SUPERARE, O RIMEDI(T)ARE AYALTA?
Qui lo dico e qui lo nego:
la storia che storie - I retroscena di quella che
non viene definita la spartizione del mondo
Da Anpi Ass. Naz.
Partigiani d'Italia: La
conferenza di Yalta non stabilì quindi la spartizione del continente
europeo e del mondo intero in sfere d'influenza come spesso è stato
scritto ….
In «Superare o
rimeditare Yalta?»,
(Giovanni Buccianti Circolo Giuridico dell’Università di Siena**)
..... |
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... si documenta, in modo direi
inoppugnabile, quanto sia falso ed anzi surrettizio riferirsi a Yalta come
all’origine di una concordata divisione del mondo in due blocchi
(spartizione),
all’interno dei quali ognuna delle due Superpotenze sarebbe (stata) libera di fare
quello che vuole. A Yalta
non vi fu nulla di
tutto questo (spartizione), anche se qualche volta fa comodo pensarlo per
giustificare le attuali inerzie o errori (di chi). Vi fu, invece, un equivoco,
soprattutto da parte americana: in quel curioso misto di ingenuità e di
cinismo che sembra esser stata la sua più spiccata caratteristica di
«ultimo periodo», Roosevelt, già sfinito dalla fatale
malattia che lo avrebbe condotto a morte due mesi dopo, si illuse in modo
sorprendente sia sulla natura profonda del suo provvisorio alleato, sia
sulla possibilità di costruire con esso un’intesa amichevole e
pacifica fino alla fine del mondo
(neither the President
nor any one of us had the slightest doubt that we could live with them and
get on peaceably with them)
far into the future).
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Cliff Berryman, Washington Star (December, 1938)
** Siena si è svegliata scossa
dai sinistri scricchiolii della sua Università: il grido di allarme è
venuto da l’Unità, quotidiano comunista, che ha raccontato il buco economico che sta
travolgendo la sua istituzione, lasciando poco spazio a giustificazioni
e speranze.
Si tratta esattamente di un passivo di 150 milioni di euro, 300 miliardi
delle vecchie lire. Ora il conto è mettersi le mani nei capelli: servono
90 milioni per l’Inpdap e 20 per l’Irap. A questi 110 milioni, vanno
aggiunti i rossi con le banche, pari a 35 milioni di euro. Totale: 145
milioni. Con un escamotage, il bilancio viene fatto figurare a pareggio,
iscrivendo a bilancio crediti che non si riusciranno mai a recuperare
(deve essere una nuova norma del Codice civile che mi è sfuggita). |
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Con questa
altrui premessa Franco Bandini
passava in un suo articolo ad esporre la tesi se fu Stalin a prendersi
l’Europa dell’est o se furono gli occidentali a lasciargliela
prendere
con questo avvallando una spartizione che "non è mai esistita !!!". Della
malattia di Roosevelt (e del fatto che adesso si addossi tutto a lui) si è già detto:
che le intenzioni non fossero quelle di dividersi il mondo (cosa peraltro
utopistica) trova probabilmente d’accordo molti anche
se lo stesso Roosevelt vedeva quella dell'est come una democrazia legata alla «sfera
d’influenza» sovietica !?.
e quella occidentale di conseguenza, dobbiamo
presumere sempre per non spartire. Orbene di buone intenzioni è lastricato il mondo e
se la Storia la facessero le dichiarazioni avremmo sicuramente molti meno
problemi di quanti se ne abbia tuttora.
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Ndr:Dopo essere stato
io assente dalle
consultazioni elettorali per oltre una decina d’anni (molto tempo prima
che Grillo inventasse l'Antipolitica), nel 2006
avevo pensato di rimandare un viaggio per votare. Quando ho visto che i
candidati facevano a gara a chi tagliava più tasse ho rinunciato al
voto e sono partito tranquillo. Vinse Prodi se ricordate. Oggi 2008 dalla mia pensione mancano 50
euro al mese che fanno 650 l’anno e 1300 in totale per il
momento, senza contare il resto del
carovita che fa il
triplo e anche il quadruplo. Dal primo gennaio 2008 anzi la mia situazione è peggiorata. Se andate a leggere il libro di
storia, o assistete a una sua lezione
il Prof. Buccianti dell'Università
di Siena vi dirà che nel
2007 ci fu una riduzione generalizzata del carico fiscale !!!!!.
(
sempre secondo il principio delle intenzioni).
Se volesse provvedere al bonifico,
Professore, son sempre qui
!!,
Ma forse il professore appartiene a quella
categoria di persone che quando le tasse vanno sù ci va anche lo stipendio
sempre secondo il
principio delle intenzioni. |
Dalle memorie di
Churchill - Mosca 11 ottobre 1944 h. 22. «Troviamo un accordo sulle
nostre questioni nei Balcani», propose senza preamboli il premier
britannico.«Vi andrebbe bene se voi aveste un predominio del
90 % sulla Romania,
se noi avessimo il
90 % sulla Grecia,
e fare
50/50 sulla Jugoslavia?»,
e mentre l’interprete traduceva, Churchill abbozzava le percentuali su
un foglietto, aggiungendovi un
«50/50» per l’Ungheria
e una divisione della
Bulgaria in 75 % ai russi e 25% agli «altri».
(come
gestiva o avrebbe gestito quegli “altri e le frazioni resta un mistero,
infatti Stalin si prese tutto in barba alle percentuali, becchime per
polli senesi allevati in batteria)...
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Bandini inopinatamente poi riprende il
timone e con una serie di virate ci riporta a riconsiderare la
vicenda per come effettivamente si svolse nei suoi retroscena,
attenendosi strettamente, in quel che dice, ai fatti. Vediamo in corsivo
i suoi brani e la sua conclusione che si somma al capitolo Yalta e le
notarelle mosse dal sito. Il resto delle considerazioni, "spartizione si
- spartizione no" fino alla caduta del muro di Berlino, lo
lascio ai lettori che conoscono benissimo la politica del dopoguerra e
possono giudicare. |
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- Per una
folla di ragioni che non sono mai state indagate a fondo, (gli alleati)
chinarono la testa di fronte a
quello che era soltanto uno stereotipo, generato in parte dalla loro
ignoranza, ed in gran parte dal segreto impermeabile con il quale Stalin
aveva sempre nascosto al mondo le micidiali conseguenze, prima militari
e poi politiche, di un folle trentennio di sangue.
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«Catastrofe Demografica»,
a fine '44 l’Armata Rossa non aveva più soldati.
Ci cascò anche Hitler, dopo che c’erano cascati gli alleati e
forse lo avevano capito i Polacchi quando all’epoca della rivolta di
Varsavia dell'agosto '44 non un soldato russo si mise in strada per
aiutarli
(si sentiva il rumore delle cannonate lontane).
E qui torniamo alle stragi del primo conflitto (13,5 milioni), poi delle
purghe e delle emigrazioni (22 milioni) e dei tre anni di guerra mai
ripianati dalla natalità. Un calcolo brutale conta una perdita, morti,
feriti e prigionieri, di 36 milioni solo nell'ultimo conflitto: una
divisione al giorno. I soli caduti tedeschi furono 7 milioni compresi i
civili. |
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(Bandini)- A Yalta, sia Roosevelt, sia Churchill,
con diverso grado di credulità, strapparono infatti a Stalin il consenso
a libere elezioni in Polonia, elezioni «pulite», come le definì
Churchill: per cui non possiamo in alcun caso accollar loro la
deliberata intenzione di cedere all’Unione Sovietica, a prezzo di
liquidazione, sei grandi Nazioni e tre repubbliche Baltiche, con un
blocco di 140 milioni di uomini e donne che, dopo aver pregato per
5 anni di esser salvati dalla cupa dittatura nazista, ora stavano
facendo gli scongiuri per non cadere sotto quella sovietica, non meno
cupa. Dalla padella alla brace. Si trattò, dunque, di un “equivoco” basato su un errore di
prospettiva, al quale non fu estranea la «Nuova Sinistra» americana,
simboleggiata e riassunta da Harry Hopkins, consigliere fidatissimo di
Roosevelt (gli sopravviverà di pochi mesi), del quale il meno che si possa dire è che, per tutta la
durata della guerra, esplicò uno «zelo fanatico» nello spianare la
strada a Stalin, ben al di là di quei normali criteri di prudenza che
sono pressoché obbligatori per qualunque sana diplomazia. Nei quattro
convulsi mesi che precedettero la fine delle operazioni, gli Stati Uniti
regalarono di fatto all’Unione Sovietica tutti i frutti di una loro pur
smagliante vittoria: il mondo d’oggi e quello tormentatissimo di ieri,
sono l’inevitabile conseguenza di quella lontana ed incredibile
follia !!!.
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LA
SPIA HARRY HOPKINS |
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... When a government official defected from Stalin’s prison-state,
Hopkins unsuccessfully urged Roosevelt to return the man to the USSR even
though he knew that it would mean the man’s certain death. What explains
this bizarre behavior? According to Herb Romerstein and Eric Breindel,
authors of "The Venona Secrets: Exposing Soviet Espionage and America’s
Traitors", the reason is that
Hopkins, arguably the man with the greatest sway over our 32nd
President, was an agent of the Soviet Union. The proof of this
can be found in the secret "Venona" spy cables that United States
intelligence intercepted during the 1940s. Hopkins is identified as Agent
"19."In the 1960s, longtime KGB agent Iskhak Akhmerov professed at a
secret meeting of Soviet intelligence officers that Harry Hopkins was "the
most important of all Soviet wartime agents in the United States (ma
Hopkins a Yalta sembra esserci anche in barella nel pieno di una crisi per
il suo cancro allo stomaco che lo faceva sembrare uno Zombi).
Piccola traduzione: Quando un ufficiale Russo evase dalla prigione, Hopkins pregò Roosevelt di rimandarglielo anche se sapeva che
andava incontro a sicura morte. Perchè questi comportamenti bizzarri ?:
secondo alcuni autori Hopkins, l'uomo che aveva più influenza sul
presidente, era una spia sovietica. In una intercettazione veniva indicato
come agente 19 un importante persona dello staff presidenziale. Anni dopo un ex
agente Russo confermò questi dubbi.
(agente si agente no ?
http://goodspeedupdate.com/?p=1963 )
Further proof of Hopkins treachery
was provided by another KGB defector, Vassily Mitrokhin, in his 1999 book,
"The Sword and the Shield: The Mitrokhin Archive".
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Discorso di
Hopkins dopo Yalta |
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In our hearts we really believed a new day had dawned, the day we had
for so many years longed for and about which we had talked so much. We
were all convinced we had won the first great victory for peace, and when
I say we, I mean all of us, all civilized mankind. The Russians had proved
that they could be reasonable and far-sighted and
neither the President
nor any one of us had the slightest doubt that we could live with them and
get on peaceably with them far into the future. I must, however, make one
reservation—I believe that in our hearts we made the proviso that we
couldn’t foretell how things would turn out if something happened to
Stalin.
Trad. .Nei nostri cuori
abbiamo creduto realmente che sorgesse l'alba di un nuovo giorno, quel
giorno che abbiamo aspettato da sempre e di cui si è sempre parlato così
tanto. Eravamo tutti convinti di aver ottenuto una grande vittoria per la
pace e quando dico noi dico tutta l'umanità civilizzata. I russi avevano
provato che potevano essere ragionevoli e lungimiranti e né il Presidente
né nessuno di noi ha avuto il minimo dubbio che potevamo convivere pacificamente per tanti lunghissimi anni. Devo, comunque usare il
condizionale, e nei nostri cuori riservarci il dubbio di come girerebbero
le cose se capitasse qualcosa a Stalin. |
"Advise and Consent" |
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Il tema
è indirettamente (e sorprendentemente) chiamato in causa (in tempi non
sospetti 1962) dal film di Otto Preminger Tempesta a Washington tratto dal romanzo di
Allen Drury "Advise and Consent" (che è anche il titolo originale
del film),
con Charles Laughton (il cattivo, ultimo suo film), Don Murray,
Burgess Meredith, Henry Fonda e Walter Pidgeon. Quando il Presidente
degli Stati Uniti (morente) sceglie un Segretario di Stato nella persona
di Leffingwell (H. Fonda) si scatena nel Senato, chiamato a dare un
parere, una lotta politica senza esclusione di colpi (l'epoca però
è quella del maccartismo). Manovre di corridoio, complotti, ricatti e un
suicidio. Un giovane senatore dai metodi poco ortodossi cerca strumenti
per ricattare uno dei suoi oppositori, Brig Anderson, a capo della
commissione che deve fare luce sul passato di Leffingwell e che ne darebbe
un parere negativo dopo quanto scoperto sul suo passato di aspirante
comunista. Il giovane senatore trova infatti
elementi per il ricatto in un rapporto omosessuale che Anderson aveva
avuto molti anni prima quando era militare alle Hawaii. Quest'ultimo tema
e non il primo, che è passato sotto silenzio, ne hanno fatto una bandiera
del cinema omosessuale.
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Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in
Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle
stragi -54ª SEDUTA
Merc. 6 Ottobre 1999 -
Presidente PELLEGRINO
La seduta ha inizio alle ore 20,10.... I lavori proseguirono in seduta
segreta dalle ore 24.00 (*)
... omissis ... I lavori ripresero in seduta pubblica alle ore
00,06 (6 minuti di segreti).
Ammiraglio MARTINI - Krjuchkov (il capo del KGB) mi
disse, ad esempio, che loro erano i più precisi osservanti degli accordi
di Yalta. Ed era verosimile per il semplice motivo che i tre paesi
confinanti, Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria, che si erano ribellati,
loro non volevano che fossero aggrediti dalla propaganda americana. A loro
faceva comodo che ci fosse in Italia un forte Partito comunista. Mi disse
Krjuchkov: il Partito comunista in Italia non arriverà mai al potere
perchè noi cominceremmo a preoccuparci veramente, visto che è stato
assegnato a Yalta agli americani, non è un paese grigio come la
Jugoslavia, è un paese bianco; noi arriveremmo persino a prendere misure
attive. Misure attive nel gergo dei servizi significa fare la
disinformation: introdurre documenti falsi ed altre cose del genere.
Quindi loro avevano interesse che ci fosse un forte Partito comunista, ma
non che potesse arrivare al potere perché avrebbe turbato l’equilibrio al
quale loro tenevano molto, perchè secondo loro l’Italia non valeva i tre
paesi confinanti, che si erano già ribellati a loro. |
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-
Moneta corrente
nella storiografia moderna, è però che
si trattò di una follia
obbligatoria
!!!- in altre
parole, la potenza della Russia sovietica, ed in particolare quella delle
sue Armate vittoriose, era tale da non lasciare alcun margine per soluzioni diverse da quelle
che furono adottate nella realtà (!!!!). Fu perciò necessario, si conclude,
chinare la testa e trangugiare col sorriso sulle labbra quell’amara
medicina che nessuno zucchero avrebbe potuto addolcire.
(sempre Bandini in corsivo)
- Dietro (l'Armata Rossa), non
vi era più nulla, semplicemente perché lo sterminato serbatoio demografico
russo era stato prosciugato da tre decenni di perdite umane tanto
gigantesche da sembrare ancor oggi incredibili. Il rischio corso da Stalin
in quegli ultimi giorni di guerra fu veramente enorme, e non si trasformò
in catastrofe militare soltanto per la cecità degli Alleati, i quali non
rifletterono mai bene allo stretto grado di interdipendenza che correva
tra le loro vittorie e quelle sovietiche, che almeno dal 1943 avevano
sempre seguito, e perciò «sfruttato» i grandi successi alleati. In quello
stesso anno (1934), gli statistici sovietici stimarono che, nel 1939, la
popolazione avrebbe dovuto ascendere a 191.100.000 unità, con un aumento
di circa 45 milioni sull’ultima rilevazione, che era quella del 1926. I
dati del censimento del 1937 vennero tenuti segreti. Dall’interno della
Russia trapelarono notizie autorevoli secondo le quali, in quel 1939, la
popolazione utile (non reclusa) non doveva essere molto superiore a 147.000.000 !!!. (Il
conflitto se ne prenderà altri 18 ebrei compresi). Se la Russia
sovietica poté superare la durissima prova, questo fu dovuto a tre misure
draconiane: vennero impiegati in linea larghissimi contingenti di donne,
nei servizi, negli ospedali da campo, nelle sezioni mortai,
nell’artiglieria e persino nei reparti d’assalto. Furono riutilizzati
milioni di feriti, ed infine, mano a mano che l’Armata Rossa avanzava
verso il cuore dell’Europa, si provvide a racimolare effettivi semiforzosi
dalle Nazioni via via conquistate. Nell’aprile 1945, questi ultimi e dubbi
arruolamenti avevano raggiunto la cifra di quasi 900.000 uomini, 250.000
dei quali caduti in combattimento. |
Se Mussolini, Hitler e lo stesso Stalin erano dei
dittatori, allora la storia chi l’ha scritta: dei folli ?. Se questo è
un trattato sulla follia, che senso ha starne qui a discutere.
Nessuno la volle (la spartizione), nessuno la attuò, nessuno la subì,
nessuno è disposto a certificarla, ma due che la praticarono ci saranno
pur stati ..
se era obbligatoria. |
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- L’aspetto più
sorprendente di queste considerazioni, d’altra parte difficilmente
contestabili, sta nel fatto che nessuno si sia accorto, né allora, né
oggi, di quanto militarmente debole fosse nel 1945 e nell’immediato dopo
guerra l’Unione Sovietica, la cui «densità» militare, in rapporto alle
sterminate frontiere era caduta a così bassi livelli da rendere quasi
insolubile il problema di una difesa efficace, anche senza tener conto del
monopolio atomico americano.
Fu un bell’esempio di cecità prima professionale e poi politica, in campo
alleato, purtroppo dalle micidiali conseguenze. Da Stalingrado in poi, la crisi degli
effettivi sovietici determina largamente l’atteggiamento dello «Stavka» e
di Stalin. Kursk, il «carnaio», avviene nel luglio 1943, all’ombra dello
sbarco alleato in Sicilia, e la successiva offensiva sovietica della prima
decade d’agosto 1943 scatta in Ucraina dopo il ritiro dal fronte russo di
Divisioni tedesche avviate in Italia per il colpo di Stato del 25 luglio.
Questa spinta sovietica si esaurisce all’inizio del 44, per essere seguita
da una grande offensiva sul fronte centrale soltanto il 22 giugno 1944,
sedici giorni dopo lo sbarco alleato in Normandia.
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Dell’agosto '44 in
Polonia si è detto sopra. Una manovra che libererà 300.000 soldati russi
dalla Finlandia è l’armistizio con Mannerheim, che rivolge le sue armi
contro i tedeschi per un trattamento più "umano" nel dopoguerra.
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- Viene chiesto insistentemente agli Alleati
che entrino in guerra la Svezia e la Turchia, e quando gli inglesi
obiettano che quest’ultima non ce la farebbe mai senza aiuti, Stalin
ribatte che non è affatto necessario mandarli, visto che lo scopo è
soltanto quello di attrarre riserve nemiche, ed al diavolo tutto il resto.
Persino l’Italia meridionale appena liberata viene messa a contribuzione:
quando Badoglio spedisce le sue cartoline precetto in Sicilia per
reclutare le nuove forze armate, e nasce il movimento dei «non si parte»,
è proprio il Partito Comunista che si batte per far rimettere le stellette
ai riottosi siciliani. La cura con la quale
Stalin cercò di nascondere
agli occidentali, d’altra parte riuscendovi perfettamente, almeno tre
gravi sconfitte delle sue Armate tra l’agosto 1944 ed il marzo del 1945.
Una per tutte quella che toccò a Cerniakovsky ed al 3° Fronte Bielorusso
che il 15 ottobre 1944 era passato all’offensiva, conquistando lungo i
confini della Prussia orientale Gumbinnen e Goldap, mentre la Il Armata
della Guardia giungeva a Nemmersdorf con un balzo di 60 chilometri.
Passata all’offensiva, l’Armata Panzer di Hossbach, prima respinse e
distrusse la IV Armata della Guardia, poi il grosso del 3° Fronte. Il 5
novembre, i russi dovevano rassegnarsi ad una sconfitta che era costata
100.000 uomini, 1000 carri e 300 cannoni. |
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Bandini passa a descriverne altre due
di cui una virtuale, attacco Russo al Giappone, rilevabile
anche da una lettera scritta a
casa da Bob Dole, futuro candidato alla Presidenza, nel marzo del ‘45 dal fronte della Gotica...
The war news really sound good.
I guess Russia plans on helping us with Japan....
le notizie di guerra sono
confortanti, sembra che la Russia si prepari a darci una mano contro il
Giappone.....
ma che Bandini riporta addirittura ancora più indietro, all’ottobre 1944, e che fece
inquietare non poco Stalin. Stalin rifiutò seccamente di prendere
un impegno scritto: allarmatissimo dichiarò che, se la notizia fosse
trapelata, egli avrebbe potuto, essere attaccato dall’Armata nipponica del Kwantung, rimettendoci Vladivostock e 30 Divisioni. Si impegnerà
ufficialmente solo a fine luglio quando saprà che gli americani hanno
l’atomica “operativa” (tanto per non sapere ne leggere ne scrivere). Lui
coi giapponesi aveva firmato un contratto di pace valevole fino al 1946. |
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La
controprova si ebbe nell’agosto 1945, alla capitolazione del Giappone.
Alle due del mattino dell’11 agosto (3 giorni dopo essere entrato in
guerra-Hiroshima (6 agosto) e
Nagasaki (9 agosto)
), Molotov ministro russo disse all’ambasciatore
americano Averell Harriman che in Giappone avrebbero potuto esserci due
Comandanti Supremi, Mac Arthur e Vasilievsky, dal momento che in guerra c'erano
anche loro. Furioso, Harriman
ribatté che non se ne parlava nemmeno, dal momento che l’America
combatteva col Giappone da quasi 4 anni. Concitatamente, Molotov
disse allora «che si sarebbe dovuto parlare dei sacrifici russi in
Europa», per cui Harriman preferì interrompere il discorso, rientrando in ufficio in stato di grande collera ed agitazione. Ma dopo neppure
dieci minuti, gli arrivò una telefonata di Pavlov, l’interprete di
Molotov, il quale presentò le sue scuse e disse «che c’era stato un
equivoco». La «catastrofe demografica» stava producendo i suoi effetti
sinistri. Appena sei mesi prima, a Yalta, gli Alleati non ebbero la
percezione che stavano trattando con l’ombra di una ex Grande Potenza, e
non compresero quali terribili problemi militari la Russia avrebbe dovuto
risolvere, nell’immediato futuro.
Franco Bandini |
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POLONIA
Da Anpi Ass. Naz.
Partigiani d'Italia: La
conferenza di Yalta non stabilì quindi la spartizione del continente
europeo e del mondo intero in sfere d'influenza come spesso è stato
scritto …
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George Bataille ….. Frustrati dall’ ostruzionismo russo gli inglesi
e gli americani in una dichiarazione congiunta il 19 marzo 1945 e in
lettere personali da Churchill a Roosevelt il 29 marzo precedente, informarono
Stalin che l'accordo di Yalta sulla Polonia veniva male
interpretato. Yalta, essi hanno affermato, non ha permesso un veto da
parte di Lublino** o da parte dei tre grandi fuori (escludendo i) dai
polacchi. Inoltre i polacchi dovrebbero essere in grado di
risolvere da se stessi il problema della composizione dello stato
provvisorio. Infine gli osservatori alleati dovrebbero essere
ammessi in Polonia (per vedere cosa vi si fa). Roosevelt
iniziava categoricamente la sua lettera dicendo che la
continuazione e il mantenimento del regime attuale di Varsavia
sarebbe inaccettabile per Washington e farebbe apparire Yalta agli
occhi degli americani un fallimento. Molotov addirittura rifiutava
di discutere i telegrammi di Roosevelt o Churchill alla sesta
riunione della Commissione il 2 aprile perché erano indirizzati al
maresciallo Stalin. E il 7 aprile, Stalin inviò una nota
personale a Roosevelt ribadendo le affermazioni di Molotov e dicendo
che i colloqui avevano raggiunto un vicolo cieco a causa
dell'intransigenza di Harriman e Kerr in deroga ai principi di
Yalta. Stalin ha addirittura accusato Roosevelt di aver tentato di
escludere i funzionari del governo provvisorio di Lublino**. Solo i
polacchi che hanno accettato le decisioni di Yalta, compresa la
linea Curzon (il confine più a occidente), e sono stati buoni con l'Unione Sovietica saranno
invitati a una conferenza a Mosca. Tra il rancore crescente,
Roosevelt ora guardava alla S.F. conference sempre più come la
risposta alle affollate incertezze ed enigmi che gravavano ormai su di lui
(sulla sua malattia e sulla sua capacità di giudicare). In
un'ultima intervista a fine Marzo con Anne O'Hare McCormick, che
stava scrivendo un pezzo per il New York Time Magazine, Roosevelt
confidò che aveva previsto un diverso tipo di ordine mondiale. Oltre che sul
fatto di portare a termine una guerra la McCormick si annotava che i
pensieri di Roosevelt erano monopolizzati dalla riunione al Golden
Gate. Voleva che la conferenza fosse l’atto culminante della sua
carriera. Preparò il luogo e la data accelerando i preparativi nella
convinzione che essa fosse estremamente urgente. Roosevelt morirà di
li a pochi giorni il 12 aprile se nza aver potuto inaugurare la
conferenza.
** Il Comitato
Polacco di Liberazione Nazionale (in polacco: Polski Komitet
Wyzwolenia Narodowego, PKWN), anche conosciuto come Comitato di
Lublino, fu il primo abbozzo di governo provvisorio della Polonia
proclamato ufficialmente il 21 luglio 1944 a Chełm sotto la
"cappella" della Krajowa Rada Narodowa (KRN) in opposizione al
governo polacco in esilio di Londra. Esercitò il controllo sui
territori polacchi riconquistati alla Germania nazista e fu
sostenuto dall'Unione Sovietica. Nel gennaio 1945, dopo che l'Unione
Sovietica liberò Varsavia, il PKWN fu trasformato nel Governo
Provvisorio della Repubblica di Polonia che doveva governare le aree
strappate dall'Armata Rossa alla Germania nazista fino allo
svolgimento delle elezioni. Fatti simili (di governi provvisori)
avvennero in molti altri stati dell'Europa dell'est sotto il
controllo dell'Armata Rossa, come ad esempio in Romania nel marzo
1945, dove il governo comunista fu eletto manipolando voti ed
eliminando le voci contrarie di partiti politici. Gli alleati del
futuro blocco occidentale assistettero a questi eventi con ansia,
specialmente perché Stalin aveva accettato precedentemente la Carta
Atlantica e l'aveva firmata alla Conferenza di Yalta, promettendo di
far svolgere elezioni democratiche nelle nazioni controllate
dall'Armata Rossa, dopo aver firmato la "Dichiarazione sull'Europa
Liberata". |
George Bataille .. testi originali…
Frustrated by the russian
stonewalling the british and Us governements in a joint statement on
march 19, 1945 and in personal letters from Churchill and Roosevelt
on march 29, informed Stalin that the yalta accord on Poland was
being misinterpreted. Yalta they argued did not permit a veto by
Lublin or the Big Three of outside poles. Further the poles should
be able to resolve the composition of the provisional state
themselves. Finally allied observers should be admitted to Poland.
Roosevelt flatly started in his missive that a thinly disguised
continuance of the present Warsaw regime would be unacceptable to
Washington and make Yalta a failure in the eyes of americans.
Molotov refused even to discuss the Roosevelt or Churchill cables at
the sixth meeting of the commission on aprile 2 because he said they
had been addressed to marshall Stalin . And on april 7, Stalin sent
a personal note to Roosevelt reiterating Molotov’s contentions
saying the talks had reached a dead end because of the intransigence
of Harriman and Kerr in departing from Yalta principles. He even
accused them of trying to exclude Lublin officials. Only Poles who
accepted the Yalta decisions, including the Curzon Line, and were
friendly to the soviet union should be invited to a Moscow meeting.
Amidst the increasing rancor , Roosevelt now looked upon the S.F.
conference increasingly as the answer to all conundrums crowding in
on him. In a final interview in late march with Anne O’Hare
McCormick who was writing a piece for the N.Y. Time Magazine
Roosevelt envisaged a different kind of world order. Though on the
verge of vinning the war, McCormick noted, Roosevelt thoughts were
fixed on the meeting at The Golden Gate. He was looking to the
inauguration of the S.F. conference as the crowning act of his
career. This was his project. He prepared it, set the time and place
of the meeting, speeded up the preparations in the belief that it
was supremely urgent |
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Despite the
sudden......
Nonostante
l'improvvisa morte del presidente Roosevelt ai primi di aprile (12),
la Conferenza delle Nazioni Unite per l'Organizzazione
Internazionale convocata come previsto in S. Francisco ebbe luogo
(25 aprile 1945). Il presidente Roosevelt aveva lavorato per il suo
discorso alla conferenza prima di morire. Tale indirizzo mai
consegnato contiene le parole spesso citate:
"Il lavoro, amici
miei, è la pace, più che la fine di questa guerra e l'inizio della
fine di tutte le guerre, ... come si va avanti verso il grande
contributo che ogni generazione di esseri umani può dare in questo
mondo, il contributo di una pace duratura, io vi chiedo di
mantenere alta la vostra fede ... ".
ONU
Dopo un lungo dibattito, le piccole e medie nazioni riuscirono a
limitare l’uso del veto nel Consiglio di sicurezza da parte dei 5
grandi (che allora erano USA, URSS, Gran Bretagna, Francia e Cina,
ma era la Cina ante rivoluzione di Mao). Herbert V. Evatt, allora
vice primo ministro australiano, che era in prima linea in questa
lotta, dichiarò:. "Alla fine la nostra costanza ha avuto qualche
buon effetto. Le grandi potenze si sono rese conto che le potenze
più piccole non avrebbero accettato una Carta mancante di alcune
esigenze minime per la limitazione del diritto di veto, e cioè., che
non ci dovrebbe essere veto all’agenda dei punti all'ordine del
giorno [del Consiglio di sicurezza] e nessun veto sulla discussione.
Un altro importante cambiamento determinato dalla volontà delle
nazioni più piccole è stato dare all'organizzazione mondiale più
competenze in materia sociale ed economica. Creazione di un
Tribunale Internazionale. La conferenza di San Francisco ha inoltre
adottato all'unanimità la costituzione di una Corte Internazionale
di Giustizia come organo principale delle Nazioni Unite. Lo statuto,
che era stato inizialmente redatto da giuristi provenienti da 44
nazioni riuniti a Washington nell'aprile del 1945, entrò a far parte
della Carta delle Nazioni Unite.
Despite the sudden
death of President Roosevelt in early April, the United Nations
Conference on International Organization convened as scheduled.
President Roosevelt had been working on his speech to the conference
before he died. That never-delivered address contains the
often-quoted words: "The work, my friends, is peace; more than an
end of this war—an end to the beginning of all wars; … as we go
forward toward the greatest contribution that any generation of
human beings can make in this world—the contribution of lasting
peace—I ask you to keep up your faith…." After much debate, the
smaller and medium-sized nations succeeded in restricting the Big
Five's use of the veto in the Security Council. Herbert V. Evatt,
then deputy prime minister of Australia, who was in the forefront of
that fight, declared: "In the end our persistence had some good
effect. The Great Powers came to realize that the smaller powers
would not accept a Charter unless certain minimum demands for
restriction of the veto were accepted, viz., that there should be no
veto upon the placing of items on the [Security Council] agenda and
no veto on discussion [in the Security Council] …. If this vital
concession had not beenwon, it is likely that discussion of matters
in the open forum of the Security Council would have been rendered
impossible: If so, the United Nations might well have broken up."
Another major change resulted from the desire of the smaller nations
to give the world organization more responsibilities in social and
economic matters and in colonial problems. Creation of a New World
Court The San Francisco Conference also unanimously adopted a
constitution—called the Statute—for an International Court of
Justice to be incorporated as a main organ of the UN and to succeed
the Permanent Court of International Justice established by the
League of Nations. The Statute, which had originally been drafted by
jurists from 44 nations meeting in Washington in April 1945, became
part of the Charter of the UN.
**Lublino
nel 1939 contava 40.000 ebrei su 122.000 abitanti. Il progetto
primigenio tedesco sugli Ebrei prevedeva che qui dovesse sorgere un
governatorato autonomo (una specie di riserva indiana giudaica) in
cui concentrare gli ebrei polacchi e quelli espulsi dalla Germania.
Dal febbraio 1940 altri 63.000 deportati ebrei vennero fatti
confluire a Lublino. Tuttavia i tedeschi avevano sottovalutato le
difficoltà connesse ad un concentramento di più di due milioni e
mezzo di ebrei. Così dopo due mesi il piano venne sospeso. Frattanto
i tedeschi - seguendo il loro schema consueto - ordinarono la
costituzione di uno Judenrat (Consiglio Ebraico) di 24 membri. Ciò
che volevano era una collaborazione per la creazione di lavoro
forzato coatto, la cooperazione per la formazione di liste di
persone da deportare ed il controllo di eventuali attività
antitedesche. Lo Judenrat reagì cercando di organizzare attività
come la fabbrica di armamenti della Deutsche Ausrustungswerke. Dal
1941 tutto questo fini col piano di eliminazione fisica della razza
ebraica. Dopo un anno non restava più un ebreo a Lublino.
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ndr... aveva termine la
distensione, ed aveva inizio il regime polacco e la calata della cortina di
ferro per ulteriori 50 anni fino alla caduta dei muri divisori. La spartizione come dice l'ANPI è una pura teoria antistorica
e forse è anche di destra: o come direbbe Monti nel 2012 "il 25 aprile italiano
è una data che unisce". Se non fosse così ignorante sarebbe anche divertente. |
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