8 SETTEMBRE 1943
- CORSICA VII CdA |
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Gen. Giovanni Magli
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Col. Ettore Fucci - 10°
RAGGRUPPAMENTO CELERE BERSAGLIERI
XXXIII Battaglione Bersaglieri ciclisti (11°) T.Colonnello Ermanno Picone
LXXI Battaglione Bersaglieri Motociclisti Maggiore Alberto Bongiovanni
I/33° Battaglione
Carristi Leggeri 3/35 Maggiore Gaspare Calcare
7a compagnia autoblindo (già 1a cp del 18° bersaglieri RECO
vedi sotto) Cap. Del Basso Orsini
107a compagnia bersaglieri motociclisti Cap. Antonio Da Pas (dislocata a Corte)
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L'occupazione della Corsica e il
rafforzamento del dispositivo di difesa dal novembre 1942 in entrambe le isole
tirreniche (Sardegna e Corsica)
era una precauzione contro possibili sbarchi alleati,
dopo quello del Marocco e la perdita dell'Africa. L'occupazione da parte del nemico, temuta anche
dai tedeschi che tenevano qui impegnata una forza consistente, più che una
minaccia terrestre era vista come un pericolo per il lancio di bombardamenti
ancora più pesanti sulle regioni centro meridionali del Reich e dell'Italia
settentrionale
che non si potevano raggiungere da Londra. La Corsica sembra una
portaerei puntata al centro dell’Europa.
Come in tutte le caserme anche in Corsica l’annuncio
dell' 8
sera arrivò inaspettato creando confusione, sconcerto e insicurezza. Sconcerto perché i soldati lo vennero a sapere un’ora prima
da Radio Londra (quella che non dovevi ascoltare ma anche l’unica che tutti ascoltavano). La cosa non suonava
però del tutto nuova a qualcuno. Era arrivata il 4 settembre la memoria 44, datata 2, in cui si diceva
“se del caso foste attaccati dai tedeschi il compito dei reparti italiani
sarà quello di "far fuori" la Brigata corazzata SS tedesca Reichs Fuhrer”.
Una direttiva questa che, priva com'era di fantasia, nel “far fuori” !!
una brigata corazzata tedesca e per giunta SS (erano cose che facevamo
giornalmente), e priva di ulteriori chiarimenti, aveva destato non poca
apprensione nei comandi. Come diceva Alberto Sordi nel Film “Tutti a
casa” sta a vedere che i tedeschi si sono alleati con gli americani e ci
sparano addosso. Magli era giunto da alcuni mesi in Corsica, e
aveva avuto tutto il tempo per ambientarsi. La prima cosa che si sentì
chiedere dai tedeschi era inframezzare
le nostre truppe con le loro e l'immissione di artiglieri germanici
nelle batterie costiere italiane dopo il 25 luglio. |
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Magli la prese come una offesa al buon nome delle sue
truppe, ma ora capiva tutto. Non era neanche nuova come idea. La Corsica in base alle condizioni dell'armistizio del 1940 era
praticamente smilitarizzata, pur essendo sotto il Governo civile di Vichy
fino al novembre '42. Dopo ogni potere passò agli Italiani, e gli unici
armati in servizio erano un piccolo corpo di gendarmeria. Quando la
notizia dell'armistizio arriva a Magli non gli resta che chiamare a rapporto
tutti i sottoposti e raccomandare
“…ove mai si attentasse da parte di chicchessia ad esprimere atti che possano offendere il nostro sentimento di italiani e di soldati, la reazione deve essere immediata”.
I suoi ordini non si discostavano di molto dal comunicato ufficiale. Subito dopo, si reca
però ad accogliere l’ospite che aveva invitato a cena quella sera, il generale Von Senger
und Etterlin, comandante delle truppe tedesche. Già con il
bisogno che avevano di uomini e mezzi in Russia i tedeschi tenevano una
brigata corazzata delle SS in Corsica !!!
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Non era eccedenza, forse erano ancora dei novellini in
addestramento, ma sempre pericolosi. I tedeschi sanno, gli italiani sanno ma non c’è ancora nulla di
Ufficiale dagli alti comandi. L’atmosfera è fredda. Quando anche la
comunicazione ufficiale arriva, Magli, convoca Von Senger nel suo studio personale, lontano dagli altri commensali, e lo informa che da quel momento le forze italiane non avrebbero più potuto fornire alcuna assistenza a quelle tedesche. Von Senger
assicura che i tedeschi se ne andranno pacificamente. Fan sempre così
quando sanno di essere in difficoltà e svantaggio, non amano gli
eroismi, ma !!! ma se capita l’occasione le promesse son sempre quelle
da marinaio. Mentre Magli
dispone il rilascio di detenuti politici e partigiani corsi,
gli arriva notizia, all’una circa di notte, che un piccolo nucleo di
truppe tedesche ha attaccato il porto di Bastia. Per andar via da
un’isola occorre controllare il Porto d'accordo ma occorre controllarlo
anche per ricevere rinforzi. |
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Gli Italiani non la mandano giù dopo le promesse e si
riprendono l’installazione a cannonate.
Coi soldati e marinai italiani si battono anche le camicie nere e ci
sono già i primi caduti. Von Senger si scusa, un tedesco è un tedesco e la parola data dovrebbe pur significare qualcosa fra gentiluomini. Addossa la colpa ai
sottoposti per salvare la faccia da Prete (benedettino) che si ritrova. Magli, dal canto suo, finge di credergli, ma gli consegna il testo del messaggio che si appresta a diramare alle sue forze:
“non sarà tollerato alcun atto di ostilità nei riguardi delle truppe italiane; alla forza si risponde con la forza; al fuoco col fuoco”. Come
apparirà anche dal riquadro sottostante la nostra non è una forza
indifferente anche se ci mancano validi mezzi corazzati. Per i tedeschi
poi, spostati in Sardegna dove attendevano lo sbarco, è un onere in più
reimbarcarsi per la Corsica. Lo scontro alla fine penderà dalla
nostra parte perche i tedeschi valutano sempre forza effetto. Scontro
con perdite notevoli ed effettivi benefici li portarono ad optare per
l'abbandono della Corsica. Avvenne così in tanti altri posti ma la
"Storia" dell'8 settembre non ne parla. |
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Oltre al 10° raggruppamento celere
bersaglieri a disposizione del VII comando corpo d'armata della Corsica c'era il 175° rgt
alpini t.m. con 6
battaglioni, il 182° rgt costiero, 7° rgp art cda, 7° rgp genio di cda e
i reparti dipendenti
- div. Friuli
Gen. Cotronei 87/88° fanteria, 88a ex legione camicie nere d’assalto, XX
battaglione mortai, 120a cp c/c, 35° artiglieria, CXX battaglione misto
genio, DX battaglione territoriale mobile, 698a cp mitraglieri da
posizione, XX btg smv c/carro 47/32, 12a cp carri l/fiamme ,
- div. Cremona
gen. Primieri 21/22/321°(ex legione ccnn) fanteria, XLIV btg mortai. 144a cp
c/c, 7° art., CXLIV btg misto genio, CXIII btg mitraglieri di cda,
battaglione alpini "Monte Granero" + 1 cp "Mongioie", DXV btg
t.m. territoriale mobile, 661/663/696 cp mitraglieri da posizione, XIII btg.
carri L., CXXXI btg smv c/c,XXIV gr. art di cda, e le costiere
- 226a Div.-
gen. Lazzarini 170/171/181° reggimento costiero, III btg granatieri,
alpini "Monte Baldo", DXXXI btg. alpini costiero, 659/694/697 cp
mitraglieri da posizione, 410a compagnia mortai, 163/165/208/262a cp
c/c, 52° rgp art. costiera, art contraerea, difesa porto Ajaccio,
- 225a Div.-
gen. Pedrotti 172/173 ° reggimento costiero, 662/664° cp. compagnia
mitraglieri da posizione, 409a cp. Mortai, 261/264a cp c/c, 3a
compagnia/I btg carri L, 53° rgp. Art., 2a batteria/XXVI gr art. cda.
- Comando difesa Bastia
Raggruppamento ex ccnn da sbarco 1° gruppo (43°) XLIII battaglione,
(60°) LX battaglione, 2° gruppo (42°) XLII battaglione, (50°) L
battaglione, 4 BTG a.acc., DXXXVII gruppo costiero appiedato del Genova
cavalleria, 660a cp mitraglieri da posizione, 8a compagnia chimica. In
aggiunta il comando
- Sud Corsica: Zonza era presidiata da unità indivisionate, provenienti da reparti
diversi e raccolte sotto gli ordini del gen. Ticchioni. raggr.
Granatieri aa/cc (3 btg), 107° btg mitraglieri autocarrato, 535 e 536°Btg.
costieri (224a cost.), 55a ex Legione della Milizia ccnn col LV btg. ccnn Gemona e LXXX
ccnn Parma, cp mitraglieri ccnn 146 e 351a, 273a cp cc e CLV/CLXXV gr
art. cda distaccate dalla Friuli |
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Frido von Senger und Etterlin era nato a Waldshut il 4 settembre 1891. All'età di 19 anni si arruolò come volontario nel 5°/76° Reggimento artiglieria da campagna del
Baden. Frequentò poi l'università di Oxford ritornando in patria prima del conflitto mondiale. Nel 1914 era tenente della riserva e tre anni dopo decise di passare in servizio attivo. Alla fine della prima guerra mondiale era comandante di squadrone nel 18° Reggimento cavalleria. Dieci anni dopo era capitano e nel 39 era colonnello del 22° Reggimento di cavalleria. Allo scoppio della guerra gli venne assegnata la 2ª Brigata di cavalleria e nel 1940 guidò in Francia la Schnelle Brigade von
Senger. Ad armistizio firmato entrò nella delegazione che trattava coi Francesi in Italia. Promosso Maggior Generale ebbe il comando della 10ª Divisione Panzer sul fronte orientale. Dal giugno 1943 col grado di tenente generale comandò le truppe tedesche in Sicilia e dall'agosto 1943, assunse il comando di quelle dislocate in Sardegna e in Corsica. Anche da qui, come in Sicilia i tedeschi riuscirono a ritirarsi senza eccessivi danni grazie a lui. Dall'8 ottobre 1943 assunse il comando del XIV Corpo d'armata Panzer e il 1° gennaio 1944 fu promosso Panzer
General. Il XIV Panzer Korp ebbe il compito di difendere la Linea Gustav nel settore di Cassino. Dotato di sensibilità e di gusto artistico, era un generale anomalo nel panorama del terzo
Reich. Anglofilo per educazione e cattolico (era anche membro laico dell'ordine benedettino) non venne mai citato dalla stampa nazista e non gli venne mai attribuita nessuna capacità o merito per azioni di guerra. Dopo la guerra passò due anni di prigionia nel Galles, divenendo poi preside della scuola di Spestgart. Mori nel 1963. |
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Da quel momento le scaramucce si estendono a tutta la Corsica. Da Roma continua il silenzio radio.
Negli anni ’50, anche un monarchico di provata fede come
lui, Magli, esprimerà, tutto il suo sdegno per essere stato tenuto all’oscuro dell’imminente armistizio, malgrado
che in un colloquio del 1° settembre con il Principe di Piemonte e con Roatta avesse espressamente chiesto notizie in merito. Nel sud della Corsica si ha notizia che i reparti della Sardegna, e fra questi un’altra divisione corazzata
tedesca, stiano trasbordando “Via Bonifacio” per rinforzare il contingente Corso. I tedeschi hanno quindi intenzione di perdere
si la Sardegna, ma non la Corsica. Ma quante divisioni corazzate avevano, quando stavano collassando di brutto in Russia ?. Ora non è più tempo di difendersi, fra un pò la situazione si farà calda. Occorre attaccare i tedeschi prima che questi diventino troppo forti.
Se si uniscono le forze del Nord con quelle del Sud, lungo la strada
costiera l'unica strada praticabile, non c'e né più per nessuno. Anche per questo, Magli riceve il comandante dei partigiani corsi,
Paolo (Paulin)
Colonna d’Istria ex ufficiale della Gendarmeria,
per concordare piani
operativi comuni.
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Paolo (Paulin)
Colonna d’Istria ex ufficiale della Gendarmeria |
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Paulin Colonna D’Istria (1905-1982) raggiunge
nel '42 i partigiani in montagna e stabilisce il suo posto
di comando a Niolo. Le sue prime azioni sono di unificare le varie fazioni, accantonando qualsiasi rivendicazione autonomista. Fa rifornire dall’aria i combattenti e organizza una efficace linea di comunicazioni e comando. Nell’estate del
'43 si procura gli armamenti necessari per affrontare un nemico
(L'Italia) ancora agguerrito e scampa diverse volte alla cattura. Quando viene catturato, parlando bene l’italiano, sembra si faccia passare per un agente segreto in missione speciale da Roma. Viene liberato con le scuse
!!!. All’indomani dell’8 settembre è lo stesso Magli a cercarlo. Con i combattimenti del 10
settembre appare evidente che i soli italiani rischiano di non riuscire a sgombrare l’isola dai tedeschi specie se questi riescono ad avere appoggi via mare
e dalla Sardegna. Colonna si attiva quindi presso l’alto comando alleato
(anche per evitare che “eventualmente” la Corsica sia liberata dagli italiani) per avere rinforzi che
sbarchino entro fine mese. L’Isola sarà
poi il primo dipartimento liberato di
Francia. |
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Gen. Giovanni Magli
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Nasce a Barcellona Pozzo di Gotto il 27 giugno 1884. Frequenta la scuola allievi ufficiali di complemento del 12° fanteria
e terminata la ferma nel 1906 viene ammesso alla Accademia militare da
cui esce sottotenente nel 1908 in servizio di prima nomina al 47° fanteria
di Lecce. Nel 1911 è in Libia come capitano e nel 1915, allo scoppio del conflitto è assegnato al 10° fanteria
come aiutante maggiore (capitano) ruolo nel quale viene decorato col
bronzo. Aiutante maggiore in
prima, durante vari combattimenti sempre incurante del pericolo anche di
propria iniziativa, lasciò più volte il suo posto per seguire i
movimenti dei reparti, e tenne così meglio informato il comando. In zone
incessantemente battute dall'avversario, fece scudo della sua persona al
proprio colonnello. San Martino del Carso 24/10-2/11/1915
Promosso maggiore transita nel Corpo di
S.M. ricoprendo diversi incarichi. Viene promosso Generale nel 1938 e l’anno successivo comandante della Brigata poi divisione corazzata Centauro. Prende con questa parte alle operazioni in Albania e nell’estate del
'41 ottiene la promozione a Generale di Divisione per merito di guerra.
R.D. 6/7/41 XIX C.C 28/7/41
registro 25 foglio 192 "Creatasi una situazione molto critica sulla
fronte di un'altra divisione, mancante del suo comandante perché ferito,
fu prescelto per assumere il comando di detta divisione e lo tenne per
oltre un mese, a contatto col nemico, su un tratto di settore
delicatissimo, risolvendo con la sua azione di comando,
pronta, decisa e coraggiosa, la grave crisi iniziale e mantenendo
integra la fronte nonostante i reiterati e violenti attacchi nemici.
Ufficiale di alte doti di comando e di grande valore professionale".
Lekdushi 19/12/1940-31/1/1941 XIX
Dal marzo 1943 assume il comando della Corsica denominato da Agosto VII C.d.A Forze Corsica. Al termine della campagna di Corsica assume il comando del settore Sardegna. Nel dopoguerra viene promosso e lascia il servizio nel 1957.
Pur essendo uno dei pochi generali che ha combattuto vittoriosamente i tedeschi, la
sua carriera fu boicottata perché Monarchico. Muore a Bari il 28 gennaio 1969 |
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http://sudwall.superforum.fr/l-occupation-italienne-et-allemande-f26/occupation-italienne-en-corse-20-t3756.htm
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Da Roma o da dove diavolo sono, arriva infine la buona novella
dell'alto comando (Roatta): ora i tedeschi sono nemici e gli Americani amici. L’inizio dell’offensiva viene fissato alle ore 6 del 13 settembre, per consentire i necessari concentramenti delle fanterie italiane, al solito penalizzate dalla mancanza di automezzi e disperse in piccoli presidi. Nel primo pomeriggio del giorno 12, una camionetta tedesca con bandiera bianca si presenta al comando di Magli. Un ufficiale è latore di un messaggio personale di Kesselring e di Von Senger. Kesselring e Magli si conoscono molto bene, visto che il comandante italiano era stato sino al marzo del ’43 vice Capo di Stato Maggiore Generale. Il messaggio di Kesselring è un misto di blandizie per “l’uomo, il soldato, il camerata,
etc”, e di minacce. Magli risponde amichevolmente ma fermamente, denunciando il proditorio attacco tedesco, accusando Von Senger di avergli ripetutamente mentito e ribadendo che
“.... alla forza si risponde con la forza; al fuoco col fuoco”.
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I tedeschi, abituati a prendere in
castagna gli italiani quando mentono non tollerano che questo lo si
rinfacci a loro e allora abbandonano la linea morbida!
Ripuntano su Bastia. Ne nasce una violenta battaglia, nel corso della quale la nostra divisione Friuli viene soverchiata dai carri Tigre, che nella serata del 13 entrano
in città. La perdita di Bastia, a nord, rende impossibile proseguire l’offensiva iniziata all’alba verso sud. Ma a Bastia teniamo le alture e dal 14 al 28 i bersaglieri stanno schierati a Colle di Sorba-Vezzani, come pure dal 25 le truppe della Francia libera che cominciavano ad affluire. Insieme
si dovrebbe affrontare i tedeschi
che si sono enormemente rinforzati.
Ogni azione fatta separatamente porta alla sconfitta, bisogna concordare un piano. Il 17 settembre, mentre proseguono
i combattimenti violenti tra italiani e tedeschi, Magli incontra il comandante del corpo d’armata francese generale Martin,
sbarcato con lo staff e pochi uomini, per definire piani comuni. Il mattino del 19, Stukas tedeschi bombardano il comando italiano di Corte, ma Magli si salva. |
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L’offensiva italo-francese ha inizio
il 29 settembre, al termine degli sbarchi ad Ajaccio, e ben presto
travolge i tedeschi, che sono costretti a reimbarcarsi frettolosamente
per il continente.
Bastia, distrutta dai bombardamenti, viene ripresa il 3 e il 4 ottobre dai bersaglieri
che devono cedere questo onore ai francesi del 4° reggimento
meccanizzato e ai goumiers del 1° reggimento marocchino. Alle unità
italiane vennero in seguito ritirate le armi pesanti, per consegnarle
agli alleati, secondo le clausole armistiziali. Da parte sua il generale
De Gaulle si rifiutava persino di stringere la mano al generale Magli,
il vero liberatore della Corsica. Il 5 si arrendono gli ultimi reparti tedeschi rimasti sull’isola: la battaglia della Corsica è vinta!. E’ la prima volta dal Piave che i tedeschi riperdono contro l’Italia. Come in tutte le partite di calcio il campionato
però è lungo. La notizia storica verrà sepolta e totalmente ignorata forse perché contemporanea
a quella dell'Acqui a Cefalonia e di cento altre o forse perché la si
voleva semplicemente affossare. Alla fine dei
combattimenti la Friuli e la Cremona si trasferiscono in Sardegna senza
le armi pesanti poi mesi dopo finita la quarantena andranno a formare
due gruppi di combattimento. Non ci crederete ma
la nostra quarantena è in effetti prigionia sotto i Francesi. Dalla fine del 1943 altri
finiscono in Puglia internati a fare i contadini. E
pensare che le pesanti clausole armistiziali si sarebbero attenuate con una
fattiva !!! collaborazione. |
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In
Sardegna le due unità rimasero inattive o quasi (le misero a rifare la
viabilità e a riattare piste aeree), con pochi rifornimenti e soffrendo
grave scarsità di qualsiasi tipo di materiale (anche alimentare) -
con le inevitabili conseguenze sul morale e sulla disciplina che si
possono facilmente immaginare). Solo l'estate successiva, quando fu decisa la loro trasformazione in gruppi da combattimento ed il loro
impiego bellico, furono trasferite in Italia per essere riequipaggiate. Ciascuno dei due reggimenti di fanteria (87° ed 88°
+
35° art.) del Friuli ricevette un battaglione granatieri, mentre il
Cremona (21° e 22° rgt. fant. + 7° art.) assorbì varie unità minori già
presenti in Sardegna. Solo gli specialisti di reparto erano già stati
aggregati agli americani come ausiliari. I caduti dell'intero VII corpo sepolti in Corsica nei nove cimiteri furono 34 Ufficiali, 598 sottufficiali e truppa e 5 civili.
Quasi 600 i feriti, elevatissime le perdite tedesche in uomini. Il XXXIII
battaglione bersaglieri entrò a far parte della Divisione Granatieri di Sardegna e nel febbraio
'44 assieme al XXIX,
rientrato fortunosamente dalla Croazia ricostituì il 4° reggimento Bersaglieri del CIL (Corpo Italiano di
Liberazione) aggregando la 7a cp blindata vista sopra.
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http://turismoinmoto.altervista.org/itinerari/Corsica |
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diario di un combattente
http://www.storia900bivc.it/pagine/memoguerra/milanetti396.html
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