LA SECONDA GUERRA MONDIALE

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Da Yalta a Potsdam

 I casi Polonia e Italia

La fantastica ipotesi  di lavoro di Piero Sella

Roosevelt « ho ottenuto tutto quello che volevo e non l'ho neppure pagato troppo caro! ».

....segue ....È quindi obiettivo politico quello che si prefiggono gli americani, non militare. E quanto ciò sia vero è dimostrato dal fatto che al generale Mac Arthur vengono sottratti trasporti utilissimi nella campagna delle Filippine, per utilizzarli nell'invio di rifornimenti ai sovietici a Vladivostok. Ne è ulteriore conferma il fatto che a Yalta si discute del problema giapponese senza che da parte americana siano interpellati il comandante delle forze di terra Mac Arthur e il comandante della flotta del Pacifico Nimitz. Roosevelt ed i suoi apparentemente svaniti consiglieri sapevano benissimo che i due comandanti in capo non avrebbero che potuto confermare quanto fosse inutile l'appoggio russo, per di più non immediato, contro un paese che poteva dirsi già vinto. Pur di avere i sovietici con loro, invece, gli Americani non badano a spese. Per assicurarsi l'intervento sovietico — entro tre mesi dalla caduta della Germania — vengono promesse ai Russi: Sakalin, le Curili, la Manciuria, forse dimenticando di averla in precedenza già promessa all'alleato cinese generalissimo Chang Kai Shek. Roosevelt arrivò anche a proporre, sulle spalle dell'alleato francese assente, un mandato dei tre grandi sull'Indocina. Con lungimiranza soggiunse: « gli Indocinesi son gente di piccolo calibro, per nulla bellicosi! ». ndr: si potrebbe quindi presumere che le successive cause del Muro di Berlino fossero speculazioni edilizie sbagliate o beghe di condominio


 
http://lombardia.indymedia.org/node/29508
chi è chi Piero Sella - La rivista online Uomo Libero è diretta da Piero Sella, già dirigente di Rinascita Nazionale* questi, nell’ambiente antagonista, si è creato una qualche fama con il suo ”L'Occidente contro l'Europa”, volume, che, oltre ad essere un pesante atto di accusa nei confronti dei vincitori della Seconda Guerra Mondiale, da tempo pare essere un punto di riferimento presso i seguaci del revisionismo olocaustico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Roosev E lT. da "L'uomo libero" n. 10 del 1/4/82 (Piero Sella Fondatore de l'Uomo libero, studioso di storia del novecento e di politica internazionale, collabora altresì con il quotidiano di liberazione nazionale "Rinascita"* ex Pci)
... Oggi può essere utile al gioco U.S.A. far credere che Yalta non rappresenta il volto degli Usa, ma solo quello della sopraffazione comunista, contro la quale anzi gli Stati Uniti sono l'unica difesa e ci invitano comunque a mettere una pietra sopra eventuali errori del passato. Ma Yalta per gli USA fu tutt'altro che un errore. Fu lo strumento diplomatico attraverso il quale essi raggiunsero gli scopi che con il loro sforzo militare ed economico si erano prefissi. E questi scopi erano di imporre in Europa ed in Asia una gestione politica egemonica nella quale fosse coinvolta l'altra maggior potenza mondiale, la Russia comunista. Ed una tale politica non poteva avere sviluppo altro che in chiave antieuropea. Per attuarla non occorreva assumere nei confronti dei sovietici una tattica battagliera; era sufficiente dar spago alla loro prepotenza e, fingendosi ingenui, dimostrare intransigenza su punti di scarsa importanza sui quali ai sovietici cedere non sarebbe costato nulla (cfr. l'ONU), per essere invece condiscendenti verso quelle mire sovietiche che fossero coincidenti col disegno perseguito di spartizione del mondo. Fu tale la prudenza degli americani nel perseguire l'attuazione di questa strategia, che prestarono la massima attenzione, affinché nessun torto, neppure indiretto, venisse fatto ai sovietici. Agli Inglesi, impegnati in Grecia a reprimere la rivolta comunista, furono rifiutate ad esempio, nell'autunno 1944, dall'ammiraglio King, su espresso ordine di Roosevelt, le navi necessarie al trasporto dei rinforzi. Non si doveva creare ai sovietici alcuna preoccupazione nei Balcani che potesse distrarli dal ben più importante risultato che da essi ci si aspettava: la celere avanzata nel cuore dell'Europa che doveva coinvolgerli durevolmente nell'occupazione della Germania. Sistemate le cose in Europa con la spartizione di fatto tra Anglo Americani e Sovietici, postisi sui territori occupati anche fisicamente a contatto, minor importanza vennero ad assumere le questioni che attraverso la spartizione si erano fatte ormai di competenza interna a ciascuno dei due blocchi. Tutta una serie di ampie concessioni fu infatti operata senza resistenza dagli Americani e dagli Inglesi, a favore dei Sovietici sulla pelle dei popoli balcanici e di quelli dell'Europa centro-orientale. Esempio emblematico di ciò fu la Polonia, per la sopravvivenza e libertà della quale essi avevano scatenato il conflitto (questa almeno la tesi ufficiale) e che fu invece abbandonata alla schiavitù comunista, privandola per di più, definitivamente, dei territori che a oriente i Russi le avevano sottratto d'intesa con Hitler. Gli occidentali si disinteressarono in sostanza di qualsiasi cosa fosse per accadere dietro la cortina di ferro. Il loro mondo finiva dove iniziava quello comunista, un mondo diverso ma i cui obiettivi di sopraffazione sull'Europa erano perfettamente coincidenti coi loro. Ecco il perché del consenso ai nuovi confini di Russia-Polonia-Germania e di quanto a tale sistemazione seguì. I nuovi confini furono infatti la premessa politica per quella gigantesca operazione di sterminio e deportazione delle popolazioni germaniche che configura il più grande spostamento di popoli dei tempi storici, e che ha portato l'espansionismo slavo ad occupare, nel cuore del continente europeo, territori che mai lo avevano visto attivo e presente, con pregiudizio gravissimo per il futuro dell'Europa.
Lo scacchiere del Pacifico, andava regolato con gli stessi intendimenti strategici usati in Europa. L'Unione Sovietica andava trascinata in guerra contro il Giappone per coinvolgerla, anche sul versante del Pacifico, nella gestione della pace. Roosevelt sa benissimo che la lotta col Giappone è finita, sa che il contributo dell'U.R.S.S. consisterà unicamente nel partecipare alla divisione delle spoglie del vinto . Vuole che dalla pugnalata alla schiena inferta al Sol Levante, i Russi traggano vantaggi tali da poterli associare nel mantenimento dei nuovi equilibri destinati a reggere le sorti dei popoli che si affacciano sull'Oceano Pacifico. ........... <<<<<continua in alto a sinistra

     
* dalla rete si trascrive : La testata "Rinascita" è stata già presente..... con un compito a senso unico: propagandare tra gli iscritti del Pci il "vero" (Пра́вда, Pravda in italiano "Verità") l'ortodosso comunismo filosovietico dei Togliatti, Longo, Secchia, Berlinguer ..... . Il che escludeva ogni libertà di pensiero e di dibattito. Unico scopo, negativo, del periodico era infatti la formazione del militante di base - o di nomenklatura - del Pci in modo "ideologicamente corretto". "Rinascita", esaurì ogni funzione di agit-prop ideologico interno, con il crollo del Muro di Berlino, con il crollo dell'Urss, ... Rinascita non è più dunque esclusivamente una serie di fogli di carta stampata. E’ diventato, sta diventando, una potente cinghia di trasmissione del pensiero antagonista alla liberaldemocrazia !!. (anche la Pravda si è aggiornata se nell'ultimo numero  on line del novembre 2007 sviscera "I segreti del sesso virtuale on-line in Russia")
     

Field Marshal Alan Francis Brooke, 1st Viscount Alanbrooke, KG, GCB, OM, GCVO, DSO (July 23, 1883 - June 17, 1963)

  Alanbrooke on Churchill:
"He knows no details, has only got half the picture in his mind, talks absurdities... And the wonderful thing is that 3/4 of the population of the world imagine that Winston Churchill is one of the great Strategists of History...Without him England was lost for certainty, with him England has been on the verge of disaster time and time again."

Alanbrooke on Eisenhower:
"I am afraid that Eisenhower as a general is hopeless! He submerges himself in politics and neglects his military duties, partly, I am afraid, because he knows little if anything about military matters."

Alanbrooke on Stalin:
"He has got an unpleasantly cold, crafty, dead face and whenever I look at him I can imagine his sending people off to their doom without even turning a hair."

Alanbrooke on Truman:
"Sono stato molto interessato a questa prima riunione con Truman, dopo le molte con Roosevelt. Nel complesso mi piace, non ha la personalità del suo predecessore, ma ha intelligenza rapida, onestà,il senso pratico di un uomo d'affari ed è simpatico. La sera precedente in una delle sue icastiche considerazioni Stalin ha detto di lui -la sua migliore qualità è di essere onesto - e non è molto lontano dal vero"

In August 1939 Brooke was appointed head of Southern Command and on the outbreak of the II World War went to France as a member of the BEF under General John Gort. In June 1940 Brooke played a leading role in the evacuation of British troops at Dunkirk.Brooke returned to Britain and in July 1940 he replaced Edmund Ironside as commander of the Home Forces. In this post Brooke had several major disagreements with Churchill about military strategy. It therefore came as a surprise when Churchill appointed him Chief of Imperial Staff (CIGS) in December 1941. Although the two men continued to disagree about a large number of issues, for example, Brooke favoured an early invasion of Europe on order to take pressure off the Red Army on the Eastern Front, He gradually became Churchill's most important military advisor in the war. Brooke was offered command of the British troops in the Middle East in August 1942 but turned it down suggesting General H. Alexander for the post. In his diary Brooke recorded that it was more important for him to remain in Britain in order to stop Churchill making any major military mistakes.Churchill had promised Brooke command of Operation Overlord in 1944. However, President F. D. Roosevelt insisted that General D. Eisenhower should be given this important task. For most of the Second World War, Brooke was the foremost military advisor to the Prime Minister, W. Churchill, the War Cabinet, and to Britain's allies. As CIGS Brooke was the functional head of the Army, and as chairman of the Chiefs of Staff Committee, he was responsible for the overall strategic direction of the war effort.   da The Churchill Centre ...  Even when they  were published in 1957, the diaries were heavily censored (Diaries uncensored from 2001 edition) both on grounds of national security and for fear of antagonising powerful figures such as the then American President Dwight Eisenhower and the past and serving prime ministers Winston Churchill, Anthony Eden and Harold Macmillan.They are now published unexpurgated for the first time and, although it has long been no secret that Alanbrooke did not always see eye to eye on strategic matters with Churchill, it is only now apparent that for much of the war he could hardly bear the prime minister. Churchill, on the other hand, seems to have harboured no reciprocal ill-will towards Alanbrooke. Alanbrooke's influence on global strategy cannot be underestimated. It was he, more even than Churchill, Roosevelt or Stalin, who set out the stages by which Nazi Germany was going to be defeated in the West. It was he who laid down the crucial sequence of North Africa, Italy and Normandy as the path to Berlin ... http://www.winstonchurchill.org/i4a/pages/index.cfm?pageid=307    La sede dell'incontro di Potsdam, Cecilienhof

A desperate day! We are further from obtaining agreement than we ever were…there was disagreement between the Joint Planners on the question of Burma…the main difficulty rested with the fact that the USA Joint Planners did not agree with Germany being the primary enemy and were wishing to defeat Japan first!!!' (Casablanca Conference, January 1943)

Sopra Cecilienhof, ex residenza estiva del Kaiser sul lago Babelsberg sede della conferenza. Oggi è un albergo a 5 stelle e potete dormire nel letto di Stalin.

I russi si trovavano perciò in uno stato addirittura euforico (loro vincevano e sul fronte occidentale gli alleati nicchiavano come in estremo oriente). Accolsero gli alleati con la consueta profusione di ospitalità orientale, ma intendevano cogliere l'opportunità del ritardo per combinare i loro affari al minor prezzo possibile. Quello che importava loro non era di sconfiggere la Germania, ma di estendere il loro dominio sull'Europa. Volevano tenersi la metà orientale della Polonia e le repubbliche baltiche (come fecero), ignorare le garanzie fatte alla Polonia (la guerra era scoppiata per questo quando Stalin era in combutta con Hitler, se no si poteva anche evitare).Volevano anche fare della Romania, Bulgaria, Ungheria, Albania, Jugoslavia altrettanti stati satelliti e se fossero riusciti ad arrivarci prima anche dell'Austria, Cecoslovacchia, Germania, Danimarca e Norvegia .  (Yalta Conference - codice argonauta-, february 1945)


Ho passato il pomeriggio leggendo i verbali delle riunioni. una lettura davvero interessante: un particolare risulta più chiaramente di qualsiasi altro ed è che non è stato deciso nulla. Dice ancora Alanbrooke su Potsdam.

Potsdam codice Capolinea dal 17/7/45-2/8/45

Potsdam con Churchill

 

Dalla conferenza di Yalta, che risaliva solo a 6 mesi addietro, molta acqua era passata sotto i ponti. Roosevelt era morto e non aveva visto la fine della guerra in Europa e neanche da lontano il suo incubo Giappone. Il concetto di diritto "dove si pianta la bandiera è tuo" era già applicato in tutta Europa con buona pace dei foglietti. Roosevelt prima d morire, il 12 aprile 1945, si svegliava nel sonno urlando "sono stato ingannato da Stalin". Lui che a Yalta aveva detto «se Stalin dà la sua parola, si può avere in lui assoluta fiducia », « gli voglio bene e penso che anche lui me ne voglia ! » o vado più d'accordo con lui che con Winston. In Inghilterra, guerra o non guerra era turno di elezioni e molte delle sortite di Churchill (tory) non erano state digerite. Per il futuro, per l'impero coloniale più grande del mondo si navigava a vista (le promesse poi fatte a destra a manca erano un altro capitolo dolente). Il 5 luglio si votò nei territori della Regina, poi in tutti quelli sparsi per il mondo in seggi organizzati improvvisati per militari e civili. Lo spoglio e la raccolta fu lunga. Il dubbio che il paese gli fosse contro non lo sfiorava, ma si fece comunque accompagnare da Attlee (laburista) per l'apertura della conferenza a Potsdam. Il 26, quando venne deciso un ultimatum al Giappone, stante la disponibilità russa di aprire un fronte nord, gli  fu comunicato il risultato che lo dava perdente di 210 seggi. E per questo che le foto di Potsdam ritraggono due terzetti con un componente diverso. Diceva Churchill di Attlee " E' arrivato a Whitehall un taxi vuoto e ne è uscito il premier" In Italia anni dopo si dirà di personaggi politici "Si vanta di essere venuto dal nulla e quando parla lo fa per dimostrare di esserci rimasto". Ma che cosa aveva spinto i tre grandi a dare l'ultimatum al Giappone ?.

I bambini sono nati !!!!.

Stalin - Ma che sistema è questa tanto osannata democrazia che mi costringe a cambiare interlocutore durante una importante riunione ! -
Foto sotto Churchill è sparito

 
 

Potsdam senza Churchill

  Questo era il messaggio arrivato a  Truman il 17. L'esperimento della Bomba Atomica era andato bene e due ordigni erano pronti per lo sgancio sul Giappone. Come dirlo a Stalin ?. L'occasione arrivò il 24 luglio. Truman si accostò a Stalin coi soli interpreti. Riporta Churchill - io ero forse a 5 metri e seguii con la massima attenzione. Ciò che contava era misurare l'effetto su Stalin. Lui parve deliziato, che colpo di fortuna, probabilmente decisiva per la guerra nel pacifico. ma Truman riferisce "non mi ha rivolto neanche una domanda". Stalin sapeva già tutto.  Klaus Fuchs**, un fisico di chiara origine tedesca che non sapeva dell'iniziativa di Ted Hall (spia incognita scoperta nel 95 http://www.castfvg.it/articoli/varie/ricerca/hall_joan.htm  ), fornì informazioni sulla bomba al plutonio certamente più dettagliate di quelle del collega. Finita la guerra, però, Fuchs fu beccato. Arrestato in Inghilterra nel 1950, confessò. Fu condannato ad una pena relativamente mite, 14 anni, ma l'arresto scatenò un "effetto domino" perché Fuchs fece il nome di una spia, che ne tirò in ballo un'altra che accusò altre due persone: gli americani Ethel e Julius Rosenberg. Processati in pieno delirio maccartista e accusati di essere "figure centrali" dello spionaggio atomico a favore dei russi, i coniugi ebrei Rosenberg finirono sulla sedia elettrica. Ciò permise ai Russi di averla dopo 4 anni (1949) e di pareggiare " l'equilibrio del terrore".
 
**..  Un altro strano personaggio a bordo dell'Arandora Star (Nella notte del 30/6/1940 l’Arandora imbarcò circa 800 prigionieri italiani, 478 tedeschi ed austriaci, 174 uomini d’equipaggio e 200 guardie: destinazione il Canada. Un allontanamento forzato che causa la mancanza di contrassegni della Croce Rossa sullo scafo fini in tragedia. Alle prime luci dell'alba del 2 luglio la nave fu intercettata ed affondata dall'U-Boat 47 del Cap. Prien. Causa il panico, le onde gelide del Mar del Nord e gli ostacoli delle stesse strutture carcerarie in compartimenti chiusi della nave, persero la vita 446 italiani su 815) che si salvò fu Klaus Fuchs, scienziato nucleare tedesco, destinato  all’internamento in Canada. Al momento del siluramento si trovava sul ponte di comando per l'aria e riuscì a calarsi in mare, su una scialuppa, insieme ad alcune decine di prigionieri tedeschi. Lui era stato deportato da civile. Dopo 13 mesi di campo acquisì la cittadinanza inglese ed entrò a far parte dell’Equipe di Oppenheimer, che stava costruendo la bomba atomica a Los Alamos, deserto del New Mexico. Dieci anni dopo vennero scoperte le sue attività spionistiche a favore della Russia a cui aveva venduto tutti i piani dell'Atomica. Dopo 9 anni di prigionia, dei 14 originari, si trasferì nella Germania Est, dove fu nominato vice direttore dell'Istituto centrale di fisica nucleare di Rossendorf, vicino a Dresda. Morì a Berlino il 28 gennaio 1988 un anno prima della caduta del muro.
     

Alla chiusura della conferenza il britannico Time scrisse: "tutti i dubbi che potevano sussistere sulla possibilità che i Tre Grandi fossero in grado di cooperare in pace come avevano cooperato in guerra sono spazzati via per sempre".

 

     
IL CASO POLONIA

Governo provvisorio

 Nel gennaio 1947, in Polonia, i comunisti vinsero con l’80% dei voti, mentre il principale partito all’opposizione, quello dei Contadini, otteneva solo il 10%, nonostante il suo eroico atteggiamento durante la resistenza contro i nazisti e i tentativi dei rappresentanti delle potenze occidentali per salvarlo. Un grosso aiuto venne da Gomulka che divenne, come lui stesso disse, "l'egemone di Polonia". Passo successivo fu la liquidazione del PPS tramite l'unificazione di questo partito e del PPR in una sola struttura denominata Partito Operaio Unificato Polacco (dicembre 1948), da quel momento il partito comunista aveva ormai il pieno monopolio del potere

  da Anpi Associazione nazionale partigiani d’Italia Roma: Nel corso dei 18 mesi dell'occupazione (1939/1941), le autorità sovietiche sterminarono la classe dirigente polacca, arrestarono e deportarono nei lager centinaia di migliaia di persone (la classe dirigente), dove la stragrande maggioranza morì di fame. Nella primavera del 1940 su ordine personale di Stalin e di altri dirigenti dell'URSS a Katyn e in altre località furono trucidati 15 ufficiali dell'esercito polacco e 7 mila altri prigionieri di guerra tra medici, studiosi, avvocati, ingegneri, cappellani ed insegnanti. I comunisti (polacchi) residenti nell'Unione Sovietica fondarono l'Unione dei Patrioti Polacchi ed iniziò a formarsi anche una divisione militare sotto i loro auspici (Non l’armata Anders). Il 1943 fu un anno particolarmente tragico per la Polonia, in una catastrofe aerea morì il primo ministro, generale Wladyslaw Sikorski, fu arrestato il comandante dell'Armata Nazionale Stefan Grot-Rowecki e in maggio nel ghetto di Varsavia scoppiò un'insurrezione, soffocata brutalmente dai tedeschi. Nel luglio 1944, dopo aver attraversato il fiume Bug, i sovietici istituirono il Comitato Polacco di Liberazione Nazionale (PKWN), sottomesso al regime. Già nel 1944 il PKWN stipulò con l'URSS un accordo sulla delimitazione della frontiera orientale della Polonia lungo la linea di Curzon, che fu confermato con il trattato del 16.08.1945. La Conferenza di Potsdam svoltasi fra il 17.07 e il 2.08.1945, tracciò la frontiera occidentale della Polonia lungo la linea dei fiumi Odra e Nysa (Oder Neisse). La superficie della Polonia ammontava così a 312 mila kmq e la popolazione a 24 milioni (secondo il censimento del 1946). Lo spostamento del territorio dello Stato verso l'Ovest era legato alla deportazione della popolazione tedesca decisa alla Conferenza di Potsdam, nonchè al trasferimento di milioni di polacchi dai territori orientali perduti. Il Governo Provvisorio di Unità Nazionale fu composto dai rappresentanti del Partito Operaio Polacco (comunisti PPR), del Partito Socialista Polacco (PPS) e del Partito dei Contadini (PSL), guidato da Stanislaw Mikolajczyk, vice primo ministro. Tuttavia, il potere reale si trovava nelle mani del PPR comunista, il quale disponeva dell'esercito, dell'apparato di sicurezza e godeva dell'appoggio militare sovietico. Il destino della Polonia era già stato deciso da tempo nelle segrete sale del Cremino. Wladyslaw Gomulka (sopravvissuto come Togliatti alla Grande Purga del 1938) convinse Stalin nel 1943 che doveva essere ripristinata una qualche forma di partito comunista polacco e prese parte alla creazione del Partito dei Lavoratori Polacchi (Polska Partia Robotnicza). Fu vice primo ministro nel Governo provvisorio della Repubblica di Polonia (Rząd Tymczasowy Rzeczypospolitej Polskiej) dal gennaio al giugno 1945, e nel Governo provvisorio di untà nazionale (Tymczasowy Rząd Jedności Narodowej) dal giugno 1945 al 1947. Come in altri paesi, così in Polonia, tramite brogli elettorali i partiti comunisti o loro satelliti riuscirono ad arrivare al potere.
     
  Rivolte

Gli operai di Poznan, in Polonia, insorsero il 28 giugno 1956 al grido di pane e libertà contro il regime. La rivolta fu repressa nel sangue (ma subito nell'autunno dopo si propagò a Budapest) dai carri armati del generale russo Konstantin Rokossovsky, allora ministro della guerra polacco. Gli operai uccisi dai militari furono circa 100.

L'Unità approvò la repressione e in quei giorni scrisse: La responsabilità per il sangue versato ricade su un gruppo di spregevoli provocatori che hanno approfittato di una situazione temporanea di disagio in cui versavano Poznan e la Polonia. Alla fine degli anni '60 rivolte operaie nei cantieri di Danzica, Stettino, Gdynia portarono alle dimissioni di Gomulka sostituito da Gierek (dic. 1970). Prima della elezione di un polacco al soglio pontificio e alla costituzione del sindacato indipendente Solidarnosc uno sciopero percorse ancora i cantieri polacchi nel 1976, protesta ancora spenta nel sangue.

I Russi avevano un vecchio conto da regolare coi Polacchi: la sconfitta del 1920. Anche gli aggiustamenti territoriali del 1945 su una nazione vittima del nazismo non erano bastati a calmare l'ira di Stalin che lui assente comunque esplose nel 1956.

     
  Gomulka negli anni precedenti era stato definito reazionario, per l’appoggio a Tito e imprigionato fino alla caduta di Stalin. Rimontato in sella si attenne strettamente alle direttive di Mosca (tanto da condividere nel 68 l’intervento in Cecoslovacchia e sempre nel marzo di quell’anno l’espulsione dei suoi ultimi 20 mila cittadini ebrei in coincidenza con una protesta studentesca). Nel frattempo il 26 settembre 1953 venne arrestato il Primate Stefan Wyszynski. Il Cardinale Wyszynski venne condotto in una località segreta e poi in un convento, impossibilitato a comunicare con l'esterno. La crisi politica del 1956, con le rivolte operaie di Poznan e con il ritorno di Gomulka a capo del partito, portò però alla liberazione del Primate e degli altri cinque Vescovi in detenzione.

 

  spartizione GermaniaStalin non amava la Francia, forse retaggio dell'avventura napoleonica che in molte cose assomigliava a quella tedesca. Non amava i francesi e il loro concetto di democrazia che aveva riempito i condomini di ex zaristi.. Non li amava perché non diversamente dall'Italia erano entrati nel conflitto dalla porta di servizio. La presenza militare francese-di Francia libera era nulla. In Normandia c'erano molti più italiani che francesi. Quelli che facevano numero nell'Armee erano soldati di colore coloniali e addirittura tedeschi della legione straniera che avevano salvato il salvabile in Africa. Ma quando Truman disse che avrebbe ritirato molto del dispositivo militare in Europa, agli inglesi non parve una brutta pensata ridistribuire la zona d'occupazione occidentale della Germania con un altra forza armata per non essere da sola a contrastare Stalin.
   

IL CASO ITALIA

Didascalia superiore: L'UNIONE FRA OPERAI E CONTADINI E' IL RUSCELLO CHE PRENDE FORZA NELLA REPUBBLICA POPOLARE

manifesto polacco

Didascalia: IL LAVORO NELLE NOSTRE MANI CRESCE E SI RAFFORZA NEL PAESE

 

(Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi, 54a seduta, Audizione dell'ammiraglio Fulvio Martini, già direttore del Sismi, su recenti notizie concernenti attività spionistiche collegate a fenomeni eversivi e sul caso Moro.)

Da Wikipedia (Ammiraglio Fulvio Martini). Krjuchkov (il capo del KGB) mi disse, ad esempio, che loro erano i più precisi osservanti degli accordi di Yalta (l’Italia non era nello loro sfera). Ed era verosimile per il semplice motivo che i tre paesi confinanti con loro, Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria, che si erano ribellati (si parla degli anni 50/60), non volevano che fossero aggrediti dalla propaganda americana. A loro faceva comodo che ci fosse in Italia un forte Partito comunista. Mi disse ancora Krjuchkov: il Partito comunista in Italia non arriverà mai al potere perché noi cominceremmo a preoccuparci veramente, visto che è stato assegnato (a Yalta), agli americani, (L'Italia) non è un paese grigio come la Jugoslavia, è un paese bianco; noi arriveremmo persino a prendere misure attive. Misure attive nel gergo dei servizi significa fare la disinformation: introdurre documenti falsi ed altre cose del genere. L’Italia non valeva i tre paesi confinanti, che si erano già ribellati a loro.  

Rapporto dei servizi segreti - Churchill - I destini dell'Italia novembre 1945 …. Churchill ha risposto che l’Italia godrà di eccellenti condizioni di pace e che le sarà fornita una concreta assistenza per la ricostruzione. Ciò è garantito, dal momento che Stati Uniti e Russia considerano la questione italiana di competenza della Gran Bretagna. L’Unione Sovietica acconsentirà a lasciare in assoluta pace l’Italia, mentre gli Stati Uniti forniranno tutto il possibile sostegno morale e materiale nell’ambito degli interessi britannici. Una totale libertà politica è l’unica cosa che mancherà all’Italia. La Santa Sede dissentirà in parte da questa avvilente valutazione psicologica, che determinerà uno stato di discordia permanente e che provocherà la debolezza dei futuri governi italiani. Tuttavia, Churchill ha affermato che tale mossa è necessaria. Il fascismo e la sconfitta bellica, infatti, hanno causato una rovina tale da rendere impossibile che il popolo italiano goda della tranquillità necessaria alla ricostruzione morale e materiale del Paese utilizzando un’affidabile prassi democratica. Ci vorranno molti anni per raggiungere tale obiettivo. Ma, al momento, la rabbia e il risentimento dei partigiani sono così forti che il popolo italiano non può essere abbandonato a contare sulle proprie forze. Churchill ha aggiunto che, lasciata a se stessa, l’Italia precipiterebbe nel giro di pochi mesi in una forma di fascismo peggiore di quello che l’ha condotta alla rovina.

     

La Russia attacca il Giappone

  http://www.icsm.it/articoli/ri/manciuria.html

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