Da Yalta a Potsdam
I casi Polonia e Italia
La fantastica ipotesi di lavoro di Piero Sella
Roosevelt « ho ottenuto tutto quello che volevo
e non l'ho neppure pagato troppo caro! ».
....segue
....È quindi obiettivo politico quello
che si prefiggono gli americani,
non militare. E quanto ciò sia vero è dimostrato dal fatto che al
generale Mac Arthur vengono sottratti trasporti utilissimi nella
campagna delle Filippine, per utilizzarli nell'invio di rifornimenti ai
sovietici a Vladivostok. Ne è ulteriore conferma il fatto che a Yalta si
discute del problema giapponese senza che da parte americana siano
interpellati il comandante delle forze di terra Mac Arthur e il
comandante della flotta del Pacifico Nimitz. Roosevelt ed i suoi
apparentemente svaniti consiglieri sapevano benissimo che i due
comandanti in capo non avrebbero che potuto confermare quanto fosse
inutile l'appoggio russo, per di più non immediato, contro un paese che
poteva dirsi già vinto. Pur di avere i sovietici con loro, invece, gli
Americani non badano a spese. Per assicurarsi l'intervento sovietico —
entro tre mesi dalla caduta della Germania — vengono promesse ai Russi:
Sakalin, le Curili, la Manciuria, forse dimenticando di averla in
precedenza già promessa all'alleato cinese generalissimo Chang Kai Shek.
Roosevelt arrivò anche a proporre, sulle spalle dell'alleato francese
assente, un mandato dei tre grandi sull'Indocina. Con lungimiranza
soggiunse: « gli Indocinesi son gente di piccolo calibro, per nulla
bellicosi! ». ndr:
si potrebbe quindi presumere che le successive cause del Muro di Berlino
fossero speculazioni edilizie
sbagliate o beghe di condominio
http://lombardia.indymedia.org/node/29508
chi è chi Piero
Sella - La rivista online Uomo Libero è diretta da Piero Sella, già
dirigente di Rinascita Nazionale*
questi, nell’ambiente
antagonista, si è creato una qualche fama con il suo ”L'Occidente contro
l'Europa”, volume, che, oltre ad essere un pesante atto di accusa nei
confronti dei vincitori della Seconda Guerra Mondiale, da tempo pare
essere un punto di riferimento presso i seguaci del revisionismo
olocaustico |
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Roosev
E lT.
da "L'uomo libero" n. 10 del 1/4/82 (Piero
Sella Fondatore de l'Uomo libero, studioso di storia del novecento e di
politica internazionale, collabora altresì con il quotidiano di
liberazione nazionale "Rinascita"*
ex Pci)
... Oggi può essere utile al gioco U.S.A. far credere che Yalta non
rappresenta il volto degli Usa, ma solo quello della sopraffazione
comunista, contro la quale anzi gli Stati Uniti sono l'unica difesa e ci
invitano comunque a mettere una pietra sopra eventuali errori del passato.
Ma Yalta per gli USA fu tutt'altro che un errore. Fu lo strumento
diplomatico attraverso il quale essi raggiunsero gli scopi che con il loro
sforzo militare ed economico si erano prefissi. E questi scopi erano di
imporre in Europa ed in Asia una gestione politica egemonica nella quale
fosse coinvolta l'altra maggior potenza mondiale, la Russia comunista. Ed
una tale politica non poteva avere sviluppo altro che in chiave
antieuropea. Per attuarla non occorreva assumere nei confronti dei
sovietici una tattica battagliera; era sufficiente dar spago alla loro
prepotenza e, fingendosi ingenui, dimostrare intransigenza su punti di
scarsa importanza sui quali ai sovietici cedere non sarebbe costato nulla
(cfr. l'ONU), per essere invece condiscendenti verso quelle mire
sovietiche che fossero coincidenti col disegno perseguito di spartizione
del mondo. Fu tale la prudenza degli americani nel perseguire l'attuazione
di questa strategia, che prestarono la massima attenzione, affinché nessun
torto, neppure indiretto, venisse fatto ai sovietici. Agli Inglesi,
impegnati in Grecia a reprimere la rivolta comunista, furono rifiutate ad
esempio, nell'autunno 1944, dall'ammiraglio King, su espresso ordine di
Roosevelt, le navi necessarie al trasporto dei rinforzi. Non si doveva
creare ai sovietici alcuna preoccupazione nei Balcani che potesse
distrarli dal ben più importante risultato che da essi ci si aspettava: la
celere avanzata nel cuore dell'Europa che doveva coinvolgerli durevolmente
nell'occupazione della Germania. Sistemate le cose in Europa con la
spartizione di fatto tra Anglo Americani e Sovietici, postisi sui
territori occupati anche fisicamente a contatto, minor importanza vennero
ad assumere le questioni che attraverso la spartizione si erano fatte
ormai di competenza interna a ciascuno dei due blocchi. Tutta una serie di
ampie concessioni fu infatti operata senza resistenza dagli Americani e
dagli Inglesi, a favore dei Sovietici sulla pelle dei popoli balcanici e
di quelli dell'Europa centro-orientale.
Esempio emblematico di ciò fu la
Polonia, per la sopravvivenza e libertà della quale essi avevano scatenato
il conflitto (questa almeno la tesi ufficiale) e che fu invece abbandonata
alla schiavitù comunista, privandola per di più, definitivamente, dei
territori che a oriente i Russi le avevano sottratto d'intesa con Hitler.
Gli occidentali si disinteressarono in sostanza di qualsiasi cosa fosse
per accadere dietro la cortina di ferro. Il loro mondo finiva dove
iniziava quello comunista, un mondo diverso
ma i cui obiettivi
di sopraffazione sull'Europa erano perfettamente coincidenti coi loro. Ecco
il perché del consenso ai nuovi confini di Russia-Polonia-Germania e di
quanto a tale sistemazione seguì. I nuovi confini furono infatti la
premessa politica per quella gigantesca operazione di sterminio e
deportazione delle popolazioni germaniche che configura il più grande
spostamento di popoli dei tempi storici, e che ha portato l'espansionismo
slavo ad occupare, nel cuore del continente europeo, territori che mai lo
avevano visto attivo e presente, con pregiudizio gravissimo per il futuro
dell'Europa. Lo scacchiere del
Pacifico, andava regolato con gli stessi intendimenti strategici usati
in Europa. L'Unione Sovietica andava trascinata in guerra contro il
Giappone per coinvolgerla, anche sul versante del Pacifico, nella
gestione della pace. Roosevelt sa benissimo che la lotta col Giappone è
finita, sa che il contributo dell'U.R.S.S. consisterà unicamente nel
partecipare alla divisione delle spoglie del vinto . Vuole che dalla
pugnalata alla schiena inferta al Sol Levante, i Russi traggano vantaggi
tali da poterli associare nel mantenimento dei nuovi equilibri destinati
a reggere le sorti dei popoli che si affacciano sull'Oceano Pacifico.
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<<<<<continua in alto a sinistra |
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dalla rete si trascrive
: La testata
"Rinascita" è stata già presente..... con un compito a senso unico: propagandare
tra gli iscritti del Pci il "vero" (Пра́вда, Pravda in
italiano "Verità") l'ortodosso comunismo filosovietico dei Togliatti, Longo, Secchia,
Berlinguer ..... . Il che escludeva ogni libertà di
pensiero e di dibattito. Unico scopo, negativo, del periodico era
infatti la formazione del militante di base - o di nomenklatura - del Pci in modo "ideologicamente corretto". "Rinascita", esaurì ogni funzione di agit-prop ideologico interno, con il
crollo del Muro di Berlino, con il crollo dell'Urss, ... Rinascita non è più dunque
esclusivamente una serie di fogli di carta stampata. E’ diventato, sta
diventando, una potente cinghia di trasmissione del pensiero antagonista
alla liberaldemocrazia !!.
(anche la Pravda si è aggiornata se
nell'ultimo numero on line del novembre 2007 sviscera "I segreti
del sesso virtuale on-line in Russia") |
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Field Marshal Alan
Francis Brooke, 1st Viscount Alanbrooke, KG, GCB, OM, GCVO, DSO (July
23, 1883 - June 17, 1963)
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Alanbrooke on Churchill:
"He knows no details, has only got half the picture in his
mind, talks absurdities... And the wonderful thing is that 3/4 of the
population of the world imagine that Winston Churchill is one of the
great Strategists of History...Without him England was lost for
certainty, with him England has been on the verge of disaster time and
time again."
Alanbrooke on Eisenhower:
"I am afraid that Eisenhower as a general is hopeless! He
submerges himself in politics and neglects his military duties, partly,
I am afraid, because he knows little if anything about military matters."
Alanbrooke on Stalin:
"He has got an unpleasantly cold, crafty, dead face and
whenever I look at him I can imagine his sending people off to their
doom without even turning a hair."
Alanbrooke on Truman:
"Sono stato molto interessato a questa prima riunione con Truman, dopo
le molte con Roosevelt. Nel complesso mi piace, non ha la personalità
del suo predecessore, ma ha intelligenza rapida, onestà,il senso pratico
di un uomo d'affari ed è simpatico. La sera precedente in una delle sue
icastiche considerazioni Stalin ha detto di lui -la sua migliore qualità
è di essere onesto - e non è molto lontano dal vero" |
In August 1939
Brooke was appointed head of Southern Command and on the outbreak of the
II World War went to France as a member of the BEF under General John Gort. In June 1940 Brooke played a leading role
in the evacuation of British troops at Dunkirk.Brooke returned to Britain
and in July 1940 he replaced Edmund Ironside as commander of the Home
Forces. In this post Brooke had several major disagreements with
Churchill about military strategy. It therefore came as a surprise when
Churchill appointed him Chief of Imperial Staff (CIGS) in December 1941. Although
the two men continued to disagree about a large number of issues, for
example, Brooke favoured an early invasion of Europe on order to take
pressure off the Red Army on the Eastern Front, He gradually became
Churchill's most important military advisor in the war. Brooke was offered
command of the British troops in the Middle East in August 1942 but turned
it down suggesting General H. Alexander for the post. In his diary
Brooke recorded that it was more important for him to remain in Britain in
order to stop Churchill making any major military mistakes.Churchill had
promised Brooke command of Operation Overlord in 1944. However, President
F. D. Roosevelt insisted that General D. Eisenhower should be
given this important task. For most of the Second World War, Brooke was
the foremost military advisor to the Prime Minister, W. Churchill,
the War Cabinet, and to Britain's allies. As CIGS Brooke was the functional head of the Army, and as
chairman of the Chiefs of Staff Committee, he was responsible for the
overall strategic direction of the war effort. |
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da The Churchill Centre
... Even when they
were published in 1957, the diaries were heavily censored (Diaries
uncensored from 2001 edition) both
on grounds of national security and
for fear of antagonising powerful figures such as the then American
President Dwight Eisenhower and the past and serving prime ministers
Winston Churchill, Anthony Eden and Harold Macmillan.They are now
published unexpurgated for the first time and, although it has long been
no secret that Alanbrooke did not always see eye to eye on strategic
matters with Churchill, it is only now apparent that for much of the war
he could hardly bear the prime minister. Churchill, on the other hand,
seems to have harboured no reciprocal ill-will towards Alanbrooke.
Alanbrooke's influence on global strategy cannot be underestimated. It
was he, more even than Churchill, Roosevelt or Stalin, who set out the
stages by which Nazi Germany was going to be defeated in the West. It
was he who laid down the crucial sequence of North Africa, Italy and
Normandy as the path to Berlin ...
http://www.winstonchurchill.org/i4a/pages/index.cfm?pageid=307
A desperate day! We are further from obtaining agreement than we
ever were…there was disagreement between the Joint Planners on the
question of Burma…the main difficulty rested with the fact that the USA
Joint Planners did not agree with Germany being the primary enemy and were
wishing to defeat Japan first!!!' (Casablanca
Conference, January 1943)
Sopra Cecilienhof, ex residenza estiva del Kaiser sul
lago Babelsberg sede della conferenza. Oggi è un albergo a 5 stelle e
potete dormire nel letto di Stalin.
I russi si trovavano perciò in uno stato addirittura euforico
(loro vincevano e sul fronte occidentale gli alleati nicchiavano come in
estremo oriente). Accolsero gli alleati con la consueta profusione di
ospitalità orientale, ma intendevano cogliere l'opportunità del ritardo
per combinare i loro affari al minor prezzo possibile. Quello che
importava loro non era di sconfiggere la Germania, ma di estendere il loro
dominio sull'Europa. Volevano tenersi la metà orientale della Polonia e le
repubbliche baltiche (come fecero), ignorare le garanzie fatte alla
Polonia (la guerra era scoppiata per questo quando Stalin era in combutta
con Hitler, se no si poteva anche evitare).Volevano anche fare della
Romania, Bulgaria, Ungheria, Albania, Jugoslavia altrettanti stati
satelliti e se fossero riusciti ad arrivarci prima anche dell'Austria,
Cecoslovacchia, Germania, Danimarca e Norvegia . (Yalta Conference
-
codice argonauta-, february
1945)
Ho passato il pomeriggio leggendo i verbali delle riunioni. una
lettura davvero interessante: un particolare risulta più chiaramente di
qualsiasi altro ed è che non è stato deciso nulla.
Dice ancora Alanbrooke
su Potsdam.
Potsdam
codice Capolinea dal 17/7/45-2/8/45
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Dalla conferenza di Yalta, che risaliva solo a 6 mesi addietro,
molta acqua era passata sotto i ponti. Roosevelt era morto e non aveva
visto la fine della guerra in Europa e neanche da lontano il suo incubo
Giappone. Il concetto di diritto "dove si pianta la bandiera è tuo" era
già applicato in tutta Europa con buona pace dei foglietti. Roosevelt
prima d morire, il 12 aprile 1945, si svegliava nel sonno urlando "sono
stato ingannato da Stalin". Lui che a Yalta aveva detto
«se Stalin
dà la sua parola, si può avere in lui assoluta fiducia
», «
gli voglio bene e penso che anche lui me ne voglia ! » o vado più
d'accordo con lui che con Winston. In
Inghilterra, guerra o non guerra era turno di elezioni e molte delle
sortite di Churchill (tory) non erano state digerite. Per il futuro, per
l'impero coloniale più grande del mondo si navigava a vista (le promesse poi fatte a destra a manca erano un altro
capitolo dolente). Il 5 luglio si votò nei territori della Regina, poi in
tutti quelli sparsi per il mondo in seggi organizzati improvvisati per
militari e civili. Lo spoglio e la raccolta fu lunga. Il dubbio che il
paese gli fosse contro non lo sfiorava, ma si fece comunque accompagnare
da Attlee (laburista) per l'apertura della conferenza a Potsdam. Il 26,
quando venne deciso un ultimatum al Giappone, stante la disponibilità
russa di aprire un fronte nord, gli fu comunicato il risultato che
lo dava perdente di 210 seggi. E per questo che le foto di Potsdam
ritraggono due terzetti con un componente diverso.
Diceva Churchill di Attlee " E' arrivato
a Whitehall un taxi vuoto e ne è uscito il premier" In Italia
anni dopo si dirà di personaggi politici "Si vanta di essere venuto dal
nulla e quando parla lo fa per dimostrare di esserci rimasto". Ma che cosa
aveva spinto i tre grandi a dare l'ultimatum al Giappone ?.
I bambini sono nati !!!!. |
Stalin - Ma che sistema è questa tanto
osannata democrazia che mi costringe a cambiare interlocutore durante una
importante riunione ! -
Foto sotto Churchill è sparito |
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Questo era il messaggio arrivato a Truman il 17.
L'esperimento della Bomba Atomica era andato bene e due ordigni erano
pronti per lo sgancio sul Giappone. Come dirlo a Stalin ?. L'occasione
arrivò il 24 luglio. Truman si accostò a Stalin coi soli interpreti.
Riporta Churchill - io ero forse a 5 metri e seguii con la massima
attenzione. Ciò che contava era misurare l'effetto su Stalin. Lui parve
deliziato, che colpo di fortuna, probabilmente decisiva per la guerra nel
pacifico. ma Truman riferisce "non mi ha rivolto neanche una domanda".
Stalin sapeva già tutto. Klaus Fuchs**,
un fisico di chiara origine tedesca che non
sapeva dell'iniziativa di Ted Hall (spia incognita scoperta nel 95
http://www.castfvg.it/articoli/varie/ricerca/hall_joan.htm
), fornì
informazioni sulla bomba al plutonio certamente più dettagliate di quelle
del collega. Finita la guerra, però, Fuchs fu beccato. Arrestato in
Inghilterra nel 1950, confessò. Fu condannato ad una pena relativamente
mite, 14 anni, ma l'arresto scatenò un "effetto domino" perché Fuchs fece
il nome di una spia, che ne tirò in ballo un'altra che accusò altre due
persone: gli americani Ethel e Julius Rosenberg. Processati in pieno
delirio maccartista e accusati di essere "figure centrali" dello
spionaggio atomico a favore dei russi, i coniugi ebrei Rosenberg finirono sulla
sedia elettrica. Ciò permise ai Russi di averla dopo 4 anni (1949) e di
pareggiare " l'equilibrio
del terrore". |
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**.. Un altro strano
personaggio a bordo dell'Arandora Star (Nella notte del 30/6/1940
l’Arandora imbarcò circa 800 prigionieri italiani, 478 tedeschi ed
austriaci, 174 uomini d’equipaggio e 200 guardie: destinazione il Canada.
Un allontanamento forzato che causa la mancanza di contrassegni della
Croce Rossa sullo scafo fini in tragedia. Alle prime luci dell'alba del
2 luglio la nave fu intercettata ed affondata dall'U-Boat 47 del Cap. Prien. Causa il panico, le onde gelide del Mar
del Nord e gli ostacoli delle stesse strutture carcerarie in compartimenti
chiusi della nave, persero la vita 446 italiani su 815) che si
salvò fu Klaus Fuchs, scienziato nucleare tedesco, destinato
all’internamento in Canada. Al momento del siluramento si trovava sul
ponte di comando per l'aria e riuscì a calarsi in mare, su una scialuppa,
insieme ad alcune decine di prigionieri tedeschi. Lui era stato deportato
da civile. Dopo 13 mesi di campo acquisì la cittadinanza inglese ed
entrò a far parte dell’Equipe di Oppenheimer, che stava costruendo la
bomba atomica a Los Alamos, deserto del New Mexico. Dieci anni dopo
vennero scoperte le sue attività spionistiche a favore della Russia a cui
aveva venduto tutti i piani dell'Atomica. Dopo 9 anni di prigionia,
dei 14 originari, si trasferì nella Germania Est, dove fu nominato vice
direttore dell'Istituto centrale di fisica nucleare di Rossendorf, vicino
a Dresda. Morì a Berlino il 28 gennaio 1988 un anno prima della caduta del
muro. |
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Alla chiusura della conferenza il britannico Time
scrisse: "tutti i dubbi che potevano sussistere sulla possibilità che i
Tre Grandi fossero in grado di cooperare in pace come avevano cooperato in
guerra sono spazzati via per sempre".
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IL CASO POLONIA
Nel gennaio 1947, in Polonia, i
comunisti vinsero con l’80% dei voti, mentre il principale partito
all’opposizione, quello dei Contadini, otteneva solo il 10%, nonostante
il suo eroico atteggiamento durante la resistenza contro i nazisti e i
tentativi dei rappresentanti delle potenze occidentali per salvarlo. Un
grosso aiuto venne da Gomulka che divenne, come lui stesso disse,
"l'egemone di Polonia". Passo successivo fu la liquidazione del PPS
tramite l'unificazione di questo partito e del PPR in una sola struttura
denominata Partito Operaio Unificato Polacco (dicembre 1948), da quel
momento il partito comunista aveva ormai il pieno monopolio del potere |
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da Anpi Associazione nazionale partigiani d’Italia Roma:
Nel corso dei 18 mesi dell'occupazione
(1939/1941), le autorità sovietiche sterminarono la classe dirigente
polacca, arrestarono e deportarono nei lager centinaia di migliaia di
persone (la classe dirigente), dove la stragrande maggioranza morì di
fame. Nella primavera del 1940 su ordine personale di Stalin e di altri
dirigenti dell'URSS a Katyn e in altre località furono trucidati 15
ufficiali dell'esercito polacco e 7 mila altri prigionieri di guerra tra
medici, studiosi, avvocati, ingegneri, cappellani ed insegnanti. I
comunisti (polacchi) residenti nell'Unione Sovietica fondarono l'Unione
dei Patrioti Polacchi ed iniziò a formarsi anche una divisione militare
sotto i loro auspici (Non l’armata Anders). Il 1943 fu un anno
particolarmente tragico per la Polonia, in una catastrofe aerea morì il
primo ministro, generale Wladyslaw Sikorski, fu arrestato il comandante
dell'Armata Nazionale Stefan Grot-Rowecki e in maggio nel ghetto di
Varsavia scoppiò un'insurrezione, soffocata brutalmente dai tedeschi.
Nel luglio 1944, dopo aver attraversato il fiume Bug, i sovietici
istituirono il Comitato Polacco di Liberazione Nazionale (PKWN),
sottomesso al regime. Già nel 1944 il PKWN stipulò con l'URSS un accordo
sulla delimitazione della frontiera orientale della Polonia lungo la
linea di Curzon, che fu confermato con il trattato del 16.08.1945. La
Conferenza di Potsdam svoltasi fra il 17.07 e il 2.08.1945, tracciò la
frontiera occidentale della Polonia lungo la linea dei fiumi Odra e Nysa
(Oder Neisse). La superficie della Polonia ammontava così a 312 mila kmq
e la popolazione a 24 milioni (secondo il censimento del 1946). Lo
spostamento del territorio dello Stato verso l'Ovest era legato alla
deportazione della popolazione tedesca decisa alla Conferenza di Potsdam,
nonchè al trasferimento di milioni di polacchi dai territori orientali
perduti. Il Governo Provvisorio di Unità Nazionale fu composto dai
rappresentanti del Partito Operaio Polacco (comunisti PPR), del Partito
Socialista Polacco (PPS) e del Partito dei Contadini (PSL), guidato da
Stanislaw Mikolajczyk, vice primo ministro. Tuttavia, il potere reale si
trovava nelle mani del PPR comunista, il quale disponeva dell'esercito,
dell'apparato di sicurezza e godeva dell'appoggio militare sovietico. Il
destino della Polonia era già stato deciso da tempo nelle segrete sale
del Cremino. Wladyslaw Gomulka (sopravvissuto come Togliatti alla Grande
Purga del 1938) convinse Stalin nel 1943 che doveva essere ripristinata
una qualche forma di partito comunista polacco e prese parte alla
creazione del Partito dei Lavoratori Polacchi (Polska Partia Robotnicza).
Fu vice primo ministro nel Governo provvisorio della Repubblica di
Polonia (Rząd Tymczasowy Rzeczypospolitej Polskiej) dal gennaio al
giugno 1945, e nel Governo provvisorio di untà nazionale (Tymczasowy
Rząd Jedności Narodowej) dal giugno 1945 al 1947. Come in altri paesi,
così in Polonia, tramite brogli elettorali i partiti comunisti o loro
satelliti riuscirono ad arrivare al potere. |
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Rivolte
Gli operai di Poznan, in Polonia, insorsero il 28 giugno 1956 al
grido di pane e libertà contro il regime. La rivolta fu repressa nel
sangue (ma subito nell'autunno dopo si propagò a
Budapest) dai carri armati del generale russo Konstantin Rokossovsky,
allora ministro della guerra polacco. Gli operai uccisi dai militari furono circa 100.
L'Unità approvò la repressione e in quei giorni scrisse: La
responsabilità per il sangue versato ricade su un gruppo di spregevoli
provocatori che hanno approfittato di una situazione temporanea di
disagio in cui versavano Poznan e la Polonia. Alla fine degli anni
'60 rivolte operaie nei cantieri di Danzica, Stettino, Gdynia portarono
alle dimissioni di Gomulka sostituito da Gierek (dic. 1970). Prima della
elezione di un polacco al soglio pontificio e alla costituzione del
sindacato indipendente Solidarnosc uno sciopero percorse ancora i
cantieri polacchi nel 1976, protesta ancora spenta nel sangue.
I Russi avevano un vecchio conto
da regolare coi Polacchi: la sconfitta del 1920. Anche gli aggiustamenti
territoriali del 1945 su una nazione vittima del nazismo non erano
bastati a calmare l'ira di Stalin che lui assente comunque esplose nel
1956. |
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Gomulka negli anni precedenti era stato definito reazionario, per l’appoggio a Tito e
imprigionato fino alla caduta di Stalin. Rimontato in sella si attenne
strettamente alle direttive di Mosca (tanto da condividere nel 68
l’intervento in Cecoslovacchia e sempre nel marzo di quell’anno
l’espulsione dei suoi ultimi 20 mila cittadini ebrei in coincidenza con
una protesta studentesca). Nel frattempo il 26 settembre 1953 venne
arrestato il Primate Stefan Wyszynski. Il Cardinale Wyszynski venne
condotto in una località segreta e poi in un convento, impossibilitato a
comunicare con l'esterno. La crisi politica del 1956, con le rivolte
operaie di Poznan e con il ritorno di Gomulka a capo del partito, portò
però alla liberazione del Primate e degli altri cinque Vescovi in detenzione.
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Stalin non amava la Francia, forse retaggio dell'avventura napoleonica
che in molte cose assomigliava a quella tedesca. Non amava i francesi e il
loro concetto di democrazia che aveva riempito i condomini di ex zaristi..
Non li amava perché non diversamente dall'Italia erano entrati nel
conflitto dalla porta di servizio. La presenza militare francese-di
Francia libera
era nulla. In Normandia c'erano molti più italiani che francesi. Quelli
che facevano numero nell'Armee erano soldati di colore coloniali e
addirittura tedeschi della legione straniera che avevano salvato il
salvabile in Africa. Ma quando Truman disse che avrebbe ritirato molto del
dispositivo militare in Europa, agli inglesi non parve una brutta pensata
ridistribuire la zona d'occupazione occidentale della Germania con un
altra forza armata per non essere da sola a contrastare Stalin. |
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IL CASO ITALIA |
Didascalia superiore: L'UNIONE FRA OPERAI E CONTADINI E' IL RUSCELLO CHE
PRENDE FORZA NELLA REPUBBLICA POPOLARE
Didascalia: IL LAVORO NELLE NOSTRE MANI CRESCE E
SI RAFFORZA NEL PAESE |
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(Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo
in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili
delle stragi, 54a seduta, Audizione dell'ammiraglio Fulvio Martini, già
direttore del Sismi, su recenti notizie concernenti attività
spionistiche collegate a fenomeni eversivi e sul caso Moro.)
Da Wikipedia (Ammiraglio Fulvio Martini).
Krjuchkov (il capo del KGB) mi disse, ad esempio, che loro erano i più
precisi osservanti degli accordi di Yalta (l’Italia non era nello loro
sfera). Ed era verosimile per il semplice motivo che i tre paesi
confinanti con loro, Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria, che si erano
ribellati (si parla degli anni 50/60), non volevano che fossero aggrediti
dalla propaganda americana. A loro faceva comodo che ci fosse in Italia un
forte Partito comunista. Mi disse ancora Krjuchkov: il Partito comunista
in Italia non arriverà mai al potere perché noi cominceremmo a
preoccuparci veramente, visto che è stato assegnato (a Yalta), agli
americani, (L'Italia) non è un paese grigio come la Jugoslavia, è un paese
bianco; noi arriveremmo persino a prendere misure attive. Misure attive
nel gergo dei servizi significa fare la disinformation: introdurre
documenti falsi ed altre cose del genere. L’Italia non valeva i tre paesi
confinanti, che si erano già ribellati a loro.
Rapporto dei servizi segreti - Churchill - I destini
dell'Italia novembre 1945 …. Churchill ha risposto che l’Italia godrà di
eccellenti condizioni di pace e che le sarà fornita una concreta
assistenza per la ricostruzione. Ciò è garantito, dal momento che Stati
Uniti e Russia considerano la questione italiana di competenza della
Gran Bretagna. L’Unione Sovietica acconsentirà a lasciare in assoluta
pace l’Italia, mentre gli Stati Uniti forniranno tutto il possibile
sostegno morale e materiale nell’ambito degli interessi britannici. Una
totale libertà politica è l’unica cosa che mancherà all’Italia. La Santa
Sede dissentirà in parte da questa avvilente valutazione psicologica,
che determinerà uno stato di discordia permanente e che provocherà la
debolezza dei futuri governi italiani. Tuttavia, Churchill ha affermato
che tale mossa è necessaria. Il fascismo e la sconfitta bellica,
infatti, hanno causato una rovina tale da rendere impossibile che il
popolo italiano goda della tranquillità necessaria alla ricostruzione
morale e materiale del Paese utilizzando un’affidabile prassi
democratica. Ci vorranno molti anni per raggiungere tale obiettivo. Ma,
al momento, la rabbia e il risentimento dei partigiani sono così forti
che il popolo italiano non può essere abbandonato a contare sulle
proprie forze. Churchill ha aggiunto che, lasciata a se stessa, l’Italia
precipiterebbe nel giro di pochi mesi in una forma di fascismo peggiore
di quello che l’ha condotta alla rovina. |
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La Russia attacca il
Giappone |
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http://www.icsm.it/articoli/ri/manciuria.html
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