squadroni del «Savoia Cavalleria », al comando del colonnello Pietro Piscicelli, comprendente 15 ufficiali, 642 sottufficiali e soldati, 316 cavalli e 9 muli, perfettamente inquadrato con armi, munizioni e viveri .... Passarono anche nel tempo i partigiani stretti nelle morse dei rastrellamenti e il famoso giornalista Indro Montanelli. Verso la Svizzera vanno anche gli Ebrei il cui ingresso non è gradito, per il “vivi e lascia vivere” del tacito accordo con Hitler.  http://www.gdf.it/Insieme_a_voi/Eventi/La_Guardia_di_Finanza_tra_la_gente/Il_Giorno_della_Memoria/info-133342321.html . L’entrata è ufficialmente proibita, salvo eccezioni per ragioni umanitarie: “la barca è piena” afferma il consigliere federale von Steiger, quando in tutta la Svizzera vi sono già circa 10mila profughi. A partire dal 1943, nella misura in cui i destini militari della guerra cambiano, le severe misure verso i rifugiati vengono un po’addolcite. Tra il 1939 e il ’45 sono accolti in tutto 51mila profughi civili (Di questi 14.000 provenivano dall'Italia; 10.400 persone erano cittadini francesi, 8.000 polacchi, 3.250 sovietici e 2.600 tedeschi. 2.200 persone erano apolidi. Gli altri provenivano da altri Paesi europei. Dei 51.100 profughi civili accolti, 21.000 circa erano ebrei, 22.000 cattolici, 2.600 protestanti e 2.300 ortodossi), e sono documentati circa 25mila casi di persone respinte alle frontiere, ma il numero reale è certamente molto più elevato. E’ questa una questione spinosa tutt’ora in sospeso come il tesoro degli ebrei.

  Che la Svizzera sia un grande, nel suo piccolo, produttore di armi è ora noto a tutti. Che durante il secondo conflitto mondiale facesse interessi indifferentemente a destra e manca un po' meno. I motivi che in parte abbiamo detto sopra spinsero quindi Hitler a non invadere la Svizzera. Agli Svizzeri serviva carbone e acciaio e in cambio Hitler poteva ritirare la loro produzione di armi e di energia elettrica. Fra il '40 e il '43 l'84% delle esportazioni di armi e munizioni svizzere andò agli Stati dell'Asse. Il resto agli alleati e neutrali. L’ultimo caso poteva essere che le armi uscissero con documenti verso un neutrale ma che prendessero sempre la strada di Berlino (passando per quella fetta sottile con Vichy fino a novembre 42). Che altra via facessero per raggiungere gli alleati dopo giugno '41 non si sa (agli inizi del 1941 venne stipulato con l'Unione Sovietica un trattato commerciale che indicava il Danubio quale via commerciale fra Svizzera e Unione Sovietica. A causa dello scoppio della guerra fra Germania e Unione Sovietica l'accordo non entrò in vigore). Una via quindi utilizzabile ancora nella prima metà del '42 era attraverso la Francia di Vichy, ma anche qui gli occhi erano centinaia e solo piccoli particolari come strumenti di precisione svizzeri, come spolette, cuscinetti etc.. e in clandestinità potevano passare.  La Germania per contro nei primi anni non aveva grandi necessità di produzione viste le riserve di armamenti e materie prime accumulate.  La Germania non era comunque disposta ad accettare le massicce e unilaterali forniture alle potenze occidentali e richiese ultimativamente la loro riduzione o l'arresto di un'ulteriore utilizzazione di materie prime tedesche per la loro produzione.
     

La Flugwaffe elvetica, all’inizio della II Guerra Mondiale (1/9/1939) ha in linea poco più di 200 aerei da combattimento del tipo Dewoitine D-27 (nazionale vedi sotto), Me-109D, E, C-35, ma con un organico di piloti piuttosto scarso. Si cercarono anche in Italia alla Macchi aerei del tipo MC-202 e MC-205 (provati) ma tutto saltò con il 25/7/'43. Aumentarono si le piccole piste con le loro dotazioni ed equipaggi (strumentazioni elettroniche d’assistenza al volo e contraerea indigene) ma da Altenrhein, Emmen, Stans, Thun non uscì più di tanto (Pilatus) continuando a produrre su licenza.

  A Berlino si dice corressero bustarelle per sforare anche di un 1% le quote di bilancio, basse, già allocate ai ministeri. Con  l’operazione Barbarossa del giugno '41 non ci furono più problemi. Fin dal primo anno di guerra la Germania concentrò le sue importazioni industriali su macchine utensili o componenti speciali,  poi su armi. Quattro erano le ditte in Svizzera tecnologicamente in grado di produrre armi automatiche. La Oerlikon Bührle & Co. di Zurigo-Oerlikon, la Hispano Suiza SA di Ginevra (filiale svizzera della ispanica), la Waffenfabrik Solothurn AG di Soletta e la Fabbrica federale d'armi di Berna. Producevano munizionamento da 20 mm la Oerlikon Bührle, la Hispano Suiza e la Fabbrica federale di munizioni Altdorf . La Tavaro SA di Ginevra da una parte e la Oerlikon Bührle dall'altra, montavano spolette S/30 finite. Alla testa di una terza cerchia di produzione per componenti di spolette S/30 figurava la Machines Dixi SA di Le Locle, mentre la fabbrica di orologi e di spolette Gebrüder Junghans Gmbh di Schramberg (Schwarzwald Germania) provvedeva al loro montaggio. La Verkaufs-Aktiengesellschaft Heinrich Wilds geodätischer Instrumente di Heerbrugg fabbricava telemetri finiti. Dal 1940 al 1944, se si prendono in considerazione le esportazioni di materiale bellico autorizzate, il 52% spettò alla Oerlikon Bührle, l'11% alla Tavaro, il 10% alla Dixi, il 7% alla Hispano Suiza, il 4% alla Waffenfabrik Solothurn e il 2% alla Wild Heerbrugg. Tutti gli altri fornitori raggiunsero quote minori.

IL SEMPIONE

   

Il Sempione com'era prima del 1906: a dx si lavora per il passante ferroviario

 

fine dei lavoriil traforo del Sempione

Con due campagne, nella primavera del '42 e nella tarda estate del '43, gli Alleati cercarono di aumentare la pressione attraverso i subfornitori che fornivano contemporaneamente le potenze occidentali. Ciò non alterò per niente le esportazioni complessive svizzere verso l'Asse. Le esportazioni svizzere di materiale bellico agli Stati dell'Asse furono limitate unicamente dallo stato di solvenza. A fine 43 un accordo con gli alleati prevedeva limitazioni (sotto)..The Swiss Government agrees...A guerra finita gli alleati erano talmente interessati alla tecnologia delle maggiori imprese d'armamenti svizzere da chiudere gli occhi sul loro coinvolgimento con la Germania nazista e altri Stati dell'Asse. A questo punto né le autorità e le ditte svizzere né quelle degli Alleati erano interessate a rendere pubblici i fatti accaduti e i risvolti finanziari

tutti i trattati e i documenti prima durante e dopo il secondo conflitto mondiale  http://avalon.law.yale.edu/subject_menus/wwii.asp (dal 122 a.c fino a noi)

  The Swiss Government agrees to limit the export to Axis Europe during the first six months of 1944 of the goods as specified item by item in Annex 1. hereto.(2) It is agreed that wherever the expression "Axis Europe" is used in this letter it is intended to comprise the whole of continental Europe, other than Portugal, Spain, Sweden, Turkey and that part of European U.S.S.R. which is not occupied by the enemies of H.M.G. and/or U.S.G....

Electricité suisse et Troisième Reich - Elettricità svizzera e il terzo Reich - Jean-Daniel Kleisl (riassunto)

Spalloni di frontiera (contrabbandieri)

La Svizzera che non conosci http://www.archimob.ch/i/pdf/dossier_pedagogico.pdf -

 

  Tra l'inizio degli anni Trenta e la fine della guerra, la produzione di elettricità aumentò considerevolmente sia in Svizzera (+ 90%) sia in Germania (+ 173%) alimentata anche dalle numerose centrali condivise sul fiume Reno (7 centrali elettriche sul confine). Fino all'inizio della guerra, la Germania era autosufficiente, ma il forte aumento dei consumi doveva presto rivelare l'insufficienza produttiva dei suoi impianti, prevalentemente termici. Così, il Reich divenne il principale cliente di corrente elettrica svizzera pur non essendone in campo finanziario il maggior partner. Nel 1939, le partecipazioni del Reich nelle cinque maggiori finanziarie svizzere (5,1%), erano nettamente inferiori a quelle della Francia (9,4%) e soprattutto dell'Italia (27,4%). Il totale delle esportazioni di elettricità aumentò, fino al 1940, sia in rapporto alla produzione sia in termini reali. Nel corso della crisi degli anni Trenta, la produzione crebbe più in fretta del consumo interno, permettendo di aumentare l'esportazione verso il Reich da 235 mio.di kWh (1932) a oltre un miliardo (1940). Questa forte crescita seguì la firma, nel 1934, di un accordo di clearing germano-svizzero che non contemplava nessun contingentamento delle esportazioni di energia elettrica. Il terzo Reich divenne così il primo cliente delle compagnie elettriche svizzere, scavalcando la Francia.
L'accordo del 9 agosto 1940 manteneva il volume d'esportazione a ca. 1 mia. di kWh. Queste esportazioni erano considerate la contropartita delle forniture di carbone tedesco. Per certi settori dell'economia di guerra tedesca, le forniture di corrente svizzera furono importanti: il 6% ca. della produzione di carburo (Lonza) e il 10% della produzione di alluminio (AIAG) dipendevano più o meno direttamente dall'esportazione svizzera. È chiaro che l'insieme delle prestazioni svizzere in favore della Germania (crediti clearing, vendita di armi, servizi finanziari, transito) «garantiva» le importazioni di carbone. Motivi strategici, economici e tecnici rendevano però particolarmente gradite ai tedeschi le (invisibili) forniture di elettricità. Nel 1943, queste contribuirono in modo preponderante a far desistere la Germania dal lanciare un'offensiva contro la Confederazione.
Questo fatto spinse gli Alleati, a partire dalla primavera del 1944, a chiedere l'interruzione delle forniture di corrente al Reich. La richiesta assunse però una posizione centrale nelle rivendicazioni alleate solo nel settembre seguente, quando le autorità federali decretarono il divieto d'esportare armi. La Svizzera intendeva continuare nello scambio elettricità contro carbone, ma negli ultimi mesi del conflitto tale relazione non funzionò più, rivelandosi addirittura problematica... Le forniture diminuirono solo a partire dal gennaio 1945 e s'interruppero del tutto il 28 febbraio, alla vigilia dei negoziati Currie. I principali fruitori di queste esportazioni di corrente erano state le filiali delle ditte svizzere situate nella Germania meridionale. Tra il 1938 e il 1944, la società elettrochimica Lonza di Waldshut consumò da sola il 34% delle forniture alla Germania di elettricità prodotta in Svizzera. Il resto fu assorbito da grandi distributori tedeschi (Badenwerk e RWE), che lo distribuivano nella regione di Rheinfelden, soprattutto alla filiale dell'AIAG. In effetti, la Lonza di Waldshut e l'AIAG di Rheinfelden consumavano da sole più del 50% delle forniture di energia elettrica svizzera alla Germania. Quanto alle aree industriali di Waldshut e di Rheinfelden, dove risiedevano anche ditte del calibro di Degussa e IG Farben, assorbivano l'80-90% delle esportazioni svizzere.

  Il Reno nel suo corso superiore è un tumultuoso torrente alpino alimentato dalla fusione delle nevi e dei ghiacciai. Anche se il regime del fiume viene moderato dal passaggio attraverso il lago di Costanza, può considerarsi ancora torrentizio fino a Basilea. Presso Sciaffusa il Reno è largo circa 185 m e compie un salto di 23 m, che dà origine a una spettacolare cascata. Dalla sorgente a Basilea il fiume segna la frontiera prima tra Svizzera e Liechtenstein poi tra la Svizzera e la Germania. Più centrali idroelettriche (oggi 11) sono state costruite lungo il suo corso e dei suoi affluenti. Il fiume Reno (in tedesco Rhein) è, con i suoi 1.326 km, uno dei fiumi più lunghi d'Europa.

Emil Georg Bührle

 

IL RAZIONAMENTO ALIMENTARE

Il gruppo Oerlikon nasce nel 1936 a Erlenbach (ZH) fra società per lo studio dell'artiglieria antiaerea (Contra aves) che Emil Georg Bührle, uno dei maggiori mercanti d’armi (tedesco) della prima metà del secolo scorso, unì alla fabbrica di macchine utensili di Oerlikon (WO).La ditta trasferì la sua sede a Zurigo-Seebach e si specializzò presto nei sistemi elettronici difensivi e nelle armi guidate; il suo maggiore acquirente era la difesa antiaerea dell'esercito svizzero. La restrizione alle esportazioni decisa dalla Svizzera su pressione degli Alleati (1944) vietò la vendita di armi a Stati belligeranti (in primis la Germania).

La Collezione E.G. Bührle è diventata famosa all'inizio del 2008 per un clamoroso furto d'opere d'arte moderna. Tra il 1936 e il 1944 il patrimonio di B. aumentò da 0,14 a 127 milioni di franchi grazie alla vendita di armi.

La "Waffenfabrik Solothurn" creata in Svizzera nel '29 era una società sussidiaria della "Rheinische Metallwaaren-und-Maschinenfabrik" che con l'acquisizione nel 1933 della "August Borsig GmbH" divenne "Rheinmetall-Borsig". In Svizzera la Solothurn produsse la mitragliera 20mm. S5-100. Al riarmo della Germania la Rheinmetall-Borsig ne ricavò i modelli: FlaK 30 A.A., KwK30 per blindati., MG C/30L navale.

 

La Svizzera non era quindi un’isola felice in mezzo alla guerra. Come tutti i paesi ad economia libera viveva degli scambi economici per esportare ed importare merci e alimenti che diversamente da quanto si crede nel paese scarseggiavano (La montuosità favorisce solo alcune tipologie alimentari). Già durante la grande guerra si era creato questo problema ma non tanto sul versante della scarsità quanto quello del contingentamento e del prezzo sui mercati internazionali. Ricordiamo che l’Europa viveva degli apporti che provenivano dai quattro angoli del mondo, facilitando naturalmente chi aveva proprie colonie. Le potenze occidentali dovevano anche con aiuti sostenere il vitto dei prigionieri in mano tedesca compresa la quota Russa. Il razionamento, anche se in ritardo, fu introdotto nel 1917 e restò in vigore per 3 anni. Uno dei problemi riguardava i cereali sempre scarsi e insufficienti. Diversa la situazione nel secondo conflitto quando l’unico interlocutore per anni fu il nazional-fascismo. Pur allertate per tempo procedure di ammasso e controllo non si poté sfuggire al razionamento (i bollini) già dal 1939. La Svizzera aveva inoltre impresso alla sua economia di guerra un indirizzo autarchico fondato sullo sfruttamento intensivo del territorio col piano Wahlen, l’equivalente dei nostri orti di guerra. Decine di migliaia di ettari di superficie non coltivata furono trasformati in campi di grano o di patate, compresi i parchi di città e i terreni destinati in altre occasioni agli sport. Se dal punto di vista pratico queste misure non erano definitive e gratificanti dall’altro unificavano la volontà di resistere fra contado di piano e d’altura e il cittadino. Patate e fagioli non mancarono mai come le carni bianche allevate in giardino. Una cosa che mancava ma che comparve presto sul mercato nero era il riso della Lomellina,  che prese la via della svizzera nelle gerle o Bricolle degli “Spalloni” contrabbandieri.
 

Il tempo o l’epoca del riso100 anni di confederazione
Il riso rappresentava almeno l’80-90% delle merci trafficate e gli italiani se ne privavano per procurarsi i "Franchi". Agli inizi di luglio 1943, la valuta italiana era scambiata in nero a 27 lire per un franco; dopo l’invasione alleata in Sicilia era già svalutata a 50 per precipitare poi a 240 lire. Con gli spalloni passavano spesso fuggiaschi politici e qualche volta Ebrei. Ad operare nell’ambito del piano Wahlen anche il lavoro degli internati pagati un franco al giorno per dissodare, bonificare, o proteggere terreni. E’ il caso del piano di Magadino (Ticino), dove una colonia di internati politici stranieri costruirono un argine in pietra, lungo quasi 500 metri e alto 3, presso la foce del fiume Verzasca e un chilometro di strade poderali.

- E' arduo distinguere fra le due figure - scrive Erminio Ferrari - arduo e scorretto poiché molto spesso i giovani che si arruolavano nelle bande partigiane erano al tempo stesso dediti al contrabbando ..inoltre il concorso della popolazione alla guerra partigiana  in forme preziose e decisive, non ultima quelle di fornire rifugio ed alimenti alle bande. quegli alimenti sovente erano  frutto di contrabbando o acquistati con i proventi magri di tale attività...col procedere degli eventi e con i sempre maggiori passaggi di frontiera il ricorso agli uomini di montagna divenne quasi irrinunciabile - non ha dubbi "Pippo" Frassati - ..i contrabbandieri lasciavano le bricolle e si trasformavano in ausiliari e staffette abbandonando il mestiere per farsi soldati della libertà..( questo perché prima nei confronti di chi aveva continuato ad esercitare il contrabbando privando la popolazione civile italiana dei beni di prima necessità, a cominciare dal riso molto richiesto in Ticino, il comando delle Brigate Ossolane Matteotti aveva previsto in un pubblico manifesto gravissimi provvedimenti

i ticinesi nel risorgimento italiano http://digilander.libero.it/fiammecremisi/approfondimenti/ticinesi.htm

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  per saperne di più http://www.governo.it/Presidenza/DICA/beni_ebraici/PAG241_252.pdf  
http://www.uek.ch/it/schlussbericht/Publikationen/zusammenfassungen/11ruestung.htm    
http://www.memoriadellealpi.net/download/GRUPPO01~CD-Federalismo/3.2-1.pdf 
http://www.chronos-verlag.ch/php/book_latest-new.php?book=978-3-0340-0611-8&type=Riassunto 
http://www.museodelmalcantone.ch/content/mobilitazione/mobilitazione10-14-museodelmalcantone.ch.pdf