LA SECONDA 

GUERRA MONDIALE  

 

Vita e restrizioni di guerra e di pace

Autarchia, dal greco Autarkeia

Alcool etilico, orbace, lanital e le parole chiave della guerra

 

"bastare a se stesso" - E' una parola che oggi non s'usa più, come dire "che un Paese possa produrre all'interno tutto ciò di cui ha bisogno rendendosi indipendente dall'estero". Questo oggi per un paese  prevalentemente manifatturiero sarebbe impossibile ma allora poteva funzionare, anzi doveva funzionare perche nubi grigie si stendevano ormai sull'Europa.

Alle soglie della seconda guerra «autarchia» è una parola magica per un'economia impoverita dal blocco internazionale che impedisce l'approvvigionamento di materie prime ed energetiche. Risulta difficile fare un quadro realistico, al di fuori di schemi preconcetti e dell'uso che ne ha fatto finora la storiografia di parte (o di regime, quello del dopoguerra) e per la diffusa mancanza di notizie vere e di molte false. Chi l'ha ridotta a poche righe, chi faziosamente la mette in satira.  Parte del materiale dell'articolo che segue, aggiornato e corretto nell'essenzialità è rintracciabile su siti ambientalistici e verdi !! per evitare fraintendimenti (confusioni politiche) poi, anche se velatamente, molti governi lo stanno oggi spingendo. Qualche anno fa il presidente Ciampi sollecitava a comprare italiano poi girava su una macchina tedesca, la coerenza non sempre è di casa in Italia....ora (2011) sembrano voler far marcia indietro http://vegan-it.iskralab.com/index.php?option=com_content&task=blogcategory&id=36&Itemid=28  http://www.chimica.unipd.it/gianfranco.scorrano/pubblica/chimica/HOME.htm  la chimica nei manifesti

     

ALCOL ETILICO o Etanolo

L'alcol  etilico è un buon combustibile, con un potere calorifico (inferiore alla benzina) di circa 28 MJ/kg, corrispondente a 21 MJ/litro; valori confrontabili con la benzina, rispettivamente 44 MJ/kg e 32 MJ/litro ma con più ottani. Già fin dall'Ottocento l'alcol etilico è stato usato come carburante per lampade e fornelli, in sostituzione dei prodotti petroliferi, e addirittura è stato il primo carburante usato per i primissimi motori a scoppio dal loro inventore (svilupparono quello di Lenoir e Matteucci), il tedesco Otto. Otto Nikolaus associatosi a E. Langen (1864), migliorò la costruzione dei motori, che, all'esposizione mondiale di Parigi del 1867, furono preferiti a quelli di Lenoir. Nel 1869 fondò a Deutz presso Colonia uno stabilimento per la fabbricazione di motori a gas nel quale lavorarono anche i fratelli Langen, G. Daimler e W. Maybach. Dallo stabilimento prese in seguito origine la famosa società Deutz per costruzione di motori. dalla Treccani. All'alcol come carburante per autoveicoli avevano pensato Ford negli anni venti del Novecento, poi l'autarchia fascista, poi l'Unione sovietica e altri paesi europei durante la seconda guerra mondiale, poi il Brasile, poi gli Stati uniti dopo il 1973. L'addizione di alcol etilico alle benzine fa aumentare la proporzione di energia rinnovabile, derivata "dal Sole", ogni anno, nella stessa quantità, nel sistema energetico e permette di diminuire le importazioni di prodotti petroliferi. L'addizione di alcol alle benzine contribuisce alla diminuzione dell'effetto serra; è vero che durante la fermentazione e durante la combustione si forma anidride carbonica (il principale gas responsabile dei mutamenti climatici per effetto serra, le cui emissioni devono diminuire per gli accordi di Kyoto), ma si tratta della stessa anidride carbonica che è stata portata via all'atmosfera pochi mesi prima durante la coltivazione delle materie agricole da cui è stato ottenuto l'alcol e quindi il contributo netto del ciclo dell'alcol all'effetto serra è zero. A differenza di quanto avviene con gli idrocarburi di origine fossile la cui combustione comporta un aumento "netto" della quantità di anidride carbonica immessa nell'atmosfera.  (da un articolo di Giorgio Nebbia).

 

ORBACE

Un altro tessuto molto noto durante il periodo autarchico fu l’orbace. La gente lo identifica anziché nel tessuto, spesso e volentieri nella foggia e colore di quelle che allora erano le camicie nere (di servizio) invernali dei gerarchi. L’orbace è un tessuto molto antico: si dice che San Francesco arrivò in Sardegna quando mancavano una decina d’anni alla sua morte, avvenuta nel 1226, indossando un saio d’orbace. Un indumento certamente tipico delle tradizioni contadine italiane e particolarmente adatto ai climi freddi. Con questo tessuto furono confezionati il vestiario dei soldati romani, dei chierici nel periodo medioevale, i pastrani degli ufficiali della marina italiana del secolo scorso. L'orbace si otteneva selezionando i peli migliori, durante il processo di cardatura: in questa fase venivano separati i peli più lunghi, da riservare a questo particolare tessuto, e attorcigliati una sola volta mentre i peli meno lunghi erano riservati alla trama. ...Una volta tessuto, all'orbace veniva riservato un particolare trattamento, la follatura. Questo, effettuato per calpestio oppure tramite gualchiere, è un infeltrimento artificiale necessario a rendere il tessuto impermeabile. Con lo stesso procedimento si fanno le famose calzature russe contro il freddo i valenki (in feltro) che salvarono molti dal congelamento..... segue a fianco

 

Le sanzioni del 1935 seguite alla Guerra d'Etiopia, e il blocco delle materie prime, colpirono la grande industria, i grandi monopoli; poi la media e la piccola azienda ed infine i consumi. In tali condizioni critiche non potevamo certo né produrre, né di conseguenza creare una domanda interna o esportare a paesi che ci sanzionavano. I provvedimenti per ridurre (far senza) l’importazione non rappresentarono un grande problema. L'italiano medio non conosceva ancora il voluttuario, le case erano modeste, il vestiario quello indispensabile e l'alimentazione nel necessario. La necessità di fare da se, con quel che si aveva, venne chiamata autarchia e fu la riscoperta del genio italico. L'arte secolare d’arrangiarsi, riveduta e corretta, tornò prepotentemente d'attualità. Non esportando formaggi, dal latte in esubero e quindi dalla caseina si ricavò il lanital (un tipo di lana). Dalla ginestra e dai fiocchi di canapa si ottenne un omonimo del cotone, il cafioc. Dalla Canapa si otteneva già abbondantemente fibra per sacchi e lenzuola (a dir la verità un poco ruvidi). Non esportando vino questo fu trasformato in alcool (anche con altri zuccherini) e i motori funzionavano discretamente con questo combustibile.(vedi a fianco e sotto prodotto in natura dalla fermentazione degli zuccheri)...

da un articolo su Vie d'Italia del TCI n° 7 luglio 1942.....Interessante sarebbe entrare nei particolari tecnici delle singole lavorazioni. Qui ci limiteremo a ricordare che in ogni lavorazione occorre sempre partire, in ultima analisi, da liquidi alcolici, che devono essere poi distillati e rettificati. Anche la saccarificazione dei complessi amidacei o cellulosici per arrivare agli zuccheri, che possono poi fermentare, serve, in definitiva, a dare liquidi alcolici distillabili. Di regola, va osservato che la distillazione del vino per ottenere alcole dev'essere considerata antieconomica. In condizioni normali, infatti, sarebbe assurdo partire da un prodotto finito, che costa fatiche e sacrifici e notevole impiego di mano d'opera e di prodotti antiparassitari, per ottenere come prodotto finale l'alcole, che può ricavarsi anche da altre fonti meno pregiate. Se non che, le particolari circostanze del momento hanno richiesto questo sacrificio al settore vinicolo, che si traduce quest'anno nella distillazione di circa 3 milioni e mezzo di hl di vino. La vinaccia, invece, come sotto prodotto della vinificazione , la cui cessione è obbligatoria, dovrà inserirsi stabilmente in questo programma autarchico della produzione alcolica, potendo contribuire ad essa con circa 100 mila ettanidri all'anno, vale a dire con 100.000 ettolitri di alcole anidro. Il massimo aumento possibile della superficie coltivata a bietole darà, poi, un incremento alla produzione di melassa. Concludendo: non è da credere che le nostre necessità debbano esser legate soltanto alle esigenze del periodo in corso; il problema è, invece, della più grande importanza autarchica anche nel futuro. Nel dopoguerra, in vista del problema sempre più attuale della, gomma sintetica e del progressivo decrescere delle disponibilità mondiali del petrolio, è presumibile che si vada incontro ad un sempre crescente consumo dell'alcole. L'Italia dovrà, quindi, essere preparata ad estendere sempre più l'attrezzatura e il rendimento delle industrie distil!atorie e fermentative. Pier Giovanni Garoglio


Sui giornali americani comparivano vignette satiriche e affermazioni spesso gratuite del tipo.
"Sono ritornati al fuoco delle fascine, basterà ancora una spinta e torneranno ai carri con le ruote di pietra".   Non avendo carbone, petrolio, gomma, acciaio, a breve termine questa era la prospettiva comune per chi non sottostava alla loro sfida economica, sostituitasi ormai a quella coloniale. L'Italia stava quindi offrendo al mondo una immagine di miseria e di povertà di risorse a discapito di tante altre ricchezze e virtù misconosciute. Mancando la cellulosa, si riducevano le pagine dei giornali, e perfino la carta bollata si porta a mezzo foglio. Mancava la gomma ( a dir la verità nel '42 la gomma mancava anche agli Stati Uniti) e il cuoio: così gli italiani iniziarono a tagliare i vecchi copertoni e farne suole da scarpe. Cercammo anche di far gomma nel tavoliere delle Puglie con una pianta strana, il guayule, ma fu un fiasco. Arrivò poi il "grande capo" e ordinò di fabbricare il cuoio con la cellulosa, cartone compresso (con questo si confezionarono aihmè anche gli scarponi per la Russia. La guerra l'abbiamo cominciata con le fasce gambiere, con la lana che non era lana, il cuoio Cuoital, miscela di cascami di cuoio sfibrati con latex e vulcanizzati. Gli facevano concorrenza il Sapsa della Pirelli (cascami di cuoio macinati e lattice di gomma) e il Coriacel (cascami di cuoio, fibre vegetali e collanti.. etc.). Ancor oggi se comprate una cinghia per pantaloni e spendete poco (me l'hanno regalata) vuol dire che è fatta con questo cuoio autarchico. Dalla famosa suola in Vibram dei rocciatori del Montercervino scendeva invece il mito della scarpa tecnologica, che non poteva essere a ragion di logica italiana; ma Vibram sta per Vitale Bramani, l'italiano che l'aveva appunto inventata nel 1936.  A casa si indossavano sempre vestaglie e camicie col collo rifatto con le parti basse, si guastavano e riguastavano maglie vecchie per farne di nuove (si fa per dire). Le lamette da barba (americane di sicurezza) da poco arrivate in Italia, conobbero subito il tramonto: rispuntò così il rasoio che era stato messo da parte. Le ossa degli animali si raccoglievano in appositi contenitori per bollirli e saponificare. Con l'olio d'oliva non esportato si confezionavano le saponette da toilette (poco prima negli Usa la Palmolive le produceva oltre che dall'olio d'oliva da quello di palma). Poi iniziarono a "nascondere" anche questo in previsione della guerra e anche quello da bucato fu razionato con la tessera. Il coloniale carcadè rimpiazza il te, la lignite il carbone, la cicoria il caffè e il coniglio diventa pelliccia. Il paese più marinaro del mondo (o quasi) riscopre il pescato. Nelle grandi città dell'interno e della pianura vengono inaugurati i mercati del pesce e decine di venditori ambulanti raggiungono perfino le valli alpine. Cade la cultura celtico gallica della carne. Se la carne costava 18 lire il Kg (equivalente a 40 euro d'oggi) il pesce di qualità costava diciotto volte meno (1 lira). Il baccalà secco o salato (d'importazione) d'anteguerra stava però a 2-2,5 lire ma risolse il problema della conservazione e della pellagra in Veneto. A Napoli sotto barca le vongole fresche costavano 5 centesimi al chilo (1/30 del pane) e il pesce azzurro allo sbarco a  Pescara 2 cents. al chilo (= 50 gr di patate o mezzo uovo).

segue . Nella follatura per calpestio il tessuto veniva posto a terra, imbevuto di acqua calda e calpestato per ore; questa operazione, che avveniva per strada o nei cortili ad opera di donne e bambini, poteva essere effettuata anche mediante gualchiere, mazzuoli di legno azionati da ruote idrauliche ( lungo i corsi d'acqua), che battevano il tessuto. La Sardegna da sempre è il centro di questa attività e con questo tessuto rigido e pungente si confeziona il tipico costume sardo (Sa berritta (quasi un piccolo sacco), il corpetto e anche is ragas, il gonnellino), le bisacce, le mantelle, le coperte ed i rudimentali tappeti, tutti elementi ritenuti indispensabili all'interno del mondo agropastorale   http://www.evabasile.it/felt/felt.html  

     

  Citiamo in questa sezione, ma lo riprenderemo in una prossima in costruzione, un provvedimento ante autarchia teso a ridurre la dipendenza economica del fascismo dalle importazioni e dai vincoli o monopolio degli americani nel settore energetico. Il pezzo viene da siti stranieri e gli americani non la presero bene. Sarà anche per questo che nel giro di qualche anno le principali importazioni di greggio verranno dalla Russia di Stalin, mentre l'Agip cercherà di espandersi in medioriente. Vedi sopra in apertura a sinistra alcune informazioni relative all'alcool etilico
  ITALY— Tax incentives for alcohol fuel production began in 1924 (Fox, 1924). A royal decree in 1926 set fuel composition at 30% alcohol and 70% gasoline, and eleven alcohol manufacturers were producing for the fuel market by 1931. A controversy over the technical feasibility of alcohol blending erupted between the government and Standard Oil in 1926, as Standard and other gasoline importers refused to blend alcohol, claiming it was impossible to produce a satisfactory fuel. A report from the University of Iowa said of this controversy: “The malice and intention to sabotage the young industry were very apparent.” Agricultural and nationalistic interests prevailed, however, and alcohol blends called “Benzalcool,” “Elsocina” and “Robur” were marketed in the late (decennio) 1920s and 1930s. “Robur” was 30% ethanol, 22% methanol, 40% gasoline and other additives, while “Benzalcool” had 20% ethanol and 10% benzene with gasoline. Supplies of alcohol peaked at about 9.5 million liters per year, which was only about one quarter of the potential estimated in 1924 (Fox, 1924, citing US Assistant Commercial Attache A.A. Osborne and US Rome Consul Leon Dominian.). Production levels never rose above 4% of the nation’s fuel supply (i livelli di produzione non superarono il 4% del fabbisogno nazionale)
     
   

" Sono ritornati  al fuoco  delle fascine, basterà  ancora una spinta  e torneranno ai carri con le ruote di pietra" 

così si scriveva sui giornali Usa con altre amenità, quando la loro stessa economia veleggiava ancora nella recessione. La recessione americana fini nel 1940 con lo scoppio della guerra. Fate quindi bene i vostri conti quando vorrete finire quella attuale. Perchè non si abbia l'impressione che esista una fame di destra e una di sinistra mi corre l'obbligo di ricordare che la Storia è una ruota che gira.

LA CRISI FINANZIARIA MONDIALE POST CROLLO TORRI GEMELLE ( WTC 2001 ) E IL FALLIMENTO DI LEHMAN BROS. (2008)

 

 Si ha anche spesso l'impressione che si abbia da dire sulla democrazia degli altri senza aver considerato e ponderato la propria. Si "esporta" allora questa come edibile (fruibile, consumabile) così come si importa il "solito nemico". E' una fase questa ricorrente non solo delle dittature nel crearsi l'ectoplasma del nemico esterno che è responsabile dei tuoi guai e spesso dei guai della tua "democrazia". In queste formule ci sta almeno la metà dei conflitti moderni.

This is the Lots O' Greens neighborhood garden in Detroit, The city, which revolutionized manufacturing with its auto assembly lines, could once again be a model for the world as residents transform vacant, often-blighted land into a source of fresh food. Carlos Osorio/AP

 

Così a due anni di distanza dal crac economico mondiale innescato il 9/9/2OO8 si evolveva l’economia americana:
Urban Farming's mission is to create an abundance of food for people in need by planting gardens on unused land and space while increasing diversity, educating youth, adults and seniors and providing an environmentally sustainable system to uplift communities. Urban Farming is collaborating with Triscuit to create fifty community-based home farms in twenty cities across the United States in 2010. The program aims to convert otherwise unused land into a source of fresh food for the communities. Detroit, which revolutionized manufacturing with its auto assembly lines, could once again be a model for the world as residents transform vacant, often-blighted land into a source of fresh food. With growing interest in locally raised food, cities including New York, Los Angeles, and Seattle are looking at ways to foster and manage urban agriculture. San Francisco's mayor has proposed creating community gardens on vacant public land citywide. But no city seems to have as much potential for urban farming as Detroit, where land is cheap, empty lots are plentiful, and residents are desperate for jobs. The number of community gardens has been growing each year, and bigger, commercial agriculture could be coming as city planners draw up land use rules for farming. Vacant land to be put to good use. "Most other cities aren't quite ready to think about large-scale agriculture," said Michael Score, president of Hantz Farms, which has plans to create the world's largest urban farm in the city. "We have vacant land and that used to be something that we were ashamed of." Decades of population decline left Detroit with an estimated 40 square miles — more than 25,000 acres — of vacant property, and gardens have sprung up on empty lots in many neighborhoods. Often, they are just a few rows of greens and tomatoes. Others are more akin to small farms and include lots next to homes where pigs or goats roam behind fences and honeybees buzz. The vacant property in Detroit covers nearly the same space as the entire city of San Francisco

.

  Passi riassunti da "il manifesto", 19.11.08 Alessandro Coppola integrati da articoli comparsi sulla rete (Usa)

Urban farming, la fattoria in città
Detroit. Da paradiso dell'industria dell'auto a inferno delle vittime delle ristrutturazioni

  .... la metropoli arrugginisce in una crisi infinita. E per sopravvivere si inventa l'«urban farming»: pomodori sotto i grattacieli. La «cintura della ruggine»: Philadelphia, Baltimora, Cleveland, Buffalo - rimane saldamente in perdita: di abitanti come di attività economiche. Decenni di automazione, delocalizzazioni e apertura dei mercati hanno fatto di Motor City, l'incarnazione di un incubo: quello della morte delle città e della dispersione dei loro abitanti. Detroit in 50 anni ha perso metà della sua popolazione, dal 1.850.000 del 1950 si è passati ai 951.000 abitanti del 2000. E ne sta perdendo ancora al ritmo di 5.000 al mese tanto da far prevedere una futura Detroit di 500.000 abitanti. Si verificherebbe allora una situazione complessa mai vissuta dalla civiltà industriale e paragonabile solo al crollo dell’impero romano con le città che evaporavano. Si prevede che i sobborghi si ricostituiranno in piccoli paesi riappropriandosi del territorio se e quando questo verrà sgombrato dagli edifici fatiscenti e dalle case abbandonate (A small central new city of Detroit will occupy the area in and just outside of downtown, and the rest will be unincorporated areas or new cities carved out). Si quelle case di legno abbandonate dalla sera alla mattina che nel breve volgere di qualche anno si trasformano in baracche che non interessano probabilmente più ne alla banca, alla assicurazione ne a qualsiasi iniziativa edilizia (The city states it costs about $10,000 to demolish one vacant house, which takes many legal steps). «I miei genitori - dice Aron, un altro community organizer - hanno comprato una grande casa unifamiliare per 15.000 dollari (11.500 euro ca.: il prezzo di una media utilitaria). La sua (di Detroit) popolazione rimane così dominata da una composizione razziale ormai anacronistica, in bianco e nero. Da un lato la minoranza bianca - il 10,5% nel 2000 a fronte del 83% del 1950 - e dall'altro la maggioranza afroamericana - circa il 16% 50 anni fa, l'81,5% nel 2000. A Detroit, la maggioranza dei bambini vive in famiglie con un solo genitore e un'altra porzione abbondante ha genitori non sposati. Sono moltissimi gli edifici vuoti e sigillati, i terreni tornati verdi dopo le demolizioni, gli scheletri di case unifamiliari date alle fiamme dai loro proprietari che negli anni più acuti della crisi preferivano incassare i proventi dell'assicurazione anziché gli affitti magri e incerti dei loro inquilini. Il risultato è un territorio immenso in gran parte privo di abitanti e in via di rinaturalizzazione (forestazione), composto da quartieri nei quali si possono trovare interi isolati abitati da non più di tre persone. Altra dimensione dell'apocalisse urbana, la pressoché totale desertificazione commerciale della città - la suburbanizzazione ha portato con sé non solo le persone ma anche le attività economiche, a partire dal commercio - che ha spinto un gruppo di ricercatori a definire la città come un food desert. Il consumo dei beni reperibili sui mercati locali dei quartieri poveri è costituito da alcolici, sigarette, biglietti della lotteria e una ristretta scelta di cibi in scatola alcolici, sigarette, biglietti della lotteria e una ristretta scelta di cibi in scatola. Non vendono cibi freschi e sono gli unici ad accettare i buoni statali, i food stamps. Fuori dai collegamenti pubblici e privi di un’auto a volte si debbono affrontare chilometri a piedi in un ambiente che “socialmente” non è dei più tranquilli. Mi dice Cevan Castle: 'vado a fare la spesa una volta sola al mese, il giorno in cui sono emessi i food stamp. Se ho la macchina risparmio sulla benzina, altrimenti risparmio sul taxi'. Così è impossibile acquistare verdura o frutta fresche, quello che si comprerà saranno scatole, scatole e scatole». «E' incredibile - dice Libby, un'altra organizer - solo cinque anni fa la stessa amministrazione comunale guardava all'urban farming come all'idea più ridicola mai presentatasi a Detroit. E ora con la recessione e tutto questo parlare di crisi ecologica e ritorno al locale, sono proprio loro i primi a dire che è un'idea geniale e originale». Il Garden Resource Program, nato su iniziativa di diverse organizzazioni no profit della città, gestisce 115 community gardens e 220 family gardens in tutte le aree della città, alcuni dei quali esplicitamente votati alla soluzione del problema dell'urban desert. Come nel caso del Capuchin Soup Kitchen, che su iniziativa di un ordine cappuccino nell'East Side produce e distribuisce frutta e verdura fresca ai negozi locali che accettano i food stamps, organizzando corsi di formazione e sopravvivenza riservati ai bambini del quartiere. Per accedere al Garden Resource Program è sufficiente versare una quota simbolica in cambio della quale si ricevono piante e sementi per avviare la propria piccola fattoria urbana. Con l'estendersi del fenomeno, l'amministrazione comunale si è trovata costretta ad ammetterne non solo l'esistenza e l'estensione ma anche il suo ruolo nella rivitalizzazione di molti quartieri. Gli stessi dispositivi di pianificazione della città terranno conto di questa realtà se e quando ci sarà una ripresa (The City is so bad financially, I think it may become insolvent and be taken over by the State). Oggi della vecchia vibrante Jefferson Av., piena di negozi, ristoranti e cinema che servivano i tanti quartieri working class dell'area, rimangono solo insegne ammaccate dal sapore modernista. I marciapiedi sono deserti, i locali abbandonati e devastati tranne nel caso dell'immancabile negozio di liquori che sembra l'unica attività, fra le pochissime rimaste, a presidiare un mercato solido e riconoscibile. Qui l'impressione di uno spazio improvvisamente rarefattosi si approfondisce: sono moltissime le case abbandonate e i terreni di nuovo verdi. Decenni di disinvestimento hanno abbattuto i valori immobiliari, praticamente annullandoli in diverse aree del quartiere. Da anni a Detroit esistono anche gruppi che riciclano materiali di costruzione e pezzi di arredamento provenienti dalle case abbandonate o in via di demolizione: infissi, lampadari, scalinate, sanitari che vengono successivamente riutilizzati. «Tutti i materiali utili alla realizzazione dell'urban farm - dice Cevan - provengono dal laboratorio di riciclo. Preferiamo questa soluzione all'acquisto nei centri commerciali». Alessandro Coppola il Manifesto
   

Così una recente notizia (settembre 2010) illustra la situazione del paese più ricco del mondo con 45 milioni di poveri, sotto la soglia di indigenza

  http://usemergencycashassistance.com/is-our-country-becoming-more-poor/whos-getting-food-stamps

$12,764,878,911,618.18 (il punto sta per la nostra virgola e viceversa). È il debito nazionale degli Stati Uniti ad aprile 2010 (può solo aumentare). 12 bilioni e rotti. Diviso per la popolazione viene che ogni singolo americano deve più di 42.000 dollari (naturalmente è più alto perché dobbiamo escludere più di 40 milioni di persone povere). Una breve interpolazione e il debito è il doppio del procapite di ogni italiano). La Cina possiede 739 miliardi del debito, ca il 5,7%. come il Giappone ora disastrato da Tsunami, Terremoti e Nucleare. Sauditi e Iran e altri esportatori di petrolio: 186,3 miliardi, ca 1,5%. In tutto il debito verso l’estero è più di 3 bilioni.

Food Stamps La tessera annonaria Usa di oggi

   
  More than 15 million Americans are unemployed, homelessness has increased by 50 percent in some cities, and 38 million people are receiving food stamps, more than at any time in the program’s almost 50-year history. Evidence of rising economic hardship is ample. There’s one commonly used standard for measuring it: the U.S. Census Bureau’s poverty rate. It guides much of federal and state spending aimed at helping those unable to make a decent living. But a number of states have become convinced that the federal figures actually understate poverty, and have begun using different criteria in operating state-based social programs. At the same time, conservative economists are warning that a change in the formula to a threshold that counts more people as poor could lead to an unacceptable increase in the cost of federal and state social service programs. When Census publishes new numbers for 2009 in September, experts predict they’ll show a steep rise in the poverty rate. One independent researcher estimates the data will show the biggest year-to-year increase in recorded history.According to Richard Bavier, a former analyst for the federal Office of Management and Budget, already available data about employment rates, wages, and food stamp enrollment suggest that an additional 5.7 million people were officially poor in 2009. That would bring the total number of people with incomes below the federal poverty threshold to more than 45 million. The poverty rate, Bavier expects, will hit 15 percent % — up from 13.2 % in 2008, when the Great Recession first started to take its toll.... by Christine Vestal
     

  Ma torniamo all'Italietta: da noi la salsa Rubra, versione italiana del Ketchup e degli altri condimenti yankee, si faceva così pubblicità “ facciamo contenti i mariti…si fa abuso di olio e burro che rimangono sui fondi dei tegami (invero poco: non c’erano obesi in giro ed il colesterolo vivacchiava): è dovere di ogni italiano risparmiare. La salsa Rubra  può sostituire l’olio e il burro e rendere appetitosa ogni pietanza”.

Dresses made from milk (Da un articolo di Mechanix Illustrated del dicembre 1939) Vestiti dal latte in Italia
After three years of research, tests and experiments the production of artificial wool from cow’s milk has gone so far in Italy that the great Snia Viscosa rayon plant at Milan, Italy, is building a huge addition to its factory for the production of the new artificial fibre on a large scale. Wool is the raw material for which Italy has depended almost entirely on other countries, but when sanctions were threatened during the Ethiopian conquest Italy turned to the development of a substitute. The new material is the result. In producing artificial wool milk is weighed and passed through a heater into a skimming machine, where it is separated from its cream. The skimmed milk passes into a curdling boiler to be treated by chemicals which produce coagulation of the casein suspended in the milk. The casein thus collected is sent by a casein hoist into a press filter, where whey is eliminated. The solid casein goes to a mixer to be dissolved by chemical reagents and then is sent on to maturing and filtering tanks. Again in liquid form, the casein is forced through a spinneret of platinum containing 600 minute holes calibrated to the finest precision standards. It then passes through a precipitating bath which solidifies it into filaments. The filaments are carried as fine white wool threads each consisting of many filaments, to small rotating cylinders on which they go to cutting machines to be cut into desired lengths.

     

SI CHIAMAVA LANITAL

Nel maggio del 1939, in occasione dell’ultima visita di Mussolini a Torino, hanno luogo le «Seconde giornate dell'autarchia»: si respira già aria di mobilitazione generale, la guerra è vicina. Con spirito ben differente si svolgerà nel novembre del '42 il primo «Convegno tecnico italo-germanico dell'autarchia». Metà delle relazioni tecniche sono a firma di ingegneri tedeschi. Più del 70% dei laminatoi in Germania ormai funzionano su cuscinetti di materia plastica: «Vinidur» e «Oppanol» sono i nomi commerciali dei nuovi materiali a base di cloruro di polivinile e su poli-isobutilene che trovano impiego anche nel nostro Paese. Con il «Vinidur» si costruiscono tubi, condotti, recipienti per l'industria chimica, carter per pompe. Per la prima volta si incomincia a parlare di «materie abbinate».  A un materiale si affidano le funzioni di sostegno, a un altro quelle di resistenza all'usura o di smorzamento delle vibrazioni. Autarchia non è soltanto sviluppo e utilizzo di nuovi materiali - quasi un fai-da-te tecnologico - ma anche e soprattutto la razionalizzazione della progettazione. Ma torniamo al lanital. Soprattutto il tessile risente dell'ondata autarchica. Alla lana si sostituisce il «Lanital» che dimostra caratteristiche di coibenza termica migliore delle fibre artificiali alla viscosa e cuproammoniacali.

DAL LATTE - Così recita una pubblicità odierna (del 2008) di una nota linea di vestiario: E’ di “Daniele xxxx” e Paolo xxxx, l’idea di presentare in anteprima mondiale, in occasione del prossimo Pitti Immagine Uomo, la prima linea di maglieria uomo/donna prodotta e..... interamente realizzata con la fibra ricavata dalla proteina di latte. Il latte, alimento sano e nutriente che ci accompagna sin dai primi giorni della nostra vita, entra ora nel nostro guardaroba come elemento da indossare. Per produrre questa fibra innovativa !!!, il latte viene prima disidratato, scremato e grazie all’utilizzo di nuove tecniche di bio-ingegneria, fluidificato per la filatura (il mondo è piccolo)

  Dopo le riduzioni degli anni di crisi (1929) stipendi e salari erano stati di nuovo aumentati per adeguarli al carovita. Nelle città le comodità della luce elettrica, dell'acqua corrente, del riscaldamento erano ora molto più diffuse e sia nelle case nuove che vecchie ristrutturate, si installavano bagni e docce. Su una popolazione di 42 milioni di abitanti si contavano in quegli anni oltre 4 milioni di biciclette e circa 200.000 motocicli e ciclomotori. Non più di 250.000 erano però le vetture private che circolavano: le più diffuse erano la Balilla e la Topolino, lanciata proprio in quegli anni al prezzo di 8.900 lire. Ogni luogo di ritrovo era dotato di un apparecchio radio. Alla radio d'altronde il fascismo affidava buona parte della sua propaganda. Si stavano diffondendo anche gli apparecchi radio di proprietà privata. Uno di tipo economico poteva costare circa 500 lire (una esagerazione, un mese di paga, per fare un confronto quanto costa oggi un bel egrande televisore a colori 1300 euro), altre piccole radio si potevano montare in casa da soli dal Kit. Un ciclomotore costava 1800 lire e una moto di 250 cc  5500 lire; (un pò care, ma erano state progettate moto standard popolari più economiche); una macchina fotografica 360 lire. Per le famiglie operaie, il cui livello di vita restava modesto, esistevano spacci aziendali o cooperativi i cui prezzi erano contenuti. Nelle campagne dell'Italia centro-settentrionale le famiglie contadine avevano ottenuto condizioni di vita migliori, ma le abitazioni erano ancora prive di riscaldamento, (esisteva solo un grande camino), di acqua corrente, (si usava un pozzo nel cortile) e di luce elettrica. Nel mezzogiorno e in Sicilia molte famiglie delle campagne continuavano a vivere in abitazioni cadenti, e potevano contare su paghe molto basse, del tutto insufficienti a garantire la sopravvivenza per tutto l'anno. Da qui l'importanza degli usi civici e delle attività complementari e integrate. Molti contadini svolgevano così in Italia diversi lavori: erano al tempo stesso braccianti, fabbri, falegnami o lavoravano alla manutenzione delle strade e delle linee ferroviarie se non emigravano stagionalmente. Dopo il blocco alla immigrazione da parte degli Usa (ma non per colpa delle sanzioni a cui gli Usa non avevano neanche aderito) risalente agli anni '20, si emigrava infatti stagionalmente verso Francia e in minima parte verso la Germania, specialmente dopo il 1937. Nella paga giornaliera del bracciante agricolo erano spesso incluse una razione di pane e di vino. I sabati liberi (riduzione produzione) che si erano creati prima con la crisi del '29 poi con le sanzioni saranno presto riempiti con distrazioni “politicamente controllate" come il sabato fascista. Per i giovani delle scuole fu introdotta la Premilitare, ginnastica e addestramento militare. L’Italia si era riempita di palestre (con un uso diverso dall’attuale, non ci si faceva di ormoni, o si tirava su la pancia alle donne). Nell’ambito regionale e provinciale si organizzavano i treni popolari per portare la gente al mare, ai monti o al fiume (allora pulito), dove  venivano costruite colonie elioterapiche per bambini. Il dopolavoro organizzato dal partito e dalla G.I.L (Gioventù italiana del littorio) prevedeva locali  di svago e ricreativi (compartecipazione padronale), case del soldato (rispolvero della vecchia struttura della grande guerra) e campeggi. Famosi i campi Dux all’aria aperta, versione italiana degli Scout. Negli Stati Uniti, nello stesso periodo, i datori di lavoro si erano armati per contrastare eventuali proteste proletarie ed il paese galleggiava ancora fra corruzione, malavita e protezionismo. In Francia il governo socialista boccheggiava, in Spagna c'era la guerra civile, in Inghilterra il marasma politico. Il mondo non brillava proprio di luce divina. In campagna si cercava in maniera diversa di movimentare la vita con le feste agricole: per la mietitura, variante della Battaglia del Grano, per la vendemmia (Festa dell'uva), per il carnevale etc. Per la gran parte queste feste sono sopravvissute nel dopoguerra o rispolverate ora nell’ottica ambientale, populista ed ecologista.

  Fra le  realizzazioni sociali di questo periodo, ve ne sono alcune di indubbio prestigio, come le strutture dell'ONMI (Opera Nazionale Maternità e  Infanzia). I tecnici industriali italiani, già visti in altro capitolo, erano tutti straordinari e con idee rivoluzionarie a cui si concedeva una occasione in più per realizzarle. Dall'ingegnere fino all'ultimo contadino ogni giorno ci si poteva aspettare un nuovo prodotto, una nuova tecnica, una nuova macchina, una nuova lavorazione; questo ingegno era ed è il “Made in Italy”, lo stile italiano, nato allora e che da allora non è più tramontato.

La vita quotidiana in guerra e i nuovi termini

Dopo il 1941 il pane a tessera era sceso a 150 grammi giornalieri. Le donne iniziarono come nella grande guerra a sostituire gli uomini, in ogni posto di lavoro. Si riciclavano  i vestiti vecchi, si recuperava lana ovunque per nuovi capi. Il lavoro a maglia nei rifugi antiaerei raggiunse il culmine. Il sapone e, più in generale, la mancanza di grassi erano il grande assillo delle massaie. Si faceva il bucato oltre che con la cenere con altri infernali intrugli che la propaganda spesso pubblicizzava. Si consigliava ed esempio di lavare i piatti con l’acqua della pasta. Il divieto di transito delle auto a benzina, gravò solo su una minima parte della popolazione e si cominciò ad alimentarle a gasogeno. Si riformarono le associazioni (le madrine) che inviavano generi e capi di lana ai combattenti. 

     

  La carta che in un primo tempo veniva appallottolata per bruciarla, si doveva conservare per incartare nuovamente in negozio i generi tesserati venduti sfusi.  La campagna contro le frivolezze si incrociava ancora con quella della famiglia numerosa. “le donne con toilette accurate e vistose sono in gran parte sterili…”  L’estensore della statistica ignorava o faceva finta di sapere che le "frivole" prendevano delle precauzioni e di far figli per alimentare l'emigrazione non era il caso. Le donne comunque continuavano a vestirsi in maniera ricercata, conformemente alle disponibilità, inventando capi con materiali e tessuti non tesserati. Era il caso del sughero per le calzature (le chiamavano ortopediche), dei foulard di seta che diventavano camicette e accessori impreziosendo il piccolo e misero vestito. Nel dopoguerra con gli accessori e le rifiniture si costruirà un’economia. Per il resto si sperava che finisse presto. Le nuove parole che entrano nel dizionario italiano in tempo di guerra vanno ad aggiungersi alle tante che ha introdotto il fascismo negli anni precedenti. Accaparramento, caffè-caffè (che identificava quello vero), cessato allarme, si mescoleranno in seguito con quelle che nascono dalla guerra. 

A fianco delle fibre sintetiche si mettono a punto nuove tecnologie per la lavorazione della canapa, e persino delle fibre di ginestra: vermene così si chiama la fibra ottenuta dai rametti della ginestra ottimo sostituto oggi della fibra di vetro;  difficilmente infiammabile, in caso di incendio della vettura riduce la tossicità delle esalazioni. Dopo anni di ricerche, finanziate con l'apporto di numerosi progetti comunitari, il Centro Ricerche della Fiat ha cominciato il collaudo di plance e sportelli realizzati con una combinazione di miscele plastiche e ginestra. Le ricerche sono coordinate dalla Università della Calabria (ult. news 2006).

  Tutto  era comunque cominciato con lo svizzero Bartholomäus Schobinger che nel 1530 scopre come trasformare un sottoprodotto della fabbricazione del burro e del formaggio, la caseina, in un materiale al quale viene dato il nome generico di "kunsthorn", corno artificiale. L'etimo del termine "caseina" è dal latino "caseus" (formaggio), così come "galalite" deriva da "gàla" (latte) e "lithos" (pietra).  Krische e  Spitter tre secoli e mezzo dopo mettono a punto un processo decisamente avanzato: il loro materiale utilizza come componenti essenziali la caseina e un composto che avrà una parte fondamentale nello sviluppo della scienza delle macromolecole, la formaldeide. La loro creatura si presta magnificamente alla fabbricazione dei piccoli oggetti prima ottenuti lavorando le ossa o le corna dei bovini. Un desiderio che coinvolge altri aspetti della vita di tutti i giorni: la diffusione della radio. Non a caso, la rivoluzione della radio coincide con il "boom" dei prodotti sintetici. Nella radio portatile inglese del 1930, i composti caseina-formaldeide hanno modo di esprimere tutte le loro potenzialità: forme complesse ottenute in tempi brevissimi (per l'epoca), colorabilità, leggerezza, sicurezza in tema di isolamento elettrico. Meno fortunato l'impiego di questi polimeri per la fabbricazione di fibre sintetiche: il "Lanital" che si rivelò alla fin fine inadatto allo scopo
     

 

tessera in uso nell'immediato dopoguerrahttp://puntodincontro.com.mx/articoli/italianimondo21042009.htm Nel suo libro "II lungo viaggio attraverso il fascismo", Ruggero Zangrandi cita il pensiero del Duce, a questo riguardo: La tessera del pane durerà finché esisterò io; perché così i vari Agnelli e Donegani mangeranno come il loro ultimo operaio. Ma è possibile sapere a quanti euro ammontano 1000 Lire del 1939, il mito dello stipendio borghese. La risposta è si: 880 € del 2009. Per giocare a questo gioco, ci si può servire delle tavole raccolte dall'ISTAT, sul nuovo volume "Il valore della moneta dal 1861 al 2003", che contiene i coefficienti di rivalutazione che permettono di effettuare i confronti monetari nel tempo. Per esempio, sapendo che, nel 1942, il pane costava 2,60 Lire/kg dal panettiere (prezzo "tessera-calmierato") e, invece, 23 Lire/kg al "mercato nero", possiamo mettere in evidenza (a parte la folle differenza fra i due prezzi, +785% !!) che mentre 2,60 Lit del 1942 corrispondono a 2.306,5 Lit del 2003, cioè 1,2 € del 2009, 23 Lit1942 sono pari a 20.404 Lit. 2003 e cioè 10,5 € !!! 2009.

     

Le tessere annonarie erano diffuse in tutti i paesi, Usa inclusi

  Ecco alcuni termini molto diffusi del periodo di guerra:

Razionamento – Assegnazione a ciascun cittadino di una razione fissa di generi alimentari o di uso quotidiano (vedi sapone), allo scopo di disciplinarne i consumi mediante una tessera annonaria (dal 1941 con bollini di tutti i generi). Vengono fissate le caratteristiche merceologiche dei singoli prodotti (per esempio, si stabilisce la miscela di diverse farine utilizzabili per il pane da tessera). Si ricorre anche alla raccolta dei prodotti e alla loro redistribuzione (con l'ammasso), secondo le necessità locali, determinate dal numero dei cittadini residenti in ogni Comune, suddivisi a loro volta in categorie, con assegnazioni diversificate (in peso) secondo le varie esigenze: bambini, malati, lavoratori dell’industria, ecc. Il sistema in seguito non garantirà sempre la presenza del prodotto e questo verrà spesso diminuito o peggiorato in qualità. Comparivano sul mercato formaggi e insaccati di cui era meglio non chiedersi la provenienza.

Mercato nero – Mercato illegale e clandestino di beni sottoposti a razionamento (o tessera), detto anche Borsa nera. La scarsità di approvvigionamento e il calmiere imposto dalle autorità sui generi di prima necessità ne provocano la scomparsa dal mercato ufficiale e li fanno riapparire sul mercato clandestino a prezzi maggiorati. Il mercato nero, si estende poi a tutti i settori merceologici (anche se quello alimentare resta il più attivo), viene ‘ufficialmente’ perseguito dalle autorità fasciste, che stabiliscono forti sanzioni e punizioni esemplari, compresa la pena di morte. In realtà non venne mai contrastato (e nessuno venne mai condannato a morte) con convinzione perché il primo cliente era sempre il gerarca locale. I partigiani lo combatteranno requisendo i prodotti. I repubblichini faranno altrettanto per distribuzioni in feste ricorrenti.

Coprifuoco e oscuramento Coprifuoco - Era stato imposto un orario di chiusura anticipata ai locali pubblici e di divertimento, come caffè, ritrovi, cinema e teatri. Proibizione della circolazione in determinate ore del giorno, sua regolamentazione per i vari tipi di mezzi Oscuramento – Eliminazione o diminuzione nelle ore serali e notturne delle sorgenti luminose per proteggere la città dagli attacchi aerei nemici e schermatura degli infissi, porte e finestre, in modo che nessuno spiraglio di luce filtri all'esterno.

   

 
     

Testimonianze
7 aprile [1938]Prima di Natale abbiamo sentito una radiotrasmissione: "La carta è oro" e insieme alla Signora abbiamo letto dell'autarchia. Autarchia vuol dire che l'Italia non deve più comperare le cose all'estero e gl'italiani devono imparare a fare tutto. Il Duce ha detto che quest'anno deve essere l'anno della battaglia dell'autarchia. Noi per ubbidire il Duce dobbiamo tenere da conto tutto, raccogliere tanta carta. Non comperare nulla di marca estera e insegnare le cose dell'autarchia alle persone che conosciamo. Si deve piantare tanta canapa, lino e ginestra. L'autarchia del pane è stata raggiunta e nella radio abbiamo sentito le cose che si fanno per raggiungere quella della carta. 
8 aprile [1938]In Italia non c'era lana sufficiente. Allora un ingegnere italiano ha studiato com'era fatta la lana e ha visto che era fatta di una cosa che assomiglia al latte: la caseina. Così ha imparato a fare la lana col latte e ha scoperto il lanital. Il lanital si fa vicino a noi a Cesano negli stabilimenti della Snia Viscosa.

 

Rifugio – Locale predisposto dalle autorità (ma ne esistevano anche di privati vedi scantinati), dove i cittadini sorpresi da un allarme aereo potevano trovare qualche riparo. Si scavano anche trincee in luoghi aperti (come le piazze) protetti da sacchi di sabbia per le schegge. L’avviso di bombardamento veniva fatto con una sirena d’allarme collocata su edifici pubblici e azionata nell’imminenza di incursioni aeree. Il continuo susseguirsi di questi allarmi in ogni ora del giorno, anche inutili per il passaggio di un semplice ricognitore, faceva di fatto saltare il sistema nervoso della gente.

Sfollati e profughi – Allontanamento di civili da centri popolosi o dalle città, in particolare dopo le prime incursioni aeree. Le famiglie più abbienti (ma anche chi non deve rimanere in città per motivi di lavoro, come le donne e i bambini), cercano di mettersi al sicuro in campagna, pagandosi vitto e alloggio. Ci sono casi di sfollamento forzato: come quelli che riguardano gli abitanti di edifici distrutti o danneggiati dai bombardamenti, che vengono sistemati in locali requisiti dalle autorità, fuori città e spesso in situazioni di fortuna. A questa categoria si aggiungono i cittadini provenienti da zone di guerra minacciate da invasione da parte del nemico, per esempio dalle colonie africane o dall’Istria.

Radio Londra - La BBC radio inglese iniziò nel 1939 a trasmettere in 46 lingue in tutti gli angoli del mondo, che fosse o no in guerra. Prima solo poche ore settimanali, poi oltre 40. Il primo messaggio rivolto all’Italia andò in onda il 22 settembre 1939. L’annunciatore era il Colonnello Stevens, che parlava un ottimo italiano, coadiuvato in seguito da Aldo Cassutto, Ruggero Orlando, i fratelli Treves e altri compreso uno che si faceva chiamare Candidus e sbeffeggiava il regime.

Costruzione rifugio antiaereo pubblico

  Le trasmissioni iniziavano con i classici rintocchi, tre punti e una linea (V come Victory) e il "Buona Sera" del Colonnello Harold Stevens (ascolta qui un suo messaggio speciale http://www.mclink.it/personal/MJ0350/libera/bbc/bbc.htm  ). Chi aveva un apparecchio in Italia ma anche in Germania, naturalmente a rischio della galera, cercava di sintonizzarsi sulle sue onde. Con le notizie e i programmi di intrattenimento, si mettevano in onda notizie per le famiglie di prigionieri italiani e messaggi in codice, noti solo a chi in clandestinità doveva svolgere determinate azioni (specialmente in vista degli sbarchi). In Italia si tentò alla meno peggio di contrastare il fenomeno e il giornalista Mario Appelius faceva il verso (imitazione) al colonnello disturbando le proprie emissioni radio e rispondendo-gli (si) con battute in pecoreccio mediterraneo. Una volta fece dire al colonnello che il giorno dopo avrebbero bombardato la base navale di La Spezia con relativo “ti aspettiamo” e il caso volle che proprio quel giorno ci fu una incursione. La gente da allora quando sentiva Appelius si toccava dove ci si tocca di solito per scaramanzia.
     

 

Sunto dal diario di Giuseppe Mauri - Monza

Il pomeriggio del sabato (il "Sabato Fascista") noi ragazzi dovevamo recarci alla GI.L. Dietro il Palazzo c'era un grande campo per le varie esercitazioni fisiche, per i corsi di caposquadra e dove ci veniva insegnata la disciplina paramilitare. I più piccoli con la divisa di Figli della Lupa, i ragazzi con quella di Balilla, mentre le femmine indossavano la divisa di Piccole Italiane e poi di Giovani Italiane. E questo lo si doveva fare per tutto l'anno scolastico sia col bello che col brutto tempo. Alla fine dell'anno scolastico si eseguiva il Saggio ginnico alla Villa Reale; si doveva rimanere ore sotto il sole. Molti di noi si esaltavano, altri si sentivano male...A scuola studiavamo anche "Il primo e il secondo Libro del Fascista" libri di testo con domande e risposte preparate a modo di catechismo. Ricordo che alla domanda “Perche il Duce ha sempre ragione?” il nostro papà ci diceva “Perché bisogna dargliela” ma la mamma “No, non dire così, poi lo ripetono a scuola!”. Poi venne la guerra! La cantina della nostra casa fu rinforzata con grosse travi e dichiarata idonea come Rifugio antiaereo, a ricevere tutto il vicinato durante i bombardamenti. Quando suonavano le sirene per l'allarme antiaereo, soprattutto di notte, la nostra cantina si riempiva per lo più di donne e bambini: E i bombardamenti incominciarono subito dopo quel fatidico 10 giugno 1940!.

     

  Un'altra notte, sempre durante l'allarme, una pattuglia di squadristi venne a prelevare un vicino di casa, che aveva scritto pochi giorni prima sul muro di cinta del campo di grano "Fine dell'eppoppea (sic) fascista". Fu portato via e ora è sepolto nel Cimitero di Monza tra i Partigiani. Durante l'allarme aereo di una notte dell'Ottobre 1942, nel rifugio cantina mentre ero semi addormentato, sentii precipitarsi giù dalle scale gli uomini che normalmente rimanevano in cortile, e quasi contemporaneamente i muri vibrare con enorme fragore. Gli Americani avevano sganciato cinque grosse bombe proprio vicino a casa nostra. Durante la guerra nelle ore serali e notturne fu imposto l'oscuramento: ciò significava che la città doveva rimanere completamente al buio. Anche noi fummo obbligati a dotare tutte le finestre di fogli di carta pesante di colore azzurro cupo (detta anche carta da zucchero) . Era severamente vietato far filtrare dalle finestre la luce. Se ti scoprivano finivi in prigione. Per controllare si alzava in volo sopra le nostre teste quasi ogni sera un piccolo aereo chiamato dalla gente Pippo. (Pippo in effetti era un ricognitore americano, ma per la gente allora tutto quello che volava si chiamava Pippo) Il nostro papà scendeva molto spesso, negli ultimi anni del conflitto, dalla zia Rachele che abitava in un appartamento situato in una ala della casa protetta da orecchie indiscrete, per ascoltare di nascosto le trasmissioni di Radio Londra. Il giornalista fascista Mario Appelius si inseriva spesso nella trasmissione stessa per renderne più difficoltoso l'ascolto, facendo ulteriore propaganda fascista e chiamando il commentatore inglese, mi pare si chiamasse colonnello Harold Stevens, asino di Londra. Una delle conseguenze tragiche della guerra era il problema della fame: i viveri si potevano acquistare in scarsa misura con le tessere annonarie. Era evidente che ognuno cercava di rivolgersi alla cosiddetta "Borsa nera" un fenomeno questo messo in piedi da gente poco scrupolosa che si accaparrava generi alimentari per poterli poi vendere a prezzi nettamente maggiorati. Anche la mamma andava a Bellusco con la Littorina ad acquistare dai contadini generi alimentari strettamente necessari e del granoturco, che poi macinavamo di nascosto nel laboratorio dello zio per farne polenta. Anziché rivolgersi alla borsa nera molte volte ci scambiavamo generi alimentari, sempre di nascosto dalle autorità. La mamma cedeva lo zucchero, di cui eravamo abbastanza provvisti perché nella nostra famiglia c'erano cinque bambini, per avere in cambio lardo strutto e farina. Capite perché noi, ora adulti e ormai vecchi, abbiamo imparato ad economizzare, o meglio a non sprecare, sia a tavola che in tutte le situazioni della vita?

Altre storie d’autarchia http://www.emiliaromagna.lafragola.kataweb.it/piacenza/medie/monticelli/story188601.html  in Calabria  http://www.illaboratorio.net/sto_06.html  Gli scienziati del Duce http://digilander.libero.it/freetime1836/libri/libri37.htm

     

LA CAMIONABILE ELETTRICA DELLA VALTELLINA

     

Reggio E. tram elettrico a batteria 1920

  Ho scoperto da poco una sconosciuta applicazione autarchica messa in atto nel 1938 per la costruzione della diga AEM (Azienda Elettrica Milanese) di San Giacomo in Valtellina. Il materiale rintracciato su un sito straniero fa riferimento a informazioni fornite da Alessandro Albè a cui si possono chiedere informazioni alcoalbe@tin.it  (sta scrivendo o ha già scritto un libro) e dal sito dell'azienda elettrica milanese http://www.storiadimilano.it/citta/milanotecnica/elettricita/aemstoria.htm.  Il dislivello e la portata d’acqua delle valli valtellinesi aveva fatto nascere l’idea di un utilizzo a “cascata” delle acque da bacino a bacino con relativa produzione di energia elettrica per la città di Milano e la sua società elettrica AEM . I manufatti sarebbero partiti dall’alto in Val Fraele ma i lavori non obbligatoriamente in quest’ordine. I lavori dell’impianto di Fraele (o Cancano) non furono iniziati fino al 1921 pur essendo previsti da tempo e andarono avanti per anni per le difficoltà di lavorare in quota (1900) nei periodi invernali: a questo impianto confluivano anche le acque raccolte da vari torrenti in Val Viola, tramite un complesso di opere di presa ed un lungo canale collettore. La diga venne terminata nel 1928. Un secondo impianto a monte di questo chiamato San.Giacomo venne interrotto dalla guerra nel 1940.
     

1940

  Per la costruzione di questo imponente sbarramento, del tipo a gravità, il cui coronamento, lungo oltre 1000 m, si trovava a circa 2000 m. di quota slm, fu realizzato un imponente insediamento per le maestranze, chiamato “Digapoli”. Nel dopoguerra ripresero i lavori e la diga fu completata nell’agosto del 1950. Ai suoi piedi fu costruita una centrale che sfruttava il salto di 75 m con il sottostante bacino di Cancano. Sempre qui poi nel 1953 iniziò la costruzione di un nuovo imponente sbarramento, denominato Cancano II, che fu collocato poche centinaia di metri a valle della prima diga di Cancano, alzando la quota di coronamento fino a 1900 m. slm; questo nuovo bacino captava con un imponente complesso di “canali di gronda” le acque provenienti da bacini anche piuttosto lontani, dalla zona del Gavia e dai Forni ad est (canale Gavia-Forni-Braulio), e dalla valle di Livigno a ovest (canale dello Spoel). Le acque del bacino Cancano II, che sommerse la precedente diga (ed anche l’insediamento dei dipendenti) venivano convogliate, con un salto di circa 650 m. nella sottostante centrale, situata in caverna profonda in prossimità di Premadio. All’uscita di questa centrale le stesse acque entravano in un lungo canale sotterraneo che mantenendosi in quota le convogliava alla nuova diga della val Grosina. 
 

1944

 

Per la diga di San Giacomo venne costruita una linea filoviaria di circa 80 km km. da Tirano a sopra Bormio (vedi foto a sinistra) con i "filocar Trolley" per il  trasporto dei materiali. Alcuni di quei "filocar" vennero adibiti in tempo di guerra, con i collegamenti bloccati e l’assenza di benzina, al trasporto delle persone. Con il termine Filocar Trolley si identifica un mezzo, alimentato da una linea aerea elettrica come i Bus di città. Il trolley propriamente detto è la struttura che prende energia dai cavi, come il pantografo del treno. Per il trasporto del materiale da Tirano a Boscopiano (66 km) poi da Bivio Molina alla Diga (14 km) vennero messi in attività 16 camion elettrici a 3 assi, 4 a due assi e due autobus trasporto personale.
These trucks were straight electrics, operating on 650 volts dc power from overhead lines. Concrete came by rail, in cylindrical containers, from concrete mills. These containers were transferred to the trolley trucks which transported them to the construction site. From there, cableways were used to carry the concrete containers to the dams. Other goods and personnel were transported directly to the dam. The three-axle trolley trucks were equipped with a removable body. This allowed either a normal flat body to be used, or a special one with rollers to accomodate the concrete containers.

     

  Il cemento arrivava a Tirano per ferrovia e in contenitori cilindrici veniva trasferito ai piedi della diga. Da lí, le teleferiche lo portavano in quota. I camion a tre-assi erano containerizzabili in modo da poter portare su rulli la betoniera, o a cassone altre merci. Una visita all'invaso dell'Aem è ancora una avventura, o almeno lo era 25 anni fa.
La Moretti di Torino (nota come carrozzeria) cominciò la sua attività nel 1925, costruendo motocicli e auto su telai Fiat, poi intervenendo anche sulla meccanica. Ebbe un grosso successo nel secondo dopoguerra dopo essersi fatta esperienza anche nel campo dei propulsori elettrici. Ad essa si attribuisce la costruzione di autocarri elettrici, ma non è confermata la notizia che possano essere quelli della Valtellina, probabilmente derivati da chassis tradizionali ed equipaggiati con un propulsore d'autobus modificato.

Moretti was founded in 1925 by Giovanni Moretti (born 1904 in Reggio Emilia) in order to design and build motorcycles, both of his own design and with agreements with other companies. Using the same engines, he also dabbled in micro-cars from 1928. After constructing various comercial vehicles during the war (a range of electric powered small trucks) and a 5 or 7 seat electric car in 1944, Moretti turned to conventional cars in 1946.

 

   

TORNA AL 1939