L'Esercito della
Repubblica Sociale Italiana
REPARTI MINORI: I GED (gruppi
esploranti di divisione)
- Feldstetten (Germania)
Bersaglieri del GED
della Div. Alp. “Monterosa” impiegata in Garfagnana – Il gruppo esplorante detto “Cadelo”,
dal nome del suo comandante caduto in Liguria a Brizzolara di
Borzonasca il 27 settembre in un agguato partigiano, dipende
direttamente dal comando di divisione. Era composto da bersaglieri che
portavano il fez rosso e avevano in dotazione la bicicletta. Era
strutturato su un reparto comando e 3 squadroni. Dal novembre
'44
resse il fronte nella zona Sassi-Eglio-Grottorotondo-Rocchette,
collocandosi fra il Btg “Uccelli” della San Marco e il Btg “Intra”. Dal
dicembre ’44 all’aprile ’45 fu comandato dal Ten. Col. Emanuele Andolfato.
- Sennelager (Germania)
Bersaglieri GED Div. “Littorio” –
fronte
francese.
-GED Bersaglieri del Mincio Brigata Cacciatori degli Appennini |
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I BERSAGLIERI
8° REGGIMENTO BERSAGLIERI DELLA RSI
I - btg. bers. “B. Mussolini” citato anche
come XV costiero (vedi Capitolo a
parte)
II - battaglione bers. “G. Mameli” – fronte Romagna
(vedi sotto e Capitolo a
parte )
III - battaglione bersaglieri “E. Toti” –
- costituiti a Verona, presso il Deposito dell’ 8° reggimento Bersaglieri.
Il III svolse compiti di milizia
territoriale lungo la linea del Brennero e si sciolse in Val d'Adige
alla fine di Aprile del 45.
3° REGGIMENTO BERSAGLIERI DELLA RSI
XVIII battaglione bers. – IV
della difesa costiera
XX battaglione bers. – II
della difesa costiera
XXV battaglione bers. – III della
difesa costiera
LI battaglione bers. –
I della difesa costiera
Costituiti a Milano, presso le Scuole di Porta Nuova con personale del
3° Bersaglieri reduce di Russia, confluì
poi nelle truppe germaniche delle div. Almers, Meinhold, 34 dell'armata Liguria
per la difesa costiera
XXVI battaglione bers. di formazione Div. “Italia”
Torino, presso il deposito del 4° reggimento Bersaglieri
Divisione
Bersaglieri “Italia”
- Heuberg (Germania)
1° REGGIMENTO
2° REGGIMENTO
(Portavano la camicia nera)
Questa divisione era composta da sei battaglioni più un battaglione
esplorante divisionale - IV GRUPPO (GED)
- Altri Reparti minori
-
Battaglione Bersaglieri Arditi – (Costituito
a Brescia opera in Piemonte)
Il reparto aveva compiti antiguerriglia.
-
I BATT. arditi Brigata RAP
antiguerriglia
- III BATT
del RGT. Tagliamento: volontari friulani
Il Tagliamento si costituì a Udine nel settembre '43 ad opera del Col. Ermacora Zuliani che ne fu il comandante. Era composto da due Btg di Alpini (1°
Btg ISONZO con le Comp. 1^ 2^ 3^, 2° Btg VIPACCO con le Comp 4^ 5^ 6^) e un
3°Btg di Bersaglieri ( NATISONE con le Comp 7^ 8^ 9^) e una Comp comando
regg.le MONTENERO, per un totale di circa 1500 uomini. Già il 26
settembre fu utilizzato per creare una linea di sbarramento contro gli
slavi fra Gemona e Cividale. Poi si spostò a Nord Est fino a Cave del Predil e Tarvisio. Combattè valorosamente a fianco del Btg “Mussolini”
dell'8°
fino al 27 aprile 1945.
- Battaglione di combattimento volontari italiani Ettore Muti Firenze
Si costituì a Firenze il 14/9/43 al comando del Cap. Giuseppe Bindi. Fu
utilizzato in operazioni di grande polizia nel fiorentino, in Emilia e,
infine, nel Veneto. Si sciolse a Verona il 28 aprile 1945.
- Compagnia mista Bersaglieri Alpini Perugina
Fu costituita a Perugia nell’ottobre '43 con reparti dei due corpi
presenti nella città.
- IV Compagnia del XIV BATT: costiero da Fortezza |
Castel del Rio si trova nella media
valle del Santerno, alla sinistra del fiume. Nella seconda guerra
mondiale il fronte della guerra si fermò sul suo territorio per 7
mesi e il 48% delle sue abitazioni fu distrutto. Il Museo della Guerra di Castel del
Rio è fra i più ricchi dell’Emilia Romagna per numero di reperti
posseduti. Il museo nasce nel 1978 grazie alla volontà di gente comune
che dona i reperti trovati. Oltre 2.000 pezzi, rigorosamente
catalogati, sono esposti al II piano di Palazzo Alidosi. La mostra
è articolata in tre sezioni: la Grande Guerra, la II Guerra Mondiale e
l’attività partigiana. continua a
.. http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/44/mameli.htm |
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Al di fuori di questo schema esisteva
un battaglione della Decima Mas
"Fulmine" che inalberava insegne
da bersaglieri provenendo dal corpo molti dei suoi componenti. La
storia di questo reparto è stata raccontata al link
http://digilander.libero.it/fiammecremisi/eramoderna/altri3.htm
II btg. bersaglieri “G. Mameli”
dell'8° reggimento
Quando l'11 ottobre dalla
caserma di Verona sede dell'ex '8° uscì il il I
battaglione diretto a Gorizia, l'afflusso dei volontari non si
interruppe. Il I composto dagli uomini delle Fiamme Cremisi d'assalto,
era passato indenne alla RSI e il 19 settembre, ben prima che
nascesse l'Esercito della R.S.I. si metteva a disposizione
dell'autorità tedesca. Per la natura degli affluenti e per l'assenza di
normative il reggimento si ridenominava
Reggimento Volontari Luciano
Manara disponendo la costituzione di altre due formazioni, la prima il
II Btg. Mameli uscito nel febbraio del '44 e il III Toti a maggio. Dopo
un rapidissimo addestramento i bersaglieri vennero spostati in Romagna e
un piccolo contingente (1a cp) armato di pezzi tedeschi anticarro per
opporsi agli americani che erano giunti sulla linea
Gotica. Il battesimo del fuoco si ebbe il 23 settembre a Monte Cucco e
su altre alture (Cece, Cristino, Porrara, Castel del Rio
vedi a fianco*) per oltre 3
settimane. A fine ottobre fu ritirato a Verona per ricostituirsi. Nel
dicembre 1944 anche la 2^ Cmp. del Ten. Calabrò fu inviata sul fronte
appenninico e vi rimase, pur dimezzata, fino al febbraio 1945. Il 15
marzo la 1^ e la 3^ Cmp furono inviate nei pressi di Fornovo a integrare
le forze della Div. Italia. Il 4 aprile la 1^compagnia (due plotoni),
al comando del Ten DANI, fu inviata nelle immediate retrovie del fronte
della Garfagnana e si battè valorosamente in Lunigiana,
nell’ultima decade d'aprile '45. Il II Btg Mameli si sciolse nei
pressi di Medesano di Parma il 28 aprile 1945. |
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30 aprile 1945 ... Ha termine una storia
iniziata nella primavera del 1944 nella caserma San Bartolomeo di La
Spezia, quando per iniziativa del T.F. Luigi Carallo si decise di
costituire, nell’ambito della fanteria di marina della RSI, un reparto
che si rifacesse alla specialità dei bersaglieri. Il Battaglione Fulmine
- così battezzato in onore di un cacciatorpediniere della Regia Marina -
dopo l’iniziale addestramento in provincia di Lucca fu dislocato su vari
scenari del territorio italiano settentrionale, scontrandosi in diverse
occasioni con le formazioni partigiane delle zone in cui si trovò ad
operare: in provincia di Torino ed Asti (giugno-novembre 1944); nel
Trevigiano e ai confini della Carnia (novembre-dicembre 1944); nel
Goriziano a difesa della frontiera orientale contro il IX Korpus del
maresciallo Tito (dicembre 1944-gennaio 1945), operazione culminata
nella sanguinosa battaglia di Tarnova della Selva in cui il reparto
sacrificò un terzo degli effettivi per impedire l’invasione di Gorizia;
ancora in provincia di Treviso (febbraio 1945) ed infine nel Vicentino
(marzo-aprile 1945).
Gli autori di questo volume - Riccardo Maculan e Maurizio Gamberini - ne
ripercorrono le vicende belliche, descrivendone al contempo struttura,
organici ed armamenti e corredando una ricerca ventennale di un notevole
apparato fotografico in buona parte inedito. Pagine 166 con 144 foto
delle quali 85 inedite, analisi dettagliata dei fatti d’arme, degli
organici e dei caduti. Per acquistarlo:
maculan1964@hotmail.com
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MOSTRINE DELLA REPUBBLICA SOCIALE
ITALIANA
dall'alto in basso da sinistra a
destra: fanteria, alpini, carristi, artiglieria, genio, automobilisti,
bersaglieri, camicie nere, cavalleria, artiglieria alpina, chimici,
paracadutisti, servizi, genio 1a, sanità, amministrazione, sussistenza,
giustizia, artiglieria 1a, distrettuali, veterinari, commissariato,
chimici 1a, rimonta equini. |
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3° Reggimento
Bersaglieri
Fin dai giorni immediatamente
successivi all’ 8 settembre il Ten. Col. Alfredo Tarsia chiamò a
raccolta a Milano (tramite radio e stampa), presso la caserma del 3°, i bersaglieri che non
intendevano accettare la resa di Badoglio. Ad essi si aggiunsero anche
soldati di altre armi e, in gran numero, molti studenti soprattutto
lombardi. Il 10 ottobre fu già possibile formare i Btg. LI, XX, XXV,
XVIII, inviati in Piemonte, nella zona di Alessandria, per
l’addestramento. Il 29 gennaio 1944, in 5000, giurarono fedeltà alla RSI. Il
20 febbraio il reggimento fu però sciolto e i
battaglioni divennero autonomi cambiando numero. Nell’ordine I (zona
Genova Pietra Ligure), II, III (da Savona a Genova),
IV (da Rapallo a La Spezia), della difesa costiera al servizio dell’Armata Liguria. A fine
agosto, però, il III Btg fu spostato sul fronte francese. I battaglioni
seguirono strade diverse nei giorni della liberazione. Il I Btg, che si
trovava ora a levante di Genova combattè fino all’ultime cartucce contro gli
americani della 92^ Div, poi fu pressochè distrutto negli ultimi scontri
coi partigiani. Era il 27 aprile. Il II Btg si arrese al CLN il 3 di
maggio. Il III Btg, che era schierato fra Varazze e Genova, si arrese
agli americani fra il 28 e il 30 aprile. Il IV, che fu già schierato fra
Rapallo e La Spezia, nel settembre 1944, con l’arrivo della Monterosa,
fu inviato sull’Appennino Bolognese. Al momento della
ritirata si trovava a riposo a Noceto. Si ritirò fino ad Alessandria e
qui il 28 aprile cessò di esistere. |
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II battaglione bersaglieri della
difesa costiera ex XX
Chiamato anche battaglione universitario, era
comandato dal maggiore Guido Castellara. La prima destinazione come
costiero l'ebbe fra Varazze e Savona. Fino allo sbarco americano
in Provenza (agosto 44) il lavoro fu di routine dopo non più.
Ridislocato alla Frontiera Francese ebbe la 5 acp. a Grimaldi, la 6a a
S. Lorenzo, 7a a Ceriana e 8a a Bordighera. Comparve anche una 9a
nell'entroterra. Così diceva il corrispondente di guerra Guglielmo
Haensch " .... nei sotterranei di un albergo sbrecciato è appostata
la squadra del Bersagliere Guarino, sergente Fiumano. Dalla
feritoia, dinanzi a noi, Mentone. Oggi Guarino è piuttosto assonnato (2
notti di pattuglia) ma l'arrivo degli ospiti lo ravviva. Si mangia, oggi
pranzo di gala. Sono tutti ragazzi magnifici. Quando c'è da uscire di
pattuglia è una gara per ottenere di far parte delle spedizioni. Così si
svolge la vita dei Bersaglieri del II a pochi passi dal nemico". A
Settembre gli scontri con americani e partigiani si fanno intensi. La
compagnia di Inglese venne annientata a Badalucco. Altri scontri cruenti
si ebbero a Ceriana a fine mese. L'inverno fu relativamente tranquillo.
All'ordine di ritirata, impartito dai tedeschi della 34a div., tutti i
reparti si ritrovarono sulla Aurelia fino ad Imperia. Da qui presero per
Ormea, Garessio, Ceva e Mondovì dove sbucarono il 29 aprile 1945. Il 3
maggio raggiunta Ciriè il reparto si sciolse nelle mani del CLN che
garanti la prosecuzione fino ad Ivrea degli Ufficiali. Qui avrebbero
dovuto incontrare gli americani. L'ultimo episodio noto riguarda il 5
maggio quando in una caserma di Ivrea il capitano Francoletti e il
ten. Casalini reagivano ad insulti di partigiani finendo fucilati nella
Dora. I loro corpi sono dati per dispersi. |
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Bruno Guarino
Questa foto del Sergente Bruno
Guarino compare su rivista storica e viene dato per disperso nel gennaio
del '45. Il dubbio dell'omonimità, per uno che scrive le sue memorie, si dirada quando Pisanò nell'indicare
caduti e dispersi del II Btg non lo cita. |
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LA GUERRA CONTINUA
Bonanno Editore Palermo
Bruno Guarino nasce a Fiume nel 1922. Appena diciassettenne (1940) si
arruola volontario e tale rimane anche dopo l’8 settembre nelle fila
della Repubblica Sociale Italiana militando nel II
btg costiero dal 3° Reggimento
Bersaglieri che combatte sul fronte francese (tra Mentone e Monte Pozza)
dall'Ottobre 1944 all'Aprile 1945. Queste pagine autobiografiche sono
una testimonianza del travaglio sofferto dai giovani che, durante il
conflitto mondiale, offrirono gioventù e vita alla Patria con lealtà ed
amore filiale. "Questo - scrive Guarino - fu il vero motivo del
volontariato della stragrande maggioranza di noi: un bisogno sincero e
prepotente di ridare alla nazione la perduta dignità; senza o con poche
sfumature politiche". Il racconto di quei drammatici avvenimenti si
snoda con stile semplice e limpido, senza demagogia o retorica,
caratterizzato com'è dal sereno, talora ironico, distacco con cui
l'Autore descrive la sua odissea poi da prigioniero. Il volontarismo
della Repubblica Sociale fu un fenomeno complesso che Guarino coglie
nella sua essenza. Il testo presentato offre l'occasione ai giovani per
documentarsi su un periodo storico che la storia collettiva ha rimosso. |
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OLTRE IL PONTE: dal Libro di Umberto
Maria Bottino "Sapevamo di perdere"
Il ponte che attraversa la Bevera
non l'ho mai attraversato. Tutta l'attività della mia squadra si svolse
nel trinagolo che aveva base la costa da Ponte San Luigi. Sottoposto a
incessanti tiri di mortaio era quasi invalicabile. Addetta ai
rifornimenti per le postazioni oltre il ponte era la Pac. Un bersagliere
allora attraversava a razzo il ponte e l'altro col mulo alla mano stava
di qua. Poi un gran colpo sulle natiche e via di corsa dall'altra parte
dove lo attendeva il compagno. L'osservatore nemico non faceva in tempo
a impartire l'ordine. In guerra ragazzi ci vuole esperienza e
tecnica (coi muli). La linea degli alleati correva sul Crinale del
Grammondo. Tra le due linee la terra di nessuno. Nella valle della Roja
era ammessa, ma estremamente rischiosa la vita ai civili. Le olive
venivano raccolte dalle ragazze e qualche frantoio lavorava ancora (ma
di compromessi fra Bersaglieri e tedeschi). Oltre il ponte vissero molte
squadre della 5,6,7a compagnia spingendosi nella terra di nessuno.
A spasso tra i dirupi le pattuglie andavano a caccia delle opposte
pattuglie nemiche. S. Antonio fu raggiunta da uomini del secondo
plotone: il paese era devastato. In questo scenario da Day after,
Palieri e Soragna si inoltrarono per curiosità. La curiosità dette
spazio all'allarme quando udirono rumori provenienti dalle masserizie
delle case finite in strada. Comparvero due militari nemici, anche loro
a passeggio. Nessuno dei quattro era in assetto da combattimento o
armato. Si rivolsero la parola, uno era John, nipote di siciliani.
In un pessimo Inglese e un cattivo italiano si scambiarono Pane Bianco
(loro) e Olio. |
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Divisione Bersaglieri “Italia”
Addestrata in Germania e fra le ultime
a costituirsi, l'Italia fu carente già in partenza di armi e materiali
che ormai scarseggiavano ai tedeschi con la guerra in casa. Oltre
che rifornire il fronte erano costretti ad improvvisare reparti di
vecchi e giovani a cui i vecchi catenacci ceduti agli italiani andavano
anche bene. Dice Graziani che a fine gennaio '45 il 25% degli
uomini non ha armi. Viste le prospettive è naturale che il
fenomeno diserzione già praticato si applichi anche a questa
unità. 28 gennaio 1945 Gen. Mainardi, penultimo comandante di Divisione:
"serriamo le file e irrigidiamo i ranghi ..le assenze arbitrarie
cominciano ad essere in numero rilevante e rischiano di compromettere la
compagine ... i comandi i corpi e i capi servizio mi facciano proposte
per lo scioglimento dei reparti che hanno dimostrato di non avere la
consistenza organica necessaria al particolare momento ... " A
gennaio 1945 secondo i tedeschi una divisione in forza è sparita
su 4 costituite. Viene così emanata una circolare nota come
"Misure di rappresaglia ... " nei confronti anche dei familiari.
Da un amico navigatore "..... notizia della fucilazione a Filetto di
Villafranca Lunigiana (MS) del Sergente Maccioli Vittorio, Divisione
Italia di Abbazia di San Liberatore a Maiella, il 10-04-45. Cercò di
fuggire dal reparto, ma fu arrestato dalle SS e fucilato dai suoi
commilitoni presso il cimitero di Filetto, dove fu sepolto. E' citato
nel libro "Alloro e Stellette, storie e soldati di Villafranca in
Lunigiana" del Prof. Moreno Buttini. Sandro Santini -la guerra era
agli sgoccioli ma c'era ancora chi tentava. |
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