FEDERICO BAISTROCCHI

Napoli 1871- Roma 1946

           

Frequenta il collegio militare della Nunziatella* di Napoli e con la successiva scuola di applicazione di Torino riceve il grado di Sottotenente di artiglieria nel 1889. Partecipa alla campagna Eritrea del 1896 e alla guerra di Libia del 1911. Per meriti di guerra gli viene conferita la Croce di Cavaliere dell’O.M.S. e la promozione al grado di maggiore. Allo scoppio del grande conflitto è in Albania al comando di un raggruppamento fino al 1916. Rientrato in patria, scala come molti i vertici militari fino a comandare l’artiglieria della 5 e 7a armata dal Piave alla Vittoria. Gli artiglieri del generale Federico Baistrocchi, compiendo un’opera veramente titanica, riuscirono a salvare nei giorni di Caporetto tutti i pezzi della Bainsizza; non meno di quaranta batterie di medio e grosso calibro, che persero poi ai ponti del Tagliamento fatti saltare. Decorato di 3 medaglie d’argento veniva in seguito destinato come generale di Brigata a comandare l’artiglieria in Libia fino alla fine del 1919. Nel 1922, a pochi giorni dalla marcia su Roma, assicurò Mussolini che dalla piazza di Napoli (comandava la divisione) nessuno sarebbe intervenuto contro di lui. Fu deputato in Campania dal 1924 al 1939. Promosso generale di divisione comanda il IV Corpo d'Armata di Verona. Quando Mussolini assunse in proprio il Ministero della Guerra lo chiamò come sottosegretario (33-36) poi come Capo di S.M. dell’Esercito (1934). Sua in questo periodo la prima e seconda (36-39) riforma che doveva, non solo sotto il profilo uniformologico, rinnovare l’esercito italiano. Prendevano allora corpo una serie di modifiche pubblicate ufficialmente il 14 novembre 1933 in un compendio dal titolo “Aggiunte e Varianti n. 2 al Regolamento sull’uniforme del 1931” Le novità riguardavano tutte le uniformi in dotazione al Regio Esercito (e non solo) nel loro complesso: adozione della giubba grigio-verde a quattro bottoni e altrettante tasche a “toppa”, con il collo aperto (il che comportò conseguentemente l’introduzione parallela della camicia con colletto rovesciato e la cravatta di foggia borghese) .*Baistrocchi allievo Nunziatella a sinistra La sostituzione del chepì con il berretto piatto detto ironicamente “a padella”; in sintesi capi che, variamente modificati in alcuni dettagli, si sono mantenuti sino ad oggi. Per quanto concerne l’Arma dei Carabinieri, le uniformi erano pressoché identiche alle altre, solo di colore nero per gli ufficiali, turchino per sottufficiali e carabinieri; l’uniforme grigio-verde venne distribuita allo scoppio della seconda guerra mondiale ai reparti mobilitati e mantenuta anche nel dopoguerra. Sua la norma che istituiva l’insegnamento della cultura militare nelle scuole e la pre e post militare (addestramento). Come capo di S.M. Esercito propose in antagonismo a Badoglio la nomina a capo di S.M. Generale di Italo Balbo, creando tutti quei problemi noti fra i 3. La sua riforma fu solo in parte attuata, per i concomitanti conflitti etiopico e spagnolo che assorbirono molto denaro. La vittoria poi di Badoglio in Africa gli costò il posto. Senatore e conte dal 1939 fu arrestato il 18 aprile 1945 per “fascistizzazione dell’Esercito (inserimento delle CC.NN nei ranghi dei reparti, colletto nero etc.). Assolto nel 1946, morirà a Roma il 22 settembre 1946.

Torna all'indice dei personaggi

Chiudi